LA RIVISTA POPOLARE fraterne parole, come in famiglia? Non· basta esser pronti alle discussioni come alle serie prove, alle lotte del pensiero oggi, ad altre lotte do1nani? Non basta essere animati dalla stessa speranza e veder da lungi, in alto, come orifiamma splendido, la meta che· chiede l'immensa virtù · del sacrificio? Forse un dì una teoria sola ci unirà, forse, ma non ristretta, uniforme, n1onotona. Forse spariranno le fazioni e vi sa~à un solo esercito. Chi ora va terra terra e procede lento affretterà il passo, e chi ora libra la mente troppo in alto scenderà a terra stanco di vertigini. Fu vana speranza di Mazzini quella di costituire una democrazia sola delle cento fazioni in cui nel '48, in Francia, e prima e poi ella si divise. ... Ciò che su tutto importa è che la democrazia sia saggia e forte: questo è l'essenziale; una teoria di 1neno nel bagaglio di milite è sempre minor difetto che la man- · canza di una virtù. Ma voi, si ripete, non accettate _tutte le nostre teorie sulla proprietà e la lotta di classe. Ecco le gravi questioni che celano i gravi equivoci. Ricordo che un dì (ero ancor giovinetto e cercavo di nascosto le attraenti letture) lessi con entusiasn10 gli scritti del La1nennais sulla Sclziavitù moderna e su altri temi sociali. In essi con mistico ardore erompe lo spirito de' lavoratori anelanti a redimersi. Io divisi nella mia meschinità col grande scrittore pensieri e sensi. E li divido. E Mazzini e altri agitatori potenti udii, fra noi, chiamare alle lotte per tanta redenzione. Ora si parla di lotta di classe; sbaglierò, ma e-redo che sia questione di parole o, se vuolsi, di metod_o che in realtà non diversifica gran che dall'altro. Forse quella definizione è inesatta; essa certo dà luogo a male interpretazioni, e può esser forse ristretta per chi è combattente contro qualsiasi differenza BibliotecaGjno Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==