La Rivista Popolare - anno I - n. 2 - 1 agosto 1893

LA RIVISTA POPOLARE 49 (non per nulla fu sì assiduo alle sedute), affronta le situazioni, è anche violento talora cogli oppositori, è stato pure insolente con amici nostri, ha il vantaggio della cosidetta n1odernità, conosce a fondo certe questioni d'indole finanziaria e, in genere, tutte le varie questioni di carattere parlamentare. Ma non lan1pi di genio, non idee larghe ed alte, non forma ricca o elevata, non finezza di concetti, non arte vera, non eloquenza. Co111ediscorso di burocratico il suo discorso è bello. Altra qualità: l'intelligenza simpatica delle idee generali e delle passioni politiche. Noi credia1110che egli n1anchi di quest'ultima qualità, o al più conoscerà bene le piccole idee e le passioncelle fuggevoli della giornata. Ora che si attende da lui, che si spera? Rispondono i suoi fidi: attendete, ora non ha potuto far nulla, aspettate il verbo di Bronero. E già gli suggeriscono quel che dire: deve di1nostrare al paese che, causa inaspettati eventi, non ha potuto far n1olto e che farà, deve descrivere al paese le an1arezze che ha trangugiato e che special men te tu, o crudele an1ico nostro, on. Colajanni, gli hai fatto trangugiare ! C'è la differenza da Giolitti al vero uon10 di Stato co1ne da un forte e fido can di guardia àl leone. Y. ILPATRIZIATEOILCENSO NELL 'Aì\Ii\IINISTRAZIONE PUBBLICA Non sono un apostolo della lotta di classe. Nè, se per questa v·olessi operare, sceglierei le serene pagine della Rivista popolare. Premetto questo per non essere frainteso, tanto più che per n1e non sussiste distinzione di classe fra cittadini, fra uom1n1. . ~ BibliotecaGino Stanco

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