La Rivista Popolare - anno I - n. 7 - 15 ottobre 1893

1 94 LA RIVISTA POPOLARE Tolstoi si cacciò la testa fra le inani, e il petto gli s1 sollevò sotto la spinta del singhiozzo. Il suo interlocutore aspettava una parola. Non veniva. - Dunque, nemn1eno in quel caso? Nuovo silenzio, seguìto da nuova domanda. - Ebbene, no, no, proruppe alla fine il russo, continuando a singhiozzare. No, la violenza 111ai. * * * Ora, io non so per quale bizzarra successione d'idee, a n1e viene in n1ente questo aneddoto n1entre voglio dire, ai repubblicani che leggono, qualche cosa che, senza essere un richiamo alla .vioL~nza, suona in qualche modo tutto l'opposto del sentimento di Tolstoi. Io fo il giornalista. Non è la prima volta, nè sarà l'ultima, che questa profes-sione viene paragonata a quella del prete, tant'è che anch'egli, il giornalista, si chiama sacerdote. E il paragone può andare tant' oltre, che si trova come il giornalista faccia spesso il confessore, nel senso più usuale della parola - il confessore, voglio dire, di molti del partito : ne conosce di necessità certi peccati, perchè glieli narrano. Ed egli non li dice ad ani1na viva, quando sa farè il n1estier suo. I quali peccati, se sono di quelli che si confessano, sono - si sa bene - tutti di debolezza. Ah ! quante lettere riceviamo noi con l'eterno ritornello: - Per a111or del cielo, badate a non compromettermi : nol sappia nen1n1eno l'aria! Ce ne va del 111ioimpiego e della 111iapace in famiglia o della carriera di mio figlio o dell'elezione di mio fratello o della prosperità di mio cognato, di 111ia sorella, della mia parentela, de' 111ieiamici. Nessuno forse, che non faccia lo stesso n1estiere mio, può sapere fino a che punto giungano queste debolezze, quanti aspetti, quante forme piglino, a quali eccessi si . spingano. Or dove si va? Che cosa vogliamo fare di un partito di ribelli, che hanno a loro dispqsizione centomila ragioni - dico ragioni, non pretesti - per non ribellarsi? È egli BibliotecaGiho Bianco

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