48 LA RIVOLUZIONE LlkhRALE UN REAZIONARIOIN SPAGNA Lo st1k d1 l. <J1tl:s 1 l'id(;;ile p;i<"tfi<.,.,df1 c:011':kr valori t-c,1111 i11u,111p~1tiliih um qm1,t<• i,;.toric=tutk moderne di autm1,,mia t , i rnizi _tiya. l'l--T 1 politi<·() eh~ ...w,h: <;g-nun,, ~ti hll'.> P'.>SÌI>, cv11tc, 11u., del suo , flH 10 ,. d, ! -.u<J J,H:1• n.:., ,yf~,te ,,s~., ...JOni di ,enf..it e cli rnrliJ,<.'l1den7.::t J><hSt"..1llt1 (;!:h<:reùj,(g(.'1.l(di ri~, ,l)lJ(J 1111:1 lt:lo~wita tJ,.. Jl'organi mc, M,, Llk. • Fra llH: e ti mondo non può <.·011<.·1c altra 1C'.lazioue cht· 4udla c:hc 1)10 pù ...t: ln il flcmonjo e la do1111a. l' inim1cizL1 "· Con qt11.::-.to 1x..:11siero 1bposc 1)0110:-.0C(Jrlfs a dii gli ch1cdc..:,·au11'a11lobiogT"afia. E con questa. faccia fe1occ, con que- ,to cipiglio i11trat..t..abile, credo che 10 ,·c..:des~<.· J)omenko (}1tLliot..ti quando proixmc,·a modello di Restaurazione i11legrale agli it.alifrni il puì forntidabile rca::.imlll·rio cattolico dl'llll ;;ià fattolica Spag,w. ;Ila Juan Fra11cisco ;IJ.aria dc la &luci Doooso Co1tés 11011 anivò all'apologetica per , i':1 di n11 sticis1no e di t.-sc.rcizi di sru1tità. Lo guidò al suo cattolicismo un 110, i7-iato di corte. Lcllcr~tlo, mtJrchese di \"aldegamas 1 impassibile ca,,aliere di ~!aria C:i-islina, egli non fu iuse11sihile ai più '-Ottili motid della ragion di Stato. ):{: sarcbbe1·0 parsi :-.111Ticic11tinella torrida tci-m di Spag-na i soli argomenti i11tcl1eltuaJi. e li dar~i bel lt'111po è il lrntto p1i11cipale del car:1llerc spagnuolo. La Spagna adora il sole». Con pei·fclt.a educazione corligian.1. crebbe Donoso Cort.és. e Le visite, la passeggiata, le serat.e, sono rose n cui 11011 si può mancare impunemente•· Se si , uole intendere porcliè: il principe dj 1\letternich, già vecchio, volgesse benigno g1i occhi nl Saggio sul cattolicismo dello spagnttolo, bisogna pensare a, questi precedenti pedagogici, per cui il reazionai;o non era affatto in g-uerra col mondo, uè in ,·e.11...1. di moralismo o cli mi~antropia. Cortés cominciò quindi a professarsi monarchico e moderato perchè la corte in Spagna , iene ad essere una. necessità elementare prima. ancora· che tUI problema di buon gusto. Per·iuo tra gli straccioni e tra i vagabondi di piaz7,a fu :;emp1·e in onore, in Spagna, la regalità: cbe vi figura come un ideale di pigri: « Dicono che i re se ne ,~anno; ma ciò 11011 è vero; qui in Spag1rn abbiamo a nostra disposizione e a disposizione <li tutti quindici milioni di re ». L'ideale della regalità, del dominio trru1quillo ~ rimasto fondan1entale in un poJX>lodi colon.iz- ~tori, di cercatori d'oro, non alieni dal farla da schiaYi nel caso di s,·entura. Il culto della corrida è un aspetto di que,;to amore per lo spasso e di questo cattolicismo dello spettacolo e della forma: è naturale che l'enfasi decorativa e teatrale costituisca I 'i<ieale dello straccione che si dà le a1;e del signore e che nou può st:guire nl: la pedagogia anglosàssone clell 'eroismo serio e testardo, nè la traclizionc fra11cese della fin(::7.za. L'ideale sp'1gnuo16 della :;ignol'ilità confina con la fai1nm.laggine e perciò iucl ude come c;unpo propizio e come simbolo l'idea della corte. Fuori di queste storiche esperienze di sfarzo teatrale di colonizzatori, la Sp.:"tgna non ha saputo prodwTe altri tipi che