La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 39 - 21 ottobre 1924

b1 Inventario di cultura Pirandello Era naturale che, con I.a.li premesse intellettuali e con ta.li sentimenti il 'l'ilgher sentisse il fàscino dell'arte di Luigi Pirandello, e in ispecie del Pirandello drammaturgo, che, in questi ultimi anni ha interiorizzato ed esasperato fino all'~ssessione il motivo artistico della doppia personalità, che già si era affacciato nel fU, Mattia Pascnl. ll Tilgher trovava nel Pirandello un inaspettato alleato, in campo non di filosofi professionali, per la critica dell'individualismo assoluto e dell'irrazionalismo. :Si può affermare, anzi, che il Pirandello sia andato un buon tratto più avanti - q~ntunque senza intenzione -, nel mettere quelle dottrine a faccia a faccia con gli ultimi dilemmi della ragione umana. Il Tilgher diceva. fin dal lieimpodei suoi Relativisti, che il Pirandello aveva. portato sul teal-ro il dramma della incomunicabilità degli spiriti, che è conseguenza ineluttabile del relativismo assoluto: L'uomo crede di essere ano ed invece è insieme uno, 11css1w,0, centomila; ed affacciandosi ue11o specchio del concetto che gli altri si sono fatti di lui non ,·i si riconosce, e rabbrividisce di orrore quando gli si dice: - questo sei tu. Senonché, a riflette.re sull'impresa tenta.La dal Pirandello, pare quasi che egli si sia. proposto di far toccare con mano, per le vie dell'arte, l'e&J.ttezza della critica che fa subilo dopo il Tilgher, in quel mooesimo scritto, in sede filosofica: L'in ..s-uperabi1e ostacolo dinanzi al quale que- ::;ta filosofia s'infrange è quello dell'esistenza contemporanea di più io finiti, di più atti di pensiern.. . Essa recide dalle radici ogni legame fra gli spi1;ti finiti, nessuno dei quali ha modo <li uscire da sè. dall'atto cli pensiero in cui vi ve e si esaurisce per intero. Il Pirandello infatti si è messo a fa.re la cosa più paradossale di questo mondo: tentare non solo di dissociare gli uomini tra loro, scavando un abisso d'incomprensione tra l'uno e l'altro (La formula finale è -nel titolo dell' ultima commedia.: Ciascuno a siw 1,wdo. Gli uomini non sono i sim;ili, ma i dissimili per ecoollenza della creazione); ma portando il processo di disgregazione nell'interno di ciascun individuo, di ciascuno di questi aerohti e frantumandoli in tanti altri corpuscoli, presentare la. coscienza. umana. come un aggregato di sta.ti d"animo privi di un centro di gravità, ignoti l'uno aJl'alLro, spesso cozzanti tra loro: e tutto questo per mezzo dell' arte teatrale, cioè dell'arte per sua. essenza imprescindibile la. più sociale, e il cui primo fondamento e la cui prima legge, a. cui tutti si assoggettano nen· istante stesso che s' alza i: sipario, è la comunione degli spiriti, per la. quale si sta.bilisce come un circuito elettrico tra autore, attori e pubblico (quello che gli antichi chiama.vano lo « stato dionisiaco ,,), e che solo permette di non accorg·ersi più delle millie convenzioni dell'arte drammatica, e nei momenti di più intensa com.mozione, fa. cadere da.vanti a.gli occhi l'ultima barriera luminosa. della ribalta., e mette lo spettatore in quello stato insieme di dolce e trepida. incertezza tra l'illusione e la. realtà. Ridotto ad un soffio questo Ilusso simpatico, ne è risultato un prqcesso di mummificazione dell'arte drammatica. Si par di carne, e siamo costole e stinchi ritli, possono dire gli er-oi pirandelliani. Inarid ile le fonti, alle quali attinge vita l'umana conviwinza, essi si aggirano come màcabri fantocci, nelLa testa. dei quali sia stata posta, da un mago misantropo, una strana macchinetta per svolgere i paradossi secondo le regole della. logica forma.le. Cn alko punto dei Relativisti del Tilgher ci conduce ad altre due conseguenze estreme dell'attivismo contemporaneo: Come si può porre una differenza di valore fra le ntrie produzioni e determinazioni dello spi. dto, quando iu ognuna di esse que~to è tutto ed iutero? E senza differenza