La Rivista Popolare - anno I - n. 4 - 1 settembre 1893

LA RIVISTA POPOLARE si devono ottenere buoni e veri cittadini, che prendano vivo interesse alla cosa pubblica e i quali, scomparse le tracce di quella, che Spencer. chiama. cooperazioneforza~a, agiscano e corrano in difesa della patria sotto l' in1pulso della cooperazione volontaria, che dev'essere il fondamento vero della nazione armata. Questa educazione dà la forza morale, cioè il primo elen1ento della vittoria anche seco~do il parere dei più grandi capitani, non teneri della libertà, nè della demoèrazia. È Federico II che riconobbe che per vincere è mestieri sollevare il morale del proprio esercito. Nè meno esplicito fu Napoleone I. Egli disse: Nella guerra la morale e l'opinione sono metà della realtà; la quistione della tattica è poc/zissima cosa; la quistione morale è tutto. A San t' Elena confessava che le sue armate meccaniche non erano affatto -valse· quanto i corpi dei soldati cittadini, con i quali aveva combattute le sue prime e piì1 gloriose campagne. Questa forza morale, la quale talvolta è il prodotto non di una lunga e meditata educazione, ma d' improvviso esalta1nento di nobili passioni, as$icurò la. vittoria ai Pezzenti nei Paesi Bassi, agli eserciti della rivoluzione francese, ai giovani della Tugenbund sotto Brunswich-Oehls contro gli eserciti imperiali, ai volontari di Garibaldi in America e in Europa, ai Dorobanzi della Rumenia contro gli eserciti ottomani, che avevano scompaginate le falangi moscovite .... Ciò che si fa da popoli liberi per conseguire l'educazione e la forza morale, non è il caso di esporre ora per non dilungarci. Ricordo solo che in Italia si lavora a distruggere quella che ci avevano tra~àndata i soldati della rivoluzione e dell'eroe di Caprera. E questa n9n è retto-. rica; tanto vero, che quando l~amico .Fratti nella Ca1nera italiana - la più scettica e la più beffarda assemblea che Bibli0teca Gino Bianco

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