La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 29 - 19 luglio 1925

bi IL BARETTI Quindicinale di letteratura Editore PIERO GOBETTI SETTIMANALE EDITORE PIERO GOBETTI - TORINO VIA XX SETTEMé<iE, 60 NOVITÀ DELLA SETTIMANA A. MUeCI Àbb(t1tll1Mlllo aiuwo L. 10 - l!,'.slcro L, 15 U11 mm1no L. OJW ABBONAMENTO: Per il 1925 L. 20 - Semestre L. 10 - Estero L. 30 - Sostenitore L. 100 - Un numero L. 0,50. C. C. POSTALE NATURA MORTA Anno IV N. 29 - 19 Luglio 1925 Hi &fl'À!av- frar,.NJ di pvrl/J a r,l,i mtvula. r(l9/VJ.di f,,. 5 all'ldWA,. (Jt)~t!i - ivriM Per le vacanze eslive del/'Amminisfrozione e della Tipogrlllìa il prossimo numero uscirà nella seconda quindicina di Agosfo . .SOM>IARIO. - Sch~lze-Gaevernilz: Hclig~onc e democi•azia in America. - N. M. Fovel: Agrari e speculatori. A. Caval/j: Lassalle e l'unità d'Italia. - G. Golinelli: Massoneria e Carbo_ ner1a. - G. Corano Donv1to: Le condizioni del Regno di Nupoli ai primi albori del Rh:orgimenlo. RELIGIONE ED MOCRAZIA INAMERICA L'origine della dcnwcrazia. Religione e democrazia sono per origine e per contenuto slretta111ente legate. La dcn1ocrazia moderna, come diritto ua1ano co1nune in contrapposto alla de1nocrazia medioeya]e e greco-rou1ana - intese come' dir~llo del membro di una comunità privileg1ata (la corporazione, la città) - deriva dall'onda di esaltazione religiosa dell'Inghilterra del secolo XVII. Durante la Restaurazione inglese si sviluppò in A n1erica. L 'Ainerica patria delle Sette è anche la culla della Den1ocrazia. Ma il problema è specialmente importante per il futuro. Per il Cristianesimo come p;,r la Democrazia si tratta di lavar.are per P~- deale della pace sulla terra. Kant ha spiegato con1e l'organizzazione della pace di un popolo è possibile solo sul libero fondamento di un regime de1nocratico. Egli ha scritto: <( Organizza anzitutto il tuo Stato come Stato Jihero per g·iungere a una federazione di ]iberi Stati >>. La questiOne della pace del inondo appare così come una questione di deJ11ocrazi«. Anche qui l'America è paduo11a della situazione. Il risultato più importante della guerra mondiale è il passaggio clel centro cli gravità dell'economia dall'Europa all'America. Nella storia il centro di gravità della politica segue quello dell'economia. Ora nel nostro periodo storico, come ha dimostrato Mahan, la potenza marittima è diventata lo strumento di dominazione del mondo. Questa potenza non dipende più in nessun n1odo dal numero delle popolazioni di costa abituate al mare, nè dal possesso di grandi boschi per costruzioni navali che fu un giorno il fattore decisivo per il predominio del Baltico. O~gi le navi da guerra sono le macchine più oostose e complicate che possano essere prodotte dalle più grandi officine metallurgiche e dalle più gr.andi forze finanziarie. Queste appartengono all'America, che ha pure Ja più alta tecnica meccanica. Il tridente di Nettuno sta oggi nelle mani del gigante Capitale che ha stabilita la sua dimora in AmeTica. S'intende che l'America non deve comhattere l'Inghilterra, ma seguire le vecchie l1 adizioni inglesi di commercio, banca, politica 1no11diale, e organizzazione internazionale. Una colJaborazione anglo-americana llUÒ clete1·minare una forza morale, economica e politica, capace di pacificare tutto il mondo insieme con la dilaniata Europa. Ma n.;.1 La-le dominio si eserciterà a vanlaggio di tutti i popoli? Significherà autogo- \·erno cli tutte le nazioni ch,e ne sono state capaci sin qui? Significhen\ trattare il problema delle razze di colore con altri mezzi che non siano l'acquavite, l'oppio e la costrizione? Sarà qualcosa cli 1neglio che sfrut.- tamento del mondo, destinato a terminare nella ribellione degli oppressi e degli sfruttati?. Si tratta di vedere se il predo1ninio angloamericano porterà il proprio regime democratico a Democrazia del mondo. Nel mondo angJo-sassonc la den1ocrazia ha una base storica- spirituale nelle tradizioni religiose. Jellineck, Weber, Troeltsch, hanno mostrato come Libertà e Democrazia siano state il più alto scopo della Rivoluzione inglese del secolo XVII. Dall'Inghilterra furono portate in An1erica e di là di nuovo in Etnopa, specialmente in Francia. Non soltanto la rivoluzione francese fu anim!ata dalia guerra an1ericana per la libertà, ma i diritti dell'uomo della Francia, che hanno poi fallo il giro del mondo, si svilupparono in parte nelle colonie an1ericaue. Le loro radici sono dunque nel secolo puritano. I padri dell'America combatterono per la libertà come per cosa clivina. La culla di questa libertà è in Rhode Island e in Pe1msylvania, in una vera e propria patria religiosa. Trasportata in Europa, specialmente nel mondo latino, perdette la connessione con ]a sua origine spirituale. Qui i seguaci del Progresso politico sono in gran parte atei. Bisogna guardarsi da un errore. È diventato un luogo comune l'affermazione che ]a libertà politica sia un prodotto della Riforma. In realtà nè Lutero nè Calvino furono liberali o democratici. Lntero. Lutero ha aiutato indireltamenle la causa della libertà di coscienza con la difesa della libera esegesi della Bibbia. Senonché egli stesso poi non solo ha. accettalo personaJ-. mente le vecchie formule doumatiche della Chiesa, ma col suo catechis~o ha imposto nuove formule ai suoi aderenti e non rlouncia a farle difendere dalle autorità profane. L'a~ltorità a cui egli ricorse non era più quella di una Chiesa che abbraccia il mondo intero, ricca di tradizioni consacrate aura~ verso i secoli. Lutero si appoggiò al potere dei principi tedeschi, i Cfliali come a"enti del nazionalismo che stava sorgendo, c~mbattevano la potenza cosmopolita delJ'imperat-0re. In m~lti casi soltanto ]1 avida aspirazione ai beni della Chiesa legava alla Riforma questi principi. Nei suoi ultimi giorni Lutero fondò una Chiesa di Stato, che rimase attaccata nelle sue sorti aH'assolutismo dei princip·i Egli seguì l'ambiente che l'epoca sua ereditava dal mediovevo. Quando i contadini tedeschi trasformarono la rivoluzione religiosa in sociale e politica, formulandone gli scopi in dodici articoli tutt'altro che radica]i, Lutero dichiarò: << Siamo uccisi come cani r.abbiosi >>. Qui comincia quell'intimo dissidio della Riforma tedesca, che continua sino ad oggi. Da allora in Germania, almeno nei circoli evangelici, gli uomini religiosi so~ no in poli6ca furibondi 1·eazionari e al governo conservatori. Nella st•essa Gennania· d'oggi sarebbe difficile trovare un repubblicano ardente che si.a anche seguace convinto della tradizionale ortodossia luterana. Nello stesso modo il capitalismo tedesco ha perduta la sua forza reHgiosa ed ha scelta la bandiera del mero guadagno con1e semplice questione di potènza. Il socialismo poi, con Marx,_ ha posto la religione come oppio per il popolo: quanto più le masse dei lavoratori sono annel?biate, dalla relig.ione, tanlo più i,i lasciano sfruttaTc senza resistenza. èalvino. La dottrina di Calvino, come prova Max Weber, servì cou1e modello di governo e favori il successo del capitalismo. Calvino comljattè personalmente il divieto medioevale deil'us11ra, spiegando con1e il prestigio in 111olti casi sia più vantaggioso per il debitore che per il creditore. L'economia nazionale può osservare co1ne il credilo produttivo del secolo capitalislico sopprima il credito