LA RIVISTA POPOLARE E di muschio puliva; Sotto la seta de' /ratei Bocconi, L'ossatura guaìva; La biacca mi piovea fin su' calzoni. Povera donna! ell'era Briaca di cognac come un polacco: L'onor della bandiera Non la rattenne dal votare il sacco... E svesciò. Per l'inferno! Or de l'ostriclze intendo il magistero, E come duri eterno Un par vostro, Eccellenza, al ministero. Un frate! de la putta, Vagabondo, ammonito, e poi, per fame, Modello in via Margutta, Fu fatto segretario senz'esame; Altri tre (ce n' ha sette), Due lustrascarpe e 'l terzo ciccajuolo, Alle imposte dirette Finiron, bene o mal, scribi di ruolo. Uno fu fatto entrare Nella casa d'un principe ro1nano; Non ha che da portare Polli e incettare voti: andrà lontanQ. Ne rùnanevan due: Strillone l'uno, diventò cronista Del giornaletto « Il Bue » , Pagato dal ministro a piè di lista; L'altro, con un viglietto Del pro-principe, entrò da un cardinale A far da cuscinetto Fra il. temporale e lo spirituale. Ha detto un senato,:-e, Poeta che già fu : - La pappa è fatta: Non voglio a tutte l'ore Cantar che Italia è guasta ed arfasatta. - BibUotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==