La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 14 - 5 aprile 1925

--. bi _.... IL BARET o . .r'-JA LE EDITORE PI ERO GOBETTI TORI NO VIA XX SETTEMBRE, 60 NOVITÀ DELLA SETTI MhNA G. ANDREANI Quindicinale di lett•ratu. Editore PIERO GOBETT, ,.MENTO Per il 1925 L. 20 Semestre L. 10 Estero L. 30 Sostenitore L, 100 Un numero L. 0,50 C. C. POSTALE Il problema della scuola nel carcere giudi21ano ~bbo1iamento annu• l, 16 E4tere L. U1111umero L. •Il• Preghlarno i rltardétarl di mandarci Il vagll.s, d'abbonamento entro la settimane, altrimenti provvederemo alla rle0osslone mediante tratta 81 11,UltJ,t,t /ton«; ,; p•rt. Q chi 111'1.nd• uaglJ• •f L. ,3 •lred(tore f{>t,dtl • T~,11" Anno IV - N. 14 - 5 Aprile 1925 SO lll Al ARIO: J,. F1som1R: 1,enln • Trazchl - A. SuA11!l1: 1,o spirito e la forza - Vit<t.lloridwnale • ,;. LA'l'RONJC<!: l,ettera dalla Basilica!a - A. GA vA1,u: Per la ,i!o,ma !ribu!a,ia dei comuni Jlisorgimerit• • A.. JleNTJ: Celi medi in Italia - I. G1onoA r: Ca1!1lici liberal I - Polifiti d'oggi: flsqul!h. LENIN E La Rus.sia ha termiDato la s-ua cam.p..1g11.p..rLe~- si<le-uziale, seuz.~ l'apparato delle assemblee dei partiti, dei discorsi radiofo:u:ici, degli scruti nii. Uno dei carniid<ùi era morto: L'altro s'è limitato a scrivere un libro. Quello eh' era ="to ha ,·into. Di conseguenza egli, il morto, ha da govemrure la Russia durante un'altra. Olimpiade o anche di più, mentre l'autore del volume scompare dalla scena· politica. Nella ter-,a settìmana del r924 Lenin la.sciò questa terra; nella terz'ultima settimana dhllo stess•anno Trozch.i ha lasciato i su.premi concili dei Bolscevichi. E a:,s:ì il gran• duumvì.,<a,to che ha stupefatto il mondo non è più. Ma Lenin, sebbene morto, Yive, e Tn::iizchi, sebbene vivo è mot1to, o almeno temporaneamente esiliato a svernare nel soleggiato clima del Caucaso. 1 latti non sono complicati. Trozchi aveva pubbJ.icato un lavoro riguardante gli ultimi mesi precedenti la sollevaz:ione bolscevica, dal titolo : • 1917 ,. Immediatamente egli e iL suo libro furon, attaccati da. Kamenev, Stalin, Zinoviev, Bu:.. kba:r-in, Sokolnikov, e da ogni compars:> dtl partito Comunista. Trasmesso u:n ordine adeguato, i ,'oti di biasimo per Trozchi e pet1 il troz.chismo si accumularono, provenienti da ogni cantone della Russia, e dai partiti comu:ndsti d'Inghilte:rm_,di Germania e degli Stati Uniti. Zinov:iev proclamò Trozchi fuori del bolscevismo, e gli org-amsmi de1 partito, per tutta la Russia, rinn.eg,arono Trozchi come loro capo; il trozchismo, dissero, era incompatibile col lenimsmo. Trozchi n<.JRsi mise nemmeno a ri$p0ndel'~ sin. che capi""" di non potersi far sentire, sia che ne fosse impedito dalla malattia. Che, assai opportunamOllte, la temperatura del Commissario della guerra si stava, eleva11do e non riusciva agli sforzi dei medici di ridurla normale. Tale fu fu fin:e dell'episodio, in data IO dicembre 1924. 11 leninismo non è i! marxismo, ma Padattamen.to del ma=ismo o del socialismo ai tempi moderni e alle pa,rticolari conruzioni d'un paese a<l<lòetrato e preponderantemente agricolo; è il malt"Xismo come vienr riflesso da.Ua Russa; è una ))!l'Ova che il socialismo assumerebbe forme <livense n:ei dh,--e:rsipaesi. E1 il miglicr servizio che Lenin abbia reso alla rivoluzione, che non fos.se stata la sua pieghevolezza e la .sua abilità a adattare gli stabiliti precetti dogmatici s1,Ile contradittorie vicende dei fatti, o addirfttm·a a lioorarsi dalle teorie, i comunisti oggi non governerebbero la Russi:a. Una m~te meno flessibile di quella di Lenin, una mente intransigente oom,i quella di Trozchi, avrebbe condotto il bolscevismo a un disastro. Sopra tutto, Lenin sapeva come si convinco-no i contadini. Un. gigantesco conflitto sta sconvolge:ndb la R1.l6Siad. a quando il governo dei Sovieti s'è istituito: il conflitto fra -gl' interessi dei lavoratori della terrai, classe di cento milioni d'anime, • e gl' interessi e gl' ideali d'un debole proletariato cittadino. La storia della Russ-ia de:i Sov:ieti è CODtesta da una serie di concessioni, che la popolazione agricola ha strappato ai recalcitranti bolocev;chi piuttosto con la sua pesante passiv;tà che roDJ armi politiche. La prima, concessione è l'abbandooo della terra nazionalizzata ai piccoli proprietari privati - ma qui il governo rt.!"60 non ha fatto che dar fi.gura legale e, un possesso non mai interrotto - ; la più grande, quelli che si [l'UÒ consideraire come un'abilissima ritiram strategica di Lenin, è stata la nuove, Politi.ca Economica (NEP) del 1921, che ha permeBS",i la compravendita dei prodotti natu.rali e d.ei manufatti direttamente fra,_ i contadini: e i negozianti privati. Da allora il còmpito dei bolscevichi è stato quello di guidate la nave dello Stato tra la Scilla proletaria e il Cariddi contad:ino, questo presentando i p€1;coli maggiori. Sicchè, l'intero programma industriale del Govern'O non si fond'a, come si dovrebbe supporre, .s-11 gti opera-i, ma su contadini; il problema non sta tanto nel riuscire a pagar meglio gli operai, quanto nel produrre a costi minori i manufatti per i contadini. :t)l"epi rocedimenti economici, nella politica interna, come anche in quella estera, il criterio del governo è dato dalla psicologia del ,mugik,. Per esempio, a Mosca si rifiuta, di paga-re i debiti del governo dello ZaI1se oon in. seguito a. un prestito estero eh.e ne copra l'intera somma soltanto perchè il contadino non si sottomette.. rehbe ad una p:iù forte tas.sazione. L'abbandono della crun}"'gna antireligiosa è u:n'altra mani/eTROZCHI gtaz:ione di rispetto bolscevico alla se1i.sibilità dei oontadiui. La dassc operai.a in Ru.ssla è socialist.a in quanto è parte d'un sistema di socialismo di Stato; la classe de.i contadini è piccolo-borghese in quanto opera su fondamenti capitalistici. Possono, cosi, queste due classi seguitare a vivere, una accanto all'altra, in pace, pc.r un gran pezzo? I leninisti rispondono con entusiasmo : « di certo ~ ; i trozchisti dicono: « ci vuole la rivoluzione penrumente • è il punto cruciale della s-ituazione e ha conti;ibuito più cli qualunque altro fattore alla disfa.Ua di Tro7..ch.i. I leninisti credono che gl'interessi dei contadini e quelli degli operai non sooo incompatibili, e affermano d'aver già formato qu1cllo che Bukharin, cliiama • blocco opera,io-conta.clino , . I trozcbisti noo, di meno i.ns:ist.ono a dire che il conflitto coi contadini è inevitabile; anrzi che, se non scoppia !a rivoluzione mond.'i.ale, e se i comunisti non son pronti a difendersi dall'invadenza dei conta.clini, il g:ovemo proletario soccomberà sott,:, i colpi, delle mass,, rurali. Per allontanare questa minacciai i partigiani di Trozchi meditano, in teoria, la gu.e:rra al sistema capitalistico e piccolo-borghese della coltivazione diretta. L'agricoltura ha da essere, secondb loro, resa prol<ltaria e statizzata, sisteman. dola su la base degli • artel , e del comune rurale. Ma, in pratica, vo_gtiono che per ora la campagna sia sfruttata a beneficio della città, e i lavatatnri dei e.ampi dbventint, sel'Vi di qnelli delle industri.e. -Questa sa..