LA RJVOI.UZIONE Ul:lERALE CONTRORIFORMA <, concl 11dc - L,i Riforma catl.olica non pql<•raggiungr-re mai in Jt,;,lia, ;;nehe nel 1,0riodo ,, lrirlentino », che risultati p111ll,<,,;lm.oodc,sti. La chiesa riformò con assennata e gi usi.a fermezza tuttr, quello che ·otlc,stava nlla ma giuri.-dizi,,ne gerarchica.. Sln ,:al !;1icatrJ italiano fu pérò uLbirliln ,;c;l<Jnei punti in cui em materialm<mw impossibili, disubbidire. !\111.io Su('kert fu il primo a voler C(Jlnp, nrliare la funzione slo1·ic,1 ckl Fm;('i,;mo nella parola« ,\nUrifor·ma », intenclenrlo che 81',a esprimesse l11lto l'anlir-o spirito nostra no a11loclono <· tradi7,1u11ale,clw <lai G00 in 1n,i si san·iihe sempre manifc,l,11,o cz,mc :-.piriLodi N'cu;ionealle err~i(• 11ILrarnonlRne <ic•,·iv,Ltcdal protcstunt, 0~irno: spirito pro' fondamenlc caLlolico. f1 Fascismo derive 1d1hc, ogg,, da quel nioto spi,·itnalc, come ,., ·1z1<rnae t11ltr 12 manifestazioni della mentalità libl'rnlc e tlcmocralica, che sono la espressione genuina della civiltà nordica e 11,odcrna: prnrlolln ultimo del!,, Riforma lulC'1·am, (J). Scr·,,nrlo il Sucl,crl, Lu!Jem, proclamando il principio della libertà di inLerpretazione rh•lla !3ihbia, f11 I' inizi,Ltnr, dello ~pii-ilo r-1,tic.u rnodei no. Lnkro ..bulcndo coli' in- • tr,'duzione riel conccUo democ.ralic;i nell'òrga.niz:,;azione, della Chiesa, la gernrchia ecclrsiastiea, agitò il popolo contro la forma n,onarcllica dcli' Impero. L11le10 sarebbe, quindi, da considera,-si il profeta della ci- , •'lii democraticei, nordica, anglosàssone conko quella leocraltC8, m·istoc,ratica e catlc I ie-0laUna, ed io questo ~en,o, la l1.iforma , 1 .s."1111erebbc il primo aspetto della mod(.,·nità. Da qui, il contrasto fra le 1mzioni lati111ed,,i mentalità catloJic,.1,e quelle anglo. ,iLssoni, promotrici della Riforma. Col sor- ~c,e della Riforma, le nazioni latine avrebbern seguilo un processo evolutivo diverso da quello ang-Jornssonc ; ripiegandosi su Imo stesse, esse avrebben·o svolto elementi lrn.dizionali del tulio proprii. Questo il significalo dellil, Controriforma, che conterrebbe tutti gli elementi dello spiri.lo italiano. O,g·gi il fa&:ismo attraverso l'opera rivoluzionaria in senso antisocialista, dei! sindacaI ismo nazionale, si collegherebbe idealmente aJJa, Controriforma, come molo di reazione aliJ mentalità liberale e democratica, la cui nilima espressione è il socialismo di origine anirlosassone. .-\nzitutto, è da nota.re che il Suckert. de1·iva la sua idea dal pensiero nazionalista, legittimista, intimamente cattolico, ravvivatosi in Francia dopo la guerra. Leone Daudet nel suo notisismo libro « Le S~upidlei Siè- , • • , 1 r •o e fo CJu.A,-,tn tendenza di restaurazione del poosiero francese, odierno, addossa la colpa di tutti i mali della società modElrna sulla Riforma che avrebbe oscurato lo spirito europeo coli; negazione del miraco,lo e colla deificazione cieli' istinto IJruto~ispirando Rousseau e ICmt, i precurso,ri d~lla Rivoluzione. Riforma. e Rivoluzione sarebbero, quindi, i fat-- t-ori del decadimento della civiltà moderna. L' ideologia del ·moderno nazionaJi,smo reti] ist.a, restauratore, in Francia, è ·perfottamente, conforme alJo sviluppo tradizionale ciel legittimismo, in stretti rapporti col pen- . siero e coll'az1one caltol ica, che nella sua manifestazione più rigidamente dogmatica ed intollerante, si è esplicata n_ella Controriforma.. N~ fan fede le feroci repressioni che si annoverano nella Storia di Francia cnntro le sétte riformi-ste, le guerre cli relig-i(me che si si combatterono accanitamente. 