Rinascita - anno XXIV - n. 15 - 14 aprile 1967

14 aprile 1967 n. 15 Rinascita Jl. I 7 1) MACHIAVELLI E MARX 1~Lz~h_iaveleli Af~rx - Charles Benoist nella prefazione al ù Afachzat:el_1sme -, Pnma parte: « Avant Afachiavel ») Parigi, Plon, 1907, scrive: « C'e machiavellismo e machiavelfo,mo: c'è un machiavelli~mo vero e un machiavellismo falso: vi è un machiavellismo che è .?i Machiav~lli e ~~ m_achiav:lli m? che è qu,1lche volta dei discepoli, p1u spe so dei nem1c1 d1 Mach1avell1; sono già due, anzi tre machiavellismi, quello di Ì\1achiavelli, quello dei machia\'ellisti, e quello degL ant_imach:avellisti; ma eccone un quarto, quello di coloro che non hanno rn,~1letto u~a. riga di _i\1achiavelli e che si sen·ono a sproposito dei verbi, de so::.tant1v1 e degli aggettivi derivati dJl ~uo nome. i\1achiavelli perciò non do\·rebbe essere tenuto re ponsabile d_ quel che dopo di lui il primo o l'ultimo venuto si sono compiaciuti di fargli dire». La innovazione fondamentale introdotta da Marx nella scienza politica e stari.ca 10 confronto del :\lachiavelli è la dimostrazione che non e-,i re una « natura umana » fi~ a e immutabile e che pertanto la scicnz.1 politica deve e sere concepita nel suo contenuto concreto ( e anche nella ua formulazione logica?) come un organi mo storicamente in is\'iluppo. 1el I\.Iachiavelli sono da vedere due elementi fondamentali: 1) l'..1ffermazione che la polirica è un'atti\-ità indipendente e autonoma che ha suoi princlpi e sue leggi di\·er i da quelli della morale e ddla religione in generale ( que ta po izione del i\Iachiavelli ha una grande portata filosofica, perché implicitamente innova la concezione della morale e della religione, cioè innova tutta la concezione del monJo); 2) contenuto pratico e immediato dell'arte politica studiato e affermato con obiettività reali:>tica, in dipendenza della prima af. fermazione. L'importanza storica e intellettuale delle scoperte del Machiavelli si può mi urare dal fatto che e~se sono ancora di cus~e e contraddette ancora al giorno d'oggi: ciò significa che la ri\·oluzione intellettuale e mor,1le contenuta in nuce nelle dottrine del ;\,lachiavelli non si è ancora realizzata << manife ramente » come forma « pubblica » della cultura nazionale. Non che la dottrina del :Machiavelli sia rimasta o fos e. anche al tempo suo una cosa puramente « libresca», il patrimonio di qualche s litario pensatore. Se cosl fosse, il 11achiavelli sarebbe stato un utopista, un puro raziocinizzatore. Come cli e il f o colo, il « 1achiavelli ha svelato » qualcosa di reale, ha teorinato una pratica. Come questo è avvenuto? on sarebbe stato il 11achiavelli un politico poco machiavellico, poiché le sue norme « si applicano, ma non si dicono»? L'affermazione del Fosc0lo implica quindi un giudizio storico-politico, che non si limita solo al fatto costatato dal Croce ( e in sé giustissimo) che il m.1chia\·ellismo essendo una scienza, sen~iva tanto ai reazionari quanto ai democratici. Il Machiavelli ste-. o nota che le co e r.:he egli scrive sono applicate e sono state sempre applicate: egli quindi non vuol