216 LA RIVISTA POPOLARE quelle. Insomma, l'esagerazione della parodia è così grande, in questo poema, che quasi fa parodia a sè stesso. * * * Si è nominato Aristofane. Infatti il Rapisardi pare che voglia riattaccarsi o attaccarsi al terribile ateniese; ma, come ottimamente nota il Borgognoni, non vi è paragone tra le due civiltà: quella di Aristo-. fane e la nostra. E bisogna anche notare, se non m' inganno, che Aristofane fu mosso da nobili intenti civili; ebbe di mira più la società politica del suo tempo e i demagoghi che, malfacendo, vi predominavano che bassi scopi di vendetta personale, o almeno questi innestò su quella. D'altro canto l'originalità del genio aristofanesco è tanta e la sua vena è così diabolica, che non vi dànno tempo d' indugiarvi ai fini morali o politici del poeta: il godimento estetico vi cÒnquista tutto intero. Nel Rapisardi invece, come diremo in seguito, è scarso, al paragone, tutto ciò; e però la sua finalità morale e 1 mezzi eh' egli impiega per raggiungerla vi fermano dippiù. E basta in quanto alla materia, diciamo, del poema; nella sua costruzione letteraria fortunatamente anche poco troviamo da lodare. Meschina l' invenzione, aride le fonti dell'immaginazione, riluttante, addirittura, la fantasia. • Immaginate: si naviga per un oceano indefinito, alla conquista di un' isola vaga nel suo simbolismo (un' isola allegorica perduta in un mare di allegorie) e non si trovano che isole con monti e con tempì (simboli ed allegorie) che si rassomigliano dal pit1 al meno, benchè il poeta sudi a spremere la sua fantasia, che, poveretta, non ne vuol sapere; v' imbattete in bestie e boschi e selve mostruose o scure nel loro indeterminatismo o limacciose di riboboli. N 011 mai una scena, un quadro, un paesaggio (;he vi faccia colpo con la novità dell' invenz10ne, e vi distorni un momento da quella coreografia monotona. O immortale Ariosto, o inesauribile Boiardo, chi ci ridarà la vena larga e fresca della vostra meravigliosa fantasia? Ogni vostro canto diletta ed affascina, cosicchè · noi ci domandiamo: E dopo questo ci sarà ancora del nuovo? E il nuovo zampilla gorgogliando alla pagina appresso. Qui invece, nell'Atlantide, vi è un' ari4ità che vi fa pena, tanto più che il poeta ci mostra quasi l' inarcare dei nervi del suo cervello, che gocciola a mala pena stramberie. BibliotecaGino Bianco
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