-ebbe la pe:tJDa.Denté , rivoluzione. La rivoluzione non termina quando il partito sale al potere: ha termine quando il governo proletario avrà proletarizzato la popola7...ionenon proletaria, e cioè i contadini. L'~gricoltura esiste per l'industria, e che l'agricoltura debba esser resa industriale è teoria di l>uono stampo marxista. In queste sue manifestazioni, Trozchi è un marxista ortodbsso ; Lenin invece era u,n bolsceviro, in aJtre parole un marxista russificato. Ma su questo pwnto, come su tutti gli altri JYllnti controversi, la differenza tra, i partigiani di Lenin e quelli di Trozchi è differenza. solo occasioria.le. Il benevolo atteggiamento dei leninisti verso i contadini è, oltre che ragionevole, necessario. Il potere dei Sovieti non potrebbe concedere meno al <t mugik » o esigere di più da lui : poichè tutto l'organis.mo governativo e tutto il sistema indlL5triale è un peso che grava sulle sue spalle. Tocca a lui di pagar le spese mentre lo Stato e il proletariato imparano a lavorare e a camminare; a chiedergli di più, ci sarebbe da mettere in pericolo la stabilità del regime. Nè in vero credo che lai politica <lei trozchisti, qu3,rufu fossero al potere, potrebb'essere di versa ! Non si tratta dunque veramente d'una quistione politica del 1925, ma di un prog,ramma per il r950. Di fatto poi, oggi i leninisti sono stanchi dei contadini quanto i trozchisti. Bu.kharin ammette che non c'è un governo degli operai e dei contadini, ma un governo degli operai soli. E Zinoviev, il quale &i sforza di sopravanzare lo stesso Lenin nell'applica.re i principi leninisti, non è secondo e. nessu,no nel tenere il partito fino all'estremo possibile nelle mani dei proletari cittadini, per contrapporre così l'egemonia politica degli operai contro alla p<'eponderanza economica dei contadini. Ma qu.esti dal canto loro si stanno visibilmente risvegliando da quel sonno che cominciò con il servaggio e fu aiutato dallo· 7.,arismo. Da poco tempo in qua i capi sì sono accorti che bisognerà accordare maggiori privilegi p<:1litici alle classi agricole, probabilmente coll'investire i soVieti rurali <li maggiori poteri. Il risuscitare dei sovieti, che sono gruppi democratici privi di autorità, è una prospettiva pericolosa, e il semplice fatto che le classi rurali comincino a lottare per cooseguire. qualche influenza politica in aggiunta alla loro forza economica, è di cattivo augu.rio per il comunismo. I contadini mancano per ora di organizzazione, di capi, e di programma; quando li avessero, sarebbero in grado essi, i piccoli capitalisti, di togliere il potere a qualunque altro elemento della società russa. La , rivoluzione permanente> prevede, e cerca d'impedire, quest'evento. E, sebbene Trozchi è stato violentemente attaccato per il patrocinio di queste idee, esse non sono o,SL-nz.-lalmeute in.accettabili o estranee pc..-,-la bre • ( i), vuol indicare la lezione che i c:c,munisti me.1itc de.i 1.cninisti, per quanto questi le vor- Glranieri hanno da imparare <la.Ila rivo}w...i.ane rebbeni attuare con molta mo<leraz.1one. E difatti Ru.563. Vi fatto si presenta come un atto d'acle stanno attuando anche oggi, ma a un grado molto aunru:quato, poicbè nO'!l hanno furia. IJ fattore •tempo, ba 1nolta importa.w..a in qUC'sta controversi.ai fra Lenin e Tro-.ochi. Lenin era un Russo, un Asiatico; Tro-L,chj, per coltura e ;x:r tem.peramento, è un occidentale; quindi è impaziente. Quando i leninisti magnificano, con ragione, la rLpresa industria'le, Trozchi si lagna della lente,,..7,adei progressi economici. Nelle sue critiche accampa la necessità cli nuovi impianti, di una maggior cooperazione con tecnici borghesi, d'una minor inframn1etterur....anei -problemi cli prod'uzione di comunisti ignoranti. I leninisti scuotono le "-palle, e non, riescono a capire il p<"rcbè di tutte queste proposte, alcune fatte in tono cosi spiru:evole, quando si ottengono tanto buoni risultati. Trozchi è rivoluzionario per temperamento, ma d'inclinazione è democ:ratic-o, almeno fino a quel ptmto iru cui la democrazia JYUÒstare senza le forme parlamentari. Nell' 2SSemblea clell' anno scorso insistè su i metodi, democratici all'interno del pa,rtito: e ora, pare, vorrebbe trasformare il partito oomu.nista dhl suo ordine chiuso e altamente d'isciplinato in, una specie di organismo largo e accogliente, sin:ti.le al , Labour Party , inglese. I leninisti vogliono un partito monoli" tico, assolutista, e non tollerano le interne dif- [erenze d'opi.nioni. La lite fra leninismo e trozchismo, che forse non è se non un'altra fase del vecchio mto, en.. tro l'a vita russa, fra gli elementi slavi e quelli t>ccidentali, è <l'origine remota-. Leni,n e T.-ozchi spes50 si son() attacca,ti a fondo e rabbiosamente nei gion,i dell'emigrazione. Anni'600.o Trozclii scrisse : , I leninisti sono un [l'Ugno di intellettuali che, sotto la guida di un uomo sen= scrupoli, Lenin, tengono nelle l'oro mani il movimento _proletario russo con mezzi nefandi ,, ; dal canto· su:o nel 19n Lenin dichiarava: 11: è impossibile discutere con Trozchi di airgome:nti essenziali, poichè egli è privo dì idee> e in altre occasioci disse di lui eh 'era un vuoto parolaio. Quante diatribe piccine furon dimenticate durante i cinque anni che Lenin e Trozchi, in stretta cooperazione, governarono la Russìa ; però è un grand'aiuto per gli oppositori cli Trozchi che possano riferirsi a una precisa condanna pron,unciata da Lenin. Le parole dì Lenin fanno n.na parte importante in qu'esta controversia. Trozchi le cita per appoggiaa-e il proprio pensiero nel COllfrolllto de' suoi oppositori e questi saccheggiano Lenin allo stesso scopo. Kame:nev e Zinov:iev affibbiano a Trozchi il titolo di mene scevioo; questo medesimo titolo Tro-Lclii affibbia a loro.· Egli li accusa d'aver sottovalutato l'importanza delle masse; edl essi muovono la stessa accusai a lui. La Krupskaya, la vedova di Lenin, mise le cose ai posto quando osservò: e Non 1iesco a rendermi conto se il compagno Trozchi è colpevole di tutti i peccati mortali di cui lo accusano; e a muovere queste accuse si corrono serii rischv polemici. Ma il compagno Trozchi non ha dal canto suo clirjti;, di lamentarsi; non è nato ieri, e cleve sapere che un articolo scritto sul tono delle sue • Le-,Joni d'Ottobre > suscita, per forza una polemica di tono simile >. La lotta fra Lenin e Trozchi ha un sno contnipposto nella lotta che Trozchi ha durato con se stesso. Nel 1903 egli era menscevico, nel 1904 abbandonò i menscevichi per tornarci l'anno dopo. Nel 19o6 se ne staccava al principio del. l'anno, e li segi.ùva di nuovo sulla. fine. Da allora in JX>i, e fino al 1917 quando s'uni ai comunisti, egli segnava il giusto mezzo tra menscevichi e bolscevichi. ma questa è la sua caratteristica, si trovava sempre al posto buono quando sopravveniva una crisi. Fu uno dei capi dell'abortita eppme notevole rivoluzione <lei 1905 e ebbe il timone di quella del 1917; non si può dire lo stesso di Zinoviev e di Kamenev. Essi fanno un gran chiasso intorno alla poco chiara condotta d'i Trozchi e si dimenticano che se mai fu più che riabilitato dalla sua OJlera del momento culminante, quando essi, che s'eran messi alle calcagna di Lenin per qu..in<licianni avanti, mancarono completamente di decisione. Questo • sbaglio ~ di Zinoviev e di Kamenev sta al centro della controversia. La prefazione del recente volume di Trozchi di cui si è 'già detto, intitolato e Lezioni d'ottoctL&a contro K.amenev, Zinovic\.· e de.gli altri compagni di destra che, durante il decisivo semc-stre che precedi: il colpo furtu,~to, s'oi:,ponevano in.sistenU:.