IO LA RIVISTA POPOLA RE per le inaudite inie diffan1azioni, il Ministero era costretto a tenerle in qualche conto ordinando una nuova ispezione a1n1ninistrativa sotto la direzione del senatore Finali, da fare le veci della Inchiesta parla11zentare da 1ne do1nandata, e sospese la discussione del disegno di legge col quale si prolungava per sei anni, sulle basi dello statu quo, il privilegio della en1issione ai sei Istituti che la esercitavano. Ciò che avvenne dopo è noto. Vennero arrestati il neo-senatore Tanlongo, i Lazzaroni e il Monzilli, perchè si riconobbe che le n1ie di.ffa11zazioni erano n1olto al disotto del]a dolorosa realtà. Lo riconobbe Costanzo Chauvet, l'amico dell'on. Giolitti, nel Popolo Ro11zanr,; ed è tutto dire. Ebèene ! si crede forse che io sia sinceran1ente contento del dovere di cittadino e di deputato onestan1ente compiuto? No! on lo sono; e lo confessai rudemente a sei n1esi circa di distanza in pieno Parlamento. E sono sinceramente pentito di avere denunziato i ladri della Banca R01nana per le ragioni esposte in Parlan1ento e che adesso riassu1no. Senza le n1ie rivelazioni lo statu quo bancario avrebbe continuato a sussistere per sei anni in forza della legge presentata il 6 dicembre 1891 dai n1inistri Lacava e Grin1aldi. Ora, nonostante i quaranta 11zilioni di carta falsa, che la Banca Romana teneva pronti per n1etterli in circolazione, i danni morali ed ec~non1ici che all' Italia potevano venire da quel disegno di legge, che accorda va la proroga di sei anni ad Istituti che non la 1neritavano, erano e sono n1olto n1inori di quelli che le verranno dalla nuova legge, che accorda per venti anni il privilegio della emissione alla Banca d'Italia, al Banco di Napoli e al Banco di Sicilia. An1ara1nente 1ni pento di quello che feci, perchè dal lato tnorale è gravissin10 il danno che deriverà al paese BibliotecaGinoBianco
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