206 LA RIVISTA POPOLARE stiva, e dell'altra della guerra. Riproduce a grandi tratti il discorso del Domela Nieuwenhuis, sul quale anche noi torniàmo a.d intrattenerci perchè ne vale la pena. L' eloquente ed intransigente oratore olandese infatti, prendendo argomento dai discorsi altra volta tenuti da Bebel al Reichstag e dalle dichiarazioni di Plekanoff in senso nazionalista, 1nestamente escla1nò: Grattate l'internazionalista e voi troverete il patriota. E il Domela in tale convinzione a maggior ragione dovrebbe riconfennarsi oggi dopo le adesioni dei socialisti francesi alle accoglienze da farsi alla flotta russa, che rimangono in grande prevalenza non ostante lo scisma del Vaillant. Il Do1nela dal suo punto di vista aveva ogni buon motivo di rammaricarsi per quella che egli giudica contraddizione in termini; non noi, che sinceramente crediamo .conciliabili i termini di patria e di organismo internazionale. E i nostri socialisti intransigenti non farebbero male a prendere nota della prevalenza o almeno della coesistenza del senti1nento nazionale nei socialisti tedeschi e francesi. Non al.Jbian10 tanta fretta a rinnegare la patria italiana! * * * Lo scrittore francese non crede impossibile che i socialisti afferrii:io il potere, pur pensando che essi non riuscirebbero a mantenere tutte le promesse fatte e invece sarebb,ero costretti a fare dell'opportunismo. Intanto si allarn1a e si spaventa riflettendo i danni enon11i, che gli Stati civili risente1ebbero da questo tentativo, da questa orgia, da questo n1artedì grasso socialista, co1ne lo chiamava il Proudhon, e cosi testualmente conchiude: « Durante l'orgia socialista la nazione avrebbe ricevuto negli elen1enti stessi della sua vitalità un colpo da cui non si potrebbe riavere che lentamente. Non dimentichian10 ciò che costò alla Francia la rivo]uzione politica che ha fatto cadere il suo governo dalle inani della nobiltà in quelle della borghesia, senza parlare dello spaventevole consumo di uomini e di capitali, che hanno costato l' anarchia e la guerra civile e straniera: e non passarono qua, rant'anni incirca prin1a che il com1nercio della Francia BibliotecaGino Bianco
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