1n ciò ùl Frnncia trova ,riscontro in I5pagna, mentre ambedue si diff,erenziano dall' Italia, dove nè le $elle eretiche attecchirono, nè si ebbero repressioni.f..eroci. La tendenza riformista italiana fini, si può dire, sul •rogo che arse Savonarola, il q.uale si spense, quasi senza rimpianto e non senza qualche motteggio degli umanisti burloni, e fe sentenze clell' lnquisfzione çoniro gli eneii,ci in l!,u,lia, o si limitarono a scomuniche ed alla p!ut-onica richiesta di ritrattazioni o, quando vollero essere più severe, non poterono e<-,.,eguirspier l'ostilità die'll'ambimte. La religiosità e l'indifferentismo, che gli Jtaliani del 500 avevano ereditalo dall'Um~- nesimo e dal Rinascimento, li preservò sia dal contagio della Rifoi,ma sia dalla JJICJrsecuzion~ delle eresie. Le astruse speculazioni religiose non interessavano l'Italiano del Rina.sciment-o, troppo- compreso del cullo della libertà umana e delle cose della natura. Diveirsissima era la civiltà nostra da qnella delle altre nazioni latine in quei tempi, perchè diversissima vi era l'azione c1elfattore religioso,. Impossibile quindi, voler in~0rpretare, attraverso schemi esot-ici, i I noslro svil 11ppo storico. . .. Analizziamo il binomio F<Lscismo-Antiriforma che dovrebbe esprime1·e la funzione storica del Fascismo. Posta la riforma lute- :rana come prodoUo anglosassone in anUtesi (1) e Antirifonna, duu9~1e 1 in senso 11111a:"stic? e ])'lÙ specialmente _politico, nel sen.so c10è cli eumbatl:er'e i1 liberahsmo 1 1a dernocrazaa, 11 socialis{11o che, ultimi aspetti politic_i e _filosofi~i clella 11ivoùuzioneprotesw.nte ... » C061 sp,egava 11 .Suckert il suo concetto 111 un art'..lc.olocomparso 11~1 dehmto , Corriere ftaliano ,. al Rinasci,nc-111,!11,aliano, la Contr0rifr,rm11 catlol,ca rapprefenterebbc, secondo Suckert una lipirn manifcsl,1zione rJrllo spirito n,/ str11no, clcr,vata dagli stessi plrmenti str,rici essenziali del Rinascimento 1!-tliano che• 03gi, si r1lrovcreb1Jcnel f*,asci:;Jn(J. 1 , CARLO AVAHNA Ul GliALTIEHJ LO SPIRITO PIEMONTESE Se la tl,fornn si 1Jppo~c alla 1·,,ncezione religiosa rlc-1 Papato del H.inascimcnt,, d'altrn pa,rte, il pensi(,rn pmleslante n,,~ fece che clabo,,a,·c, nel c-ampo icligioso, il p1·inc1p10 ciel! illur11mata l11Jrrlil dello spirito L'.mano, che fu la più grande conquista delI Umancs11110. L' individualismo, il criticismo e l'upposizione acl ogni dogmatismo Carlo Felice fu r ultimo re piemontes". • !)audacia b,1tlaglir•ra e l'astuzia invincibile in cui ,i vorrebbe rappresentare !'