medioevale e del bi{ogno. la fatto di libertà politica invece Calvino non va più ,avanti di Lutero. Anzi: 1nentre il veniale luteranismo non ha 1nai fatto dei 1nartiri, Calvino bn1ciò un eretico a Gjiievra, e sempre dove i calvinisti giungono al potere instaurano l'oppressione cli coscienza. Anche in America, nello Stato del Massachussetts, che è diventato la patria dei padri pellegrini. Anche a Boston vi furono eretici giustiziati e tra questi alcuni pii quacqueri che avevano insegnato l 'm1iversalità della grazia divina. Il governo di questo Stato era una dura teocrazia do1ninata dai sacerdoti calvinisti. La seconda fase della Riforma. La Den10crazia ci è venuta dalla seconda fase della Riforma, quella che in lnghilten-.a si chiama Riforma della Riforma. I disprezzati fì.gliastri della Riforma, per dire la frase di Troeltsch, furono gli avi degli Stati moderni. Questa seconda f.ase cominciò in Germania nel XVI secolo. Ma qui il movimento dei contadini come quello di S. Giovanni fu sterminato col ferro e col fuoco. I superstiti fuggouo in Olanda e di là in Inghilterra dove vivono in quelle sètte che con1battono tanto la Chiesa Episcopale quanto quella Calvinista, tanto il Re quanto il Parlan1ento. Si organizzano come indipendenti nell'armata di Cromwell, che deve la sua invincibile forza offensiva a questo radicalismo religioso. I reggimenti di cavalleria Ji Cromwell erano i più radicali. Il consiglio dei soldati di questo esercito propose nel 1647 al Parlamento il c-elebre Agreement of the P~opie (Convenzione <lei Popolo). Vi ,i contie,rte ii primo pi.ano di un regime democratico moderno su!Ja base della piena Jiberti1 di coscienza e del dfrhto universale al voto. Però CromweJI era tutt'altro che un condottiero democratico e riuscì .a tenere a freno questi elementi radicali. Egli proclamò la liber~à di coscienza, la co11cesse anche agli EbreJ., ma la negò ai cattolici; giustiziò un Re ma govexnò contro il Parlamento. L'atto di tolleranza del 1689 restrinse in Inghilterra la libertà di coscienza. I non anglicani vennero esclusi dai pubblici ultìci e dal Parlan1ento. Bisogna giungere alla fine del secolo XIX per trovare in Inghilterra aristocrazia e capitale uniti e un organismo statale democratico che pennetteva uià a capilavor.r.tori come J oh n Burns di o;cupare un seggio ministeriale. Ma spella all'A1nerica la gloria di aver portato libertà e democrazia fuori dal mondo dei prograrnmj, nel mondo dei fatti politici. Fondatori di cleniocrazie. Lo stato 111oderno è nato i] «iorno in cui il predicatore battista Roger Williams, un fugg·i~sco della ~alvinisla Boston, foggiò un organismo statale democratico. TolJerante verso tulle le convinzioni religiose, separa definitivamente la Religione dallo Stato; non si deve mai - egli dichiara - rifiutare ad un avversario una libertà alla quale noi stessi pretendiamo. L'evoluzione si conclude nel sacrC' esperim,ento di Guglielmo Penn, che il celeL'.!·e storico americano Fiske proclama il più grande di tutti i fondatori di Stato del nuovo mondo. Chi voglia comprendere l'ori• gine della Democrazia deve penetrare le idee di Penn. Ciò che in Inghilterra è stato l'ideale di un filosofo come Locke è diventato una realtà in Pennsylvania: piena libertà di coscienza, di paro4 e di stampa; eguale partecipazione di tutli i cittadini alla formazione della volontà statale sulla base della educazione generale. Questo è il libero cittadino nel ]ibero Stato e \Vasbiugton seguì appunto questa linea quando formò una Federazione di liberi Stati. Queste idee agirono sul popolo americano anche dtu-ante la guerra. Si trattava di salvare il mondo per la Democrazia. Le grandi sètte l.avorarono con queste idee. Anche nei quattordici pu~1Li cli Wilson vivono le tradizioni del passato. Dopo l'insuccesso cli Wilson, la clemocraz-ia rnoncllale, ossia la Federazione di StaLi den1ocratici con eguali diriLti e con il fine della pace del 1nonclo, rimane l'ulLjmo ideale politico degli inteliellnali d'America. lo tutte le scuole a1nericane, nella vecchia Università Harvard del vecchio Oriente, come nel Coll-egio Pornona della vecchia California del Sud, lo proclamano. Le nuove gene1·azioni si dedicano con pieno entusiasmo a questa ide.a. I I contenulo della democrazia: la libertà. È comune un abuso delle parole che indicano i] contenulo deDa de1nocrazia: libertà, eguaglianza, sovranità popolare. Bisogna risalire .al loro significato preciso. Libertà significa originariatnente libertà di coscienza, ossia liberLit di professa1·e aperLamenLe qualunque doLLrina religiosa o ii-religiosa, di organizzare qualunque ctùto nella forma prescritta dalla coscienza. Tutte le con fes.s.ion:i e tulle le filosofie che non vengano in conflitto col di1·.itto penale comune dello Stato, come nel caso della bigamia dei Mor1noni, sono trattate su uno stesso piano nella vita statale: i loro .aderenti godono degli stessi diritti cittadini. I Battisti hanno incon1inciato a procla1nare questo diritto per tutti. I Quacqucri sono legati alla libertà <li coscienza dalla loro dottrina della luce inter,iore. La luce divina splende attraverso gli uomini i11 diversi colori e in migliaia di raggi. La differenza delle ispirazioni religiose illustra la multiforme grazia di Dio. In questo spirito i Quacqueri reclamano libertà di coscienza anche per i cattolici (che non era stata mai chiesta nell'Inghilterra antica). La libertà di coscienza è confortata dalia libera parola e dalla libera azione che assi- <·urano ogni membro del corpo politico. Nessun Re osa minacciarla e neppure - cosa più importante per l'America - neaauna maggioranza <li nessun governo popolare. Ed ecco la seconda serie delle libertà civili: la Jibertà cli stampa e di assooiazione, la liberta della proprietà da ogni confisca illegale, la tibertà di persona e di domicilio. My homi, my castle. Tutte queste libertà sono ancor oggi privilegio dell'Europa occidentale e dell'America. 11 risultato più importante della libertà di coscienza nella storia politica consiste nel libero governo. Ne derivano l'abolizione dei privilegi delle Compagnie di commercio, e della schiavitù. 11 liberalismo di governo sviluppatosi inizialmente in Inghilterra e in America, significa autonomia e responsabilità dell'ind·ividuo. Ne deriva il tipo del selfmaae man che rappresenta l'individuo americano. Si pensa a Lincoln o a Ford. Così l'America, culla della libertà, assistette alla nascita del Capitale gigante che - con tutti i suoi difetti - sottomette la natura, domina la fame, apre un intero continente, allarga indefinitamente le risorse dell'Umanità. Si confronti il rapido progresso dell'America col lento sviluppo della Russia. La Russia è più grande degli Stati Uniti, non meno ricca nalllralmenle; ma è priva della base della libertà e dell'energia della libera intrapresa p1'ivata, di cui soltanto rm barlume si ebbe un tempo appunto nelle sette, tra gli antichi credenti, gli Stundisti e altri. L'uguaglianza. Anche l'uguaglianza, come Ideale poliLico, è di origine religiosa. Indica la fondamentale unità di tutti gli uomini che diventano diversi solo nella misrn·a del loro sviluppo successivo. I...a luce divina rischiara ogni uomo. Robert Barclay scriveva nel 1676 nella sua A pologi<i: « Cristo è presso di tutti, la luce divina risplende