--me:ntca Lt:nin e tentavano di dissuadere i bolscevi<'hi d2!1' impadronirsi del potere. Trcmobi assai fondatamente afferma le qui lo sorregge il parere di Lenin) ché la rivoluzione non sarebbe avvenuta se si fosse segnlto il consiglio di Kamcncv e degli altri. E, naturalmente, dal punto di vista comunistico non si può dare. crimine ix:ggivre. K.amen.ev, ZinoviB, Rikof, :\'oghin, ?vliliutin arrivarono al punto di dare le dimissioni dal Comitato Centmle dopo che il governo dei Sovleti era già instaurato, e insisterono su una coafuione coi menscevichi e coi socialisti ri\·olu:dona.ri, tradimento questo ben più grave che non fosse la saltuaria appartenenza di TI"07..chiai menscevichi durante il peri.cxjo poleJIDco dell'emlgrazione. Lenin scagliò su loro i ~\l.Ol fuhn.illl. Scri•Yeva nella Pravda: 1: I com~ pagni che ci hanno abbandonato hanno agito com.e dei disertori ... Ricordatevi, compagni, che due di questi disertori, Kamenev e Zinoviev, an-. che prima del sollevamento di Pietrogrado apparvero come disertori e crumiri, votando ncl11assemblea decisiva del Comitato Centrale, il 23 Ottobre del 1917, contro l'insurrezione. Cada la vergogna su quelli che si lasciano spaventare dalla. borghesia ... Noi non ci sottometteremo agli ultimati di piccoli gruppi d 'intelletuali che di fatto s'appoggiano soltanto sui kornilovi;ti, sui savinkavisti, e sui .-ju.nkers ». Trozchi, in ·quell'ora, lavora\·a a tutt'uomo con Lenin. ,Trozchi s'è magnanimamente astenuto dal riportare queste e altre simili parole di Lenin contro i suoi oppositori, ma, essi non si oon fermati di fronte a mùla nello sforzo di compromettere Trozchi agli occhi del partito. Se si fossero attenuti a segnare le differenze teoriche tra il leninismo e il trozchismo non sarebbero riusciti a commuovere il pubblico, che non ie ~- pisce o le trascura. Fon:;e, in fondo a tanta confusione, sta il C"?.- priccioso, stravagante individualismo di Trozchi. J\..l triumvirato è parso duro lavorare con lui, poichè non gli si volea sottomettere. Trozchi è capace di far nascere una tempesta in un'assemblea e poi di andarsene via tutto adirato soltanto per i1 gusto di mandar ogni cosa a rotoli ; non accetta PfOD.tamente la disciplina del partite, come dovrebbe fare ogni comunista. Si aggiunga l'incubo che gravava sul triumvirato non molto autorevole a cagione dell'abilità, della popolarità e del magnetismo personale di Trozchi e si ,ap:irà perchè mai i leninisti si adoprano a rompere 1a resistenza di quest'uomo. La vogliono rompere, perchè poi egli possa servire la rivoluzione di n.novo. Lou1s FISCHBR [II Fischer è il corrispo~dente della. « Nat:ion.., americana a Mosca. L'articolo è datato: Mosca, Decembre 1924, e fn pubblicato nel numero 3107 della t: Natioo >, '.H Gennaio 1925]. (x) Il sollevamento bolscevico avvenne il 05 ottobre 1917 vecchio stile> cioè il 7 novembre òi quell'anno col calendario giuliano. Lo spirito e la f forza Tant que l'esP._-ritn.'est pas le 1naf.tre de la j{)rce, la j{)rce est fille de la, barb-Orie. Il fa,it voir Na.poléo,, ·mépriser l'esprit, la pen.sée et tout ce qui n'est pas quan.tité, nambre o-u ma.sse. , IdéOlogue >, fait-il; et il l'eì!t dit de Jésus Christ lui-1ne1ne, s'il avait régné en l'an 30. La science seule lui se·mblDit assez abstraite, pou.r qu'il n'eì!t pas à en craindre l'idéologie. En quai cet homme du fait brutal mentre co-mbi,;n peu i! comprenà les puissanci>s de l'esprit: car à Ltipzig, à Waterloo et méme à Paris, l'esp7i, uul a c<>n.somméla- ruine de l'E,npire, l'esprit europée-n, nl. de l'escla'Vllge imp_osé à l'Europe. A. SUAnÉS

b i8 ;,A RIVOLUZIONE LillEl<ALt,; VITA MERIDIONALE LETTERA DALLA BASILICATA :S:ella vii.a poliLica clella peujsola la llasilicat.a <: 1111..'1 ipoLesi. ~ou ave11do caratterisliche defiuile du eunfi1Ji precisi che la pongano in una situaz.iunc <li cfficieute autonomia po1itica, essa ~<.:ne bcni&:>imu come amorfa entità qu.a.ntiiatiYa, per ingYossarc queste o quelle cifre calcolale a soddisfa~ione di piccole e grandi va1tilà. J c.1 i si dic~va : il .}lezzogion10 {; in.te1·amente fa:::.ri.sta, 111 cui l'cspTc-ssionc Mezwgioruo abbracci 1,·a, oltre <..:be rcgioui politicamente oo- ~cicnli, anche la Basilicata. Sotlo questo aspetto 11011 :--i può negare alla Ilasilicata una certa impona111..;.1politica. i\la fra le region.i dei Me--/4. z.og-iu1110(.: quella che manca, più di tuLlc, cli una n1,:.;l'i<:nzapolilica. ll:1 bensì uno sfondo p'.iaLLodi patiiolt.i-smo, di ,·ago liberalismo, pjù p.sc-ud<h•OCialcche: vcramc11te politico, fallo di ,: 11011 lt' '11lrirà » di 1< i.ira a campà » ma difetta cli -qHci rilic,·i precisi c definiti che, sbal7...ando, cu11 111 ggio1c o minore e,·ick:nz..a, sai monolono sfot1do, sPg11ino la ,·era c~istcnJ.,a cli uua co- ::--ci..._·11/a politica. Ecco, per l'appuuto non c'è coscietl74 politica, mancando al popolo basilicatese uu.,1.rcliua meulc"lleche gli pennetta di rice,·crc uno ,.,;sione proporzionala di un fen0111eno, e che gl' impedisca di StFra,Ta.lularc, oltre il consentito, comtmi c.·pis(idi di ,;ta locale. Per tLlta iuvolouta.ria illusione, 11atu1rale, del resto, in ..spiriti abbaudo1rnli a .-;e' :')ttSSi e necessariamente individuali- ::-Li, si lì.ui.:;ce col e.lare il nome di vita politica a ciò che solo rientra nel consueto pettegolezzo e nelle incschine çompetizioui personali. Le manifestazioni, per così dire, esemplificali\'<.:, <li que;lo modo d'intendere e di esercita.re la politica in Basilicata, forniscono un'ameuissima me~c cLl episodi e di aneddoti divertenti. Se ·ne possono spigolare in quest'ultimo periodo. « Segretario politico J « fiduciario • • manipoli • 1< centurie • : belle e grandi parole che richialllano aJla. mente quelle ampie e spesse monete luori corso dell'epoca di Frn.nceschiello, cbe emp1 \·auo tutto un taschino e che valevano cinque «grana». oggi anc.ora esse sono 1a gioia del nostro bimbo che giocherella con esse, facendole n.1.Z.zolaresul pavime:nto, in un cautuccio della cucina. llfa è dunque cosi facile la vita politica? E per viverla basta u.n.a tessera? lE qual' è il g1ido cl 'ordine? Abbasso il socialismo? A Noi? 1'1:t a.llora « A .Noi!», « Abbasso il socialismo! J e , ia per le strade vedove, assoluta.men.te vedove per decenni, di socialismo. E' cosi semplice ed è cosi comodo fru-e questa benedetta politica, tutti tutti possono parteciparvi, Non ci si rimette niente, vi sentirete chiamare « segretario politico 'A. o " fiduciario, e tutti ius.ieme sarete, indovinate?.. un manipolo! una centuria! E poi, la domenica, tutti in piazza ·oou l'abito nuovo e il fiore sul cappello. Faremo gli esercl7,i, canteremo « Giovinuezza • e sfileremo così, con aria marziale, sul sagrato. O Lrepidi cuori di fanciulle, fragranti di fieno c di spigonardo, vilJanelli, che v' imporporate quaudo vedete il vostro « moroso J sfila.i-e in parata, ·vivetela anche voi la ·vita politica, questa. vita politica cosi facile, cosi divertente, su, anche voi alternate i vostri passetti risonanti sui ciottoli del sagrato, nnò, duè ! u.nò, duè ! uno, duèl. .. Quando questa maniera arcadica d'intendere la politit..--as1iru1esta con le competizioni persona.li, la cosa è ancora pl.'ù amena. Jn un comune di Basilicata Jn tale prende l'iniziativa per co.stitui1·e una Sezione - poniamo - del P. N. F. Viene a saperlo un suo uemico che, invidioso della fortuna che attende I 'altro, o della potenza cui sta per assurgere, o timoroso del male che potrà venire a lui su.o nemico, o solo per un nativo bisoi.no di fua.