La Rivista Popolare - anno I - n. 2 - 1 agosto 1893

LA RIVISTA POPOLARE rata la libertà politica e civile, risolvonsi a gradi 1nercè la virtù, la scienza e l'esperienza. Ponete a capo de' moti sociali il bieco egoismo o l' empirisn10 volgare, e la scienza stessa risponderà parole senz' eco. E la dittatura farebbe in breve giustizia di un popolo-che bizzarra1nente andasse alla ventura, senza senno e senza fede. Intanto inoltriatnoci seguendo la via delle tunili ricerche. Meglio, n1eglio assai che seguir solo e sempre le teorie generali, in simili questioni, e la pompa de' nomi. Quelle illu1ninano il can1mino, ma non basta essere illuminati, è d'uopo procedere. Quanti equivoci per 'i' aria! Seguia1no pure il sistema inglese: tentare al 1nomento opportuno la bontà pratica di un sistema: ciò che noi ora crediamo pratico non può esser tale domani, e ciò che crediamo vecchio o chimerico può essere domani possibile e opportuno. Non dobbian10 di1nenticare, oltre ai principì della nostra scuola italiana, i presentin1enti di un son11no filosofo, il Fichte, che già da gran ten1po annunziava la novella organizzazione della proprietà, nè gli avvertimenti di un insigne economista, lo Stuart Mill, che presentiva come in avvenire sarà dato all'elemento collettivo un più gran posto. In antico questo fataltnente spegneva l'elemento individuale, con1e oggi l'elemento individuale spegne il collettivo. E pensiamo sempre che le antiche istituzioni sociali, quali esse siano, assicuranti da secoli al popolo la proprietà, furon quelle de' cantoni svizzeri, ove la libertà, eh' è s-ì cara, si 1nantenne fra le rupi integra e viva, difesa dal pe~to e dal braccio di quei gagliardi 1nontanari, fra le rupi ove, co1ne scnve il compianto De Laveleye cui tanto deve la critica sociale, « è il regin1e più radicalmente democratico che si possa ideare » • ANTONIO FRATTI. BibliotecaGino Bianco

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