in ognuno che si sia nutrito nel s110 cuore dell'eterna santità >>. Cristo è qui il pensiero della creazione divina dei quattro Evangelisti, che nasce in ciascun uon10, langue in alcuni e in tutti lotta per trovare espressione. Questa dottrina che non si è arrestata davanti a nessuna costrizione politica o religiosa, ha rivoluzionato i cervelli degli uomini. Ha dichiarato guerra alle società dominanti, alle differenze di classe, ·di razza e di religione, e per essa numerosi Quacqueri hanno sofferto il marLirio. Scende da questa logica il rifiuto dei Quacqueri a togliersi il cappello davanti agli uomini. e< Si può - dice un recentissimo libro quacquero - non osservare questo divieto verso una signora, se si saluta con la stessa cortesia ]a sua serva. Lo stesso diritto per Lutti >>-Di qui è derivato il pensie1·0 umanitario del XVIII secolo che per tutti gli oppressi e per tutti i reietti proclama: << E1nancipazione degli schiavi e degli ebrei, delle donne e dei salariati del nostro tempo ». Il pensiero della fraternità umana è senza senso dove impallidisce il ricordo della Patria etenrn verso la quale per diverse strade tutti cerchiamo cli tornare. Anche la sovranità popolare~ terzo fondamento della clen1ocrazia, si ricollega a tradizioni religiose. Si sviluppò nelle sètte che combattevano tanto la Chiesa di Roma che le Chiese 'di Lutero e di Calvino. Le sètte fondano piccoli circoli esclusivi che si conformano a Chiese con liberi patti, escludendo elementi disimili e conLrollando con dura Jiscip]ina la vi La dei propri membri. Tra tutti i partecipanti, uomini e donne, i diritti sono egualmente 1·iparLiLi e ciascuno ha la stessa responsabilità per la disciplina e per il culto. Le differenze inondane non hanno peso rispetto all'importanza della scelta, della grazia, della conversione. I preti sono preposli dalla- Comunità che li elegge e àn certe circostanze li depone. I Quacq11eri li chiamano clerks ( commessi). Robert Brown già nel 1582 scriveva nel Book which shows (libro che dimosLra): « I membri e non i preposti formano la Chiesa. L'autorità appartiene &1 credenti come rappresentanti di Cristo ». Dottrina così rivoluzionaria per i suoi tempi che mise in pericolo la vita dell'autore! Rigidamente conseguenli a questa dottrina, i Qu.acqneri escludono Cfl1alsiasi scrutinio for-

118 male cd aspettano nPlle loro riunioni d1e lo Spirito ahfria portato l'ac"ordo tra i membri attraverso libere spic!(azioni. Quando impallidì l'entuoiasmo religioso, sottentrò al posto del.l'accordo Ja decisione di maggiora.11za. Ma in una sana clc1norrazia anehe CJllC'bloj,H'iude una speri e cli consenso: la minoranza si sollomelle liberamente al]a maggioranza; ~ssa Sp<'ra un giorno, ron la pcn;11asione <' l'c<lucazione, di. poter diventare 111aggiora11za <' rinuncia a qualuncrue costrizione eé!Lcriorc: respinge la forza deHe armi con Jc qu.al-i 111w minoranza [euda]e o rlema~ogfra \·oµ-·lia stabilire il suo dominio senza curarsi cl!'lla r-oSl'ienza. Gli nomiui rhe erano abituati alla den10crazi.a neJ1e Chiese, hanno esteso ~ueslo principio allo Stato. I padri-pcllcgrin, fondarono la prima organizzazione blaLale demo('ratira con libera co1nersionc J'lJ novC'mbre 1620 a horclo del illay-flower. Così si confonnarono .le ahre costituzioni delle colonie an1cri<'anc. La C'oslituzionc cli Virginia dice:« Ogni puhblico potere deriva dal popolo»; quella di MassachusseL: « Lo Stato è costituito dal liher oconsenso degli individui». Questi democratici dì tipo rc]ig-ioso erano rcpubhlica □ i. I politici 111oclerni 11011devono dimenticare che libertà e de111ocrazia presuppongono questa disciplina storico-morale. Lo Stato democ,·atico ideale di libertà è 1.apii, alta e la più difficile forma cli Stato. È possibile solo qua11do larghi strali di popolo e di dirigenti siano credenti - se non nella Bibbia - nei doveri e nelle responsabilità dei cittadini. La democrazia rnuore dove indifferenza e a111bizione creano cricche religiose e morali. AUora il capitale serve per la compra di elettori ed eletti, la democrazia viene disprezzata dagli intellenuali e odiata dalle masse sfruttale. È straordinario vedere co111equesto spirito della nuova Inghilterra riesca a conquistare aa]i idea1i americani le masse sempre nuove c1:11a inunigrazione. Gli immigranti dell~E~L e del Sud d'Europa non possono organizzarsi. In 1u1 primo ten1po gli am,ici, come commercianti, soffrivano perdite perchè rifiutavano di adulare i clienti e di vantare le merci .. Ma appena il pubblico notò che essi non ingannavano, sì che un ragazzo poteva comprare nella loro bottega altrettanto bene che un ad1ùto, il commercio fu nelle loro mani. Nello stesso modo si cercarono preforibilmente le Banche quacquere. Col motto LA RIVOLUZIONE LIBER -\LE llorwsiy is ifu, b<'sl polù·y si svilupparono il <·ommerf'io e la graude impresa, ,·he. Ai fondano a11C'hroggi largamente nf'lla fi<hwia. Così nf'lla famiglia il runJC•ral ismo <'011fì~ ,lf'11lf' degli spm-i, la "ita famigli;uf' intimu fJ<'r una pili ,·ompleta <'µ;11aglia11za df'i f.,•i;;,~;j, l'cclurazionc dei f'an<'iulli alla lilwrla ,. alla r('sponsubilità io.Ofio bei tralli ,-arall<'risti,•i d('I la 1kmocrazi.a a111eri1·a11a. l\ff'Jla , ita am<'rif'ana la reliµ;ione ha a11~ <'Ora una partf' aR~ai ~randr. L" grandi hPll("' sono an<·ora forze potenti clif' discipJin~u10 1 loro 111<·111hri ,. 11e assicurano il 1·rNJito. Lct loro influenza è• stala grande nclJa lolla ,·011~ tro la !:'Jf'iiiavitì,, contro l'al('oolis1110 <" duranl<' Ja guerra rno11dial<•. as<'ono IHIOV<"1-,i•LL<'.V•· ne sono 1·t•11Lin.aia.La piì:1 pot<·11te 1w1· influenza <' nunlPro (, il Me1odi5mo, padrou<: delle pili grandi Uniw·rsiLà. Il M<"toclismo ~ una protesta eo11tro l"arida int<"llig:c11zadel secolo xv111. Ora i;i è sviluppato romc una delle for,c spirituali dirigenti dell'Arneri",I e s, e assunto il còmpilo di cd1.H'.éHC i negri .a. vita morale e a sentimento <"ivilc. Nel x,x secolo la Chiesa callo I ica ha /'atto gra1uli progressi in America. La presenza del.le sèllc protestanti ·1e ha da Lo un vigo, (,; cli vita ignota nei paesi esclusivamente calloJici. Con1c religione di minoranza si ntffor~u in regime di Jihcrtà; ha una funzione uUlt! nel fenomeno deli'i1nmigrazionc e costituisce un elemento di progresso contro il Ku-KJ~xKlan. Continua Je tradizioni artistiche del passato con magnifiche chiese e costruzioni d·i collegi. Tuttavia grande e sempre crescenle è il nu~ mero deali indifferenti che hanno rollo ogn"J r.ipporto" con la Chiesa. Le credenze religiose, la Bibbia sono sottoposte alla critica storica. Emerson, il capo spirituale dell'America dell '800 si è rivolto alla filosofia classica tedesca, che a lui pare nello stesso tempo scientifica e religiosa. In questa linea t>i svolge ormai i I più alto pensiero an1ericano. Esso cerca in Kant il teorico cli una democrazia federale. ScHULZE-GAEVERNITZ. Schulze-Gaevernitz è uno dei più profondi ricercJ· tori delle origini del lil:.eralismo e del capitalismo. I suoi saggi: Britischer lmperialismus wtd englischer Freihamlelspolitik (Leipzig, 1906) e La gnmde intrri· vresa (trad. it., Bibl. dell'Ec.), sono degni di star accanto alle classiche opere di Max Weber e del Troeltsch. Lo studio qui tradotto è il risultato di u,1 suo recentissimo viaggio in America. affatto J',.ff,.tto. Il ri,,dtato natural" della virata go, <"ruativa avrcbh<> dovuto essere doppio: da 1111 lato far ,,vadcrr, i ,·api tali mobili <laglj i1n-,•..;tj1r1r11ti indu:-.triaJj in /!enere; ,., ,lall'altro, farli affluire n<'llr· vari,.. formP di ,·rNlito Hfff'rt<· daJlo Stato. Ora c..i ,. avuto hf'w:;ì jJ primo ris1d1ato, <"<JmP f'. p,-ovato dalla dPJff<•ssjonc g<>n<·raJ<· dei <·on,i azi<Jna,j; ma non i,i ,. ris<·onlrato affatto J'afTl11fi~ù nei tiloli di Stato, iJ <JUal,·, anzi, JH'r ridiiaman· a ..., . il ri~parmio, ha d,Jv1110 alzar jJ kait~io deJl'inLcrci,~•. Fra J,, d1u• vie dw erano lor<, prrJ. JHJ',I<:, i ,-j_parmjafori n<· hann'> "<·<~ho una t<·rza. J\ "'''ndo 11jf idam,·11t<· riJcvalo~ alt rav<-r- ._o lo 1-1L<•~1io .anla~oni'ìrno d<•j.!lijnH•f;li1nenti. l'insufTi,·i<'nza irlobaJe <h·l risparmio a far fr,H1tc a tulle le ordinarie <•fiiµ-e11u· del Pae~e 1 ne hanno derrnnto ,•IJ<•, in 1,Jo<To, il pa-.