· dispetto, s1 dà ad organizzare un 'altra sezione. Poco impo11:a se &'lauoo no fascisti, purc.hè siaiuo suoi fidati. Ognuno loda la bontà della propria sez.ione, come il ciarlata.no callifughivendolo quella della pl'opria merce. Sorgono due sezioni; si portauo all'approvazione: l'una trionfa, l'altra giura od.io eterno e vendetta nel nome del propiio capo. E quirndi bastonate, liti, cause, un ,·ero beu di Dio per gli innumerevoli avvocati delle pretu1re locali, se ogni tanto u.n'amni- !:ti:ia 11011 spazzasse gli incartamenti ~ questi autentici « reati politici • ! Ma non durerà a lungo neppure il. .. vincente e piazzato segreta.- rio politico! Si accorgerà un bel giorno che ha ;peso troppi danari per niente. In paese ancora 1'icorda.no il pranq.() che offri al fiduciario pmt..anlo !i.i o.T11p:1v:1di politka 1 \'o, 110 ! Jl'iÌl nie11tc politica; venga, v<:uga pw·e avanti il SUiJ rivale ;t fare il segretario politico; egli lon1a~ addio!, egli tor11a a \'lgilare la sua «masseria•· E fra quc.-sli robusti cntu:;ia~mi e quesli pladdi :-,;c<ffamcHli,una famiglia ha vissuLo la. sua L1·agcdfa politica. Le spese per il pra11Y.()del fi- <luc:i:u·io co.-;.tituirauno un rico,·do tremL-i1do per t11tli i discclldc,1li di sette gc11C1·azio1ii.Per quanti an11i :i.ncora quella famiglia 11011 si 0CC'Upcrà più di politica? A creare cd a ril1sal<lare questa situazio11c <li isolamento politico ha i11dubbia111cutc concorso 1' cstrc-mo isolamento a.-onomico e sociale nel quale si è sempre trovata e si trova la Basilicala. Scarse le vie di co111t111icazio11eche pcnnetta110 l'incedere della civiltà, lalchè u.clla popobzione <li Basilicata ,·i so110 m1111<.."l·os.issime persone che non han mai visto un tre110, w.ta sta- ;,;io11efenuvioria, uu'aulomobila. E' da meravigliarsi se la loro mcutalità e i loro sistemi di dta si souo :-tlTcslali all'età dei trasporti a dorso di malo? In,sufficcnti e male attrezzale le scuole, l'l1e p11repennettcrebbcro di n,·ere u11'aipprossimaLi,·a idea caleidoscopica del 11101H.loche si agita di là dall'orizzo11le. Misere le c011dizioni economiche, p1·oporzionate allo scarso tendjmento deL h ten-a e ljmilale dalla stciilc avidità del rispannio. Così si d ,·e in un'atmosfera speciale, siochè:: a momenti si l1a il sospe.llo che tutta. la regione sia esclusa da og_nj mo~11nento terrestre cli rotaz.io11e cti rivolnzione, ferma, tcrribiltnc:ntc ferma come le stte paludi sature di feb1Yre. Si capisce come la vita politica che si spiega ill quest'atmosfera sia di tm genere affatto singolare. E sl caplsce a11chc eo11 qualj criteri si giunga all'apprez7..ame11lo cd aJl'i11terp1·et:azione di quella che invece si svolge altrove e cli cui si ha noti;,,ia att.r'averso i giornali. Gli avven:i111e11tidi cui giu11ge l'eco s-i 1/idu'couo, si rimpiccioliscono, si inquadra.no, insomma nei limiti d'ella mentalità locale, tigida, inelastica. unità di. mistu-a di 0~1i fenomeno sociale, anche dei più vasti e comp1i<:2ti. J l p-rimo passo per giangere ad' runa. visione politica ·più lata è quello d'i riportare il concetto di lotta politica al suo sign:ificato più proprio ed originario, sottraendola cioè ad ogni visione personalistica e facendola poggiare invece su motivi prettamente economic:i. Occorre favorire, quindi, il sorgere di partiti cU massa, su salde basi economiche; determinare così la lotta cli classe, che, dando una individu.alità precisa ed accelerando il definirsi delle classi sociali, getti le fondamenta e costituisca i tet'lllini, gli estremi eterni di ogni bene intesa lotta politica. Quando l'elettore <li Basilicata cosciente del. l'esistenza di problemi generali che sopravvan-- • zano e dominano quelli particolari e personali, potrà spostare questo suo ragionamento : « Io di> il mio voto al partito socialista perchè il candidato è Tizio , in quest'altro: • Io dò il mio voto a Tizi,; perchè è il candidato del partito socialista », allora, e solo allora si &.tranno realizzati in lui tutti quegli elementi di valutazione politica e sociale, cbe costituiscòno ap-- pu,nto nella loro somma ciò che si chiama coscienza politii::a. ' Evidentemente un tentativo di educazione sociale e politica ntl senso 'indicato presupporrebbe già in atto llll risveglio economico effettivamente inesistente in Basilicata. Lo stesso complesso di problemi economici e sociali che va sotto il nome di questione ·,neridionale se ha forniito scarso alimento a personali manifestazioni politiche e culturali eia parte di pochi deputati 1 e studiosi 1 non ha ancora trovato la formulazione più appropriata per potersi risolvere in effettivo vantaggio per la Basilicata, sia dal punito cli vista economico-sociale, sia - tanto meno - da quello politico. Tutta via la questione meridionale - anche pe1-chè par giunta l'ora che essa esca dalla sua fase di foi-mtilazione dottrinaria per risolversi in un 'azione - potrebbe essere tllll efficace inizio per un movimento di riscossa mor·ale e politica dei popoli meridionali i111 genere e di quello basilicatese in ispecie. • Bisogna però che i problemi meridionali dive11tino intima e <liretta aspira7.-Ìone del popolo minuto del popolo agricoltore e bracciante. Bisogna 1 che essi diventino l'intrinseco impulso per u:11:'azioneche appassioni e trascini il popolo, non più l'appello estrinseco e dotttin.a.rio che al popolo nou giunge e che non può nel popolo detern1inare alcun moto di rinnovamento. Occorrerà quinicl.i semplificare la questione, volgarizzarla, liberarla di ogni elemento estrinseco e dottrinario; fissare ('bia.ramente i termini per un'attività pratica di fronte al governo; i,nquacLrare, insomma, la questione in termini compirensibili e divttlgai·la con metodi diretti, che giungano, semi.a essere demagogici, vlndale, e poi i mortaretti, la fanfara, 1a bicchiei'a.ta ai musicanti; tutto, tutto a sue spese. Spera.va che il fiduciario non avrebbe « fatto nomina1'e II a p·residente della Congregazlone di Carità il suo rivale, che si vantava di « tenere la nomina in tasca» ; ebbene, lo credereste? La nomina gli era giunta lo stesso. E intanto, chi , a toccare il cuore e la passione del popolo meridionale e basilicatese. lo iimborsava delle spese? No, no, il fiduciario non aveva fatto le cose giuste. Una truffa da far parlare i giornali, senza contare gli strilli della moglie che aveva fatto già da gazzetta in tutte ie case del paese. E intanto gli affari, in campa= andavano a catafascio.' Il massaro lo rubava 0 l~ mucca ei-a scappata; un mulo si el'lfl aw..opp~to; la tosatura delle pecore gli aveva fruttato poco. Si capiscè, senza di lui che tnCosl, mentre, come fine diretto ed immediato, si potrà forse dare nna soluzione ad un problema che tischia di diventare per sempre un. fossile sociale ; si tenderà, in via indiretta a determinare UJll salutare moto nell'atmosfera politica del Me7,zogiomo, Son due fatti come si vede, che - a bene intendersi - a~mettouo una soluzione unica. La questione meridionale, penetrata nella coscienza del popolo, può e deve essere insieme la prima determinante e la principale derivata di una lotta politiaa. nel Mezzogiorno. ETTORE LATRONICO Per la riforma tributaria dei Comuni• Ln. sempHce sguardo ad un b-ilancio romunaJc rcnrh• di colpo chiara J'ent.it.à finanziaria dei triÌJuti 1r..ig-atidai cilla<lini ai Comuni, sotto le diverse fot'me di imposte e sovraimposte dirette reali e sul recidilo, cli imposte iuclirdte per daz.i od allro, e di tasse afTc."rc."11ti o non afferen.li a servizi 1n1bblic-i, Es-~i Ldbuli rapprcsc..