l'anarchico scamiciato, il so,·yersh·o sopraffattore e vendicativo. Ora a tali calori ~fricani, è giusto che i buoni moòerati pensino <li oppon-e un ideale di ordine e <li addomesticamento. Per Do)1oso Co1i:és l 'adesioue a tuta mouarch.ia paterna e indulgente ,·erso i sudditi fu la questione pregiudiziale della tranquillità spagnuola, m.iuacciata solo dalle pretese di nascenti classi dirigenti e protestanti : egli è perciò disposto ad allears-i ·con la democrazia, o, per' parlare più esattamente, con la plebe; pur di fiaccare quelle aristocrazie che con lo spirito di i1ti7,iativa e I' irrequieteu ..., i11te1lettuale ,·ogliono aprire la , ia, di cosciell.7..ao d'istinto, agli esperimenti di moderna lotta politica. • Il Parlamento spagnuolo non fu che un can1.po di battaglia in cui il trono, lit chiesa, il popoli) combatterono per ~lrappare il potere dalle mani dell'aristocrazia; qnindi il suo finire coincide con la decadenza. del 1x,t.ere aristocra.tico e quindi con la cessazione ddla lotta. La monarchia assoluta era democrdlica e religiosa perciò nè il popolo nè la chiesa sospe.tt.:"t,..a delle libertà mmticipali e delle immunità della chiesa•· Fu la devozione ~lla dinastia che fece ll1tra,·- ,-c-·lerc a Cortés l'ultima sah·eu.a clcll' cquilih1io costituito e dello Stato spagnuolo uel catt.olicismo integrale. Per il popolo spagnuolo qualunque democrazia che non fosse stata la c.lem~ era.zia di Pio fX dove,·a riuscire impropria. Inn ..cc coutrO l:'roudhou, ì\Iontalambert 1)0tc,·a ser- ,i re eccellentemente alla più cattolica fra le cattoliche dinasti.e. Per giustificare Coriés iu questa ~ua co11trapposizione, si può rico1-dare che nella penisola l'roadhon era l'autore degli anarchici, ossia. di quegli incendiari che egli ave,·a sperimentati a Jb.ùajoz. e a Cacere-; al tempo del go,·erno di :i\lendejabal. E a lui n;pugnava per 11atura l'ct--lre111.is 0 1110, come la moden1ltà Nel socia1isn10, che uasceva appunto negli ultimi annj della sua , ila, sentiva mia. teologia satanica. )-Jel 1848, l'anno decisivo per il chiarimento del StLOmcxlerati:--mo in rea7ionario integrale, capì che i germi della libera critica e dell' inizhtiva delle 111as.-..e sta,·ano per mettere- a socquadro tutto l'ordine costituito. Da siffatte inquietudini anche le Monarchie sarebbero state travolte. Bisognava dunque appellarsi all'c.stre:ma risen:a di disciplina e di autorità. L'ordine è la legge ~uprema, su cui si reggono e per cui si governano tutte k cose create. Ora è « il cattolicismo che ha me-so l'ordine e l'a~o1lla in. tutte le cose urna.ne l). « Per cattolicismo sono st:'tte santi fìcate autorità e ubbidienza, e per sempt'e condnunate la tirannia e le rivoluzioui ,., Voi vedete c-lfe aucbe ,.qui nel reaziou.c.-u:ioparla il 1no<lc:::rato. L'ideale sottinteso è ancorai la sua spagnuola di11ast1a. l'c:n.'H) c·onda1111a ( .1ltg-ola • mo-;tn, or• lc.:tHlo <: ìgnomi11ic1S<> in fr•nna 111n~n:i ,·011 lnc;(>t1- 'll1 'IHlori e 1pp1·tiU h<. . . ,tl'.l}i , ,1.uut • tir 11111, ri111<:1J <. ~lll).{tti11ano •; Roh<.:.:-.pll"tT<: • -,UJ>f'~JTI:1 L1cani:t1.1011<.: ckll 111111:1w1 ,- lllità c'ol s11,,i i ,lJ11li i11csorahili <,; fc:roci 11. J,a difesa coulro lè 111t<:1111J\.'.1a11yA:, <011lro la r;1dirt: di lulli gli (.'l'rori dc:ve essere. mtL:Lfisk;1. La d1ic;a, da un lato prof<..ssa c:111.: la \'crilà csi'ilc.: S<:llza bisog110 <li <.