di valore com 'è possibile lo sviluppo, i1 progresso dello storia? L'atto puro dello spiirito si spez.za cos1 in infi. 11iti centri cli azione, assolutamente equivalenti. L1attivismo assoluto conduce al relativismo, all'individualismo, -all'anarchismo assoluti. Rensi E due fenomeni di anarchismo spirituale sono lo scetticismo assoluto del Rensi e 11 misticismo attivistico del Mana.corda. Si aggiunga - per intendere meglio l' ambiente culturale contemporaneo - che tutti e due questi scrittori sono fieri avversari della. particolare dottrina filosofica. del Gentile, e tutta.via - !ienomeno tutt'altro che raro nella storia della. cultura - le loro dotkine sono sulla medesima corrente di pensiero e rappresentano l'ala estrema e :'estremo confine dlell' individualismo, delLA RIVOLUZIONE LIBERALE I attualismo e del relativismo. Se s, afferma che l'esistenza è un continuo fluire, si può bene a.spettarsi da. questa posizione eraclitea il trapasso <.lialettico a.Ilo scetticismo assoluto del Rensi: se il mondo è un continuo divenire, il mondo non è, ed è quest-a l' unica certezza. che si può trarre dalla. speculazione. Se non che anche questo genere di certezza puramente dialcitica., come l'arte sillogistica del Pirandello, ha la sua. condanna. nella sua. incomunicabilità e sterilità. Essa conclude col suicidio; e infatti l'autore del Rensi è il Leopardi del Bruto minore, del Canio nollurno e così via. Manacorda Il Mana.corda invece è essonzialmen te ottimista.; ma perchè, più lirico che dialettico, appoggia il pensiero e lo ferma sul lato positivo della dottrina dell'azione, divinizzandolo. Dio è precisamente l'azione aSSl)luta.; l'uomo tanto più si avvicina alla perfozione, alla divinità qMnto più spinge innanzi le sue energie individuali, depurandosi del fango di Adamo. La più perfetta. attività umana. è quella. compiuta. in perfetta libertà, cioè in condizione di anarchia spirituale. questa anzi la radice profonda ed inesti~- pabile dell'annr,so ed oggi acutissimo dissenso con gli alti poteri ecclesiastici, dis, senso che comunque possa appianarsi ancora una. volta esteriormente - quantunque anche questo mi paia. ora difficile - resterà immutato nello spirito. Il pensiero del IJuonaiuti si rifugia. invece più indietro d,ell' esperienza religiosa tomistica., più indietro anche di Sant' Agostino, nelle comunità cristiane ancora pervase dello spirito npostolico. li Iluonaiuti come il 'l'ilgher della Crisi mmuliate ha avuto, dopo la guerra, la viva. impressione che l' Europa contemporanea. discendeva. verso l'abisso in forme non molti dissimili dall' Impero romano. ll Prezzolini, parlando di I ui nella Cultura italiana, riferisce con esattezza il suo pensiero, specialmente tra il Hl20 e il '2i: Egli dice apertamente che in una possibile catastrofe del mondo moderno, fondato sopra una civiltà usuraia e grossolana, il Cristianesimo riprenderà il suo pieno valore e sarà l'unico che potrà salvare gli uomini dalla disperazione; e vorrebbe che fin da ora nascesse H senso di questa oc--cessità e di quesla unica salvezz.a, al• meno in piccoli gruppi. J r,roblemi di storia appaiono p1u che ma, problemi di vita cristiana., nella società moderna, e questa rivive e si rinnova. continuamente alle fonti della. dottrina cri stmna. Un primo aspetto fonda.mentale del pensiero del Buona.iuti è appunto in questo senso chiaro e preciso rlella modernità, dei risultati della civilta degli ultimi secoli - dai qua.li non si può prescindere -, eppure percorso da un soffio messianico, che getta qua.si sul viso alla progredita civiltà tecnica i massimi problemi della. vita. dello spirito invano presi di assalto dal razir,nalismo filosofico. Lo studio di S. Paolo è slatr, il raggiun- ,inmento del • possesso mistico", che è stato per lui la soluzione del suo problema individualr di fede. Lo stadio, in cui si può dire che trovi riposo il pensiero del Buona.