-i1tano sempre non meno del 75 'X, delle e11trate comunali, tenenclo prehcnt.c che. il solo dazio consu.m.o va quotato per più della mclà. Le voci che danno un più ampio gcllito so110 oltre le sovrimpc6t.c sui terreni, sui fabbricati e sulla ricchez.za mobile, l'imposta di famig-1ia, quella ~ngli <."S<:fcizie rivendite, sul bestiame, cd infine il dazio sui cons.lUl1i. Non tutti questi l1 ibuli av<:vano l' impmi:anza che hauno attualmente primo del Decreto-Lc.-gg<: 7 ,\prile 1921 n, 374, che p<cr g-li er,li loc:ili fu la manna pro,·vi<k:nziale. E' noto che cc.1J tale Decreto furono allarg-ali del doppio i limiti delle due sovraimposte tradiz.iouali dei terreni e dei fabbricati, mentre fu co11ccssa la facoltà di sovrimporre sulle aliquote statali della ricchezza mobi1e e dei profitti di guerra, nell'istesso tempo che furono ele,·ale le aliquote di altre varie minori tasse precedentemente esistenti, ed altre pure minor-i furono cli 11110vocreate. ' Emettere il sopraricordato decreto-legge fu più che necessario, <lovc-roso, poichè gli Enti locali dopo il surm.euage a cui furono costretti dallo Stato durante la guerra, versavano in condizioni economicameute disastrose. Oberati <li debiti e di mansioni si tro,·avan ridotti a dover far fronte ai loro impegni o colla sistematica accensione di mutui (molti Comuni provvedevano alle spese ordinarie con essi!), o col sempré più eccessivo inasprimento dei clari e delle tasse di famiglia, sul bestiame {nelle zone agricole) e d'esercizio, e sulle are fabbdcabili e sul valor locativo (nei Comuni cli prima e di seconda classe), che andavan generalmente ad incide.re tanto lo scarso reddito çli categorie mediocremente ricche, quanto la indigenza delle classi più misere. Col decreto-legge del 7 Aprile 1921 si può dire che è incominciato il risanamento della finanza locale, la quale ha aumentato di proporzioni tanto nelle entrate che nelle ttscite in modo- spdtacoloso, sì da impressiona.re non solo i profani, ma economisti di alto valore, i quali evidentemente si sono cLimenticati di valutare le ·partite a moneta svalutata; poichè avrebbero sùbi.tò visto (all'infuori che lo spirito <li parte non avesse loro fatto ,.-eJoJ che le spettacolose SOlllrne del r921 sono proporzionalmente identiche a quelle del 1913 e. 14 tanto nelle entrate che nelle uscite, quanldo proprio non gli sono inferiori. Una prova della verità di quanto asseriamo le si potrebbe avere nell'esame degli odierni stipendi degli impiegati che ragguagliati con quelli del 1913-14 sono proporzionalmente iuferiori a motivo dello sYiluppo della carta-moneta nei confronti della, moneta am-ea. ::'1ella consapevolezza dei necessario consolidamento dei bilanci degli Enti locali e nel doveroso desiderio d'iniziare finalmente la tanto auspicata riforma tributaria sono stati formati i successivi a:ecreti-legge del r8 novembre r923, n. 2538 e 3 dicembre 1923, 11, 3o63; seguendo la falsariga che precedenti uomini poÌiti.ci avevano tracciato. I voti dei popola,i formulati da Luigi Sturzo in seno alla Sottocommissione reale il 12 Agosto 192r e da essa approvati, trovano soltanto ora applica7ione, dopo un quadriennale so11110 in fondo al cassetto. Coi decreti-legge sopracitati l'aliquota della SOvraimposta comm1-alc Sulla tassa di ricchezza mobile viene limitata al 5 %, mentre si pToibisce di continuare la sovraimposizio11e stù redditi di guerra. Vengono inoltre abolite le tasse di famiglia (D.-L. 30 Dicembre 1923, u. 3o63), su,! valor loca. tivo, di esercizio e rivendita, sulle ar'ee fabbricabili, e di soggiorno. A sostituire le tasse di fa1niglia e sul vaJor locativo ,;iene istituita un'imposta sul reddito c011smnato a,;ente lo scopo di colpire la ricc;hezza, prendendo quali indizi cli essa le vetture di ogni genere, i cavalli non destinati al lavoro, i domestici, i cani di lnsso, i pianoforti, i biliardi, l'abbonamento e la proprietà di palchi e poltrone nei teatri, ecc. E' in certo modo WI duplicato di altre tasse comunali già esistenti su.lle1 vetture, sui domestici, sul besiame, sui cani, sui biliardi e sul pianoforti. In confronto alla soppressa tassa di • famiglia ha i difetti di essere più odiosa e fiscale, e meno redditizia. A sostilui1"e le sov;ra.impostc sulla 1;cche:1.,za mobile e &ui profitti di guerra e la ~ssa di eserciz.io e dvendita, viene istituita a favore dei Comuni la i111iposta complementare sui redditi superiori alle L. 2000 da applicare a « chiunqae eserciti uu 'industria, un commercio, un 'arte od un.a pcr-ofessione•, accordando alle provincie la facoltà d-i applicare un'addizionale che non dovrà superare l'aliquota cieli' 1 %- A completamento di questa imposta viene in aggiunta istituita, nn.'l tassa annuale di patente ~ carico di chi eserciti w1 'industria, un commercro, un'arte o una professione per cui non possa essere assoggettato all'imposta sulle industrie e i commerci e le professioni, perchè producente un recL dito inferiore alla quota cli L. 2000. Questa tassa è in certo modo un duplicato della tassa sulle insegne e come essa di scarso gettito. A sostitufre l'imposta sulle aree 1abbricabili \'lt;nc istHI.Ut--:iun'imposta. di manute.n7jone stradale avente lo scopo di colpire quelle industrie r.·he in cHpenden.7.adell'esc..·rcizio del loro commercio, producono un deterioramento al] • :,trade; rnt.-ntn- a <;r,stjtuire J 'impo.:.;ta.sul val.on; locativo ,·iene istituita l'impoota chiamata di miglforla c·hc ha lo scopo di colpire il maggi,,r retldito risultante rlag-li stabili in grazie ad 01x:rc pubblich<- <::S<:guitcdal Comun.e, abbian,_• ricr•vuto 1111 miglioramento. .\ -,ostituirc in.fine la ta..s~a di soggiorruJ, \..;tne data facx,Jtà ai Comuni di elevare la tassa su.gli <.~rc-iz.i di rivt--ndit;i. di lx.-'V'andealcoo;j, h<· <: vi110sc fino al y, % ciel valor IIx:ativo f'--ll'eserc1zio (pt."T le bévande alcoolic-he) e dd 2') ., per le bevande vinose. !'..ll.1(::;lc d.hp<_;siziouj non sono state ancora applicale poiché i migli0ri pubblicisti cieli m,,teria e g-li linti interessati essenclo stati concordi nel clc.~1unziarc,lo scarso gettito delle nuove imposte nei ,confronti di quelle abolite, hanno indotto il .\1inistcro a diffc...-rfrel'appli<.:az.ione al f~c-nnaio elci 1926, dopo il qual term'ne quella che ,·,,nside:rata la riforma tributaria fasci.-;ta ,.1c:g-Ji Enti locali dovrà avere sc.-nz'altro attu.azion•·. \."edi j] R. /J.-L. 23 maggiq r924, n. 759)- lA ', -·- di famiglia, sul valor locativo, sugli e5krc.:izi e rivendite, son.o mantenute in ,·ig.ore ~inr., a· v Dicembre 1925 com.e si è detto, colla sola differenza che le aiiqu0te delle tasse di famiglia ,- sul valor locati ve vengono ridotte di un quarto allorch~ sono applicate assieme alla complementare che le dovrebbe sostituire. E' poi portata l'aliquota della tassa di patente al limite massimo dd 3 %, clall' 1 %• che era. Anche questo sino a llù11 oltre il 3r Dicembre 1925. 'Giunti-a questo plUlto noi dobbiamo chiederci: la ,iforma tributaria voluta dal :11:inistrc ,!~ Ste. fani risolve sul serio il problema della •ic'htruzione fina.n,,jaria degli Enti locali o non piuttosto l'aggrava ? ~oi rispondia.Jno settza reticen7..e di no. f>oichè, a parte il minor presunto gettito, a noi ~mbra che il fiscalismo delle' nuove imposte sul reddito consumato, sulle industrie, i rommer6 e le professioni, non possa non far pen.50.Tecon nostalgia alla raziona1ita dell 'impc,sta sugli eser,.