~ivo era i;uperiore all"allivo, r- sono ,·orr;i ai ripari. J modi sono stali duf'. Aln111i (f;oJ,ratulto, fHlrP, dPII<"rPµ;ioni nH .. rjdionali ,, .americanizzati J> daJl'<-!mif!razione <· re1ativamente impraticl1iti di <"aml,i: <' deJlc re{_!ioni rPdentP, prima partecipi di un nesso fr1tcrnazionale, e memori del ,·rollo d,:lla <·orona) si son dati agli imp;eghi in valuta e8tera. AJtri, jnvece, provvisti di maggior qu.antità d·i risparmio come è nel Nord e, d'altronde, non sprovjncializzati in nessun senso, hanno sceJto J'in. vestimento del denaro ·in prodotti, in oggetti materiali, in cose; e, tra queste cose, sopratutto e a preff'renza d·i ogn-i altra, in heui immobili. Agrari e speculatori_ Il fenomeno non è affalto nuovo: parecchi altri Paesi, sopralullo dell'Europa centrale, sono passali per questa trafila. Anche l'economia reale, nelle sue posizioni jniz'iali e jn quelle terminali, non è che una questione di psicologia concreta e di orientamento della volontà. L'economia liberale è una economia creativa e produttrice, e per questo essa storicamente si identifica, o quasi, con lo sviluppo industriale, che è specchio e quasi sinonimo di attività. I paesi anglosassoni~ ossia qudJ i economican1enle ricchi, hanno risolto la loro crisi ( del resto molto più leggera) nel senso cleJla azione produttiva :essi soffrono oggl cli un eccesso di attrezzatura industria]e. -Noi viceversa vi abbiamo dato, non solo po• 'liticamente n1a anch~ economicamente, una soluzione antiliberale, e cioè fondata sulla inattività e sulla inerzia: e ci siamo rimessi alla fecouJjtà naturale, uniforme, relativamente illimitata e elementare della terra. Gli in1mobili, urbani e rurali~ sono saliti a prezzi altissin1j. Vi si impiega, anche traverso la rateazione, il modesto risparmio autonomo. Si formano rapidamente Società per l'acquisto, L'l costruzione, la lottizzazione, ecc., di pro• prietà fondiarie di ogni specie. Il fenomeno, che del resto non è recente, ha acquistato in quest'ultimo periodo 1u1 ritmo accelerato, e ha tali proporzioni da farlo rieutrare in quei casi di dinamisino economico a conseguenze sociali, che Maffeo Pautaleoni ha magistralmente illustrato. Si potrebbe cosi dire che il capitale italiano, sorpreso nel1e dure congiunture del dopo guerra, si è abbandonato alla produttività per sè stante della terra, che (almeno provvisoriamente) rende a costi mnani decrescenti. Circa ve11t1cmque anni fa Achille Loria scriveva queste parole: <<Di un'alleanza, per . vero morbosa, fra il lavoro improduttivo e la rendita, fu, in tempi da noi non lontani, te• stimane e vittima una cospicua parte d'Italia: <lacchè il Regno di Napoli altro non era che una n1onarchia assoluta, appoggiata al lavoro improduttivo e alla rend 1 ita, e schiac- , ciante i] capitale e la borghesia con ogni sorta di nequizie e di inf a1uie ... Così avviene oaci nella Spagna, ove il potere è nelle man'i di 0 una tacita coa]izione dei militari e dei proprietari di terre; e, in proporzioni n1inori, ciò avverasi anche in Italia. D'altronde, rnndita fondiaria ed interesse del capitale in1produuivo si raccolgono di consueto nella stessa 1nano, o presso i redditieri superiori: di modo che la fusione politica dei due redditi può compiersi, anche senz 'nopo dj m1a formale alleanza ... Perciò niuno si slupirà se la potenza di questo capitale è oggi prevalente in quei paesi _nei qua~i esso g~1u1_ge a formare alleanza con la rend1La fondiaria, e a dominare, grazie ad essa, i redditi rivali. Cosi in Italia, fino a poco tempo fa, si ceJebi-ano ali scandali enormi della bancocrazia crimiu~e e le Compagnie fen:oviarie sono tiranne del Governo, 1nentre tuttora le Società di navigazione strappano pr~vilegi e sus~idi~ inITT.ustificati, e 1a specnlaz1one preme i;;L.1 po~eri costituiti ~er ot~enere irr~gi~:n1e\7o]i • espansioni della circolazione fiduciaria )>. . Ma questi tratti, debitamente tempera1·1, riproducono abbastanza esattamente la s1tt1azione attuale, o ne indicano, almeno, alcuni lineamenti essenziali. È, infatti, una visione franur.,entaria cp1.e"IJache nella << re<lN zione )> fascista si ljmita a considerare due cose: Ja con1pressio11e politica e i s?prare<l: d'iti, che il partito dominanle assicura ai proprii inen1bri. Anche quest~ asl?etto _sen: za dubbio esiste. Nel linguaggio d1 Lor1a s1 direbbe che il lavoro improduttivo, di coloro che attendono alla difesa del <( regin1e "~ si è conajunto alla rendila fondiaria e al ca• pital~e cli spec~,laz~.o_n~:Però non_ è a~~al_to,an_- che se è Ja p1u vis1b11e, la faccia pnt 1n1po~- 1ante deJla realtà. I'-Jon ogni regin1e coerc1• tivo è un regime di reazione politica, e, se il fascis1no è·reaziooe, nel pieno senso della parola, lo è appunl? perchè esso coincide con l'.assorgere del capitale nnprodutt1vo e dell,, rendita fondiaria. In questo senso, e non ne] se1nplice senso ~olizies_co, si p~~ò trovar ~:iualchc affinità. tr.a 11 fasc1smo e 1.I bolscev:sn10. Entrambi rappresemano, attraverso le mcalcolabili differenze nella distribuzione, un r_,- torno a trna economia quasi naturale: ossia tutti due sono il prodotto del disfarsi o del vacillare clell'eco11omi.a derivata e ·ndustriale. Ma ciò ci dice anche che non tutto, nella reazione econo1nica operata dal fascis1no, è frutto di volontà politica e di arb'itrio partigiano. Venuta a mancare la rivoluzione socialista, che giustamente fu da noi prospettata come w1a rivoluzione di tipo piuttosto russo che anglosassone, non vi era, nelle grandi linee, altra allernativa. Solo 1ma borghesia indust1·iale formidabile, che avesse saputo superare di colpo l.a deficienza delle materie prime, l'inferioi-ità della attrezzatura tecnica, la scarsa attitudiue inventi va e mercantile, avrebbe potuto fare il miracolo. In questa ipotesi, che è assurda, si sarebbe risolto, con la n1aggior produzione, quel problema di , distribuzione, che- è stato il tema essenzi.ale dei movin1enti eversivi del do110 guerra. ~la J'ipotesi non si è, natÙra1n1ente, verificata. Non poteva essere una borahesia industriale, cresciuta sempre all 'on1.hr~ del protezionismo e clel so'vvenzionis1110statale, e che, in sostanza, non conosceva che il mercato inLerno con1e sua bandita di caccia, quella capace di fare il prodirrio. Tale miracolo borghese, della molL1pJ.icazione dei beni, sarebbe stato il vero n1jracolo del [ascismo, il quale infaLLi lo ha anche vagheggiato in questa forma .. IVIa appunto vagheggiandolo e tentando d1 prepa: rargli le condizioni nece5sarie ò g~nnlo !JOl .all'opposto risultato: di portar sngh altan le classi terrie1·e; e, insieme, i loro naturali « fiancheggiatori » (paro1a esatta. ed ~loquenLe), che si trovano, sen1pre, nei cet1 speculatori. Da quatlro 1uesi, _da quando ~ou:in~iò ].a re«olamentazlone del 1uercato elci t1toh pnva~i, la noslra economia è Leatro di una lotta molto serrata. Il n1inistro De Stefani, guidalo da un istln• Lo conservalore e cainpagnuolo un po' corto ma sano, avYertì (troppo tardi, però) una insufficienza e una contraddizione. L 'antago• nismo era questo: che la floridezza dell'economia privala, sopJ.