132 LA RIVISTA POPOLARE lontari a 7o anni. Ho· conosciuto un Yècchio che il suo capitano non voleva accettare per la sua età, e che, rifiu1 • tate come volontario anche negli altri cantoni, nonostante ha seguito il suo battaglione e si è condotto mirabilmente sul campo di battaglia di fronte al nemico. « In caso d'invasione straniera, vecchi e fanciulli còrrerebb~ro in massa sotto le ·armi».' Ciò che disti~gue l'esercito svizzero da ogni altro esercito europeo non è poi la forza numerica, non· è la disciplina, non è l'armamento, non è la rapidità della· mobilizzazione ; ma lo spirito che lo anima·. « Sì! diceva un professore a chi lo interrogava ·sulle attitudini dei militi elvetici, essi sono atti a difendere il . loro paese e sono ancora atti ad altre' cose: essi sanno, lasciando il fucile, guadagnarsi il pane quotidiano. Voi non riuscirete mai a far loro dimenticare i loro diritti civici, ad •insegnare loro ad adorare un capo ed a preferire il loro colonnello alla patria. Tra loro indarno cerchereste la stoffa di un Cesare, -ma vi trovereste forse la stoffa di cento Guglielmo· Tel1 » • E tutto questo dovrebbero ricordare in Francia, meglio che in Italia. Là la repubblica sarà sempre su basi false ed insidiata sino a tanto che vi sarà un esercito stanziale. L'avventura boulang-ista dovrebbe' servire di ammaestramento. V. Arrivian10 af punto saliente: col sistema della nazione ·ar1nata si conseguisce il precipuo risultato voluto, éioè la efficacia rnilitare nel caso di guerra? Quando si pone n1ente alle vittorie che ottennero gli eserciti animati dalla forza morale e che furono precedentemente menzionate, si ha risposta implicita alla domanda. Ma è bene dare più espliciti· ragguagli. Biblioteca Gino Bianco
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