·citarla e, dall 'alt1 o, da; l'errore nasce "<.:Ili.a diritti e elu la n:11la è in JJO..'i.s<.,.-'-60 del d11;uo ~t<.;soluto•· l.'cquilibrio <lei 1Uondo può fondar~i soltanto con q11c:st.apremessa di mo<lcrazio11e e di obl,cdic1u,..'1.Ogni idea <11 progl'e,so deve essere bancliL1. , li dogma filosofico della infi11ita per/cziom..: t: così lungi dal ,·uo, dte la società umana per 11011 finire barbai-a, h:1 bisogno di t.orna1·e incHctro per non g-iungcr'c agli estremi limiti della. tidltà. La discussio11c frutto della civiltà, :,0tto In :;pinta <lclla st.a1111x1.periodica, raggiunge l'estremo limite, uccide i libri e lancia le i11lellig-c.:11z('nelle regioni del dubbio che l: più lcm.i• bile dcli' ignora117.,.,,'1 ». • fJ:.1 1a1i<111;.dhmo 1,ow, 11.s<. 1t1 J,, ~J,1111JtJ ,mr,1 il volU.·1i:,111,m,,1 il ka11t1..,mo, I' hcg(·lùmi,,m,,-, il C'Ousi11is111,,, l11tk dollnm• rii p<·r< 1l/.1<mc c·h(• rn:1 l' onli1H• )"1lil1n.>, rc·liJ!Hr-,<,, -v 'late, r.nu, p<.·1 l' J•~un,pa < 1eJ ehc IH:11'onh1!l· h ic1, t: J*I t<·k...,te impero l'oppic, dq,(li iugh_,.... j • Corti: ,·ok,,. -..;il\·an· dall:111'l>ioi UùJ JY-1.l"l(u, ~pag-nuoli; l<:m<·\a c-hc !,, ,-pint,, ,li discu~sionc· li avn:.bbc po1lati :, cJi..c·11lt...·n· lA-1·prim:t cr.JSa<ld loro lcg-itti1111...,J,-rarn. l..'cJrt/.!-, 11011 '4JJ1 m:1i d1e la ,-irtù clc:lla di11a...ti~1t·rn t'"- .urita, tm1v, <·hc ._j i11tumim.:.i;l\·a a parlare di lc.-gittirrusmo, com.e :-.ucccdc:a tutte le dc"("ad<::111<·. La <inlt.à intf_·rna7,iowd<: ~i di\f•rtin.1 a -..C·JIJwllirelt: !,Ut scanw costn11.ioni cli 11az,,_;n~tlis1110,ro\'lndale. Il -.uo ~ogn" cli n.:.11.iom:.inlt:J,;rah..·, il di<;pre-,1,zoin c.-ui egli lell(:\·a il popolo, ti -.c111hraw, c:011fc.-s!-,i()Di di lramonlo. ;\i, dal tr.a1rn,11lo i popoli immaturi alla libertà si p!i-~"i-On<, sah·~1rc ('t_;Jl delle pr<... <Jiche: di oscurnnti~mo. p. X· DISCUSSIONI MARXISTE .\lcuni interpreti del ma.rxism.o ritengono e soslengouo che la Rh·oluzione Proletaria si rende possibile solt.'lnto quando tutte le forme della 11uova società si sono precedentemente incubate Ilei seno della società preccdei1te. In altre parole si tratterebbe proprio del pu1ciuo che rompe il guscio; e se pCl· giuugere a questa rottura si rende necessaria un po' di violenza, questa è la faJnosa « ostetrica » della 11uo,·a società e: non certamente la genitrice della medesima. Ma la yerità è c-he non esiste una liuea cli demarcazione netta fra due società delle quali l'una sia ad 11111 tempo generatrice e destinata \'lttima dell'altra. Ed è per questo che la rfrolu• zione politica del proletariato, quando le pte· messe economiche minime sussistono, può rendersi possibile anche se per un lasso cli tempo, più o meno lungo si do,·esse ,·ei;ficare la coesistenza ili w1a società agonizzaute e di una SO: cietà in, pieno e rigoglioso sviluppo ascensionale. Lenin ·affermaYa giustan1ente che- nessuu muro della China separa la classe lavoratrice dalla vecchia classe borghese e che « se scoppia una rh·oluz.ione, i fatti 11011 a vvcugouo come se si trattasse della morte cli wta pers01ia, per cu.i il cadaYere den portato da; se· la ,·ecchia società muore, non ~i può mettere il suo cada,·cre in una cassa, inchiodarlo be-ne e sotterrarlo; esso