·atullo induslriaJe; non poteva sussistere che a spese della fl_onclczza de11a azienda economica sLalale; e. viceversa. Il risparmio del Paese che per diverse vie accorreva n<""llecasse de11'Ennio, non solo ve• ni.va, naLurahnente, a manca.re in quelle delle in1prese Jiberc, ma vi. ve111vaa 1nanrar~ in ruisura tale da_delern1in,arnc 1u1arresto~]~ sviluppo; e lo stesso nel senso opposto: ~ ò'. qui i'insnfficienza. P_osto ne]fa 1_1ecess1ta.d1 sce«1iere tra ]'una e ]'altra dJI"ez1onc da 1mpri~1ere al risparmio, l'on. ~e Stcfani optò, come era natul'ale attendersi, a favore dcJlo St.ato, ma, però, la sua scelta non raggiunse È un alto fondamentale cli pigrizia coni• piuto dalla nostra economia, ed è esso cbe ci dà, forse, l'ulti1ua chiave per capU:e anche la ineri:e rassegnazione politica del Paese. Ma, co1)1unque si.a, il fatto certo e obiettivo è questo: che dalla 1nenomazione dei celi in• dustriali in senso proprio e degli tsraLi dei risparmiatori, stanno venendo fuori, trioufa. trici, ]e classi agrarie. Riavremo il dazio sul arano. La rendita fondiaria, donde il fasci~ :n10 ]ia preso le prime serie 1nosse, viene tul"la i·nsiemc sul primo piano della politica italiana. E, come accade se1npl'e, la élite clclla classe economicainente egemo11ica di. venLrt iJ µruppo dfrigente dell'intero Paes?, e, più o n1eno, pone dappertutlo la propria in11nonla. Ma il denrezzan1ento crescente della lira ha prodoll~, accanlo alla valo1·izzazione in b.locco della proprietà terriera, anche una clifierenzi.azione profonda nel campo della econo1nia industriale. Questa può, nelle grandi .linee, dh,jders.i in due branche: le grandi industrie, o protellc o che lavorano per l'esportazione, e le industrie 1ui11ori cl1e, in massin1a, producono per i"! 1nercato interno. 0Ta, ffientre queste ultilnc, a conti fau·i, non ne hanno cavato un gran che, le prin1e sono sLale fvaorite in tutti i modi. T..,as,·a]utazione della rnoneta i: stata per esse un danno cessante e un lucro e1nergente. La poverLà del mercato interno _le a~- vantaggiava, perchè ntettcva a loro d1spos~- :tione .La nuu10 d'opera a buon n1ercato. V 1ceversa non recant loro nessun danno, per• chè il lor8 principale 1nercato ili colloca: n1ento era a11'eslero, e~ naturalmente, ne1 paesi a valuta prci:dala. Si.a al~'us~ita che all'entrata questo congegno, cosi chsposto, costituiYa per loro una rendila secca. Il gioco, essendo cvidentemeute forzato, non nrnnca di inconvenienti; i 111crcati cslcri (lo stiamo vedendo) si difendono; ma in complesso si_può dire riuscito, e riuscilo sopTatutlo 111 iorza tlc)ra;-Lificio inouetario. Ora quando un pro- ('CSSO produtti.vo vivC' su quesLi nrnrgini ed <', in sostanza, doppian1ente p1·otetto <lai dazii alti e dalla va"luta bassa, e~so (> molto ,·icinn ai l'alli della pura ,peculazione. Siamo di frr,ntf' ad atti di paraCisitismo pdvato df"terminatj dai potr·ri <'Oercjtivi, fiscali f' mone• tari deJlo Stal<>, P rh,.:: <•e_:. ..erf•hbcro iJ ,ziorno in r,ui il potn,· politir·o ,J,-,i•les<W clal difen- ,1,,,·Ji. Il ,ivi-simo allarmP. <•hf' ha -11,<:itato nPi <·ir<·oJi jn 'JUf"":.tione j} \.entilato propo- ~ito òi dr-flazion<· o di -tahHizzar<· la n1oneta~ nP e Ja prova n,Jn n,~,·e.':saria. ma, però. definitiva. f<~ Ja Jor,J lo~fra n,~,·e:;.;.aria: ,~d ~;;.~i. anzi, "\!anno r·hi,-d,-nd<> di piu: vaono <•hjPd,~ndo <·h,~, fJPJ" 1111 \."f'Cf;-0 O pr~r r aJtro. -i ~Lampi ffr•JJ"ahra <·arta moneta. J.,,-. jndu~trie~ fo~µiatc ~1i lln pi<:d,~ rl"arlificjo. ,-.i,-J,j,-..rlono dr•i dazii di pr<,1'·zio,w aJla frontif'ra ,..,.mp1•p JJi11alti: ,~~~,-.pPr \.iv,•n~. df'.bbono comu<Jniu .. av<·r" un mar,!.dnP di ~po,!!Jiazion,...del N>n.,oruat<Jre int<:.:rn,J. F., nPllo -tec-.~omr.,do 1 <Juando Ja pr<Jtczione P 1wJla valuta, e&<;..f~ e~igono una ~valutazione proµ:J"e~&ivadeJJa moneta: perch,-.., se !l'JJl ,.·;:., vi,-nt; lor<., a mancarf'" qu, .. J margJne <Jj spoµ:JJazionc JnvisibjJ,. deJ JavoraLore jntr,-rn(), dalla q11aJ,.., pre<·i~amf'nt, ... tra2gono i Joro profitti. Da una indu-tria. p-ùsata -u hac-.i f]j 'JUf--l'J :;erwre, aJJa '"per•uJazione pura P ~mplfr·,~~ ;J pas~aggio è hrevis-:;imo. Sott(J un <·erto a.,pf't• LO ~i può anzi dire <·h~ Je due C.fJ{.P di identifi<-ano, e che 'JUcsta .~pecie di pseudo,·apitaJP produttore at!is.<;.eanf'he come <·apitale .-prculativo. In occa,ion<, dell'ultimo precipitoso rihasso deUa lira si è appreso <·hc>le industrie esportatrici non realizzava110 in lfre :J ricavalo dcJJa loro vendita in dollad e ,lerlinc, ma riportavano i Joro crediti in vaJuta este,-a. In sè e per sè roperazione è più ehe normale. Poteva anche essere .~aggia, perd1è queste industrie dovevano pur fornir.si. ~uJJ,-.. piazze estere, di materie prime; però~ in ogni caso, il riporto del ('l'edito in rnluta estera, in tant oaveva un senso i11 quanto Ja lira fosse ribassata. Ma Jl ribasso de1la moneta nostra era, ni parte: determinato dalle esigenze appunto delle industrie e0 portatrici; e queste, quindi 1 guadaf!11a-vano due volte: una prjn1a volta, all~interno~ rome produttrici, e una seconda ,·olla all'eotero. come speculatrici. Del resto è notorio che una vlauta in istato d_j squilibrio continuo ro di discesa iillnterrotta, determina il na.::cere di ceti specificatamente speculatori. Essa fa nascere la possibili là di trasformazioni di ricchezza, nello spazio e nel tempo, le quali non sono mai propriamente accompagnate da lavoro. Anche da noi le Banche, come pure negoziatrici di valute estere e di moneta nazionaJe, si moltiplicano; entriamo sul terreno tipico della speculazione. :'.Ifa questa si estende, d'altronde, a tutti i campi. ~lan mano che ]a lira si deprezza, ,-i è un riaìzo rapido e generale dei prezzi, e, su ogni gra• <lino di questa scala, prende posto un intermediario. Cresce di gio1no in giorno. nelle ciLtà e nelle campagne, la categoria dei cit. tadini che vivono sulle differenze delle compre-vendite successive (e in grandissima parte a vuoto) degli immobili e delle merci. Anche la Borsa si è risentita del fenomeno: si assiste ad operazioni dj portafogli n1inimi: si formano associazioni di operatori minusceli (vere cooperative) per coinprare e ,·endere titoli nei lotti di uso. L'ou. De Stefani ha segnalato ·questo stato di cose, e si è proposto~ fra l"altro, di« moralizzare» la Borsa. L'inte11Lo era, in fondo. lodevole e sano: si tratlaYa di impedire l'epidemia della speculazione di rapina. Ma il risultato è stato questo. La folla di questi specnlaLori minuti è stata dispersa. Vicernrsa la élite dell'alta speculazione in cambi e in titoli è rimasta; e, mentJ·e la moneta