180 LA RIVISTA POPOLARE Sentir l'allegro fremito de' cedri e de gli abeti, spinti ne 'l grembo ondifero de la_ superba lèti, e ratti si celarono dentro i natali orror. Dopo che avvenne J A' secol!, -poeta, lo domanda,- essi diran che ogn' angolo, ogni rornita landa è un tempio sacro a' fulgicli voli che l'uomo osò. Essi diran che l'aquila, de lo spazio regina, fendendo i campi eterei veloce pellegrina, mai non ascese ai culmini che l'uomo sol toccò. Fuggite, dileguatevi, o larve de 'l passato I l'ignoto è vinto, il fulmine n' ha il trono rovesciato,- su gl'incomposti ruderi' brilla il novo destin. Oltre le stelle ajjìsino, i più, lo sguardo incerto,- sterili voci ina!zino, son voci de 'l deserto .... Chi, chi vi bada? O popoli, ecco il vostro cammin. Altri, cui febbre è il cerebro, da furor sacro invasi, sognin de 'l vecchio Tevere l' epi'che storie e i casi, il fòro, il Campidoglio, de' Bruti la virtù. BibliotecaGino Bianco
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