·izi e ri- ,·endite che aveva per lo meno il merito di rispettare l'economia comunale, cli essere oggetti va e di non essere eccessivamente coast.atrice. Non parliamo poi dell'imposta di manutewione stradale per nulla razionale e giusta, poichè il maggior cadco di es.sa sarà destinato a cadere sulle industrie pesanti, che non sono di re~ola le più redditizie e da cui è logico derivi un ,·e-spaio iutermìnabile di contese fra gli Enti ed i contribuenti per la ripartizione degli oneri e delle spese. Un'imposta lodevole è in.fine quella cli miglioria che sostituisce quella sulle are-~ fabbric;cbili; allo stesso modo che lodevoli sono gli inasprimenti delle tasse su.Ila rivendita delle bevande alcooliche e vino.se. Ma questi piccoli meriti non possono farci accettare la progettata. riforma che- è contraria. non solo agli interessi, ma all 'autonc:r mia dei comlllJ.1. Per risanare le finanze comllllali è necessario svincolare gli Enti locali dalla pesante tutda dello Stato, per ridonar loro la primi ti n1 e glodosa auton01nia che non de,'essere ·politica. e gitìridica, è inutile dirlo 1 ma finanziaria esciusi ,·amente, meglio, tributaria. Un ritorno puro e semplice alle vecchie id,e;e del Wollemborg (sottoscritte da Son!lÌno e da Bonomi) si impone: ai Comuni dernno fin.,1mente essere devolute le imposte reali, ed allo Stato lasciate quelle pe.i-sonali, poichè così ,·ogliono la ragione e la giustizia E' n€cessario che la politica tr:ibutaria. lni1j1ta d9po il 1902 coll'apertura delle cinte daziarie ,·enga allargata e approfondita, nel sen... c;..o che ai Comuni vengano gradata.iJ1ente lasciati i tributi della propdetà immobiliare e fondiaria, che possono, meglio dello Stato, controllare (questo ~i dice anche in considerazione della necessaria lentezza colla quale pcr-ocedono i lavori LÌi at-cLrtamento Catastale: r6 provincie Stt 72 in 40 anni cli lavoro pagavano - pnima della decret.1la mo!tiplicazione per quattro del red,lito - le imposte in base al nuovo estimo; ed a quest'Wtimo vengano devoluti quelli riferentisi alla ricchezza personale ed ai consumi; in considerazione anche della diversità delle loro funzioui: che sono p:.r1:ico1lri e locali quelle degli ani (i Comuni) e: g-cncsali ed estese quelle dell'altro (lo Stato). Siano inso111111.a l sciale ai singoli Enti le ma•·~ioni ehe ~no nella 101·0 natura e nel loro car.;.th-r , col1'avocare del tntto ::ii Comuni ed agli dtli Enti locali quanto si rifelisce alla vita am ìinistrati,,:a delle città, e col deYOlvcre allo St to ed ag-li albi minori Enti politici che esistono o elle eventualmente avessero a sorgere (ProYincic, Regioni), quauto si riferisce alla vita pl', ica, militare, igienica e ciYile dei cittadjni. Solo in tal 1nodo noi pensiamo che si potrà parlare d'autonomia, e smettere u.ua buona volta la JX>litica dei cerotti che da lungo tempo vig·e nel campo della legislazione tributaria. ARMANDO CAL\J.,[.,I " b'EC!ODEbbfl StflffiPA ,, il ben noto ufficio di 1itagli da giornali e riviste fondato nel H)OI, ba sede ~SCLOSIVAtrENTE in Milano (12) Corso Porla Nuova, •~-

bi U. P. IV(Jì.()7.ION'E Lll!ERALJ RISORGIMENTO ointi la Germania, dei vi:ncit()ri lo FrancilJ e l'Inghilterra. CETI MEDIIN ITALIA !11olio si Ì' parlato di celi 1,,,.di nel recente 1 ongres.sr, degli Unitari: fidarsi dt questi ceti, diffidarne? captarli, respingerli? fondersi ron essi, assorbirli? è stato u,, argo- ,r,ento r-lte fv /rollato di proposito ; è stato un 1lr!lo111ert1c0he fu presente al pensiero di 1/J;t/i .'!li oratori, anclte quando espressa- ,,n.,•r,/eessi. porlai·ano d'altro. E si capiscr che /(I q11e.,li0111paù; agli un-ilari irnporta11te: ,' in.,011,mo la questione della borgh,·.,-ia: s(lrÌJ'luesto bMghesia con _qlioperai oryr,nicc:,n/i dagli Unitari o sarà contro di C."is-i? /> sr• conlinul'rà ad esser Loro, in massi11w.parte, contraria, potrarmo questi operai rla sÌ' ri/ecarsi e farsi strada? e se larga prlr/1• di r1uesla, borghesia s'accosterò e si fo11dnà con gli 07,erai, potrà l'elemento op,•rrtio dif,,.ndersi dal/' assorbiinento, e ri- ·11,r1r1seer stesso e dar lui ancora il tono ol pnrlllo ?. L' 1:tr,nw tonli,Clllo: ;1on poter vivere SP11cadi-lui, no11poter vivere con lui. S'avverlr• che "nròra 11elmondo, o almeno in lialio, la rfri/t,ì d01;1inanle I> civiltà borghese: .si ,e11teche oncòra per un pezzo l'ulli111,11 1,arola rhi la dirà sarà il celo medio, la borghesia. 'li a pur essendo d'accordo con gli Unitari 11e/ rir·onosrere a questo ceto medio, e a 1uesta borghesia,, t' importanza che gli spf/1{1 - anci essendo a questo riguardo più flJJ/l(·iti di quanlo sian stati al congre,<$0gli Unilriri - noi 1wn sianw d'accori/o con essi sul modo di porre « in ltalir, ", il problema dei rapporti fra proletariato pol,tic-c; e ceti medi o classi borghesi, i1N gli 1 • i,ilmi il problema pare che sia staio questo: dato l'esi.stenza e riconosciuta { impor/anca politica dei ceti medi, il prolcl'1riato che conteqrw deve tenere nei riuardi di questi ceti\ medi? Per noi invece , problema deve essbre un altro, deve esse 11uesto: in Italia,_t!,ell' Italia nostra,_nelr I. dio dal '700 in q,\a, esiste, con fiswno11,ia·sua, una classe tui. spetti il no,ne di c/r,.,., medi,;, di borg!t~sia? Pusta còsì la questione - la quale, evi-• de'n.temente, deve essere pregiudiziale ali' altra così cara al cuore degli Unitari - noi crediamo che essa questione debba esser· risolta negativamente: l'Italia nostra non ebbe nella sua breve anemica sto,ri,a,e non fia tullavia, un ceto sociale individuato slabi_leautonomo, a cui si possa dare, nella storia è nella politica, il Mme di ceto medio. il nome di borghesia. S' andav'll form,mdò da noi, sia nel NOTd sia nel Sud, lt-ntamcn/e e faticosamente, una classe cosiffatto nel beato tempo che succedette alle gve-rre di successione, nella seconda metà del '700: gli avvenimenti che seguirono in llalia rutl 1796 al t86i turbarorw /orzarono esaurirono questo processo di selezione· socialR: l'Italia nacque, nel modo che alt' ingrosso si sa, senza che avesse un celo medio, una borghesia autentica, per rnette'l"la al ,,wndo allevarla e proteggerla. Se in lt0r • lia r·i fosse stata nell' ottocento una auten-· tica borghesia, questa avrebbe saputo da sè, con le sue vittorie e senza l'aiuto straniero, rendere indipendente il suo paese ; da sè avrebbe /rovaio per la sua patria riconquistatrl l'unità vera, l'unità interna e durabile, invece di quella retoiica riv1lata dai profeti diwrmati o di quella b1,Urocrat-iciampo,sta dfli principi armati; e, quel che più conta, 11011 si sarebbe ridotta a rinunziare, per tale umlà e indipendenza, alla sua libertà che doreva essere per lei l' unica ragione e mardera di essere; avrebbe saputo, insomma, per conquis1arsi il diritto di dominare e di csislere come classe do1ninante, fare la sua << rivoluzioni• liberale )), la sua cc rivoluzione bor!Jhese "· E poi, arai.o, ad ogni modo, sia Jnfre co1'/fl' elargizione di un principe e cOTnedono di pochi illusi, una qualsiasi li/Jertà, di questa libertà si sarebbe fa,tta degna, l' ai·rtbbe consolidata, estesa: si sarebbe, venuto il mmnento, 71er questa libertà. fatta tutta amnMlzzare. Invece si sa bene cOT11e siano andale le cose nel passato -più recente e ·u,eno recente: si vede bene che governo abbia fatto quella pseudo-bo,rghesia di ques/o retaggio liberale, in cui doveva per 1essa ritls.,umnsi la vita sua e la vita della patria siw. Nel dopoguerra - che fu esso, non il periodo di guerra, la prova del fuoco per gli Stnti moderni, per gli Stati'liberali - o combattenti o neutrali, o vincitori o vinti, resi,tito hanno quegli Stat~ che avevaM, bf'/ll) e form1.to, cosciente e autonorrw, tcn c,,10 medio vero é autentico: crollati fono q,u,.1-tiStori che un tale ceto non avevano o avevano troppo scarso