La Rivoluzione Liberale - anno III - n. 15 - 8 aprile 1924

511 rnnIRIH~rn Alln U~RIA ffIIAllA La Consociazione Repubblicana del Circondario di Lugo (Romagna) pubblica wn ebdomaànrio: La Vedetta. C'è dentro vutto: il conlrassegno eleuc,ale del Parlilo Repubblic1>,w, la vanga, e l'edera, il pellegrinaggio aUa lomba dell'apostolo, /.e biografie di circostanza dei candid.ali del partito. Vi si dichara. che , la monarchia non è:. degna di reggere l'Ita.lia ,,. Fermata così, in pritma pagina, la, 11wle dei principii inconcussi, si passa, in seconda pagina, alla 11wzione degli affetti. La natura romagnola, ancora co-rru.sca dello splendore satanesco del.I~ ribell1011i mag11a~1i111e, d.i1Jenta bonaria. e pacioc• co-na. I lesti mazziniani sono sostilniti con la cuciniera dell'Artusi. li foglio repubblicano p1tbblica wn co11,p1a. cenza un 1·esoconto della atti1Jità dei 1·oma.,i.:11c df ì\f-ila'IIO. Grandi cose: 'i ro111ag11olidi Mifa·no no-11 sono meno di diecimila. « Essi desideravano da un pe12..0di incontrar@, di rra.te11iizz.a.rc in un luogo loro, caratterizzato da nati.ve impronte folkloristiche». LJlwn>10, fincrlme-ute, tro- ~vafo: Corso Porta Romana} 42. Ed ecco il grave e rebarbativo organ<>della Consociazione Repubblica11a del Circondario di Lugo descrivere La intima piace-volezza dei tratteni·menti dei rom.a• gnoli di J1ilano: e Certe serate che si allllunciano sobrie e serene :5i tramutano spoutaneameute in riti pantagrueJici, proprio neIl 'ora in. cui la metropoli sonnecchia, i tranvai riposano nelle rimesse edi i passanti si fanno radi per le vie. Sono, appm1to, le dtte cli notte: ora giusta. per il commfato. Ma un certo quale appetito stuzz;ica i soci a ripensare alle patrie tagliatelle fatte in casa. Siccome il cuoco del circolo è un forli- ,·ese puro sangue e lllt cuore grande così, ecco che egli insinua nella couv~rsazioue questa proposta : « Se ]oro signori desi<lerano assaggiare le tagliatelle, io in mezz'ora faccio la. « sfogl~a » : fra tre quarti cl 'ora la minestra è servita in ta- , 1ola ». I soci rispondono con un ev,; va unanime e i1 banchetto viene apprestato, non senza invidia ,da prute degli assenti che a]l'i11doma11ireclamano di gustare alla lor volta il festino. In conse- .guen1.-a.,,;ene indetta u.n'altra cena per la quale si prenotru10 30 o 40 buqngustai, mentre i partecipanti, ali' u1timo momento, risultano il dop0 pio, con grave imbarazzo del cuoco e con di~ppunto dei solidi mangiatori che di fronte aU'inat. teso aumento dei commensali, si vedono diminuire 1e porzioni. Poche sere fa intorno alla tavola'ta del sodalizio si raccolserò 120 n10.illgiatod, uno p,iù fiero dell'altrc e tutti schietti, fr.agdrosi com~ is1:ru.- menti musicali. 1 ·on parlaYano che il vernacolo, non mangiavano e bevevano che specia.l'ità della loro regione. Tra un bottone e l'altro si lanciaYano frizzi con i vecchi soprannomi di scuola, con i mod!i di c11irein voga a Raivenna, a ForJì, a Faeu1...a.,a Cesen.,'l, a Lugo. Le famose burle di u~ tempo tornayano a galla nella conversazione. Bandito ogni s-punto politico. Non il più pallido scre,L-io. Tutti amiconi con le braccia al collo. Grazie ad una mirabile suggestione collettiva, a poco a poco sco,mparivano. Paireva che i qua.