La Rivista Popolare - anno I - n. 3 - 15 agosto 1893

86 LA RIVISTA POPOLARE Ha ragione, perdio! Pappi, e lasci pappare uz pace omaz : Negazion di Dio, Frase gladstoniana è vece/zia assai. p APILIUNCULUS. SUOR ANNA La gng1a cella era illuminata dal chiaro di luna, e il viso della giovine monaca pareva anche piì1 bianco delle bende che le fasciavano la fronte. Ella guardava fra il colonnato del chiostro ove proiettavansi ombre strane. Era sola, assorta nel suo pensiero semplice ed uno, che fedel-; mente e fissamente teneva in petto come monogramma inciso in un3. gemma. Ell' era nell' april della vita, ma pareva, sotto il candido velo, una fanciulla quindicenne: sul seno scendeYale fluttnante un drappo di fine lana bianca, la veste era color viola vago. Non parlava che di rado e sottovoce: le sorelle la chiamavano, ridendo, suor Anna la muta. Povera schiava! Quanti sospiri hai represso, quante dolcezze hai mutato in lagrime, e come fu vestito a lutto, a pena nato, il tuo amore gentile e puro come sogno d'infante! Oh misera vittima della superstizione che è cieca come l'errore, il fanatismo e l'odio, e come l'odio è fiera, inesorabile spegnitrice d'ogni scintilla di vita! Invano le alte cilestrine montagne sull'orizzonte splendido disegnano lor vette aguzze come guglie di domi giganteschi, e i lor fianchi paiono coperti da immensi tappeti orientali, e, quasi al piè, fanno loro corona cento e cento casupole bianche come dadi di neve, e più giì1 stanno gli annosi querceti immobili e oscuri: è tanta bellezza invano. Invano la primavera amorosa ti cerca e si arrampica tra il fitto fogliame sino al tuo verone invitandoti, seco portando fiori, farfalle e nidi. E un mormorio di varie canzoni liete chiamano alle dolcezze dell'amore intimo e santo, religione perenne de' cuori umani ançhe nelle piì1 ghiacciate plaghe della terra. Tu ascolti e non senti? Tu guardi mestamente BibliotecaGino Bianco

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