e troppo recente. Lt1 Russia demo-liberale di Kerensky è crollatu, così. Che fine abbia fatto l' Italia derrwliberalP di Giolitti di Orlando e di Salandra /asr.io dire o/l'intelligente lettore; il perchè di tale fine lo dico io: perchè tale llaliri non aveva la colonna vertebrale di un ceto medio antico ed educato, ca,me l'ebbero déi t . . . Un. ceto medio, una bo'l'qhesia moderna merilevole di tal nome, come classe politica autoMma, 'in Italia dunque, finf/ "ieri, non esisteva: la catastrofe dell'Italia come Stato liberale è dovuta a 'fUesta nostra fatalissvrna deficienza sociale: un'Italia liberale non risorqerà, o non sorgerà, sinchè non ci sarà in Italia una classe media, che abbia consapevolezza di questa sua consistenza sociale, che abbia capacità mMale e tecnica di C{J(}n]Yielrae missione che nelle moderne dl'mOcrazie spella alla borghesia. Se questa classe non è esistita in Italia fino a \eri, esiste essa oggi? esisterl,, domani? Rsiste. Esisterà. Questa nostra classe media, questa borghesia vera ed autentica, è il proletariato industriale organizzato e facente capo, per ora, ai partiti socialisti italiani. Nello Stato liberale moderno quella che col Machiavelli JJossiam chiamare « la guardia della ti bertà,, è posta, pe1· definizione, nella borghesia. Nella latta contro il fascismo, da quando la lotta s' è venuta far·e·n.{f,opiù serrata, ed il fascismo è rrwsso smla rispetti alla conquista della bandiera, l'ultima e aperta resistenza, -nel silenzio e nello sgomento degli altri oppositori, gli è stata opposta dagli operai organizzati: sciopero della Fiom e congresso Unitario: il zrroleloriato politico italiano s' è conquistato sul campo i suoi galloni di borghese, o, se preferisce, di ceto medio, o, se vuole meglio, di celo dirigente d'una democrazia rrwderna. Non faccia il ritroso : è salito di grado : non è più il quarto Stato, è esso il terzo· Stato: ieri niente, dornani, se vuole, tutto. In questa Italia, povera analfabeta e disorganizzata, dove volete che sia il ceto medio, se non è quello che io dico? Un ceto abbastanza omogeneo, relativamente colto, non più miserabile econom§camente, esercitato nelle lotte politiche cOTneè codesto pro. letariato politico, la volete ancora relegare fra i ceti umili, fra le classi abbiette? O è retorica, codesta, o è ignoranza o è pigriz-ia. All'infirrw della scala, quarto o quinto Stato, adessi ci metteremo le plebi analfabete del Mezzoàì, e, se mai, le pfobi diplomate e àddottorate degli apolitici della bassa burocrazia; al somrrw, 11erriconosciuta prepotenza economica e politica, i feudatari, i « principali ,,, con tutti quei loro sudditi della pseudo-borghesia; in metà chi ci deve stare? chi se non il nostro prole'tariato poliiico ? * •• Risolta così la questione, pare a me che quel tal problema dell'alleanza del proletariato politico coi ceti medi sia un problema anacronistico, un problema che oggi non ha più ragione d'esser posta. « Il ceto medio sono io - !'empire c'est moi ", può dire il proletariato, e dedurre di qui le conseguenze. • « Ma: di quei ceti a cwi - convenzionalmente, e sia pure a torto, si sèguita a dare il nome di medi (intellettuali, impiegat;j, professionisti, ecc.) che cosa farne politicamente - persisterà a domandare qualche Unitario - cercarli, respingerli? ,,. Niente, non curarsene; quarto stato, res nullius ; tornàte forti, tornero:nno anche quelli, se ci tenete ; ma meglio non tenerci; son destinati a sparire come ceto per sè stante: a si arricchiscono e allora vanno a finir coi nemici, per forza; o il carovita li strema e allora saran più in basso di voi ; e se rimangono quel che S07!0, corpuscoli - staccatisi dai maggiori astri gravitanti negli spazi, della vita politica italiana, voi vedete bene che non conteran mai più nulla: lagrime di S. Lorenzo che fanno un pò di luce, un attimo, la notte, in cielo, e poi non lascian traccia alcuna del loro· passare. E voi, o nuova, o prima, borghesia italiana, non curatevi troppo di alleanze e 1i compagnia: fate la strada vostra, e che sta per il bene vostro e per il bene d' Italia. AUGUSTOMONTl PIERO GOBE TTI - EDITOR]:, TORINO . Via XX Settembre, 60 ;Yovifà: G. STUAJ;lT MILL LA LIBERTÀ 0011 prefa,;ione di LUIGI EINAUDI INDICE Introduzione. I. - Della libertà cli pensiero e cli discussione. II. - Dell'fildividualismo come u.m:, degli elementi di benessere III. - Limite del potere sociale sugli individui. IV. - Applicazioni Il libro di S. Mili deve e.;sere il breviario del cittadino moderno. Esso ritorna dinanzi agli il,aliani nel giusto momento deH'ansiosa ricerca del fondamento e dei limiti del1' idea dell& libertà. I CATTOLICI LIBERALI I I travaglie, di formazione dello Stato moderno è &t.~to vissuto dai cattolici europ<.-i con un torm<:uto spiritual<: piu acuto che oc-gli altri cittadini. E 5j capisce. Le loro idee e iutc..-"'fesse.irano incrostali nell' ancien régime cosi profondamente da parer formare un soJo nesso organico; scardina.te le monarchie assolute, a molti cattolici IYd.J'VC doversi sf.af.ciarc anche la Chiesa. Sopra tutte, in Francia: nel S<:COlo XIX, per lunghi amii, legittimisti reazionari galileani s'attardarono a rimpiangere j1 vecchio stato di cose, isolan.dosi irosamente da11a nuova società in formazione, nell'attesa di restaurazioni utopistiche e intossicando lo spirito <lel cattolicismo coi loro crucci pretese e ostilità. Essi avversavano - e avversano, i loro epigoni, tuttora il regime moderno in nome del dogma cattolico, anz.ichè degli interessi ,Li casta e dei principi poHtici propri. Qua.udo le ordinanze di J>olignac affn..,ttarono il rovesciamento della ristabilita monarcbia Borbonica, cost.oro rimasero irrigiditi nell'aspettazione fatalistica di Enrico V, giurando uel dogma tipico: « Kon può esservi ortodossia religiosa senza ortodossia poJitica ... Il Re, Gesù c,~sto, la Chiesa Cattolica: Dio è in questo triu01nio "· Trinomio inscindibile, a detta loro, e nel cui vertice è posto il Re, al cui trono la religione ~ concepita come divino punte11o e naturale decoro. Per molto tempo, reagire a queste teorie fu tenuto, sopratutto i'll mezzo al clero, come atto cli apostasia e di eresia. Si capisce perciò quanto dovesse essere arduo e doloroso districarsi dai viluppi. di un sistema intrecciato d'interessi economici, di tradizioni secolari e di dogmi spirituali, i cui e.api erano spesso tenuti da membri dello stesso episcopato. Ci fu tnttavia una minoranza di cattolici, che non volle ignorare il fatto della Rivoluzione Fran• cese e attendere inatti vamente da interventi soprannaturali la soluzione del disagio in cui il cattolicismo era venuto a trovarsi nel nuovo ordinamento politico. Costoro, più avveduti, ruppero i,! conl.on<esa,nitari o da cui erano cinti, ed entran:ono l)ell' agone publ>lico, accettando lealmente il dilitto comune della Carta statutaria e delle leggi liberali; e postisi saldamente sul nuovo terreno attuarono un movimento di ripresa, di riconquista religiosa, valen.dbsi proprio delle armi m_oderne - foggiate primamente a loro d'anno - e cioè del Pa,rlamento, della stampa, delle libertà costituzionali, e mirando a trasferire il prestigio della Chiesa dall'appoggio del trono alla simpatia popolare, dal privilegio servi,Je del connu,bio ass;olutistico a.i diritti della .legge comuue, Al motto: Chiesa e Trono, Dio e Re, sostitU!i<:ono il programma : Dio e la libertà. Con varie gradazioni e nomi il movimento si svolse tlJll po' da per tutto; esponenti più noti furono: 