- i chilometri interposti fra Millano e la Romagna dretti pa.noramifi della regione comune, sparsi per le p·a.re~e1la. sala, si ampliassero a divenire reali. i-commensali si illudevano dJ rivedere i.n tutta la loro Yivezza la Pineta che stende le ali verdi verso. la spiaggia cli porto Corsin.:i, la bru_.µai e snella torre d:i Forlì, il porticato pensile' cli Faenza, la. fortezza di Cesena, i. colli di! Berti' noro, le sinuosità del Lamone, la Rocca cli Lugo. Nel mezzo di queste visioni, campeggia l~emblema d'ella Romagna, dipinto sull'ampia cappa del focolare: la ca-vMa d.,rg/i ani!ll, la ferrigna cavea conficcata stÙ timone per fetllliµ'e il giogo dei buoi. Intorno al simbolo brilla a lettere d'oro il \·erso pascoliano : « Romagna solatia, dolce paese ... »·. Il tra,pass,:; è ra,pido : dai severi primcipi,;. politici c1ie ditv,idono, al.la sfoglia che riconciiia, alla Romagna solatia che cap-lta a, proposito per te1,iperare,, di wn raggio di poesia, i rutti di wna gagliardQ • digestione. Probabiimente ,i soci del Clr°ç.olo di Porta Romana, in q1tei 1no-»ientt con le ta:glia.telle d.avan.#, o gli agnellotti aU!uso cN Romagna, hanno - c01ne il. loro ci,,OCQ - « w1 cuore gr(ltnde così » : se fascisti, acclanz,<1:110socio d/011.ore lJo·n. Berga•mo; se repubblicanii, sono pronti ad. offrire la presiden.zir onoraria a'll'1mo• revole .1111.ssolin.i-.Sono « tutti amicon~ con 1t braccia al collo». T"tti di Forlimpopo/4, tmtti .fratelli 11ellJaden1,piereal rito sugoso della gran• de e magnazza "· Ma i bra1Ji roma.gnoli di .Vlilano non di:inenti• ca.,w ciò che' la pat;ria; attende da loro. Sono cittad.i,14 italianf., boia d'm:ia. lVladona, e faranno tu.tti iL loro dO'Vere, il sei ap·rile : ognuno ci ha le sue i•dee, la; su.a, fede d,i ribelle, an.dra1nno a. -votare. Lo am,wu?ici(r lJorgan.<>della, Consociazier ne Re.pubblicana del Circondario cùi Lugo, con, queste p,arrJ.e : « 111 occasione delle prossime elezioni, la. fruniglia romagnola si spopolerà un poco: molti suoi membri si recheranno alle loro città per esercitare ill diritto di voto. Per l'i-nclom,a;ui, 7 apri•le, tutti i romagnoli di Milano hanno già fissato di tlrovarsi a colazione in tu1 •ritrovo cli.Cesena. Alla sera via per Cesenatico, su.l mare, a cenare col - LA RIVOLUZIONE iIBER'AfE \ pesce fresco. Poi torneranno alla ciilà <li adozione carichi <li specialità i11digene e ripre11dcra1111Oil ciclo delle vi~ite reciproche,. Voi lo vedete: t1'tlO serve, per fare la , magnazza ,. La lolla politica in Rom.agna; colazione a Cesena, migliaccio d,i maiale; cena a Cesenatico, filetti di sogliola al Sa•igiovese, o calamaretti 'in gratella: e poi cibarie per le riball•' a Milano. Negli intermezzi, giuramenti sttlla fe, de delL'A postalo che dorme a Stagliene o sulla grandezza del tninistro che regge e ricostruisce l'luilia: con qualche collellala (ma mollo meno di quello che si creda com.,memenle). Condite Lutto di romanze verdiane e di besle,n-- mie, e servile caldo. E' il piatto di sl.agirme. G. A. R proposito ·del dazio sul grano Non ho detto male di Garibaldi Egreg;o signor Direttore della « R-ivoluzioJ1e Liberale • Appena letto il 'titolo dell'a,ticolo di Obse,-ver • Co1ct.ti protezionista • ho esclamato: troppo 011ore ! e sono corso allo spcccJ1io. Lo specchio mi ha rassicurato .