La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 36 - 20 novembre 1923

b 148 LA RIVO LU Z I O,N E LI B È RA LE ti dei libri di lettura sulle stoltezze degli antichi comuni italiani < dilaniati dalla. guerra civile • : _che depreca ogni episodio di lotta politica fra partiti contrastanti ,perchè può ben presto «, degenerare , Liç gµerra ci vile : che detesta il disfattismo genuino di poca gente di studio e di idee durante la guerra, come un tradimento, e jllOll si accorge. ch'~ra invece il primo ·sin. tom,o, 1' 1 avant-goO.t delle guerre civili europee, l'unica novìtà di qualche valore messa innanzi dalle carneficine. • ·Non ~'è da illudersi. L 1uomo ha orfila( up. ~istema nella testa, il sistema di patriottismo tip,o corrmte. Vano è sperare che il capriccio indi- :riduale rn,.Jl!9ri, li ·lettel'ato pwì rivivere, l'lLf, tista è morto. l'ob:emo avete dell<: cicalate accademiche e linguiste, non più delle notazioni nso Giornale di bordo. L' « ordine ristabilito,, .la « rigen_eraz.!one nazionale , , gli splendori del nuovo regime hanno risuscitato in Soffici il vecchio.. letterat<;, come nelle fol.Je p,laudenti alle sagre hanno risusQita_to.Ie plebi del Cardinale Consalvi e del Cardinal Riyarola. Tutto si riscontra e tutto vi ri_sponçlT·,_la liquidazione di w1 artista e la ltqwdazione di un popolo. Il mussoli.rusmo è mefitico: io comincio a credere c::hesolo i ras rappresentino la speranza delle buone lettere. Salutiamo Ardengo Soffici, tenutario della terza ~oina in un giornale mussoliniano. Ahimè, chi credette mai cl:ieDon Giovanni Tenorio, continuasse vecchio a farsi condurre in casa qualche ragazzina flessibile? E chi credette mai all'altra versione, che don Giovanni Tenorio, pentito dei suoi peccati cji libertinaggi·o, si battesse i fianchi col cilicio, e girasse attorno vestito da Terziario francescano? Nè I'una, nè l'altra soluzione. So- ~o troppo belle. Don GioYanni finì in Siviglia, persona rispettabilissima, progressista moderato, merobro di una Confraternita. Nè anarchico, nè reazionario : mussoliniano. GIOVANNI ANSALDO. CONVERSIONI jf Iniziazione fascista .di un eroe mancato f;/• La nostra opposizione al fascismo - avverte Gobetti - è essènziàhnente di stile. Ciò vorrà ancbe dire - in parole povere - opposizione di quanto ci è cosi intimo e irreducibile nello spirito da costituire in fondo il nostro stesso carattere morale! Eppure è uno stile - discorrianlo non del go- "Vezno,ma dei singoli gregari _: in cui hanno vissuto anche alcuni di noi. Tanto che delle sue ultime suggestioni ci siamo liberati appena dopo un certo travaglio interiore e ancora oggi guardiamo alle spoglie smesse con un sorriso di tristezza. Ma che nessuno si illuda ! E' lo stesso sorriso con cui carezziamo un vecchio berretto gogliardico: lo amiamo per tutti i ricordi che suscita. Guai, però, a rimettercelo in capo! * * * Che Pie<ligrotta dell'irreale fu in certi momenti Fiume! E come ci abituavamo a quella irrequieta e voluttuosa vita .dominata dal senso continuo di una inuninente Apocalissi : a tutte le npshe opere cotidiane si dava un meschino valore di pronri.sorietà in attesa sempre del diverso, del nuovo, del più bello, de11'avvenimento ignoto! Ignoto a tutti, ignoto anche al Duce che ce lo prometteva, peraltro, eme se fosse un ricchissimo premio d'acchiappar con le mani in cima all'albero della cuccagna: intanto si acchiappavano le nuvole; cosi dense in fondo al Carnaro. Ma noi eravamo allegri lo stesso. • ** n birro austriaco quando parlava di Cecco Beppe arcuava le sopracciglia e pronunciava • Sua Maestà , con un sibilo che ci faceva rabbrividire. Quelle erano < gerarchie , sul serio! Da noi la parola , Re, ha un non so che di gelato che