La Rivista Popolare - anno I - n. 4 - 1 settembre 1893

102 LA RIVISTA POPOLARE contraddicono a ciò che ognuno oggi predica, alla frater~ nità delle nazioni, all'instaurazione della gran famiglia europea, sono ancora il lievito residuo d'altri tempi. Ricordo, quando ero fanciullo, che il nome di Vienna, d'Austria e di Radestky si confondevano; oggi non più. Nè è questione di teorie socialiste, ma semplicemente di civiltà. È questione di sentimenti umani. E li i1nparan11110da Saint-Pierre e da Hugo, come da Cattaneo e da Mazzini. Leggemmo ne' poeti - ne' poeti che l'umanità ·ado·rano - co1n'ella debba avere un cuor solo. Deploriamo la cecità di chi non vede, sovra cotesti ultimi delitti, passar lo spirito della civiltà 1noderna. I veri nemici li abbiamo in casa, negli egoisti imbelli che rido.no del platonis1no repubblicano e chia1uano col no1ue di sogni le aspirazioni più sante. Co1ubattete il male nelle sue radici. Fondate la legislazione internazionale del lavoro, o affrettate l'ora in ctii possa davvero fondarsi. Non credete mai a iniziative imperiali o reali: il dì dopo l'ultima di tali iniziative furon più ancora le parate, le caccie, le feste, unica cura di tanti sovrani. I popoli talora applaudono a ciò che sfavilla. Fidano essi perfino nel papa, atteggiatosi a socialista, e che · lascierà per la via le solite lusinghe e le leggendarie promesse di una vita oltre le stelle. Il galileo non si rinnova più. E se si rinnovasse, la 1niseria permarrebbe, e· l' inferno sociale non muterebbe di una linea sola. Trasformare l'attuale ordinan1ento della industria, ecco l'ufficio di tutti, e sarà più feconda tale trasformazione assai più che tutte le proteste tumultuose o le possibili vittorie. I mali economici non si curano con la spada. Impedire le provocazioni de' Governi. Quando gli alleati ci provocano, e a Trieste arrestano anche donne e Bibliote '1 3ino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==