~on mi sono trovato prote-/4-ionist:.a., mi sono ritrovato co1nc prima. Ifo scon;o subito le prime righe. Anche esse hanno servito a riconforlanni : « Colelti non arriva a un'esplicit:a accettazione ciel balzello prnleLtivo ,. Ma allora non sarebbe stato più logico, mettere dopo le due parole - fu·nzionanti, nella mente cft Obse,-ver, da caitello da gogua - non uu punto fermo m:a, per lo meno, u.u più tunano punto interrogativo? Non si sarebbe do,·u.to anche rammentare la precisa clichiarazioue con la quale chiudevo l'articolo incriminato, che io ero sem· pre stato ed ero di ~eudenze libe1ista? ì\t{i appiglio, anzi, a questa dichiarvione per aprire 1neglio il ntio pensiero. Ho ad.operato la parola tendenze e non qy.ella pri,ncipii a ragion Yeduta. Essa si accorda più s-incera1nente· col modo con cui mi pare debbano proporsi problemi di cru'attere pratico come questi di politica doganale. Uno ,in sostanza, si deve chiedere: quale la soluzione più con1.1eniente per la Nazione, date le circostanze concrete di .oggetto, cli luogo, cli tempo? Nel caso delle dogane, qualche volta la risposta può essere favorevole al mantenime11to o ill''introduzione cli un d'azio. Chi lo potrebbe escludere a pri<>Yi? Un, dazio può essere un discreto mezzo di evitare una crisi, di attenuare la bruschezza di un passaggio, di lasciaire il tempo a certe produzioni di consolidarsi, di permeftere che esse attenda.no il ritorno cli prezzi nonnal:i e via di seguito. Un'a. tispos.ta di qnesta specie mi è sembrata di poter abbozzare, alla buona e senza inamidature più o meno scientifiche, nell'articolo a cui Observer si rifetii.sce. La tendenza liberista, la tendenza che riconosce che la soluzione liberista è più spesso la più conveniente, subirebbe 1,1n'eccezio11e.·~ron sarebbe la prima. Fatto il bilancio del bene e d'el male fra d~1e soluzioni, l'economi_sta, che non sia u~· fanatico, sceglie· quella del minor male, quale essa sia. Ecco tutto. Posso aver sbagliato nell'analisi concreta. Non ho sbagliato, credo, nel'l.' imp<r stazione. Sono per q11esto diveutato di punto iu bianco un protezionista ,!tn tale che ammette a priori la regola della protezione? Non mi piace -di adoperare parole grosse. Volto a11o scherzo e chiedo, come s-i dice a Roma: « ma che fmno Ii giochi'?». Non sono protezioni'st:1. uè col p1mto fermo µè col punto interrogativo. ' Di sca.mbietti, d1. giocherelli - certo involon· tari - di questo genere è tutto intessuto l'artico-lo che il signor O. mi tira addosso con tanta. stizzerella. Egli mi usa, è vero, l'-amabilità attenuatrice di certi liccmoscimenti di acutezza e di coltua-a stati..c;tico-mna:t1istica. Ma aV1·ei preferito - si badi, io non so chi sia il censore - 1 che mi avesse letto 111eglio ,come crede dii 1nerita.re ano scrittore che 11011llnprovvisa mai, e avesse così evitato di 11:n.-ovaren l m,io rutico]o tante coutraclclizioni, omissiqni, spropositi che proprio non mci pare ci siano. E' tLll pezzo, del resto, che io· sono sopra una linea positiva di impostazioni e di metodo. Si legga, ad esempio, un mio vecchio articolo intitolato: Liberism.o e legislazione di classe (Giornale degl·hEconontisti, agosto 1902). ì\1es,so in evidenza. il contrasto fra il liberismo, soprattttto inh-ansigente, e la realtà della. vita sodale, dicevo, fì.n€:ndb, che clinanzi a tale realtà certi liberisti intransigenti non si sarebbero peritati tli e.