0' Connèl in Irlanda, Montalambai: e Lacordaire in Francia, Windthorste e Reichensperger in Germania, Gioberti e Balbò in Italia ... !Via il loro cammino fu intralciato da in• toppi dottrinali teologici cli prevenzioni e preoccupazioni per quel primo affacciarsi dei laici a discutere e agitare questioni religiose prima afficlJate alle trattative dirette tra la Curia e i Governi; intralci che provoc::-.Y'onocadut.e e apo. stasie famose, per la confusione che spesso anche dalla parte dei cattolici liberali, si faceva, • tra la ragione contingente politica e la ragione assoluta. teologica: stramazzarono per via va-ri &1cerdoti, tra cui il più noto Lamennais; mentre altri, come Lacordaire, traevano <kl1 fatto nuovo nuove energie per lo sviluppo 1·eligioso. Essi, dissociando il cattolicismo dal legittimismo, la s01te della Chiesa da quella delle dinastie, riconquistarono alla loro fede diritti e potenza, tanto che in Francia, mentre nella Rivoluzione del 1830 al crollo dei Borboni- pa:rve accompagna;rsi quello della Chièsa, dopo i8 anni di accettazione e impiego delle libertà costituzionali, essendosi per mezzo appunto della li hertà di stampa e della tiihuna parlameutare, estirpa,ta ,d.all'opinione la eon.vinzione tradizionale del con. nubio tra la religione e il dispotismo, al crollare della monarchia grasso-borghese di Luigi Filippo, la religione nou solo non ne risentì danno, ma ottenne dai repubblicani quella libertà d' insegnamento, che fu la maggiore conquista della cattolicità di Francia nel secolo scorso. Due fatti significativi: Nel 1830 furono saccheggiate le Tu.ileries e contemporaneamente distrutto il palazzo dell'Arcivescovo di Parigi e gittate nella Sellllla le croci delle Chiese; nel 1848 i soldati e la folla saccheggiarono di n,uovo le Tuileries, ma ne trassero in trionfo dietro Lacord:aine il Crocefisso della cappe.Ila reale. Ouesti cattolici che accettavano il nuovo regi;e, si dicevano cattolici liberali; ma nel senso circoscritto che accettavano la libertà dli coscienz.a, di stampa, di associazione e di riunione, e il regime rappresentativo, subordinatamente ai diritti della Chiesa e della morale cattolica; e cioè, non come dogmi assoluti, sibbene come condizioni contingenti, cli fatto; e rigettavano la neutralità statàle, la separazione della Chiesa <tallo stato e tutto il teleologismo atomistico del liberalismo. Si dicevano liberali, insomma, perchè accoglievano gli istituti pubblici che andavano sotto il nome di liberali, ma rifiutando il liberalismo economico e filosofico. La formula: , Libera Chiesa in libero Stato •, è di Montar lambert ;- ma egli contestò in due lettere al Cavour la in!,,rpretazione e applica7Jc,ne che questi ne vole\.·a fare; volendo oon essa esprimere la distinzione (non il clivor,Jo) tra le due società perfotte, intesa a evitare tentativi di sovercbJarsi o di elidersj, in luogo di sostenersi re.ciprocamente. Questo 1-xo liberalismo era inoltre CODtenuto da programmi federalistici, di autonomie regie~ nali, prc,vinciali, comunali, (cli sindaC'ati, piu tardi) e famigliari, dirette a limitare l'autorità centrale già orientata manifestamente a costruirsi, ncll' acct.-ntram.e:nto burocratico, una nuova forma di assolutismo. Logiéam<'1lte quella corrente politica accolse poi il metodo d<:mocratiw. La democrazia era alJora un movimtnt<-_,rhc urgc.i'\a, con u:na pressione indistinta ma p<t<Y·- rupa11te e con intonvJ.oni materialistiche, antirc-ligiose. Hra un'irruzione tumultuosa di nuot.•; barbari I che parevano voler smnmergere Ja Chiesa: ma questa attraverso i suoi ucnnini rii moderne vedute volle piuttosto ~=voglian, il fiotto <lisor<linato r.: cristianizzare la demrJCTazi..i. Anche qui i cattolici liberali prendevaruJ un.a iniziativa nuova, la quale, essendo ancora confusa nella genesi e nei fini, offerse ai bigotti, ;Ji pavidi e ai furhi 1 pretesto per avventare accu..,e, ancor oggi messe fuori, di eterodossia; e contn; il loro generoso tentativo si accanirono diatri!,é dottrina.li, sotto cui si rimpiattavano forti pre,,c_ cupazioni economiche e politiche del cetu e<mservatore. Quegli uomini ebbero oasi, nel c::tmpo politico e sociale, l'onere di compiere il primo sfor7.o cosciente per sgrovigliare il c:a.ttr..Jtcsirnr_, dal vecchio mondo e riconquistargli un domil1io sul mondo nuovo. Sforzo che fecondò i nro,imenti più netti e più organici, con.cretati nt:i partiti cri.stiano-sociali, democratico-cristiani, o popolari, sorti e operanti in Europa, dovmique: tranne, proprio, lo Francia, dove la reazione assolutista dei cattolici dell'Uni-vers prese sotto la dittatura di Napoleone Ili' il sopravvento, riUS<:endoa provocare quello sbanda.mento della maggioranza dei cattolici a destra che ancora perdura. L'esperimento nuovo portò un COILtributo notevolissimo all:e fOfT.e antidittatoriali e antireazi0t1a1ie d' Europa, foggiando faticosamente le anni con le quali il Centro Gennanioo potè contrastare per un ventennio la pressiol)e del Dittatore di Ferro, il quale scatenò il Kulturkampf sopra tutto allo scopo di stroncare quel partito unico sottraente;i alla politica personale e unitaria imperiale; quelle 2rmi con cui il P. P. I. con doppio ordine di responsabilità, tiene oggi la sua posizione. E' stata itlsomma una forza nuova, che in tutta Europa s'è venuta a inserire nel gioco politico, con una funz:ione cli equilibrio. Xata da destra, essa si è spostata gradualmente verso sinistra, man mano che si è avvicinata, con programmi realistici, versd le masse; e tiene oggi un posto cli centro, impedendo, come può, e dove può, lo squilibrio degli estremismi tanto di destra quanto di sinistra. Seu{a messianismi e senza dogmi assoluti teorici, con un savio relativismo. Tale funzione di centro non è. di sola tattica ma è di sostanziale programma, poichè con lo stabilire a base del suo agire libertà e decentramenti, si oppone a dittature sia di classe sia di •persone. Se attinge dall'etica cristiana e dalla scuola scci-ale-cristiana 1 . non coinvolge nelle responsabilità proprie la. sùperiore gerarchia ecclesiastica. Opera c:òn una autonomia la quale s'è via via specificata negli esperimenti compiuti dall'epoca di Montalambert - quando il parlito cattolico poteva fare in una data circostanza l'opposizione al goven10 cli Guizot, mentre questi trattava con la Segreteria di Stato, pe1 tramite cli Pellegrino Rossi - ; e oggi si esprime con la parola poco pre<:isa di aconfessionalità. }GINO GIORDA.1.~I PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settembre, 60 È uscito: LUIGI STURZO PENSIEARNOTifASCISTA 300 pagine L. 12 Tutti i problemi essenziali per una coscienza politica moderna sono studiati in questo libro con indagine profonda e nuovi dati. Pa.rticola,rm€nte importanti sono gli studi sulla sociologia, sulla politica, sullo Stato, sulla Monarchia, sulla Regione e sui problemi amministrativi, sulla Scuola, sul Fondo Culti, sulla questione Meridionale e in particolare siciliana, sulla questione agraria, sul laburismo ingle.;e, sulla politica estera d1 Germania e Ungheria., e sopratutto sulla presente crisi morale. Non è soltanto essenziale per i popolari. E'· indispensabile per gli uomini di tutti i partiti che voglioho conoscere l' Il,alia e l' Europa d'oggi. E' nota la forza e la oompetenza che porta. Luigi Sturzo nello studio dei problemi politici. Egli non è solo un condobtie.To; è un tecnico, un pensatore, un polemista di p,rim' ordine.

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