oscilla. aiocando al rialzo o a1 ribasso, s1tlla lira o :ulle azioni, indifferentemente. e, in ogni caso, prelevano un u·ibulo sulla ricchezza. La 111oneta è stato uno sLJ:umento potenti~- si1110, meditatamente impiegato. con cui il fitscis1110ha ,·ariato la distribnzione dei red. diti e la stratificazione politica delle classi. in senso nettamente consen·atore: al tipico conservalorisn10 italiano viene regalata una Yigorosa reYh iscenza. . Il mondo a2rario si affaccia, dopo 1] fuoro del napoleoni~u10 industriale espansionistico. a] primo pian.o, aYendo al proprio seguito un corteo multicol01·e di ceti predatori di Banca. di Borsa, di dazii, ecc .. ecc. Man n1ano eh<' le cose si chiarificano, appare che il Paese viene posto a disposizione della manomorta fondiaria e della m1baine finan:;iaria. È questo l'aspetto 5ostanzioso del ri'"olnzionarisn10 istiluzionale. Il pseurlo cancellierato non ha J)er obiettiYo che quello di contenere g:Ji sviinppi, incsorabiìn1enle Hberali, d'una borghesia sana. libera e produttrice. NelJa marchinC< corporatiYistira deve anelar distrutto o(rni srorzo em.ancipatore della classe oper:ia, dei ceti tccn~ri, e. forse, degli t-les~i irruppi jmprcnilitol'l nou sd_1iavizzati. ~ '01~~ nipotenza del potere esecutJ.vo vuol chre i1 priYileg;,io inuuobile assicurato alle rendite non guarlagnate. deriYat-e dalla terra e dalla mera congiuntura. ll sind.acalisu10 di Stato sip:nifichc1:à l'equa cle1nosina, in,·ariata. del la, oratore niansueto. Vi è, una logica in que• sto sisten1a, e una logica correlaliYa deve rivelarsi anche nella Opposizione. È assurdo ,·rcdere ehe le correnti iiherali, anche f.e rap•

• presentino una borghesia nuova ed eco11omieamenle attiva (e cc ne è pochissin1a), possano accamparsi da sole di fronte al fascismo. Sono anliqualc e a orizzonti limitati. Le posizioni-Lmitc della Opposizione sono indicale dai comunisti e dai repubblicani: i comun,isti vagheggianti una repubblica dd lavoro, e i repubblicani ori.enlaLi verso una autonoma co1nunità borghese. Per ragioni Lalliche da queste posizioni Lattiche ci si può ritrarre; forse ci si deve; ma esse restano sull'orizzonte conie i punt·i estremi e più nilndi dc1Ja lolla. Questa, così come oggi (' posta, non può avere che un obhicttivo: trasfonnare una econ_o1nia di monopoJii e cli speculazioni in una sooietà, operai~ e borghese insieme, di libertà e di produzione. È, in soslanza, l'innnutalo obiettivo d'ogni r.Uu1owunenlo profondo della nostra esistenza collettiva; ed esso fu così già niGdamenlc vatticinato: « Tutta la politica economica dell'Italia, così larga di favori ai proprietari di terre ed ai banchieri, si jn1pernia 11eJla coalizione della rendita e del rapita.le improduttivo. Le deficienze del nostro ordinamento bancarlo, come le esorbitanze del nostro protezionismo agTario, non cesseranno, se 11011 quando un ministro di genio avrà associato il LI\ RIVOLUZJONE LI'3ERALE capitale industriale col popolo in una alleanza <"0mpatla contro i banchiPri e gll agrari, o alnlf•no avrà jnfranla 1'a1lcanza di qucstj (·on quelli>,. Sono, andH· qucsL<", paro!(' di Ael,ille Loria: ,. !,Ono, atH'h'P%c, dl V<'ntiquc anni fa. N. i\llASSl\10 i<'OVEJ,. Quhte note Nano i:;iù <,tale '°'nillc flt1~111do .-,i a,utQ In ni-.i <1 tccni("a II del Mini-.Lero. Il scualorc Volpi ha 80l'ilitui1.o l'on. Dc Stf'foni, e l'on. BclJuzzo (: anelalo al pOblO dell'on. Nava. Queiila <'ri1-,i ha 5<"• guìto l'annunzio della << hauag 1ia del grano>> ,-hc drJvcva concludcrRi, <"OlllC qualcuno ha gii1 rid1ic&to, rJ <·ol ri1-,tahilimento JC'I dazio i.ul grano, o roJ fìi;samcnto <l'un prcizo politi<·o << rcmuncrati1,,o >_)ai pro• dullori grnna!'i a più nlLO co&to; in t·ondusionc, con una forma qualsiasi di JH'OLczioni!;mo. Altra « balla• glia» da portar a l~uon fine '! quefla della lira. Si altende dalJlon. Volpi la quadratura <li questo eircolo: la deflazione n favore dei consuniutori (più precisamente, di categorie a rc<ldito nsso) e l'c~pansione industriale a favore dei produttori. Quc::ilo f.::trehbe .il nuo\O « cido economico»; del quale è superfluo dire, e bi vedrù che 1-,irisolvcrì1 a vantaggio di quella oligarchia plulocralica a cuj l'on. Oc SLcfanj aveva fatto negli uilimi Lcmpi un po·, e non pili di un po', il viso dcll'tmni. t!en~ la (,f•r,11ania, f• Ja .Francia fJLHdla <lei Heno JWr protc~g,·r sè stesga; cd afT,-rmanclo <·IH· l'Ilalia sarchbf' SPHljJJ'f;: r:stala dominala miljtarmf'nlf' ,I.alla Germania, fit1d1è Lulla Ja Svjzzc.•ra 11011 ro'-:--<· f.itala f'rance<,c. JI La,,all,· vir·eversa avrehhc dr•,irle,rat() dw 1·11alia J1011 av<'ssr· d,ieslo l'aiuto della f'ran- <·ia napolf•<111i,·a: ,nenlre, nel tempo slesso r·ltP-non avn·htw voluto <'he Ja Pru{;;~ia ave&<-c 111a11LP1111lo1111a nf'11I raliti1 passiva~ jn_vocava f'llt' fo%<' spedita sul R,·no 1111·armata di O'-=· scrvazio11e, e propugnava una guerra dr;IJa Pru%ia <·011lrola Danimarf'a p<'r o<·rT1pan~ Jo Schlcs" i!!-Holst<•in. Anlh·ipa11do poi la politica hfamarckiana del '66 e irli eventi l,clJici dc] 19J8, re<·lamava a grall voce la distruzione deJPA ustrla a favore df'lla CcrmaJTia rrna e polente, ,11.alc l'a, rehbr voluta <' saputa fare Federico il Grande. Non meravigli dunque pili la sua amicjzia con J3ismarrk, eh-e da qncslo e:::asperato nay,jonalismo riceve nuova e pili <'hiara Jucc. Il successo del libro valse a porre ancor di pii, in luce l'ebreo di Breslavia, cd a far cresrere "i"I rumore attorno aJ suo nome. Lassalle era oramai l'uomo più popoJarc <lell.aGennania pre-hismarckiana: J'uomo po1-ilico deJ giorno come s'usa dfre ora. Lassalle e l'unità d'Italia Benchè vano quanto e pjù d'una donna, il rumore aveva finito per "infastidirlo; od a]. meno il rumore polfrico. Altro rumore cercava adesso, da aggiungere a que"Jlo suscitato dall'uomo più elegante, forte e bello della Germania. Gli allori dovuti agli eroi del pens1ero desiderava allorchè, metLendosi un po' in d.isparte dalla lolla politica, si raccolse per dare alla luce il suo saggio giuridico-storico s,d Sistema dei dùitti acquisiti, pubblicato 1il quale per riposarsi e per inc.ontrarsi con Gaòbaldi venne in Italia. L' anibienle e r epoc<t. I nostri padri hanno molto fantasticato sulla figura romanzesca di Ferdinando Lassalle, i] dandy ebreo, agitatore e socialista, adoratore e 1narlire dell'eterno femn1inino. Non erano ancora sorti Verlaine e Mallannè, nè -i socialisti e gli operai erano ancora in grado di vivere l'austera morale de] marxismo; così che i gesti ru111orosi erano ancora i più potenti e le figure in piena aria le più belle. La camicia rossa aveva ancora un profondo fascino sni popoli, quanto sui letterati l'aveva il ricordo dello scarlatto panciollo di Teofilo Gauti,er. L'effervescenza dei sentimenti escludeva ]a caln1a conten1plazione dei concetti; i sùbiti abbandoni seguivan agli echi delle eliane guerresche: i tramonti fulgi,di er.an seguiti da notti cli profonda tenebra; luce ed 01nbra, chiaro e scuro: i] quadro non aveva nu.ances. Il naturalisn10 non era ancora sorto ed il positivis1no era appena agli albori; nonostante il sarcasmo di Heine le ron1anticherie medievaliste e sa lanjcl1e erano più che mai di moda: lo stesso Bauclelaire, che in fondo rappresenta il momento di trapasso dal romanticismo al decadentismo~ vi navigava in mezzo; prin1a cbe Zola e prin1a