LA RIVISTA POPOLARE 9 pubblico,· nel giornalisn10, tra i deputati. Tra questi, però, non 1nancarono gl' increduli: primo e più sicuro tra tutti, perchè conoscitore di casa Tanlongo, l' on. Fortis, che non mancò di deridermi e di assicurarn1i che come reazione il mondo finanziario non avrebbe n1ancato di salutare le inie calunnie con rialzo delle azioni della Banca Ro1nana. Altri più prudenti si limitarono a deplorare le rivelazioni perchè dannose al credito pubblico ..... Ma coloro che potevano e dovevano dare gli opportuni chiarimenti per confennare o per disingannare 1ne e quanti avevano prestato fede nelle n1ie parole, erano i n1inistri, che avevano ordinato l'inchiesta Alvisi. Ed erano presenti alla seduta tanto l'ex ministro dell'agricoltura, on. Miceli, quanto l'ex ministro del Tesoro, on. Giolitti, divenuto presidente del Consiglio. Parlarono en tra1nbi per dichiarare : il primo che le mie calunnie erano state raccolte nei trivì ; il secondo che le n1ie erano conseguenza del vento di diffa1nazione che spirava da oltre le Alpi. Era il ten1po dello scandalo del Pa11avza. Nelle loro denegazioni, però, furono fra1nmischiate tali particolarità che tolsero ad esse ogni valore. L'onorevole Miceli disse che 1' ispettore Biagini - indicatogli dall'on. Giolitti con1e persona abilissima ed onestissima - veramente aveva ritrovate 1nolte irregolarità nella Banca Romana, ma che dopo tre giorni si era ricreduto. L'onorevole Giolitti, pii.Lfurbo, con non poca meraviglia di coloro che l'ascoltavano, annunziò che ignorava la esistenza della relazione Alvisi, che fondavasi sui risultati della ispezione Biagini. E poscia fu assodato, che egli diceva cosa non vera, perchè della relazione, se pur non l'aveva materialmente letta, ne conosceva il contenuto. Ad ogni modo, mentre il Popolo Roma1w, organo ufficioso del Presidente del Consiglio, minac_ciavami la galera BibliotecaG'no s·anco
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