<;.clamare: la nostra dottrina è giustissima, sbagliata è la società. ......_. L'argomento principe di Observer è uììcouticino, graziosino e semplicino come un O di Giotto. Ma di cbe si lagnru10 - si dice iu sostanza - gli agricoltori e i loro ponta.•voce? Non è vero che col ribasso del pre-t1..odel grano ci si.a pure il ribasso clel valore lordo de1!la pro- • duzione grana,ria. Moltiplicate il raccolto del 1923 per il prezzo di vendita ed avrete nua somma perfino superi.ore a quella che otte.i.•rete esegueudo analogo computo col raccolto e relativo prezzo del 1922. 1'1a qu'esto cout'o-ru·go1neuto non può essere diretto contro di me. Io sono pattito da questo presupposto, che « il ribasso del grano non sia ,annuale o .cl'ilievissfana d1uata, m.a sia di ta.le pre\·edibile dtLI'evolez.1..a.da portare ad un nuovo equilibrio' nei fatti economici ". E' chiaro, dunque, che io mi l"i.feriscoad un periodo futu.ro e che. t!emo gJi effetti sull 'agricoltm·a cli questo periodo futuro. Se per conseguen7..a. si vuoJe fare iil conto di O., bisognerà riferirsi non al 1923, in cu.i si è avuto un raccolto cli gnu.10 ecce-dona: l:issi1no, ma al '-periodo che io prospetto. E in q1testo periodo si avrà il prezzo ribassato (che è ·uell'iipotesi) e si av·rà un raccolto medio, che sa,rà sem,a dt1bbio molto inferiore a quello del 1923. Dalla moltiplicazione dei due termini non potrà non venir fuori ttn valore di prodotto lordo complessivo inferiore a quello del periodo precedc.-nte, giacchè è appunto presupposto che in questo periodo precede11te /anche ad evc-ntuale parità di totale raccolto) il prezzo sia più alto. Ma quello che spingerà ad agire gli agricoltori - ho scritto - sarà il ribasso del reddito netto, riba.sso che O. nou trova punto dimostralo. E non trova cl i mostrato per eh è; si riporta proprio ai suoi due am,i 1922 e 1923 pei qua11 ha fatto H conticino e pe:i. quali ammette e1ern.enti di superficie, di costi, di prezzi e di prodotto che implicano 1a. conseguenza della non diminuzione del reddito netto nel 1923. Io invece mi riferisco al periodo futuro, presupposto a pre-,zo grano ribassato. Abbassandosi il valore del prodotto lordo, è evidei>te che si abbasserebbe il reddito netto dei granicultori. Da qui l'addentellato col dazio. I granicu1tori reagi ra.nuo contro il ribasso del reddito nebto, che è quello che li tocca neil'istinto di tornaconto. E reagiranno in varia maniera,· a seconda delle zone, dell'ambiente, della loro posizione di proprietari coltivatori, <il p1·oprietari semplici, di affittuari, ecc. Ora, siccome alcune di queste reazioni mi sembrano dannose al l 'econontia agra da e all'econom.ia generale, così è venuta l'idea cli un dazio che rendesse meno viva e meno dannosa la reazione dei col.tivatori. Sarei ridicolo se dicessi che l'idea è mia. Essa era ne11'aria e nelle coscienze. Si è manifestata nel referencl,,u,m; Luzza.tti. Si è concretata in un ordine del giorno votato all'unanimità (26 ottobre 1923) dalla Commissione di studi tecnici cd economi-ci della Federazione Italiana dei Consorzi Agrari. Kel quale ordine del giorno, nel n. 5, • si fa voti « percbè ogni misura sia presa a fine di ev~tai·e al nostro OTganismO' agrario, -in ge• ner'ale ancora bisognoso di prog14esso tecnico e quindi dell'investimento di forti capitali, il