- iuti è negli studi paolini. Egli trova. in San Paolo insieme la sua guida spirituale, la più possente giustificazione del suo ideale di « misticismo attivo n; l'apostolo, che deUe al Messaggio quell'impulso universalistico, di cui il Buonaiuti sente tutte le esigenze storiche. ;VIARIO VINCIGUERRA Tale il Manacorda di Verso una nuova mistica, intorno al quale si è raccolto un gruppo di neo-mistici (lo Zanfrognini, lo Hermet, il Ga.rsia.) che fa capo al Giornale di poesia. li pensiero più organico in mezzo a. loro resta. per altro quello del Manacorda., quantunque non direi che esso si sia concluso nella. Nuova mistica - e per conto mio sarei lieto che ciò non sia. Nel recente libro Anime e paesi - il giornale di viaggio di un intellettuale nel senso miglio,re della. parola - per piccoli segni ci accorgiamo già di essere davanti al risultato di una Lenta. evoluzione spirituale di chi, avendo teorizzato (Verso una nuova mistica) l'anarchismo puro ed integra.le come perfezione di vita morale (e di una vita. sociale sui generis), discende gradata.mente fino alle più profonde radici della vita. sociale, che raggiungono la nostra. psiche individua.le e bisogni e tendenze primigenie. Avviene così che a. faccia a faccia con le solitudini opache e spettrali delle dune di Fiandra come tra gli squallori di sogno dei fiordi norvegesi l'artista. vibra. fino a toni qua.si spasmodici (sono pagine squisite); ma l'uomo, lungi da.I. sentirsi appagato in un'atmosfera. ideale di isolamento, di negazione socia.le, prova un senso di soffocazione. Al calare della notte, sulla spiaggia di Blankenberge, i suoi occhi si smarriscono dietro una visione dei Campi flegrei, così miti, così ricchi di voci umane e di voci del passa.tò («Chimi ridà l'Arco Felice di Pozzuoli nella notte odorosa di maggio?»); ed a.Ila fine della plumbea peregrinazione pei fiordi norvegesi è un grido quasi infantile di gioia all'arrivo a. Trondhjem, così molle e Cll.rezzevole, coi suoi giardini ben pettinati, coi suoi ortaggi bene invitanti, coi suoi sorrisi chiari di vita. agiata.. PASCOLI POLITICO E POETA • Anche I ·uomo del lontano mezzogiorno sente di non essere qui straniero 1 ma consanguineo, e che la società umana non è quella jungla di beJve feroci.1 che una masnada 'di folli e malvagi vorrebbe che fosse e riesce purtroppo ad otte. nere che sia, ma ,·era.mente una grande e buona e viva famiglia. Buonaiuti • Gli scrittori dei qua.li ho discorso fin qui sono, in forme svariatissime, gli estremisti dell'allivismo e dell'individualismo, i qua.li, pel fatto stesso- di aver spinto quelle teorie alla esasperazione, ne hanno svelato, con maggiore o minore coscienza di ciò eh fa.- cevano, il male organico. Ad un'ala opposta sono gli scrittori sui quali mi fermerò ora, e che raggrupperò sotto la. denomina.- ,ione approssimativa di reazionari - non nel senso politico che si dà comunemente a.Ila.parola, ma in quello di rappresentanti di un movimento, che muove da. premesse dottrinali antitetiche all'immanentismo, ali' individualismo ed al relativismo. Vera.mente qualche contatto col relativismo - attraverso lo studio appassiona.lo dell'Azione del Blondl€<1,e da. questa. al pragmatismo - ebbe il Buonaiuti nella prima fase della sua. vita. di pensiero, e questi inftussi giovanili si riaffacciano di tanto in tanto anche ora in maniera. visibile. Ma. se vogliamo considera.re - com'è necessario - nel suo compl-esso e nel periodo, di maturità un'attività letteraria incessante e tra.- vagliata come quella. del Buonaiuti, due elementi riconosceremo oggi predominanti nel suo pensiero: l'anti-raziona.lismo e l'anti-individualismo. Nel razionalismo egli vede una. delle deficienze più profonde della cultura moderna, e ne proclama il fallimento senza esitazioni. In nome del neo-tomismo? Si può dire che il pensiero del Buonaiuti non solo non abbia risentito una influenza pa.rticolave dalla scuola. di Lovanio; ma si sia anzi discostato sempre più irresistibilmente da essa., considerandola una manifestazione diversa, ma. correlativa, di spirito razionalistico. E' Per vedere quanto il e socialismo latino• del Pascoli fosse lontano da{ socialismo vero, basterà ricordare ancora questi brani nei quali i: meglio precisata la sua conce7.ione politica. (! .