putrefa nel nostro an1bie11te e ci appesta tutti ». Concepire il prolet:'lriato riYohv..ionario 11ell'attitudiue di scuotere l'albero de11a vita per vedere se la e sua._. pera è matura e, ove questa non lo sia, immaginare che esso debba riporsi a giacere sul suo pagliericcio per aspettare le poche ore necessarie a tale maturazione è pueriHtà senza scusanti. Ora lo stesso Mondolfo, che è fra i più acuti marxisti italiani, ripetè p•iù volte che per la rivohv.lone è condizione si11c qua ·110-n che la società precedente abbia raggiunto il massimo s,~iluppo: ne parla, per citare, nel capitolo « Il socialismo e il momento storico presente• e nella lettera al Rabano (Claudio Treves), dove giu,uge a protestare che, se la s11a interpretaz.ione del passo relativo di Marx non fosse la più esatta, egli si dimetterebbe clauomo peusaute. Ma eccoche egli stesso, non potendosi sottrarre ad wua meno aprioristica e ad una più re.a.1istica valuta,done dei fatti sociali, è cost,·etto ad ammettere che: e non c'è bisogno che le rh-oh17ioni si con1.piano (come i se1nplicisti della storia sanno unicmneute rap,l»'esentru:si) in un modo schematico e per sc.-paraY.lone assoluta della aulica e cieli.a nuova società; a,112i elementi e fonne di questa pos-,. sc,110 uascere, dverc e s,·ilupparsi, qua,11doquella non sia ancora cadut:.-1in dis.-.;;oh·imento; e possono cosi meglio prepararne 1a :-;ostituzioue decisiva e· feconda•· .\'on si saprebbe trovare una ragione plausibile che contrastasse la possibilità del dee.versa; che negasse, cioè, la possibilità del1a coes..isteu'l..adi elementi e forme di entrambe le società anche dopo la 1·h·ol11zio11e,fino a completo esaurimento delle fanne cle.lla ,~ecchia so· cietà. Ed ecco come Lenin poteva asserire che uessnua grande riYoluzione si è mai svolta in altro modo nè può svolgersi altrime11ti cd aggiungere: « dobbiamo lottare per tener dvi i germi del mondo nuo\'o il quale sta per sorgere in w1 'atmosfera pervasa, dai miasmi che si sprigionano dal cadavere dccompc,nentesi della società borghese"· Ora tutto si riduce a sapere : a) se )farx pensava proprio che la Rivoluzione Proletaria dovesst: av,·eu:ire col vento in poppa, e cioè nel punto di 1nassimo sviluppo e in quello !:,Oloo comuuquc escludesse la possibilità che av,·euisse in pe:rio<lo cli cri~i; b) s~, nella realtà, qua11111q11cfosse il peJ.1siero cli ~Iar.x, è da escludersi che il periodo dvoluziouario possa coincidere con m1 periodo ·di C"risidella borghesia. Secondo Marx, tutto il pensiero organico ili :'\larx, alla rivolu1.ione si sarebbe anivati attra- , erso ad una crisi cli so-..rapprochrni011e: egli Q1t-eslo saggio marrxista, a·ncl1e se n.011 corrisponde conz.pletamente a,J pensiero di R. L., ci -"emln'a 1ttile per la discussi011e. ::,tudiau<lo il meccanismo c.lc:lla !-iOClctàca.pitaJistica, aveva dovuto fennare la propria attenzione sul fenomeno <lelle crisi a ripeliz.iont: c:he contiene in sè il gtrmt: della ro,·ina di questo regime. Invero il proccs.so clialetlico nel qua.le si s,·olgc e si :;dluppa la società borghese è costi .. luito prop1io da questa fatale contraddizione fra i ùue ter'lnini, sdluppo e cribi, che sono come la tesi e l'antitesi nei quali si risoh-e la prassi borghese: e .se:, per quella concezioue, fondamentale al marxi:.;mo, del rovesciamento della prassi, la crisi determina le condizioni pei.