danno di UJl1a crisi; anche, 01Je occorr~ col ripristino d'ei dazi doga1.wli 01'a sospesi». Quest'ordine del gio1uo, proposto dall'ing. ~1orandi e dal dott. .Orsenigo, fu votato anche da un egregio e 1igido liberista, il prof. V. Poni, che era stato p1·escelto qualche mese prima a relatore del tema sulla tariffa doganale 1° luglio 1921 e ·gli :i.nteress.i dell'Agricoltura. E che era il nùo povero articolo, diretto agli agrioo]tori, in ambiente agrario?La illustrazione un po' analitica di quel certo comma dell'ordine del gior':110accettato .da tutti, tecnici ed economisti. Aggiungo, infine, che io nell 'a.rticolo, che era già tanto lungo, non ho detJ:o quello che avrei potuto aggiungere in seguito, quando le cose avessero accennato a concretarsi, che, Cloè, era da ric.hiru11a.realla memoria una,. vecchia p:toposta del compianto prof. Ghino Valenti, secondo la quale il dazio doganale stù grano· mira.va a dare tempo agli agrico1t'ori di, adattarsi ai lllltovi pre-tzi e avrebbe dovuto essere perciò gradualmente decrescente. Dovrei ora· passare a ribattete tutte le altre accuse di con.traddiziol.1,i.,dl errori, di equivoci ecc. cli cu:i sono gi-atifi.cato? Ecco, prenderò una mezza misura. Il lettore cortese t'enga present~ le accuse dei] 'articolo ·di O. e colga a volo ·1a fuggevole mia replica sopra tre di tali accuse. I. Io, essendo uno studioso 111odesto, si, ma piuttosto positivista} inseguo gli effetti del ribasso prezzo grano pe1' una serie concreta cli 7,0ne territoriali e di casi. O. mi trova, per due volte, contradc1itorio. Egli conionde e mescola fra loro le diverse sttddistinzioui e le relaÙ,·e conclusioni. 2. Ho scritto che le tras{ormazioni ecc. seno talora pi1'i facili nel campo, industriale (entro clate cait'ego1ie) che nell 'iud'ttshia agi-a.ria. Io faccio una questione di piiì. o di ·meno-, non UJ1a questione assoluta, nel senso che nel campo industriale sia peru1esso ciò che non è nell'agri• coltu.ra. O. mi lancia addosso una uutt;t:'1. tiritera cli esempi come se io avessi osato sostenere questo secondo assu11to. Fra i fatt,j o casi che mi si op,pongo110 strale-io questo, che il lettore di qnesto g:ion1ale è bene si rilegga: « come ricaYarc argilla o minerali dove il terreno od il sottosttolo non è ada.tto ? ». Con simili argome11tazio11i chi non darà ragione a1 c.ri.tico ? E su questo toho si pttò proseguii-e dcorreudo anche a certi motti popolari di spiccato sapore agricolo. 3. E' vero, mi sono espresso troppo in fretta - e la fretta la aYevo clic!tiarata - a proposito dei cambi. ì\1.a anc.he O. an11Uette effetti indiretti delle maggiori importazioni stùla m.'istu-a dei cambi. Ora, io 111,:iroalle risultanti comples~ sive, ch,è ho llllO scopo p1·atico. E nelle 1istùta11ze c01uplessi•ve gli effetti di.retti si fondono con gli indi retti. Da ultimo O. si esalta in una. congerie dl critiche e di punti interrogativi per avere io ripetuto che gli a&rricoltori non hanno tanta forza politica per ottenere, in vece di un modesto e transitorio dazio doganale, la riduzione dei dazi industriali che tanto li colpiscono. lo non ho mai parlato di un ctazio sul grano per il ra,:colto 1923 e quindi O. può lasciare alla Bibbia lo stantlo piatto di lenticchie. Io non ho neppure parlato di oppc,rtunistici compromessi cogli industriali. Del