(•ssenza d • d l s u t , tt della cositlelta civiltà nol'fJirn mode1n,1 na- e1 re e , e ecen-0 sa enua in lui per il , ricordo rJoll'unla subita durante il pe<ri<JrJo scc non già rlall11Hif<ll'lllil, 111arJall'11nnne- r,apoleonico. Nell' arnletism<J di Carlo Alsmio, e per esso dal Rinascimento, che, per berlo c'è già tullo il disorientamentr, della primo sottrae l'uomo al giogo di una realtà pl'oviJJcia rii fronte al softio incompr&S<Jdeltrascen<.lcnte, affemiandone la dignità e la la moderna vita europea. polenza. U 1lVere la RifonJ>a applicalo al campc• religwrn il principio clell,i libedà Dal 'l,I) al '65 il Piemonte si sacrificò alche il Rinasci,n,enlo aveva conlenulo nel I' llali.L pu· conquistarla. ,\nt,E,p,,se i De campo unmno e dellit natura, si deve all'.in- Sanclis, gli Spaventa, i Mancini, i b'erra.ra ddferent_,smo religioso degli italiani del ai suoi Boncornpagni, Bertini, B&.lbo,Berli. lC'mpo, 1 q ,ml i pur proft•ssandosi cattolici Cavour conquistò I' Italia, ma gli italiani delle cose clelh religione erano noncuranti'. dal '48 al 'i.iù <Lvevanoc<Jnquistalo e distrutto Durant,e il Rinascimento, mentre da un il Piemonte •• \d unità compiuta il Piemonte canlo lo ,<cetticisrno dilagava e le cose della si _trova privo delle sue caratl,eristiche, prorel,gwne suscitavano i frizzi della, novella pno mentre le altre regioni le hanno accen. rnlaco e della canzone, anche presso coloro tuate. Dopo il Risorgimento infatti si assiche maggiornienLe emno porta~i alla religio- slette a una serie di reazioni locali, dal bris,ta, ,1 _cullo del mondo pagano, promosso ganlaggio al sovversivismo ultrafederalista clall" nevocazione della civiltà classica, at- che ce1·car·ono e sfruttarono tutte le traditraverso lo studio dei modelli greco-romani, zioni antiunilarie delle città e delle provinaveva messo m voga un nuovo idèalo reli- cie. Torino mvece si dovette proporre il g10so:_un tei&mo platoneggiantJe, tendente a compilo nuovo, che Milano aveva già impaco_nc,hare Il mondo pagano con quello cri- ralo sotto l'Austria, di tenere il collegamento stiano. Difatti, nella storia delle lettere che Lra gli istinti africani della penisola e la sono tanta parte nelle manifeslazion( del civiltà europea. .nostro- pensiero, Dante è quasi un solila,rio Se non si liene cont-o di questa crisi non « più eh€<romano od italiano _ scrisse Car'. ci si spi-ega lo spirito piemontese degli ulclucci - lo direste un etrusco ..... l'essers,i timi cinquant'anni. La sostanza dell'enigvent'anni dopo la Commed-ia, potuto com- ma è questo: sussiste un'eredità storica di porre,. ed ammirare il Decanierorie, prova senhmenh e di istinti non raccolta, disprezche I 1de_afondamentale, l'anima di quella zata, che pur continua a pesare sul presente. era sparita, e,ra fugata dalla nazione,,_ De- I valori del Piemonte di Carlo Felice erano ci,sa,menl:e s_i può ,LfJ'ermare che lo spirito la burocrazia e la diplomazia; gli ideali la d 1tal1arntà e rappresentato assai meglio che vita aulica e cavalleresca. La monarchia da Dante, dal Macchiavelli, dal Guicciar- piemontese era stata insieme audace e avadini e dall'Ariosto, che sono gli uomini ge- ra,_ gretta e avventurosa. Tuttavia nel vecnumi ciel Rinascim,enlo. Ed i tratti caralte- ch10 regime 11 culto delle virtù s'era conristici cli coaloro, non so-nonè ]a relig.