La Rivista Popolare - anno I - n. 1 - 15 luglio 1893

8 LA RIVISTA POPOLARE ì\tla quel che dissi valeva la pena di quel silenzio, di quella attenzione, di quella solennità? Certamente che la valeva, se devo giudicarne dalla grande e diversa in1pressione fatta dalle inie rivelazioni e nell'ambiente di Montecitorio e in Italia e fuori. Dissi che c'era una Banca, la Ro11zana, ch'era un vero covo di ladri; dissi che c'era un potente e ricco uon10, che invece di entrare tra i senatori nell' aula di Palazzo Mada1na doveva entrare nelle prigioni di Regina Coeli; dissi che il neo-senatore aveva complici non pochi nelle alte classi della società ; dissi che da quella Banca si 111ettevano in circolazione biglietti falsi e che falsi vi erano i conti e vuota la cassa; dissi che, forti dell'appoggio di certe sfere governative o inette o colpevoli, quei 111alfattori si credevano sicuri della impunità: tanto sicuri, che due o tre giorni innanzi avevano lanciata una vera sfida alla pubblica opinione, che da più tempo li accusava; dissi infine ch'era necessaria una grande Inclziesta parlamentare che facesse la luce ed evitasse lo scandalo inaudito dato dai ladri in guanti gialli, che rubando n1ilioni prendevano le comn1ende ~ passavano al Senato, mentre i disgraziati poverelli che per fame rubavano un pane entravano nelle tetre prigioni ..... La i1npressione di tali rivelazioni fu profonda. Erano esse credibili ? Tali le rendevano agli occhi miei gli accenni vaghi 111ainsistenti fattivi in precedenti discussioni dagli onorevoli Diligenti, Branca, Nicotera e Imbriani; tali ,,. le ritenni perchè tratte da una copia della relazione del senatore Alvisi sulla inchiesta bancaria ordinata dal Ministero Crispi nel r 8 89; tali le ritenni per la discussione avvenuta in Senato il 30 giugno r 891 tra l' on. Alvisi: e il ministro Luzzatti. La precisione delle date, delle cifre e delle circostanze resero credibili le mie rivelazioni nel Biblioteca Gino Bianco

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