La Rivista Popolare - anno I - n. 5 - 15 settembre 1893

,. ,., LA RIVISTA POPOLARE 143 la classe del lavoro, chiedendq 'il voto politico, s ,rumento necessario alla vita pubblica. Quando Mazzini raccomandava insistendo ogni giorno con animo invitto tanta agitazione fra noi, perc~è? gli si gridava da taluni, perchè agitarsi? Pane e lavoro abbisognano. Ed ora quelli .~he cercano lavoro e pane veggono che invano -lo cercheranno, se non a patto di umiliazioni, da chi si serve di loro in mille modi, coverto il viso da larve liberalesche. . . E quando si accennò, a proposito dell'organizzazione internazionale dei lavoratori, non all'accentra1nento marxista, ma ad una federazione che rispettasse le autonomie operaie nazionali, pareva che si fosse invidi e faziosi disturbatori di una nascente organizzazione. 1 Ora invece quel concetto è generalmente accolto. E nessuno più di noi brama (specialmente ora al conspetto di orribili scene fratricide) una vera e schietta federazione de' lavoratori, super~ore ai partiti stessi, anzi di tutti gli oppressi del mondo, qualunque sia la foggia, feroce o blanda, di tirannia o dispotis1no che li opprima. ·E se idee strane, co1ne quelle che già l'olandese Do-· n1ela aveva sostenute al Congresso socialista di Bruxelles, quando propose lo sciopero universale (industriale e militare) in caso di guerra, quelle idee anche se si ridiscutano come è avvenuto testè al Congresso di Zurigo, non vale arte oratoria .a sostenerle: il buon senso dei più ne fa giustizia. E ·poi a che gioverebbe, in caso, anche il voto di cento Congressi, quando, ad esempio, una povera nazione fosse tradita, sorpresa, invasa e lacerata a lembi dalla fe1 Mazzini consigliò che nazionalizzate le Associazioni dei diversi paesi, la corrispondenza corresse fra i Comitati nazionali operai e il Consiglio centrale dell'Internazionale. (Vedi Ronza del Popolo, n. 30). BiblioteèaGinoBiar:rco ., - , f .. r ......... -

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