La Rivista Popolare - anno I - n. 5 - 15 settembre 1893

LA. RIVISTA POPOLARE 153 Innamorato dell'ozio, pensò a farsi frate. E crebbe in volume a poco a poco, come quelle grosse oche che diventano immense, inchiodate e costrette solo a cibarsi da mane a sera per fornire il fegato ai famosi pasticci di Strasburgo. Avrebbe avuto solo un'ambizione: quella di diventar cardinale .... o pure I' on. Toaldi. Un dì commentava nella sua cella il celebre Sermone sulla montagna. Felici quelli che hanno l'animo dolce, aveva detto Cristo. - Eppure - egli rifletteva - io sono felice e fui e sono tutt'altro che dolce I Tutto ho disprezzato, dalla famiglia alla patria; avrei anche combattuto a Mentana contro quel diavolo di Garibaldi, ma preferii di scappare. Felici quelli che piangono, disse quel povero Cristo, che aveva sempre voglia di piangere, sì che Lentulo governator romano nel rapporto ~l Senato scrisse: Nemo ve! semel ridentem vidit, sed Jlentem imo,- felici quelli che piangono (da Betlemme al Calvario è tutto un piagnisteo), ma io son felice e ho riso sempre. E riderò in eterno. Che importa a me degli oppressi che Cristo prediligeva? Felici i misericordiosi, felici i puri, i pacifici, i perseguitati: a tutta codesta .folla Cristo promette il regno dei cieli. Io son contento di godere in terra. Non prego, non credo, non amo, e sono felice in questo mio nirvana. La coscienza non mi rimorde perchè non debbo averla. E • non. posso es~er dannato, perchè il mio io è tutto adipe. - San Paolo dice : homo sacra res homini. E io credo che il ventre sia la nostra più sacra cosa. Io so che mi sento migliore dopo un pranzo succolento; so che sono tranquillo e riconciliato con me stesso, con i miei fratelli e con il mondo, quan~o ho yersato parecchi bicchieri di vino, stravecchio. Allora davvero mi s.ento giovine ·e buono. - Napoleone I diceva: N' est .pas athée qui veu~. Io, se anche non lo volessi, lo sono. E non me ne pento ..Tra la fede .che vi rende ciechi e il .progi:esso umano che vi rende temerari, preferisco questa soave vegetazione del corpo, che vi culla in un'estasi beata, ignota al .volgo inquieto e pettegolo. A çhe il tormento del sapere? Preferisco .non aver pensieri, nè asp_irazioni, nè dubbi. Anche con quest' epa in_i- .mens_a e greve si è leggieri quando la mente è v.uota. P~eferisco.non aver cqscienza; così i rimorsi non es~stono. Non credo a. premi o : a pene oltre questa vita; e. se per accident~ ci fosse il paradiso, vi rinunzi.o ben volentieri: non mi piacciono i canti e i balli sopra le nubi, nel freddo vuoto, é ie ·m~noton~ ~rmonie d~i monti giranti. Sai tu .qual è il mio_paradiso? Quando posso rubare al padre gua~d~ano la chiave· della cantina e correr di soppi~tto a spillare_un po' di L_acrim_a BioJiotec@Gino Bianco r

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