non ci desta che qu.el vago e generico senso di lispetto dovuto a tutti i grandi personaggi scomparsi dalla circolazione e già debitamente inseriti nei manuali di storia. Invece che bel motivo di vanteria misto a un dolce sapore di intimità casalinga era quello di poter dire: < ho parlato col Comandante•, con quell'aria usuale e svogliata di chi racconta che ha parlato col compare. Che beffe della democrazia ai suoi spregiatori ! * •• Un tedio granrlissimo ci recava il gentume bigio e uniforme, infagottato e ciabattante per le strade, immagine tetra della vita mediocre e di quello che saremmo divenuti - maledizione - tosto o tardi anche noi. Che stizza se ci pa,ssavano accanto senza guardarci i nastrini su1 petto ! Che rancore per tanta ingratitudine! In compenso abbiamo provato quel sentimento, intraducibile· ~r la povertà della nostra penna, di cerderci, soltanto noi, tutm l'Italia e di palpare il suò bene come un tesoro affidato dal Duce alle nostre mani. Buone manj ! Vivere in questo paese chimerico, dove tutte lecose avevano delle linee grottesche, era inebbriante. Ci si vedeva cosi grandi che le scene di Fiume parvero llll bel giorno troppo pk~ole per le pro- . prie sta!;ur,; gme.riche e si progettò una marcia su Roma. Se fosse r..itiscita, oggi saremmo miµistri anche noi. * • * Vivemmo in quello stato di beatitudine per- 'fetta che dona la contemplazione delle proprie virtù e dei propri meriti insigni. In soliloqui privatissimi ci facemmo talvolta il racconto ,anticipato delle nostre gesta. future commovendoci ~nche fino alle lacrime come colui che si. d~verte a immaginarsi dietro il proprio funerale. Vu'otammo e risciacquammo il nostro cervello da ogni molesto pensiero e c'immeriemmo nei tepidi vapori della p;ù divina incoscienza! Allora tutte le idee, i discorsi, i messaggi, gli ordini, i motti, le invettive del Duce ebbero 1'effetto di un getto di coriandoli che mette in baldoria una tuxba di pazzerelli. • n'Ia un alalà era sempre li, iri. gola, pronto per la Patria anche quando la Patria dormiva nel cuore ed era lontanissima dal pensiero. BISBY. ' LìA- ùIBERTA ,Libirtà all'errore Quando tutta la specie umana meno uno, avesse un'opinione, e quest'uno fosse d'opinione contraria, l'umanità non avrebbe maggior diritto d'imporre silenzio a questa persona, che questa persona, ove lo potesse, d'imporre silenzio all'umanità. Se un'idea fosse una proprietà semplice1nente personale, non avente valore che pel singolo individuo,· e se il turbar questi nel godimento della sua idea non portasse che un danno individuale, potrebbe forse far d:iflerenza che questo danno si recasse a poche od a molte persone. Ma gli ostacoli frapposti alla libera manifestazione dell'opinione hanno questo di particÒlare, che danneggia.no l'intera umanità, - non cioè la sq]a generazimfe che vive,· ma la posterità - ed anche più quelli che dissentono da questa opinione, che quelli che ne partecipano. Infatti se • J 'idea è giusta si toglie loro l'opportunità di lasc'iare l'errore per la verità; se è falsa, si privano del beQefìcio, quasi altrettanto grande, della. più chiara percezione e d.ella più viVa impressione che accju'ista la verità posta a confronto con l'errore. La J}iù intollerante delle chiese, la cattolica romana, ammette ed ascolta. attentamente un a-v-vo• cato del diavolo persino nei processi per la canonizzazione dei santi. Il vero e il fatto E' puro sentimentalismo il cl.ireche il vero unicamente perchè vero, ha in sè una forza che non ha l'errore, di prevalere con~ro le prigioni e i patiboli. Gli uomini non sogliono essere più appassionati per la verità che per l'errore, ed una moderata applicazione di pene legali, od anche solo sociali, basta