suggerire a chi già sà, né è da pensare in lui una pura « attività scientifica » che in que ra materia sarebbe stata miracolosa al tempo suo, se oggj ste:,SO tro\·J non poco contrasto. Il ~!Jchia\'elli quindi pen a « a chi non sa >>,a chi non è nato nella tradizione degli uomini di go\·erno, in cw tutto il complesso dell'educazione cli fotto, unito con l'interesse di fa. miglia ( dina tico e patrimoniale) porta a dare il carattere del politico reali:,t1co. E chi non sa? La classe rivoluzionaria del tempo, il« popolo» e h << nazione » italiana, la democrazia che e prime dal suo seno dei « Pier oderini » e non dei « Valcntini ». Il i\1achiavelli vuol fare l'ed K.11ione di questa classe, da cui deve na cere un «capo>) che sappia quello che si fa e un popolo che sa che ciò che il capo fa è anche suo intere-,-,e, nonostante che queste azioni po ono essere in contrasto con l 'iJ~o 1ogia d1ffu a (la morale e la religione). Q 1e..,tapo izione del Machiavelli si ripete per Marx: anche la dottrin,1 d1 ;\Lux è servita oltre che alla classe alla quale i\1arx esplicitamente si ri\'olgeva ( in ciò diverso e superiore al 1achiavell1) anLhe alle da-· i conservatrici, il cui personale d1r·gente in buona parte h,1 fatto 11 uo tirocinio politico nel m.HX1'mO. (,Itri Q \lii pp. l%1s-.10l1iJ) 2) MARX E MACHIAVELLI 1\forx e i\f« hiavelli - Q esto argomento può dar luogo a un duplice L1voro: uno stud10 sui rapporti rc,tli tr,t i dw=:in quanto teorici della politica militante, dell'azione, e un libro che tr,1c se cbllc dottrine mc1rxi,te un istema ordinato di politica attu,11e del tipo Principe. L'argomento arebbc il parei to politico, nei ~ uoi r,tprorti con le classi e con lo ...t.ato: non il partito come c,1tcgori.1 ,ociologica, ma il partito che vu le fond,1re lo tato. In re,1ltù, se b ,: o <,;erva. l.1 funzione tradizionale clell'i titJto della coron.t è, neg' t i clittatori,1li, assolto dai partiti: ono essi che pur r.1ppre,entar1J1.1 u,1,1 cL1~:-ee una sola da, e, tuttavi,1 m.rntengono un equilibrio con le altre da,,i, non avvers.1rie m,1 alleate e procurano che lo sviluppo de1Lt cl.t e rappre cntata nvveng c I con en o e con l'aiuto delle da, i nlle.1te. .1. la il protnger ni,ta di que to << nuovo principe » non dO\ rcbbe e ere il p,1rtito in a,tr.Hto, una da e in :1str,1tto, uno ...rnto in ,1 trntto, m.t un determinato partito ,torico, che opera in un ambiente torico precLo, con una dcterminat,1 tradizione ·n m.1 combinazione cli forze soci,1li c.u.1tteri tica e bene indiviclu,lt 1 tratterebbe in omm.1. non di compilare un repcr• torio organico di m.1s~1rne politiche, rn.1 di crivere un libro « dr.imm,ttico >> in un certo ~enso. un clrammc1 torico in ntto, in cui le m,1sime I olitiche fo<,;ero pre ent.He come neces itù incliviclu,llizzate e non come principi di cien7a. (,1,./ Q \ lii. pp 50/ni-31) Charles Benoist nella prefuzione al Le Machiavélisme Prima parte: « 1\\'ant .