[Q_sjtà, servato ostinatamente. E' innegabile che nè 1! dogmat1smo, ne l' ossequw cieco ~"-esla-H't<>t.,..,..,..._,>b-i-no--ufl~-&00in<>-suagn~imi i l'autorità costil,uita: tratti che disting,uono dei piemontesi contemporanei, anche se essi invece, la _Conti'oriforrna cattolica. ~e\ que' non rileggono più i _romanzi di Calandra sta, la. c1v1ltà italiana fu estrnn&1 ; qucsl't che ne sono nostalg1oamente pervasi. Del fu opera-s~agnuola: spagnuoli ne furono gli resto Settecento e vecchio regime rammenuomm1 prn rapprese,ntativi. Ignazio di Lo- tano caratLen d_ella terra. ancora attuali: il ~ola,_P. Lain.ez _; cli ispiraziope spagnuola cuHo della pratica _e il disdegno _per le comI 1st1tuto pm un,portante: l'Inquisizione. pl1caz1on1psteolog1che e romantiche. Jl Pie. La Controriforma riveste del resto tutti i monte ha .sempre risolto i suoi problemi carattJe'!'i della. mentalità' spagnuol~, dìsa.r- spirituali con una formula rigorosa: confimonica, dwilista, incapace di associare gli narni le eresie all'estern (Radicati, Baretti, opposti,_donde, come riferisce Unamuno (i), Alfie_ri) e ac_cettare le forme religiose più 1] fanatismo, l'intolleranza.. La Controrifo•r- factl1 e pratiche: il cattolicismo ridotto a ma culmina, mentre la dominazione spa- significare ossequio all'aul-<irità. J tentativi gnuola raggiunge la sua maggiore estensione. romantici svegliatisi al principio del secolo e poùe-nza in Europa. Di conseguenza, ci scorso passarono senza consensi tra le massembra che nella concezione Fascismo--Anti- 981 e tra le stesse classi dirigenti. L'espeririforma manchi il nesso di naturale ,deriva- mento più interessante in materia religiosa • zwne storica fra gli eleruenti c-he vi si com- s_1ha da un punto di vista strettamimte poprendono. La Controriforma, moto religio- ht1co-: ed è la pratica della. tolleranza di so, a fondo romantico, al quale l'elemento fronte a tutte le fedi cui i Principi di Savo•ia italiano fu quasi assente ed assistette indif- si mantennero fedeli sin dal Seicento e che ferente, nulla ha che vedere coli' essenza sboccò nella grandiosa politica cavouriana. profondamente classica civilJeie laica dell' i- Ma contro chi vole&&eaffacciare di questo talianità, che trova la sua espressione ndla fatto un'interpreLazione protestante - che civiltà del Rina,scimento, alla quale, a sua a primo aspetto sembra sedu-cente - bastie< volta, non può neanche riallacciarsi. il Fa- rebbe obbiettare il caratlere rigida.mente scisma, inteso come mo•vimento di pensiero formalistico dell'esperimento: i Valdesi fudogmatico, assol.uto ed intram,igente, parte_ rono tollerati sì, ma confinati n,elle valli cipe l'idea sindacalista sorelliana della via" più solitarie ! E la legislazione sa.bauda li l.Gnza,cli origine romantica anch'essa., quin- proteggeva e li garantiva, purchè non scendi decisamente contraria alla -serenità, alla dessero al piano. compostezza, al senso· della misura ~ dell'e- Questo è lo spirito del vecchio Piemonte qml1br10: che sm10 gli attributi massimi scontroso, e, aspro come le sue montagne: della c1v1ltà_classica greco-romana e ciel R1- diffidente e inaccessibile, ma in fondo connasc1menlo 1lahano. ciliante e tenero verso le questioni di buon Vlad~mir-0,Zaboughin in un suo interes- senso. Non era terne-no eia Riforma o da. santissimo studio (2), dimostra magistral- ardore religioso e infatti Gioberti non vi mente come anche le manifestazioni più ebbe mai - se non in qualche allucinazione schi1ette dello, spirito cristiano italiano fu- popolare, durala brevi ore - la. popolarità rono p1·egne di elementi derivati dal Rina- che accendeva nel Mezzogiorno. Forse i piesci.mento classico e come l'Italia fo,se rima- montesi neppure avrebbero capito le sue sta indifferent,e alla Controriforma catbulica. formule, se Dalbo non si fosse offerto come "Neanche Paolo IV, - scrive Zaboughin - buon interprete. In realtà lo spirito rappreJ'unico ponLefioe che si possa chiamare dav- sentativo dei tempi e dei costumi era per _vero reazionario durante il Cinquecento, molti aspetti Solaro della l\lforgherila .