che i russi, non ancora importati nel. continente, colla ]oro arte ci forzassero a guardare in faccia .al mondo e alla realtà, con occhi ben aperti e con cordialità. Bisogna una volta tanto render giustizia a~ positivismo e riconoscere ch'esso fu per 1101 una scuola di realismo politico e di u1nanità; alla quale imparain1no le prime nozioni dell'iusecrnamento liberale. Bi-sogna jnfìne rico- ~osc.e;e che il socialismo ha avuto bisogno d_j tale esperienza; che, malgrado gli errori a cui ha dato luogo, ha spianato la strada alla comprensione del marx-isu10. Se oggi si pu? parlare di quest'u]~in1? con più apertm·a cli mente, qualche \lo d1 m-:- 1·ito ya pure dato ai vari Ferri internazionali, che non cape1JClo han offerto iJ modo di l'ar capire. • . . In crrazia anche a loro noi poss1an10 oggi rfron1~re a Lass.alle con aniino sgon1bro del tutto da pregiudizi; senza timore ~hc_ il fa: scino del ron1antico agitatore soc1ahsta c1 p1·enda. Di fronte a "Jni P?ssia~10 con~ervare la freddezza che sepp,;, a1 sr:01 temp1 avere 1\1.a.rx, con in pil1 un più sdluppato ed fronioo senso d'arte. Non abbiarn.o rilegno a confessare che ci.ò che forn1ava l 'am1uiraz:ione dei noslri paclrJ, se1nbra a noi abbastanza àdicolo; e ciò che a loro se1nbrava bello ed aristocratico a noi sen1bra alquanto brutto e voJgare. Sopr~: tutto le forti Linte a noi dispiacciano: gh estremis1ni di questo snob che .rifuggiva da].·lo strino-ere ]e 111ani degli operai cl1e ele1 lnzzava ~1ei co1nizi, 1ne11Lrenon aveva ritegni ad accell;ate un 'annua vistosa pensione da una brutta. e vecchia cont~ssa che aveva difeso contro il marito; ]e jnteinperanze di qT1esto fiJisteo che nel tempo .istesso che sognava di diventare il diuatore delJ 'i1nminente rivolu_- z.ione, consigliava al vecchio pa~re eb1:eo jJ più utiJe invest!m'ento del propno capitale; le clebolezie rli qnest'uomo solo a parole spregiud,icato, 1na che nel suo intimo e~·~i tanto o-reU-oda promettere aHa donna per .:1. quali? \ndava a n1orire di abhirare l_a prop,·ia [ede, nella desiderata speranza di_P?ter una buona volt.a por fine ai suoi ch1elll nvoh~zj'Ol).aricou un 1natrimonio in piena ref!ola coU'an enen:.e figlia d'un dip'Jon1atico: reazion~irio. No" è che noi non comprendiamo la fi_- gura di cp1esL'ebrco quasi russo; 1na è pe1~che non sappi.arno trovarla interessante dal lato del pensiero, la spiegazione del 1:reamholo sjn qni protratto. Poichè per no~ Lassa~le è 1Jiù un problema del cosltune e lelterano, eh~ m1 m,nnewo della s¼l,·ia del pe 1si~o sociaJista; che ha se111pre seguito molto a margine i11quantoc11è 11011lo sentiva e non ]o cao"iv.a. Egfi eTa infaui niente di pil1 che nn democratico. Di più: ]a sua concezione paternalistica cleHo Stato sovvenzionatore del1e cooperative operaie e~ delle organizzazioni sindacali è appena appèna u1nanitarisn10, anche se paludato dei mistici colori della filosofia fichtjana; quanto è umanitarism.o ].a sua fa1nosa << legge bronzea dei' sal.ari », che non a torto il l\1arx fece riSalire al suo vero creatore, al Mahh ns. Ma si veda in ciò un 'espressione della razza, anche se per caso- e per estremi esso un1ani.t,arisn10 può essere agganciato alla con- •cezione " papale» della vita. Chi può dire infatti che non abbiano entrambi origine dalla stessa 1natrice, e cioè dalla concezione . teocratica e monoteista delJa v-ita umana e divina? Certo 111enano entrambi alla schiavill1 del singolo, al Moloch collettivo ed allo stato d'anin10 che da ciò deriva: ragione per cui non è da esprirn.er 1neravigl1a ~e ad un dato rnoo1ento Lassalle è andato incontro a Bis1narck; se il deinagogo di Breslavia s'è 11atLualn1ente Lrovato s1rl1a stessa strada del Cancelliere i111periale. Non poteva non essere tntto ciò da] 1110111ento che ]a logica è H vero fato; e dal 1nomento che non alla volontà individuale erano affidati e il benessere e la libertà,· 111a allo Stato che doveva distribuirli e moderarli nell'esplicazione delle sue prerogative d~ mode1·atore e di pe.dagogo. Si veda pertanto in ciò la riconferm,a . di quanto già il Wei.rringer ebbe a scrivere sulla incapacità ebraica alla vita inclivi•duale e libera; e si ra-vvis:i nella concezione paternalistica lassalliana e bis1uarckiana dello' Stato, l'espressione tipica clell'antiliberalismo e del- ] 'antiprotestantesin10, nonchè la rivivescenza del 1111issionarismo ebraico nel predicato uazionaJisn10 prussiano-socialista, tanto del Bjsmarck che del Lassalle mutualo dal Fichte. Poichè non va din1enticato che Lassalle era prin1a di tulto nazionaltista e che se per noi ha ancora un po' d'interesse l'ha pe1· ciò. Non poteva de] resto non esserlo chi in gio- \ientll scrisse: <( Io credo fermainente che il caso o la Provvidenza mi strapperà dall'ufficio per lanciarmi su una scena_ dove io potrò agire. Confido nel caso e nella ferma volo11tà cli potermi occnpare più del1e Muse che dei libri mastri e dei hrog]jazz·i, più dell'Ellade e dell'Oriente che dell'indaco e delle barbabietole, più di Talia e dei suoi sacerdoti che dei trafficanti e dei ]oro con1Tnessi >>. Queste parole so)10 quelle che nattu·almentc sgorgano dalle labbra di un atlore da natura confonnato al falso e<l ;:d scenografico; tale .infatti fu e rimase il Lassalle lelleralo della politica, sociaHsta per n1odo di dire e naziona]jsta, spregiudicato e filisleo, palen1a]ista e repubblicano, romanti('atnente sognante un regno da donare alla donna de] cuore! Come ta]e, f'ioè, in qua1110 letterato e ro1nantiro, eg·!~amò G-ariha-ldi e l'Italia e s'appassionò <d sno riscatto. Lassalle e Garibaldi. La printa espre~sjonc di sintpatia per 1a no~tra patria egH J"ehbc nel ] 859, nei mesi imn1edialan1cnte anteriori alla nostra entrata in o-nerra contro l'Austrja, L·opusco!o che ù1 qucl.I'occ:asione scrisse: La guerr<t dell'l~alia e il conivilo dP-lla Prnssia; 111wvoce della cleniocra;Ut, ebbe molto succeso e fu n1olt<J discusso negli ambienti politici e rivoh1z·ionari deUa capitale prus5iana. ì\'Iarx ed En:rels ,·i si dichiararono contrari; anzi quesL'ultimo pubblicò un. opuscolo: Po e Reno, nel quale sosteneva tullo il contrario del L. chiedendo che l'Austria a\·esse .avula la ]inea del 1\finc-io per prole~- È utile vedere che i I L. non era come è] Proudhon e come Marx radicaùnente contrario al diritto di successione come tale, ma so]o in quanto il detto diritto nm1 aveva i caralteri di volontaria disposizione del defunto conforme alla religione famigliare ro1nana dei Mani e dei Lar.i; in quanto cioè era una sernp]ice trasmissione di berti. Prima di giungere in Italia s'incontrò a Lugano con_ Carlo Cattaneo. TI vecchio repubblicano federalista gettò molta acqua s1ù caldi entusiasmi del Lassalle dipi11gendogli l'Italia e Garibaldi coi crudi colori della realtit. Ciò n0n ostante volle ugualmente recarsi a Caprera per esporre al Generale il suo piano d'invasione della DaLn1azia e conseguente su1etnbramento dell'Austria che doveva essere il segnale e la conseguenza del moto rivoluzionario che il Lassalle sperava d'iniziare per propagare aJ.la Gern1ania e determinarvi l'unità e la repubblica alla presidenza della qua]e si era già· figurato. Il diniego cli Garibaldi fece sbollire le velleità dittatoriali dell'ebreo di Breslavia. Disilluso ritornò a Berlino, e inconsciamente si 1nise ai servigi di Bisn1arck, n1ediante