La Rivista Popolare - anno I - n. 1 - 15 luglio 1893

LA RIVISTA POPOLARE MESSIDORO Tu, benedetto dal sudor degli umili, Tingi le spighe de' tuoi raggi d'oro, Deponi il bacio sul lucente vomere, Bel messidoro. Nell'amplesso del fulgido leone Col ferreo raggio ti saluta il sacro Che tolse l'uomo alla brutal tenzone Docile aratro. Chè il pruno mietitor, sopra le vergini Terre donate ai figli di Caino, Vide lieto in uman mutarsi il rabido Seme ferino. 1 L'occhio nel cielo che l'amor gli apprende, A' piè il tesoro delle frante zolle, Stassi, e sul mite crine i verdi stende Pampini il colle. Ma a che vagando nei perduti secoli, Pei beati del mondo ultimi varchi, Vagheggia il mio pepsier l'era fantastica Dei patriarchi ? Ahimè ! dalle primeve albe lontane Ei torna mesto fra le stoppie ardenti, Tra le domate sul crescente pane Membra cadenti. Via pei campi talor l'aura dei vesperi, Di candidi fantasmi evocatrice, Un' immagin mi pinge: è Ruth, la semplice Spigolatrice. Ahi ! ma all'agile vol del mio pensiero Nel candor dell'idillio or'ientale, Spettri viventi dell' infausto vero, Tarpate l'ale 1 Le prime coltivazioni furono i primordi della civiltà umana. BibliotecaGino Bianco 23

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