• La riuscì a. fas diventare un po 'piagnona l'Ita- filosofì,t impo,rlala da Rosmini non trovava lia, a cospargergli il c,1,podi o.enere. Dopo, cultori degni di parlecipare alla storia euuna brevissima quaresima il carnevale ri- ropea; la lette,rntura, memore di Alfieri solprende. Si-entra nell'ambiente di un antico tanto per un residuo di aspirazioni ribelli, regime patriarcale pacifico, un tantino ipo- _ si diffondeva in forme di divulgazione, con crila, gaiuclente forse più ciel Rinascimento, tutto lo stento e il pedagogismo impootico perchè assai più raffinato nel godere. Ora, che si sente nell'opera. di Dersezio e, nello invece del modestissimo « palco in piazza» stesso d'Azeglio. vi sono teatri dai macchinari po,rtentosi e Questi esempi cli fallimento basta.rono per dalla. musica squisita; balli e canti carna.- distogliere i piemontesi intell'igenti _dalla scialeschi diventano sempre più dispendiosi letteratura.. La scapigliatura milanese vi· Lrovò s1eguaci cli gusto come il Cagna, vivenle, e dimenticato, il periodo di fiorimento (r) L'Essen.ce de !' Espagne - M. Unamimo. della 1'etleratura a sfondo locale diede un Ed. Plon, 1925. b f tt • N ll p • V ld • (z) S-toriadel Rinascimento in Jta1ia. _ Vl. Za- uon ru o, m ove e e aesi a oslanz boughin. - T1'eves. ciel Giacosa; ma in sostanza tutte le manifE,stazioni finivano per dipendere da.I verismo che Milano diffondeva. oorrompc,ndolo r-r,n le mediocri aspirazioni romantiche di ,m mondo piccolr;-bc,rghese. Il Piemonte era stanco di q1Jesta letteratura e di questi morale e ri1JS<·ai ironizzarle con 5t,,_mchezza decadente nell'opera rJi Gouano. Il fallimenti, dell'eredità alfieri,ma non poteva es-- s~re più sconsolante e aveva tutto il sapore di una disfatta fisiologica come se in sede di cultura r1,,ve55eesserP, ormai pror,rio la rnzza a difr-ndersi dàlla Usi. Non c'era post-0 r,er inn<,valori. Anch& Geme deVf• portar, lontano il suo idealismo uma111tarir1,inquif•. lfJ e quasi laY·iarr• il posto al moralismo più accomodante di De Ami0 is. Pn s-1.pn<' rhe spiriti crJrne Jahier, Ca,;orati, Thove-z, Sibilla Aleram0 S0no pir,m0ntesi bi-;ogna consultarn0 le biografi": sulla vita locale non hann,, lasriat-o traccia., così c"me non éboo efficar:ia ',f; n<Jn ,u pochissimi l'operosità ins!,,1.nr-:ibiledi Gr:if ,. di F'arinelli, pì,:- montesi d'a.dozi,me. Perciò, per ,rn fonom,,m, natural~ si ;., lasciata la letterabir:i. alle signorr• cr,m,, a quelle che potr,rnnr, e:-;=érepiù arla' t<Ja. par. lare un lin7ua,ggio qua.c.:ida. disoccupati, crjn risr,rn,nze r, imitazioni colte da tulle],; parti in un momento storico di deca.clema. Per rinascere il Piemonw cerca "l!n· ,1e-:- Dedica il fervore religioso di c.-ui si era dimenticato doprJ le guerre feroci Mli' alto .