- una no,·ella ripresa de] cammino più ,·olte rifatto ,·erso una méta non aurora raggiunta, ciò equivale a ra1r presentarci il mondo capitalistico, quale veramente è, com<:. un Prometeo incatenato nelle ferree morse della sua contraddizione. Ora, secondo i1arx, si sarebbe effettivamente giunti ad un p1mto critico tale per cui la crisi di SOYrapproduzione a,·rebbe posto in contrasto assoluto e definitivo le forze produttive con i rapporti cli proprietà, cl.al quale contrasto sarebbe balzata, come una sintesi perfettibile, la nuova società. In altre pnrole, se :w.a.rx poneva pregiudi7i.aliTiente la co11dizione del massimo sviJuppo, egli non escludeva il verificarsi di una crisi-catastrofe le cui conseguenze. si presenta ,·ano ca.lcolabi1i so.. la.mente dal pu11to di ùsta della iue,·itabile sw·- rogaziqne di 1mo\·e fonne sociali. Attinto una volta, infatti, il vertice del suo massimo s,--iluppo, questa vecchia società 11011 avrebbe avuto altro compito (la sua struttura tecnico-giuridica essendo periezion.ata) e sarebbe stata spazzata via violenten1CJ1te dalla fo17...airruente e prorompente del proletariato. Si può dire che }.1arx ha profondamente intuito il valore ed il significato delle crisi econ.omiche iico1Tenti ad ogni tappa dello sviluppo del capita.lismo. Questo sviluppo si può anzi cousiderare come caratterizzato cla ondate !--uccessive sospinte verso la méta. Coteste onde eco·nomiche, di natura facilmente i11dfriduabilc poichè corrispondono necessariamente ai periodi cbe intercorrono da una crisi ali 'altra, si possono agevolmente tradurre, come rappreseutazione grafica a scopo ùi studio, in una ctu-,·a di cui la parte ascendente, più lunga, conisponde al periodo cli lento svi• luppo, e quella discendente, più breve e precipitevole, al periodo di crisi. L'analisi delle crisi, ad opera della statistica, ha clato risultati consi• miii per tutte le cdsi. Ora la crisi 11011clissolve tutto il conquistato; non tlisb·ugge, cioè, tatto il miglioramento tec11ico prodttttivo ed organiZ7...o.ti,o couscgtùto nel periodo cli floi;dezz..'1.;tntt:1.Yia essa. si ripercuote sulla società tanto più quanto maggi.ore è il grado· di sviluppo raggiunto. E' agevole comprenden1e le ragioni. Con l'ampliarsi dj codeste onde economiche aumeuta la sttperficie di inte1·essi e di equilib1i racchiusi in esse e, al sopraY- ,·enfre di noa. crisi, aumenta di conseguew..a il numero degli interessi ed equilibri che ,·engono turbati. Così, ùunqne, con questi alterni ricor~i, la società capitalistica si avvicina al suo massimo sviluppo che è, ancora, la partenza da una crisi, il raggiungimento dell'acme di sdlu.p.po, e il precip,itare in ull'tùtima c1isi alla quale collabora attivamente i1 proleta1-i:1to. Ha escluso questo ì\larx.? E' certo auz.i che egli {pur non volendo inn:!stirlo nel ruolo cli Tiresia, chè sarebbe repugnante oonfouderc le sue prcvisio11.i rigorosamente scientifiche con di,·inazionl da :1eriu1a.ute). concependo la fine del capitalismo come uua catastrofe prodotta, fra l'altro, anche e non escusframente dall'urto violento del. le due forze antagoniste, intendeYa tener presente la possibilità di cotesta crisi finale del capitalismo che aYrebbe age,·olato di molto il compito del proletariato. E' cosi che l1Engels (il ridtian10 ha ,·alore perchè l' E. ftt il più assiduo collaboratore di i\Iarx e ne 0 stato il più fedele interprete) poteva S<'livere ne 1 1887 che wia g,.1erra e1u-opea, non solo av1·ebbe condotto alla detronizzazione di parecchie doz.