120 LA RIVISTA POPOLARE Ieri l'altro a Napoli un'orda di guardie, briaca d'odio, dissennata addirittura, dalle :finestre di una caserma tira fucilate sul popolo. Un giovinetto di nove anni cade colpito a morte dal piombo di uno di questi selvaggi che gli esplode a bruciapelo. Un popolano ne raccoglie il cadavere, lo pone in una cesta, lo inalza a portata di 1nano ; in men che si dice, trentamila persone si affollano dietro questo tremendo vessillo. La n1amma del piccino, scarmigliata, piangente, segue il corteo, imprecando contro Dio, contro il mondo. Quel bimbo era la sua fede, la sua speranza, il suo tutto: quel bimbo non faceva male a nessuno, non aveva gridato: abbasso il Governo! era buono .... l'amava più della luce, più di sè stessa e glielo hanno assassinato l Ma se avevano bisogno di una vittima, perchè non hanno ucciso me che son vecchia? .. : Così gridava la infelice e il popolo ruggiva, ruggiva .... Sembra fatale l ...- In tutti gli eccidì che si perpetrano dai dominatori del mondo vi ha da esser sempre la vittima immacolata, il fanciullo. Si direbbe che una potenza superiore, a mostrare tutta la immane mostruosità dei prepotenti, che non si cambiano nè per cambiare di ten1pi nè per cambiare di istituzioni, vuole che, come primo resultato delle prepotenze loro, vi sia qualchecosa di così atroce, di così brutale, di così inumano da spingere tutte le coscienze oneste ad unirsi in una sola maledizione. Poveri fanciulli ! Poveri martiri ignoti, nessuno deporrà un fiore sulle vostre ton1be, o :fiorellini così barbara1nente strappati alla vita e all'avvenire l Il vostro ricordo ci commuove, ma ·non ci rende malvagi nemmeno contro i vostri carnefici. Quando la legge di amore sarà unica legge della società, quando non vi saranno più nè oppressori nè oppressi, nè prepotenti nè deboli, qualche anin1a buona, pensando ai tristi tempi che oggi attraversiamo, avrà un pensiero pietoso per questi bin1bi, resi martiri senza saperlo, e classificherà, tra i 1nostri, i carnefici. Le n1adri d'Italia intanto, pensando a questi fatti, ci dicano se questa era l'Italia che i loro cari aveano vagheggiata. ETTORE Soccr BibliotecaGino Bianco
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