La Rivista Popolare - anno I - n. 2 - 1 agosto 1893

42 LA RIVISTA POPOLARE conoscere intin1an1ente il pensiero sociale dell'epoca, risalire ai principi filosofici, vivere con la vita stessa del mondo civile, conquistar giorno per giorno mercè il senno e la tena~ia dei seri propositi l'a~torità n1orale e la pubblica ~ducia. Proclan1are una formula, adorarla nel n1istero, e in qualche dato n101nento dirne ad illustrazione quattro parole, non è nè studio nè apostolato, ma un pretesto o una 1 ustra qualsiasi. Non si creda che ci atteggian10 a dottori e precettori. Conosciamo il nostro poco valore e non siamo che umili n1iliti negli studi e negli sperin1enti di carattere sociale, non ultimi però per convinzione. A 1nano a mano, senza pretensione, tratteremo di questo o di quel problema. Sono argo1nenti difficili sui quali troppo facilmente si sentenzia, e noi con occhio attento e possibilmente imparziale seguiremo gli studi e le polen1iche dei giornali, che in casa nostra e fuori possono dirsi specialisti nella materia. Salutian10 i nobili sforzi degli scrittori socialisti, coi quali abbia1n comune la parte critica de' loro programn1i, la guerra cioè agli stessi instituti, e l'immenso si1npatico fine che è la piena en1ancipazione dei lavoratori. Con essi, con tutti, dato che sia duopo scender sul terreno della polemica, saren10 cortesi e amorevoli con1e verso fratelli, che con diversa divisa con1battono per la stessa causa. È sì bella la serenità nelle pole1niche; ed è ben naturale che debba esser civile chi si avanza come araldo della civiltà. Se vuoi conquider l'animo anche di riottosi avversari, invece di risponder rosso d' ira col pungolo o la sferza, offri loro con cortesia i tuoi argo1nenti, come se offrissi delle rose ; pada con il profumo d'una vera gentilezza e affettuosità fraterna, e vincerai le lor diffidenze e i pregiudizi. Non dovre1nmo essere iniziatori di un nuovo BibliotecaGino Bianco

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