La Rivista Popolare - anno I - n. 7 - 15 ottobre 1893

LA RIVISTA POPOLARE 205 di Europa e con gran compiacimento abbian10 potuto ·scorgere che la maggior parte di esse lo ha apprezzato al giusto, discostandosi poco dalle nostre v_edute. Confessiamo, però, che un articolo fra tutti ci ha colpito, per l'autore e per la rivi~ta che lo ha pubblicato. È quello del De Molinari pubblicato nel Journal des Economistes (septembre 1893); e ci ha colpito perchè contiene apprezzamenti e constatazioni importanti veramente caratteristici, qtiando si riflètte che vengono da uno dei più illustri avversari del socialis1no e vedono la luce nella più autorevole rivista della scuola economica ortodossa. Giudichiamo opportuno riprodurne n1olti brani con commenti brevi e chiari, che si riferiscono e alle speciali questioni e alla situazione generale. Il De Molinari cornincia dal dichiarare che « il Congresso di Zurigo ha avuto una i111portanza che sarebbè puerile e pericoloso il contestare. Non siamo più all 1 epoca in cui uno dei focosi apologisti del colpo di Stato del 2 dicembre gridava: Non si discute col socialismo, lo si sopprime comt la falce sopprime il lo~lio. Questa rettorica . mancava d'altronde di esattezza, perchè la falce ha un bel lavorare nel mietere gli steli, ma essa lascia le radici intatte· e il loglio rigermoglia. Il loglio socialista è rigermogliato, esso cresce e vegeta oggi in tutto il inondo civilizzato, ~ si è potuto riconoscere, particolarmente ih Germania, dove la falce era maneggiata da Bis.mark, ·terribile mietitore, l'inefficacia manifesta di questo strumento agricolo » • • Se r onorevole Giolitti leggesse e . n1editasse su tali parole, penserebbe egli stoltamente a falciare i Fasci dei lavoratori della. Sicilia? « Noi siamo obbligati. a constatare - continua il De Molinari - che il socialismo sta per -conquistare lo spirito delle masse operai~ e che le sue 111anifestazioniprovocano _ le simpatie entusiastiche di una folla, che la politica lascia sempre più indifferente ». Fatta la descrizione della grandiosa festa inaugurale, egli si oc~upa e della quistione delle otto ore e del· minimum del salario, che stima, come noi, ancora intempeBiqlioteca Gino Bianco·

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