le sue prediche filosofiche sul Fichte e sul Lessing. Questa della filosofia era ,ma malattia di ritorno, avendo avuta la sua prin1a ma1ùfestazione coll'Eraclito: un saggio che fu molto discusso e criticato quale un'interessante applicazione della dialettica hegeliana, fatta sboccare, dapprima nel Logos universale che fu dal Lassa!Je identificato e col Fuoco e col divenire! IVIiraco]i. d-eU'anima ebraica che si compiace di vago lare nel1'indeterminato ! L' agit;ator e socialista e il pensatore politico. Non sfuggendo arl nna e< fatale>> esperienza letteraria vera e propria colla trag-edia Francesco cli Sich.ing('n, un aborto che 1norì non ancora nato, a] Lassa11e non restava onnai che tenta1·e di lasciare nn 'in1pronta nell'eco1101nia politica e nella storia: !e disf'ipline allora fiorenti; dopo che gli operai tedeschi l'avevano proclamato Presidente delJa loro associazione. Per essi stese "il Progrmn1na operaio, .il documenlo politico forse più in1portante dell'agitatore tedesco, inquantochè in esso ha fissati i tenn:ini program1nat'Ìci del suo socialismo di Stato. SuJJ'esen1pio de] Fichle e jn concordanza con quanto il Giobel"li chiedev,a dopo il 1850, it Lassalle a,-rebbe voluto che lo Stato avesse protetto ]e cooperative operaie 1nediante f-ina11zia1110ntie sovvenzioni, in obbedienza ai suoi caralte1·i edtLcaLivi ed etici. L'astiosa polemica collo SchuJtze-Delilzsch forzò il Lassalle a chi.a1·ire ancor 1neglio il suo pensiero che risultò sempr~ più un 1ni,tn cli panteismo iélealistico e di paternalismo, mirabi11nent.e inL1uadranlesi nella concezione autoritaria bisnrnrckiana e nella sua sfera rii azione, alla quc.:de doppiamente servh·a, in quanto non solo rol suo messianismo assopi1·a Ja resislenza operaia, nia colla s1u1lotta contT0 i1 progressisti (i liberali) .niutan1 il CanceJLiere .a getlarc il dlscrcdilo sulle isLituzioJ1i costituzionaJi. Vad sono gJi scritti - tutti brevi - c~·i questo periodo. I più _-ir11porta11Lsiono: la ~ Risposta agli operni <lei 1862 ccl il suo clis,·orso sulla Filosofia della storù,. poiché nel pù1110 enunciò Ja sna ·iegge bronzea _dei salari, f' nel secondo stabilL partendo dal n1e119 di,w"o: k ep<Jr·he traverc:o ie 'Jliali f- dovula pa~-arr~ f' dovrà rontinuare a pas..<-areJ'uman_ità p~r an·ivanJ aJla "Ua r·omp1f-ta n~dPnz,one. t n{Jt,, d1t• la prima Jr-µ-~,, la fJUa!e daJJ'auloJT i· 5,tat.a enun<·iala in 'f.LIP'.'-to: r, 11 ~alario noJJ d";V<Jabba,'3argj al disotto rli r;jiJ che r· nc,•pr.c,,a1·i(J aJla ..u. ,.<-is.tenza delJ'oper:1i0 r~ della .-,ua fami~]ia ,,, non ;. dJe la paj·; '';-a5i df:I pr~u~jenJ mahlllhiano~ <•ùrn~ebbe a •eri1,(>J·:.di l<, "Lf'S'"'<> "\'farx; mentre Jo ~chema deJJa sua r·onfr-rr,nza snlla Filosofia dPlla .~tori.a ,10n i r-/u; un rimp.aq,, dell'analoga filosofia dello Ife;,el r·on q11ella r·he jl \'Tarx e l'Engels ave- \ ano da non molto mesbo ·nel ]oro Ll!lanifesto dei Cornunù;ti. Di nole-voJe e di diverso non e··( .. r·hc u11 µradualigmo i~nùtO ag.Ji autori del ·\1onifesto quanto naturale al riformlsta ( paternali,taJ La0 salle. C)ui &i può dif'f"" r-he finjs<'.a la sua azjonr· poljljf'a~ pojf'!,i; (JUeJ rhe avveune dopo, eiof'" la sua lra:ti<;a morle in due]Jo per una donn:l. 8i riferi~r·e del tuUo aJla i;ua corr,plessa ps·icologia, 1wr spie;_!are ]a quale ahbiamo serino le righe introduttive di quest'articolo. A conC'lusione noi potremmo dire <;he Lassallc non fu soltanto un easo dj psicoJogb, ma fu Fespress-ione crepusco]are deJ dramm~ dj una generazione e di un 'epoca ancora in1 possibilitata a trovare il proprio equilihr;o in un sistema di pensiero e di vita con.senlaneo aJ suo intimo desiderio; se proprio non vogliamo col Weininger vedere nel Lassalle il dramma d'una razza negata aUa pienei:za vhale ed alla virile Jjberlà. Invero tutta la psicologja del LassaUe ; femminea, quanto il suo pensiero è nelPintimo ebraico genuino: il caso potrebbe servire d'esempio, bisogna convenirne, a chi volesse alla lettera accettare le conclu.sioni del filosofo v:iennese. Per conto noslro non ci µronunciamo per lasciare a"!1ettore la più ampia ]ibertà di giudizio. ARM,\Z-DO CAHl,U. MassoneeriaCarboneria Molti studiosi ciel Risorgjmento si piccarono della ricerca delle origjni della massoneria e della carboneria. IoLesa la 01asso11eria come setta segreta abbiamo detto sop·ra che Je origini delle medesime si confondono con quelle del cristianesimo. Alcuni hanno, tenendo calcolo dei riti della medesim..a, voluto trovare in essa un periodo di setta corporativa~ per considerarla come origine delle corporazioni medioe,·a1i e anche con sforzo violento del moderno sindacalismo. Ci è impossibile qui chiarire (lo fareu10 in un nuovo studio) come lo spirito corporativo (spirito gerarcbjco) sia ben cliYerso dallo spirito egualitario e associati,·o del sindacalismo moderno. L'aspetto esteriore ha potuto erroneamente far ritenere ciò. E ciò sembra confermalo dal fatto che nel periodo mediom·ale le origini della massoneria possono rintracciarsi nelle corporazioni mu.ratorie privilegiate: di q_ue1le corporazjoni famose sotto il nome di nuiestri comacini; ma si tenga presente che esse eran corporazioni conservatrici del simbolisnio misterioso {per 1nantenere il privilegio alle costruzioni edili sancito da leggi. Vedi MURATORI, Rer. !tal. Script., leggi l.J-4 e 145) che originò poscia il pseudo-c,ùto presiedente alle cerin1onie massonfrhe. È quindi cl.alle sètte segrete simboliche che la Massonerla trae origine, non dalle vere e proprie corporazioni di n1estiere che nulla curarono il simbolismo: quelle privilegi.ate: con1e le dette dei niaestri conuìcini, si fondavano su di esso e s11lle pratiche segrete per rafforzare l'autorità 2:erarchica che ne era jl principio essenziale ..... L ~attna]e lVIassoneria ebbe origine perciò secondo il Dito (Massoneria e Carboneria. Torino, 1905) nel 1703 ne1ln decisione della Loggia di S. Paolo in Lo11.1h. a con la quale: <( i privilegi deDa ì\1assoneria non sarebbero sLali d'aDora -iJ1 avanti un diritto esrlusivo dei 1nassoni costruttori. Persone appa1tenentj a qualunque ceto e a qualunque prof essione avrebbero ottenuto il diritto di goderne, purchè regolarmente approYate ed iniziale nell'Ordine>). Questa décisione mutò radicalrnente lo spirilo della società pofrhè essa passava da sètla segreta, o casta chinsa quasi ereditaria, a confraternita con più atnpio respiro e indinzzo; questo però 11011 le faceva abbandon,are il segreto clie per secoli .l'ave\a difesa e rnffo1·zata: segreto che era nna necessità dei ten1pi stessi. La lVjassoneria si prefisse lo scopo de]]a ri1renerazione òell 'uomo e <lena società u111ana ;ge,·olata dalle nuove concezioni filosofi.eh~ de.l tempo. 11 bisoguo cli allargai-e i quadn • dei membri della Confraternita le fece perdere il principio assolutista e gerarchico ch1! fino allora , i aveva presieduto e portò la I\Jassoneria nelJe lotte poUtiche, ove essa :,:i sviluppò enonne1nente attuando i n10Li li~eralori dcli.a società mnana e creatori della ciYilL~1111oder11a. La 111oclernnMassoneda dalrlnghilterra si sparse ovunque: nella prima 1netà del secolo XVIII essa ave,·a logge in tutto il mondo civile e fu quindi in Italia originarian1enle t1·importazio11e- ~tr.an-icra. In que-:i tempi dif- ....

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