resto, ad un controbilanciamento oggettivo di dazi ·- dato che se ne voles6e parlare - certe brntte opportnnità pratiche hanno portato più volte. Si rammenti il caso di quell'illustre e convinto liberista che è !'on. De V)ti De :Marco, il quale fu cosi aspramente accusato di contra.cldizionc quando ammise un dazio sul V1no eia rendere meno squilibrate le condizioni del :\.fc-a.ogionw in confronto del &~trione. Jo poi, che non ammetto pattuizioni furbesche, non capisco percbè gli agricoltori non potranno seguitare a combatoc-1'.'etanti dazi ind.n.striali che un -ragionamento economico positivo, condotto sull'impostazione parctiana. che ho accennato in principio, porta alla condanna. Io non faccio que. stione cli principi di massima, quasi scopo a sè stessi, tna questioni concrete e contingentl. E -finiamo una. buona volta! I./ 01 a cui _preme tanto la salute dell'anima mia, si rassicuri. Io sono troppo profondamente individualista per diventare qnello che egli mi qualifica con un titolo eh~ è come una martclJan,. : un pr~1:aXo, non ho detto neppure questa volta male dl GaribalM e non ne dirò male, se Iddio non mi abbandona, neppure in seguito. Cordiali saluti. J1ilano, 25 marz.o 1924. FRAXCESCO COLE'ITI. Il nostro Obsener n.on faceva .question.e di li, berisnio o protezionisnw astratto di Jron,.te all'articolo del prof. Caletti. Anzi, tulto il suo -ragionamentc era squisitam.ente realistico e le obbiezi<mi del Coletti lo lascia,w in. piedi. I liberisti devcmo -.;edere in qualu,ique proposla di dazi doganali sul grano un dan.110per l'agricolt,ira : 1) perchè i dazi in.dustriali che st aw1nentera11.noper ritorsi01ie o per compenso - la ritorsione e il-compenso sono se1npre stat.e te n,onne della politiea doganale italiana - i,n,. peifiranno la diminuzio,,e delle spese di produzione; 2)Perchè solo il nostro liberis-rno ci -z:arrà ad ottenere dai paesi esteri lJabolizione dei dazi s1iUe derrate che -ùi potrenmw esportare. Observer poi nega-"a appunto che nell'attmale ribasso del prezzo del grano si -verificasse il noto caso Pantaleoniano della crisi da evitare che giu.- stifica l' applicazione temporanea di un dazio. Lo. stesso Caletti suppone d1<raturo il periodo • con prezzi bassi, e ciò urta contro Pipatesi checontenllj)la solo 1i11per.iodo breve di eccezionale ribasso. Chi ch-iede il dazio per evitare la criside,."e saperci precisare il peri-odo di durata.: al,.. tritnenti a-i.:rem.osem.pre ragione di accusarlo di protezionismo, anche se si tratti di wn maestro e di uno scrittore come Frane.esco Caletti. p. g. PIERO 60BETT(- Editore TORINO • Uia XX Sellembre, 60 Opere di Enrico Pea ROSA 01 510N Dra.mma in tre atti, L. 4. P}tl!',rnPIOGGIEDI OTTOBnE Tragedia in bre atti, L. 4. FOLE Racconti e fantasie, L. 4. (rilegata L. 5). I tre rnhuni che rappresentano una delle più significatiYe ,opere di PQesia della letteratura contemporanea, si spediscono contro assegno o dietro vag"lia di li re dieci. GHERARDO l\1ARONE DIPESA DI DUiìCINEA Saggi su P~ - Onofri . Papini - Ungaretti Di Giacomo - Panzini - Petraccone ecc. 1 vol. cli 180 pag. L. 6. "h'E~O DEhhA • STArnPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste. fondato nel r901, ha ·sede ESCLUSIVAMENT}t in Milano (12) Corso Porta Nuova, 24.

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