La Rivista Popolare - anno I - n. 6 - 1 ottobre 1893

182 LA RIVISTA POPOLARE Quella folla semovente vestita di nero, fra cui talora passava rapida qualche flessuosa figura d~ fanciulla o incedeva grave qualche matrona, quella folla che in altre sere se ne stava apparentemente pensosa e in rèaltà svogliata, in quella sera era espansiva, lieta e gioconda. Era il compleanno della duchessa Bianca. Si brindeggiava alla sua salute: anche i vecchi prosaici e tediosi toccavano in quella sera beata le corde della lira; i giovani sentivansi più giovani ancora. Era una festa intima e cara: quanti baci su quelle_ belle gote rosee imprimevan le dame, quanti inchini le facevano i cavalieri! E notate che tutto era senza convenzione; non pareva di viver fra aristocratici, cioè fra gente che si alleva e vegeta nell'ozio; paga di quello che i loro incerti antenati fecero un tempo di bene o di male, paga di .antiche oscure tradizioni che la leggenda abbellisce o crea. Ma in mezzo a que' vari ricchi costumi, adorni di gioielli scintillanti, talvolta si notava qualche fanciulla in semplice contegno e abbigliamento; in mezzo a quei giovani nobili, ma ignoranti e fatui, si scorgeva qualche superbo profilo di poeta dagli occhi pieni d'intelletto e di fuoco e dalla parola commovente e modesta. Fra questi notavasi Cesare N., giovine tutto i_ngegno, nato m un umile paesello umbro, fra le alte montagne. Egli aveva la libera e viva fantasia del poeta, e uno di qu~gli animi ~<lamantini che non si muta nè si piega secondo l'opportunità del momento. Non aveva egli studiato a metà uomini e tempi; non aveva gittato lungi dal suo labbro nè il calice della scienza, nè _il calice del dolore. Esule, piangeva sul misero stato del suo paese e del mondo in_ tero: ovunque sono aperti o secreti tormenti, ovunque la miseria intristisce animi e corpi, ivi è sempre la patria per il giusto : egli dava all'umanità la sua vita negli anni fiorenti. E accettava con cupa voluttà il dolore. Da lontane gli giungeva talora la parola di sua madre, piccola vecchia bianca e tremante, che aveva sempre assorto il pensiero nel figliuol suo, e che malediceva· preti e tiranni con tanto odio quant'era il fervore onde pregava Dio per lui. Ella soltanto l'aveva educato all'amore; ed egli a lei sola affidava tutti gl' intimi secreti dell'anima sua appassionata. Egli si era dato tutto a quell'alta politica, non insozzata da partigianeria, che si solleva: da ogni volgarità. Giovine ancora,. era stato provato da amare e tristi delusioni. Una donna falsa e bugiarda, una Biblioteca'GinoBianco

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