\1erJio Evo a e-ostruirsi un'economia e una vita. socia le autonoma. L'eredità del liberalismo cavouriano è stata per cinquant'anni abilità amministrativa, spirito di trasformismo, giolitti:'mo. Senza rlubbio nella figura di Giolitti i piemontesi si erano abituati a. sentfre l'istinto della razza fatto di forza morale e rii superiorità sul1e r.iro:,- stanze. Ma l'avvenire politico della regione pur non rinnegando queste qualità diplomatiche è altrove_ In pochi d,ecenni di lavoro Torir:10 si è trasformata in un centro di grande iniziativa. .industriale. Trent'anni fa era anCl'ra il paese delle piccole e medie imprese, di una scarna e debole media borghesia. Oggi ha creato la Piat, un'azienda internazionale che è stata capace di reggere alla crisi trl!.- volgente del dopoguerra.. E' da quei'ti fenomeni che nascerà la rivoluzione spirituale di questo popolo Yissuto di rassegnaziooe e di mediocrità. Nel secolo scorso non bastò la cultura a svegliarlo. E invece sarà la grande affermazione di un proletariato umile e trascurato, che vuol diventare democrazia moderna, l'origine di una vera cultura e di un vero risveglio religioso. E' tutto il Piemonte ch~_oggi lavora per questa. rivoluzione unitaria, per quest-0Risorgimento. p, !!· PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settemb:ce, 60 i, uscito: GREJRN,O SRllVEfdlfiI O.Al.i PATTO DI ùONDRA AùùA PACE DI ROlYIA Doeumentidella politlea ebe non ft1 fatta 450 pagine - L. 16 L' introd·uzione (p. i-Lxxx, st11dia La cliplo_mazia italiana nella grande guerra e con/lene i seguenti capitoli: I. La n,eu\ralità assoluta. - II. Triplicismo imperialista e triplicismo neutralista. - III. L'interventismo di Bissolati. - ·1v. L'interventismo di San Giuliano. - V. Dal Libro Verde al Patto di Londra. - VI. Fra Austria e fogoslaviu .. VII. La « nostra » guerra. - VIII. Le nostre responsabilità. La polemica e la Ìmpostaziorie dell'inter vento sono così rievocale e studiale a fondo alla luce di documenti inediti. Questo librn del SALVE.,tlNT è la prima storia della politica estera italiana dal i914 ad oggi, Chiunque vorrà conoscere i risultati della critica storica sul pensiero e sulI'opera di Smmin.o, di Salandra, di Bissala/i, ecc., dovrà ricorrervi. Vi sono sfatate le leggende e i lllogh1 comuni del nazionalismo. Tutto il libro poi rappresenta il più serio .e il più meditalo programma della politica es/era italiana. Nari è solo una valu!aziorie di falli del passato, riè una raccolta di profezie: il Salvemini studiando la politica -estera ha di fronte il carattere degli italiani, le risorse e i doveri della nazione. La sufi è sempre una v-i.sione integrale. Il progrcimma di Salvemini fu combattuto con oorii violenza: ora lo si riconosce e lo si arcitta come il solo serio . Il libro dimostra « che anche il nostro paese pu.ò produrre un gruppo di umni:li. capaci di resistere per tempo ·non breve 11ifr minacce dei nemici, ali' abbrmdono degti amici, alle calunnie dei malvagi, allo scherno degli .sciocchi, rimanendo fedeli al eutlo della verità e nlla voce del dovere ». " b'EC!ODEhbA SGAffiPA ,, il ben noto uffido di ritagli da giornali e rivisl~ forniate nel 1901, ha sede ESCI;OSI\'AMKNTI iu. Milano· (u) Corso Porta Nnova, 24.
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