\lachia\'el » - (P,1rigi, Plon, 1907) s rie: <Ce machiavellismo e machiavellismo· c'e un machiat)e/lismo i•ero e un machiavellr mo fa/so: vi è un machiu1 11 • mo che è cli Machiavel/1 e un machiave/11. no che è qualche volta dei discepoli, più spt o dei nemici di Machiai~'.'i, sono già due, anzi Ire macbia11el/ismi,quello di Afclchiavelli, q11ellodei machial'ellisti, e quello degli anlimachiai e/listi; ma eccone un quarto: quello di coloro che 110nhan mai letto 1111raiga di Machiaz•elli e che si seruono a sproposito det verbi (!) dei soslantizoi e de.'l,lia gellit'i derivati dal rno nome. Machiai•elli pere/O non dovrebbe essere tenuto responsabile di quel che dopo di lui il primo o l'ultimo z·e,11110si sono compi,1ciuti dt fargli drre ». Un po' allumacalo, il signor Car'o Benoist. La 11111oz•az10J1o1,;edamentale introdotta dalla filosofia della praxis nella scienza della politica e della storia è la dimostrazione che 11011esiste una astr<1lla « 1r.11uraumana» fissa e imm11tabtle (co11ce1toche derwa certo dal pensiero religioso e dall<1trascendenza) ma che la natura umana è l'msieme der rapporti socr'1li storicamente determi11ati, cioè un fatto slorrco ace rtabtle, entro certi limitr, coi metodi della filologia e del!tz critica. Pertanto la scienza polrtrca deve eSJere co11cep1tanel suo conle11utoconcreto (e anche 11ell.1ma formulazione lop,ica) come 1111 organismo in t\l rluppo. e di1 ossercare tullai>ia che l'impost.r:.,one data dal Ma, hiarelli alla quistt0ne della politica (- e ct0è l'affermazione 1mpl1crtanei suoi serri/i che la polrtrca è una attrvità a11to11omache [ha] s1101prmcìpi e le?.,?,i d11•ersid,1 quelli della morale e della reli?.,ione, - proposizione che ha una grande portata filosofica perchè rmplicitan,ente mnoua la concezione della mor,1/e e della rel1grone, ct0è 11111oi•a tutta la concezione del mondo -) è ancora discussa e co11lraddet1a0f?,?,tn, on è riuscila a diventare « senso comune». Cosa sigm/ica ciò') Significa solo che la rwolu,1011e rntelle/lu.1/e e morale 1 cui elcmurll sono contenuli rn nuce nel pwsrero di Machiaz•elli 11011si è ancora attuata, non è diL·e11talaforma pubblica e manifesta della cultura 11azio11a/e:O>ppure ha un mero si.{!,11ificatpoolitico at/uale, sene a i11d1care il distc1ccoesistente Ira f?.0Llemantte goi·er11ati,a indicare che esil/0110due culture, quella det gol'em,wli e quella du J!.Ol email, e che la classe dirige11/e come la Chresa, ha un suo attegg1ame11tot'crso i semplici dettalo dalla necessità di 11011staccarsi da lnro da una parte, e dall'altra di mc111te11ernlezlla com·i11z1onecbe il ,\fachi.lt'el/1 è niente altro che un'apparizrone d1abolici1')S1 pone così ti problema del significalo che 1! .\L1chial'elli ha at'ulo nel ll'mpo suo e dei fini che c~li si propo11ez•ascrivendo 1 suoi libri e rpccialmmte il Principe. La dottrma del Muchi,1L•el/i1101c1r,1,al tempo rno, una cosa purc1mc11te « libn rcu », un 111011opol1d01 puts,1lori isol,1ti, un l1hm se,tz_retoche circola tra 111izrati I.o stile dei "1,1chial'clli non è quello dt un lr11ll,1tirlt1siste11111ticcoo, me ne a1·e1·,111e011 Medro Ern e l'Umanesimo, tutt'altro: è stile dt uomo d'azione, di chi zruole spin?,ere all'a:done, è strie d,z <t m,111ifcslo » di patl1to. L'interpretazione ,, mor,1/ifticu » d.ita d,li r osco/o è certo sb<1J!.li11t1u1ll, 11 1i,1 è iiero che il Machii11·clliha svelato qu,1lcos,1e 11011 solo teon -a/o il real•, m 1 qual< ·ra il fine d Ilo .wel,ire? Un fine moral1strco o politico') S, s11oldire che le norme del Al 1 /-, 11~Ili pu l ,11/n•it.