La Rivista Popolare - anno I - n. 6 - 1 ottobre 1893

LA RIVISTA POPOLARE di quelle donne che hanno soltanto di bello la maschera del volto, e nel posto del cuore hanno un muscolo inerte - e gelido, l'aveva reso scettico. Le forti fibre talora si rilevano subito, dop0 la caduta, anche piì1 gagliarde di prima, ma egli era tuttora abbattuto e mesto. Scacciato dal Governo dei preti emigrò ed ebbe per ventura da un suo giovine amico, già valerite medico, una lettera di raccomandazione per la famiglia della duchessa Bianca di S***, oriunda italiana, che il bravo dottore curava. Questi lo presentò alla nobile dama, che già era considèrata come un Mecenate muliebre, tanto era buona, come piì1 su dicemmo, tanto era cortese e pietosa protettrice degli emigrati e, in genere, degl' infelici. L'esule poeta ebbe da lei una schietta e delicata ospitalità, e gentilezze infinite. Ma nè tante gentilezze, nè l'intravisto splendore di un avvenire brillante, tutto onore se non tutta gloria, guadagnato soltanto col suo merito e i suoi sforzi, non toglievano dalla sua bella fronte il velo di tristezza che appannava ogni sorriso, e questa proveniya dalla mancanza di fede nell'amore. Perchè in quella sera il suo volto si trasformò? Chi può seguire le impei:cettibili, ma profonde metamorfosi del suo sguardo eh' era la limpida e schietta espressione della sua anima stessa? La pallida ed esile duchessa Bianca a sedici anni sposa, per comando paterno ad un vecchio libertino, ch'ebbe solo in mira di aver possibilmente un erede del proprio nome e delle proprie immense ricçhezze, lei che giovinetta era tutto un poema di bellezza di bontà di grazia, si era mutata in breve tempo nella malinconica figura di una donna disillusa e spenta. O perchè quei due esseri, incontrandosi, conobbero scambievolmente in men che .non balena l'intimo stato delle anime loro, quasi perdute e p11re sì anelanti alle più potenti ·idealità della vita? Perchè Cesare N., che se ne stava sempre appartato e solingo, che non voleva conoscer nobili (troppo sdegnava la loro superbia o la lor finta umiltà) volle esserle presentato? Perchè un senso di soave benessere, come prova chi dallo stato algido torna _al tepor della vita, gli si diffuse in tutta la persona al solo suono di quella voce dolce come la voce di ·un innocente? E lui, sempre taciturno, perchè divenne eloquente? Egli non patteggiava mai con la cosci~nza e con la verità: e a lei disse tutto. Le disse eh' era un esule povero, oscuro, solo, _colcuore affranto, già vinto dalla malìa di una donna indegna e appieno deluso, BibliotecaGino Bianco r

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