~dae cli teste coronate, seuza che nesuno ~<,rgt,').',c a. !1t(:nderle:, ma che avrt:hbc avuto pu ,,rn,egu1..:n1..... 1 ·.a harh-a.•·ie e 1'arrd.rnmcntv di tutta J EuTùJ.,ai me1,tre I ,e-rò in vari tL'lllpo, -::t:..-a avrebhc UJud,;lt<J c., al pruiom11li,., dt:.La , '..a..~ 1.a- ,,ratrif'e ,, .alia c·re:-ufout: <li '')ndl.t.im1i t:tii <fa cmu11Jrrc qm-1,,ta ai pc,iere. L' E1lgel, -,.te.o;:.~,dunqu~ - <: uv iJ 11m ,11n:-ttl.1,,,nt1mrntùn dell'opera di .\Ja,x - c-onf,.:;·- m,1v:1- la J-"r..:i;ibilitil dt-lb riw.,Juz1,--mr. in p<-•11orlo d1 ,·ri~i. J·, !,J ~lé,.,;"'.'(J J·,ngds, altro\e, n001 r1chied<.:,a tùm<· (r,ntl11,wne JJtr l'J11.,taur:1t:ir_J1H- •k:.1Ia ,1uov s.-..,c.·lf·ta l JJ0 Scib1lititdi una imm1:d1 1t.:1 t'.r ta,J,. lr,1-,..,fc,~111c.'!t:Ì<,w· <ldl :,lruttura ,;.r.>(.'i~h.:, .Jia .w1mHk,·.s ,-hc la J.e1q.1iuzi.ùueJ•rolc:lari:J. j,ott:~'"< ;1 ~ ~c:.nirc tlll\ he 1,nm:, <· 11e:. .;1 f,~--,én, <-rL2tt: ~ < <.>JJdi ✓ 1cmi J,<:r Ja ,,r.,d. Jiu..ax.i.fJn,·totale •lei m~...Li di J.ll'odnt:i<,w!". lii, ,·ht n,1nJJrova tr,mc.- quc' nia.o;- ,11no ~, tlUf,1.Jt'J lff'>J/r,.to, ,la] .\farx U.111lc: e1.1n<li- /4Ì01H:J,.... -r la ri, ,,1u/4lc,1w,--ia da interi,n::tar~l l'un ;;rana ialis e nùn in nu,..!r, a-,oC,,]utJ,. CO li LtEZIOfU 1923-1924 ~IVOhUZIO~E ItlBE~AltE L. 2() 1ogni annata, Cr,diamo agli abbonati pH lire 2rJ I ma queste annaLe arretrate. Sono le ult1m!: ri maste, ma mancano nell'annata de. 19:<.'3i numeri i - 2 - 3 - 4. Numeri speciali della Rivoluzione Sul Fascismo l922J Sul Partito popolare 1922 Sul Sazionalismo '1922, Su G. Sorel i922i Sulla proporzionale 1923 Sulla Gennania 1924 » 2esaurii.I) Sulr 1nghi li.erra 1192"" esau, 1tr, Su Giulietti 1924 ei;aunt-1 Su :.\Iatl.eolti 1924. esaurito Sulla questione agraria nella Bassa \'alle del Po (Com'è nato il fa. scismoJ '1924) L. _ Sulla proporzionale '1925 Su Ila Corsica 1925 1J.- G. B. PARAVI.A.&,C. Editori - Librai • Tipografi TORINO - MILANO - FllENZE - IDIIA - mou -PAI.ElltD Biblioteca Parana "Storia e Pensiero., GIXO LORlA PAGINE DISTORIA DELLA SCIENZA Cn ,·olume L. 9. ...è la prima opera italiana che perir,etta alle persone di media coltura di formar;;i un concetto generale della eYoluzione attraverso i secoli del multiforme pensiero scientifico. Il Prof. Gnw LORIA - dellTniwr;cità di Genoq - ha infatti delineato questa sto. 1·i,tctella scienza clall"alba della ci~·iltà Babilonesi Egiziani fino al giorno d'og!!"i. in 1110<10 sobrio, efficace, sicuro. " b'Eao D.cbbASTflffiPfl " tl ben noto ufficio di ritagli da giornali e ,i.,istc fondato uel IC}OJ, ha secie ESCr.usrrA;\LE:-;n in ~tilano ( r2) Corso Porta :K11ova, 24. PIERO GOBETTI - EDITORE TORINO - Via XX Settembre, 60 Novità,: R. JESGRUi\l IL DONO DI 1.JUCIFER0 L. 4. 01iginnJis.simo romanzo fantastico, paradossale, catastrofico, messianico. P. SOLARI LA PICCIONCINA C.\NO\'ACCIO PER RmIANZO L. 8 Romanzo ironico, ricco dì avventure esotic-he. PlF.RO GODETTI - Direttore.responsabile O.G.E.ll. - Corso Principe Odrlon~ 3, - TORl~u
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