ìpolitica <' si applicano, m.1 11011si dicono»; i grandi politici, si dice, cominciano con m.ilc !tre ,\L1chi.wel/i, col Continua del <<. 'uovo P1incipc •) - Si è dello che protagomst.1 del Ì\'tml'o Principe 11or1 1,otrcbbe crse,e all'epoc,1 moderna 1111c,oc p r so11alc, ma il /)(11:110 poltllco, cioè I 10/ta /' r volt,1 e 11eidu crSLrappo,Ji 111/er IÌ dl'lle dw , ~ n,rzioni, quel dctcrmmato p 1rtilo che intende (cd è ra::.1011alme11etcstor1caJJ1c111/oemlato a questo fine) /011da,e 1111 111101•0 tipo dt Staio. E' da osservare coJJ1enei regimi che si po11go110 come total,lart, la frmz1011e trarlmo11,1'c de/- l'tSllltllo de/i 1 corona è 111 ,calt/J assr111t1 dal I ,1r1tlo determmato, che anz.i è totalt1a110ap- {lt111topcrcbé arso/i e a tale f 1111zio11See.bbe11e Of.lli paritio s, 1 cspress1011edt 1111 gruppo socrale e dr un solo gruppo socralc, 1t1llaz.11 tie• termmall parltll app1111110apprese11ta110 1111 solo gruppo sonate, in ce,tc co11d1zt011diate, in q11a11to cserc1ta1101111afw1z1011cdz ecr,11!1h11e0 di arbrtrato 1,1 gli mlercrsi del propuo g111ppoe degl1 altrt gruppi, e 11rocura11c0bc lo sr 1/uppo del gruppo rapprese11/atoa, t e11g,1coi co11se11so e con l't1tt1/o dei g,11pp1allealt, se ,1011.id Jr. rrllur 1 dei gruppi decrsa111c111e ar 1•ers m /.,,1 Jomml z coslllu:do,wlc del re o del presi,le11te de repubb/1c 1 clJe ,, reg 1c,1 e 11011go1cma » è la formula gwnJ1c.i che esprime questa /unztodicf.rar.1rrianlimacl rave/lici, app1111loper poterne app,,care le norme « sa11t.1menle ». !\'on sarei-be staio il Machiavelli poco machiavellico, uno dt quelli che « sanno il gioco» e sto!t,1 m nle lo insegnano, mentre tl mac/-.iavcll1 1110 rnlgare i11sev1a a fare il conlrarro' L'af/em1.1zio11e del Croce che esswdo tl macl,avellismo una scien::.a,serve tanto az rei1..io11ariquanto ai democralrci, come l'arte della scherma sen·e ai ge111il110111einiai briganti, a d1/e11dersi e ad assassinare, e che in tal senso occorre intendere ti giudizio del I o olo, è vera astrai/amen/e. Il Machiavelli sic o nota che le cose che eg/1 scrive so110app!tcale e sono sempre siate applicate dai più grandi uommt della storta; 110n pare perciò che egli vo":lta suggertre a chi già sa, nè il suo stile è quello di una d, mter(;srata atJiuità scie ili/ica (c/r. in una delle pagine precedenti quanto è seri/lo a propo rto del S1g11ificato del/'im·o, ? ione finale del Princ'pe e dell'ufficio che essa può comprere per rt?,uardo all'intera operetta) (1), nè può f 1 arsi che egli sia f!.iunto alle sue lesi di scienza politica per via di speculazione filosofica, ciò che in questa m.1teria p,ntrcolare at·ret be un po' del ,mra, o/oso al I npo suo, se an be oggi troua tanto co11/raslo e oppost..,_tone.S1 r110 quindi supporre che ti M, chiai·elli abbia 111 1,1Sta << chi 11011sa>>,che egli intenda fare l'educazt0ne po!tt,ca di << chi non sa», educazione politica 11011 1egat11·ad, i odia/ori dz tiranni come parrthbe mte11dere ti Foscolo, ma poSLtrva, di chi deve nconosc re necessari deic,mmall mezzi, anche se propri d •i tira1111i,perchè 1,uole determmall fini. Chi è nato nella lradizt0ne degli uommi di governo, per tulio il complesso dell'educazwne che assorbe d11ll'amb11mte/a,mlrare, m cui predomtnuno gli interessi dinasltci o patn111011ialia, cquista quasi automaticamente , carattert del pol11tcoreal/Sia. Chi dunque « 11011sa»? La eia se rivoluzwnaria del tempo, il «popolo» e la « nazione» italiana, la democrazra c1t1adma cl e esprime dal suo seno i Savonarola e i Prer Soderini e non i Castruccio e i Valenllno St può ritenere che il Machtal'elli voglia persuadere queste forze della necessità di ai ere 1111 «capo» che sc1ppraciò che vuole e come otlenere ciò che vuole, e di accettarlo con entustasmo anche se le sue azioni possono essere o parere in contrasto con l'1deologia diffusa del tempo, la reltgrone. Questa posizione della politica del Mac/)lavellt si npete per la f tlosof,a della praxis, st rrpele la necessità di essere « a11trmachiauellici », s1;t/uppa11douna teoria e una tecnica della politica cbe possono serutre alle due parti in lotta, quantu11que esse si pensa finiranno col seri tre speci,dmente alla parte che « non sapeva», perché in essa è rttenuta es1Stere la forza progressiva della storta e 111/attisi ottiene subrlo un multato: di spezzare l'unità basata sull'ideolova tradi:.ionale, senza /~ cui rottura la forza nuoua 11011potrebbe acq111slarecosc1e11zadella proprw perso11,1litài11d1pendenle. Il machtal'ellzsmo è scn•ito a mrglrorare la tecnica politrca tradizionale de, gruppi d1rige11ticonservatori, cosi come la pol1t1ca della /rloso/ta della praxis; ciò non dci·e marcherare ti suo carattere esse11::.ic1lmente m olr/zl()nario,che è senllto anche oggi e spiega tu/lo l 1111t1mach1a1;e/lmndoa, quello dei gerntlt a quello p1et1st1codt P. Vtllart. ( dal Q. X\'X, pp. 13-1') (1) Cfr Antonio Gramsci, Note ~ul Machiat>el,. li. sulla politica e sullo Stato moderno, Tor 1110. r:inaud1, 1910, p. l. ne di 11rbitr<1tol;a preocwp,1::.ione Jet partiti cos//tuzio,,,,ti di 11011«scoprire» :., coro, 1 o il wesidcntc, le formule sulla 11011re ponr 1hrlit,>, /ier gli al/i go1e, wtiui, del c,1po dello \ti110, ,,w sulla respo11s,1bilitàmi11istcri,1les, ono la casistic.J del principio ge11cr,1lcdi /11/eladc/11 co11cezio11c dell'unit,ì st,11,,tc, del co11sc11wdei g011em,1ti ,1//'azio11estat,,lc, qua/10:que sia il personale immediato di go11ernoe il suo p,1rlilo. Col partilo totalit,nio q11l'ste/01J1111[f1er.rdo1tn di sig11i/1caloe sono quindi diminuite le is11111zio11i che fu11zio1w1ano nel senso di I.zii /or• mule; 111a l 1 /wrzionc Jtcss,1 è i11corpor,1tad ti fimlllo, che cwlterJ ti co11cet10astrai/o di « St ,. lo» e cerche, ì con 11 ,iri modi di d,zrc l'mr/1ressio11ccbe l I funzione « di /vrz,1 imp,m:i.ilc » è allwa ed e/],cace. (rl11l Q \ \ \', pp. I 1-1 tn) OJ O"' - -■ o r+ CD (') OJ G) :::J o OJ OJ :::J (') o

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==