La Rivista Popolare - anno I - n. 4 - 1 settembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE 105 Italia - e della duplice alleanza - Francia e Russia) riuscirebbe -a darci la nazione accasermata. Senza rimontare ad epoche assai remote, il genuino concetto della nazione armata si trova bene delineato da Machiavelli nella- lettera dedicatoria a Lorenzo Strozzi del libro sull'Arte della guerra, in cui deplora che in Italia, dimenticando le tradizioni romane~ che non conoscevano differenza tra cittadino e soldato, si sia separata la vita civile dalla militare facendo di questa un mestiere. In tempi a noi più vicini, celebri e conclusivi per la tesi che sostiene la democrazia repubblicana socialista, il vecchio moschettiere Dubois Crancé, ispirato al saggio suggerimento di Gian Giacomo Rousseau, che voleva tutti i cittadini soldati per dovere e nessuno per mestiere, sostenne e fece prevalere alla tribuna francese I_?.el179 3 il crherio della nazione armata, che fece miracoli contro i nemici interni della rivoluzione e contro l'Europa tutta coalizzata ai suoi danni . .Ma chi formulò nel 1nodo più semplice e- chiaro il concetto della nazione armata fu il grande Carlo Cattaneo, chiedendo che i cittadini fossero tu/ti militi, nessuno soldato. Ciò alla vigilia delle Cinque giornate, le quali dovevano luminosamente provare la forza invincibile dei cittadini trasformati in militi, anche combattendo contro i soldati meglio disciplinati e meglio armati di Europa. L'idea ispiratrice della nazione armata non dev'essere, insomma, quella di condurre normalmente i11·;caserma il massimo numero possibile di uomini e di mante·nerveli per un periodo più o meno lungo ; n1a di educare alle armi il massi1no numero possibile di cittadini, senza mai accasermarli, per trasformarli in militi effet~ivi soltanto nel momento solenne in cui la patria ha di loro bisogno. •Biblioteça Gino Bianco i

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