La Rivista Popolare - anno I - n. 3 - 15 agosto 1893

LA RIVISTA POPOLARE Gli utopisti fioriscono presso ogni nazione, con1prese quelle che sen1brano invase e dominate dal den1onio della guerra: ho no1ninato Francia e Gern1ania. Si ricordi che utopisti furono, tra i morti, Alberigo Gentile, Bernardino di Saint-Pierre, Kant, Saffi; e che tra i viventi bisogna guardare con son1mo rispetto: De Molinari, Passy, Moneta, Novikow, ecc., ecc., oltre la pleiade dei rappresèntanti di tutti i Parlamenti di Europa e di A1nerica. E Spencer? Ecco un colosso del pensiero, della filosofia, del positivisn10: chi oserà deriderlo come utopista? E l'opera scientifica di Spencer depone tutta quanta in favore della pace. Si predica e si preconizza il regno della pace in no1ne di tutto ciò che vi è di più nobile e di più santo, di più utile e di più desiderato nelle società u1nane. C'è il filantropo, il sentin1entalista, l'uon10 religioso nel senso piì1 elevato della parola - con1e poteva essere incarnata da un Canning - che vuole la pace, perchè questa è la sintesi della religione di Cristo, perchè è iniquo, inun1ano uccidere freddan1ente e premeditata1nente il prossimo, che non vi conosce e non vi ha arrecato alcun 1nale. C'è l'econon1ista, che vi din1ostra quanto costa la guerra, quanto il militarismo çhe la genera e n' è generato, e colla prin1a sta in quel rapporto che corre tra l'organo e la funzione; l'economista che vi 111ette sotto gli occhi le cifre spaventevoli, la danza macabra dei miliardi assorpi_ti daJ n1ilitarismo, delle ricchezze distrutte dalla guerra; c'è l'economista che vi prova come anche vincendo si perde sotto il punto di vista del benessere pubblico e privato; c'è l'economista che v'insegna con1e non hanno da sperare sollievo i popoli oppressi dai balzelli, soggetti al militarismo, se aspiranti alla guerra, alla vittoria, alla revanche) e che invece si devono preparare a sopportarne di nuovi, perchè nella corsa sfrenata e pazz_a_delle spese miBibliotecaGino Bianco

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