ì\oi pensiamo, egli scrive, che la ricchezza individuale 11011 sarà vinta, ma abdicherà• poichè « il genere umano lentissimamente evolve verso l'umanità n attraverso fatali scosse e necessari turbamenti psichici 1cosi che c tutti portiamo in noi lo squilibrio della fata.le ascensione, per cui dal pithecanthropos alatos si svolse l'homo i.apiens, e dall'ho-mo saP.iens o ragionevole si svolge l'homo, che io dirò hum,a,nus-•· Grazie a ciò, .la futura realtà palingenetica sarà caratterizzata dal trionfo del sentimento (cuore, amore) s.ull' ingegno (istinto di conservazione 1 individualismo, ecc.)i non essendo il socialismo c altro che il certo e continuo incremento della pietà r,el cuore dell'uomo •. 5. - L'enunciazione di codesto evoluzio11ismo progressista non ci faccia incorrere in e1Tore; ,po;chè al Pascoli, in quanto poeta. lirico ed in quanto esteta (qu.i sta il suo decadentismo) fu assolutamente vietato d'accedere alla scepsi dialettica (drammatica) che sta a base è 'ogni concez.ione storicistica. Da ciò la sua incapacità di comprende.re il C1istiauesi010, il quale non fu per lui che motiYo d'idillio; e da ciò pure la sua incapacità di comprendere il socialismo scientifico e la società capitalistica, di .fronte alla quale mantenne la sua sfiducia di contadino e di diseredato, or assumendo il volto, o del libertario (sua adesione ali' Internazio11ale anarchica), o del piccolo proprietario rurale; pur conservando ,emp,-e la nativa psicologia. clell'u.miliato e del snddito del Papa, per definizione negato alla libertà, ed alla stoiria1 perchè da secoli privato dell'uso dei diritti civici. L'appellarsi quindi che fa il Pascoli ad Orazioed a Virgilio, quali suoi (contemporanei) maestri d'economia e d'umanità, trova, almeno a noi pare, una spiega1ione nell' astoricità del poeta romagnolo e non ha bisogno d'altri chiarimenti 1 solo che si pensi che lo stesso Pascoli era conscio di ciò allorchè nel suo Fanciullino riecheggiava i mothi vichiani, rousseauiani e romantici della purezza virginea dell'età infantile, nella quale faceva, com 'è noto1 consiste.re tutta 1a capacità poetica, sen1pre uguale ed identica, nonostante il variare dei luoghi e dei tempi in cui si manifesta. 6. - Nè si clice che nell'accettato squilibdo fattogJi notare da.i lombrosiani, possa il Pascoli vedere non s0lo l'esperimento del genio, ma tutt'anche il manifestarsi del Cristianesimo 1 poichè ciò dicendo la bestemmia più orrenda verrebbe ad esser posta su.Ile labbra del Poeta, non certo desideroso di misconoscere il sagrificio del « dolce falegname di Ka?..areth », sempre da lui amato quale il p:rotòtipo de.Il' homo h:um.mz:us, cioè dell' uomo 1t.1W'VO. D'altra parte, la contrapposizione che il Pas<'oli fa, tra il cuore e l'ingegno, ci allontana r:uovameote dalla possibilità di traviamenti 1 poL chè non di uua contrapposizione dialettica si tratta, ma cli una contrapposizione di gradi; ep_ pe1·ò, non di LU1a coutrn.pposizione, ma cli una sovrapposizione: essendo il sentimento (cristianesimo, socialismo, amore) il gradino immediatamente superiore dell'ingegno (paganesimo, materialismo 1 animalismo e società capitalisti.ca), t!ella insanguinata scala della dolorosa evoluzione. Perciò anche filosofica111ente, la conceztone pascoliai'ia della vita è statica (r) : non essendo il suo evoluzionismo (cioè il suo presunto Cristia11esinio1 altro che rousseauianesimo, come già abbiamo detto; desiderio cioè d'un graduale riton10 alla beatitudine primitiYa, mediante una incessante pratica di sempre più vaste rinunzie alla nostra animalità ed a.i suoi frutti, visti dal Pascoli negli istituti della storia e della civiltà, massime capitalistica, da lui temuta « con an• goscia » a da lui odiata con « aspra ferocia ». ,\ssieme a quelli del Rousseau e del Vico ,ec!iamo qui riecheggiali motivi platonici (forse dovuti quest'ultimi alla fraterna consuetudine di lavoro e d1amore coll1Acri), nonchè motivi cari ai positivisti del gradualismo umanitario ed ottimista in voga sul finire del!' 8oo. In tal modo, se in ossequio al gradualismo pc,sitiv-ista1 e contro il dualismo drammatico cristiano, la creaz.ione veniva ad essere considerata una speci~ di scala posta ab a,terno da Dio quale norma. del nostro sviluppo; è chiaro che ta1e concezione implica il riconoscimento cli egualmente eterne leggi inerenti alla natura del nostro particolare essere e del mondo che è fuori dl noi: da cui logiC3..!Dente derivava, non soltanto il riconoscimento del gradualismo positit'ista ed aggitWgi: dell'ideologia giacobino-cavallottiana del Progresso a cui il Pascoli non disdegnò di aderire}, e dell'idealismo platonico, ma ben.sì anche il riconoscimento dell'esigenza innatistaimmanentista del monismo; che è quanto dire, ripetiamo, il misconoscimento del dualismo cri. stiano e della funzione storico-redentrice del Cristo. 7. - Non si creda per ciò che il Pascoli rimauesse contento al quia di questa. sua concezione della vita; uè all1ottimismo che logicamente ne deri \·ava. Troppo, in gio,·entù, era stato colpito dalle amarezze del dolore e della miseria, per non riman em.e per sempre acca.sciato sotto il loro peso; e troppo i suoi occhi a,·e,·an pianto, perchè anche il rosa della sua Yi ta calma non dovesse di necessità esser annebbiato dal nero della morte e dal grigio del dolore silenzi060 ! La sua arte non potrà quindi avere la solarità e plasticità elastiche dell'arte carducciana, ma dovrà invece avere, anche nei momenti in cui sembra effondersi in sereni e composti accordi arieggia o ti la classica armonia •a cui era stata educata, un qualcosa di discordante e di abbandonato, qualcosa. come il pianto d'una tradit.1. in un lieto banchetto nuziale. Io tale senso di sentimentale discord.a.uz.a consiste, secondo noi, il Cristianesimo del Pascoli, la cui vera religione non fu il Verbo Di ,-i.no del Cristo, ma il i1otochismo. Di questo parie-- remo; ora ci sia soltanto permesso aggiungere che il Nietzsche, eia quel perletto analizzatore di idee che era, non avrebbe avuto nessun ritegno a classificare il presunto cristianesimo del Pascoli quale una malattia, una contaminazione cdl una decadenza del la psiche greca; cosa che, in fondo, a noi sembra abbian fatto (anche se solo uno l'ha detto a chiare note, quantunque con altre parole) il Carducci e<l il Croce, entram. bi sdegnosi dello scarso criticis-mo e del morbido frainmentarismo pascoliano. 1Ia su ciò sdruccioliamo. 8. - Abbiamo più sopra detto che la vera religione del Pascoli è il )Iolochismo. Anche prima di chiarire ciò che noi intendiamo con detta parola, qualcuno potrebbe ritenerci in con. traddizione con quanto abbiamo scritto iu principio, e chiederci: « }fa se il Pascoli a\·e,·a. <Jella "ita una concezione molochista, se pensava cioè che un occulto e tenebrosa potere tirannicamente presiedesse quale eterno diYoratore e suscitatore di uomiui e di mondi, non si viene con ciò a ribadite la concezione dualistica della yita 1 non si viene con Clò a creare un 'antitesi tra la Natura e Dio, tra la Creatura ed il Creatore? ~- Si obbietta iuuanzitutto che dualismo ontologico e di fatto non può esistere in tale conce-- zione, poichè l' occtùto potere che distrugge, crea. auche gli uomini ed i mondi da lui din:r rati; non si tratterebbe perciò che di autcfagismo esercitato sulla stessa persona 1 quantun. que attraverso le sue emanazioni; e quindi il dualismo non sarebbe in altro che nella alterità temporale-spaziale del Creato, il quale di fronte al Creatore non potrebbe sentire altra diversità che quella del suo dolore, non pGtendo, è evidente, vantare una diversità sostanziale ed or. ganica. Non può esserci perciò anche qui che contrapposizione sentimentale rappresentata da motivi

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