onlinariamente pe1·arrestare la puopagazione cosi dell'una come dell'atro. Il reale vantaggio che ha la verità in confronto· dell'errore, è, che quando un'opinione è vera, si può bene soffocarla una o più volte, ma col volgere degli anni trova sempre chi la rimette in campo, finchè alfine s'abbatte in un'epoca in cui per favorevoli circosbnze scappà alle persecuzioni, ed intanto cresce e s'allarga in modo da poter poi tener testa contro gli sforzi che si facessero per çlistruggerla. Le minoranze L'opinione della minoranza rappresenta. per il momento quegli interessi trascurati e quella parte di benessere umano che correrebbe aJtrimenti rischio di ottenere meno di quello che gli compete. ... il vero non può farsi strada che attraverso l'attrito delle opinioni. Quando vi sono persone che fanno eccezione all'apparente unanimità del mondo intorno a qualche soggetto, è sempre presumibile - quand'anche il mondo pensi rettamente - che i dissidenti abbiano qualche cosa da dire che merita d'essere sentito, e che la verità perderebbe qualche cosa per il loro silenzio. (Continua). Jom, STUAUT MILL. Presso la nosf.ra casa ed. t in corso di sta,m,pa una nuovo traduzione de La Libertà del Mill. 1anc DEIDELITTIPOLITICI • li Re. nell'atto che ba dichiaratòcon antecedenti sue sovrane risoluzioni, che non debba ulteriormente procedersi contro i detenuti per materia di Stato intinti anche di delitti comuni, quando questi delitti 110n abbiano avuto altra causa che quella cli Stato, e sieno stati un puro effetto della medesima, ha creduto proprio della su.a giustizia e della sua reale clemenza il volgere gli occhi verso quel! 'altra classe di suoi amatissimi sudditi, i quali abb9"no commesso qualche trasporto per un puro effetto del di loro zelo e della loro fedeltà verso il real trono; ha perciò la M. S. comandato, che su quegli omicidi ed altri sacchi seguiti. .. cjebba cessare qualunque inquisizione, che. i detenuti... debbano subito essere posti in libertà , . Cosi Ferdinando lV di Borbone, il 30 giugno 1801. T. F. PIERO 6UBETTI - Edit□-r~ TORINO - Uia XX Settembre, 60 Sono usciti: FAUSTO M. BPNGIOAi'<NI VENTI POESIE L. 8 con incisioni in legno• di N. Galante Vi si riv~la un temperamento di poeta. Edizione di fine ele,ganza. TOMMASO FIORE EltOE SVEGLIATOASCE'l.'A.PERFETTO • L. 4 F. HEBBEL AGNESE BERNAUER trad. di G. Necco L. 6 Uno dei capolavori del grande drammaturgo tedesco. lkA CRITICA PO~ITICA DIRETTORE: OLIVIERO ZUCCARINI Non v' è altra Rivista in Italia che agiti il problema del regionalismo proponendosi di risolverlo in una radicale trasformazione delle attuali istituzioni. Nel su0 programma nettamente antiburocratico e antiparassitarie si esprime una tendenza che nel nostro Paese va facendo costanti progressi La " CRITICAPOLITICA li è una Rivista organica, completa, interessante che in due anni di vita si è solidamente affermata. Hanno collaborato alla « CRITICAPOLITICA, i seguenti scrittori: avv. Fausto Andreani; dottor Eugenfo Azimonti.; dott. Camilla Bellieni; dott. Carlo Caciorowsk.i; prof. Carlo Cant"1nori; Alighiero Ciattini; dott. Angelo Crespi; professore Gio'Vanni Crocioni~· avv. Angelo Corsi; avv. Mario Ferrara; prof. N. M. Fovel; prof. Arcangelo Ghisleri; Edoard,o Giretti; dott. Ettore Lolini; prof. Gtno Luzzato; avv. Giuseppe Macaggi; dott. Paolo Mantica.; avv. Saverio Mer, lino; Roberto Mirabelli; dott. Antonio Monti; Romolo Murri; prof. Felice Mornigliano; protessore Sergio Pammzio; prof. Vilfredo Pareto; avv. A. F. Perri; dott. Giulio Pierangelii professore Camille PUollet; O don Por; prof. Gaeta• no Salvemini; dott. Gino Scarpa; prof. Eernando Schiavetti; Angelo Scocchi; prof. Guido Sensìmi; prof. Michele Viterbo. L'abbonamento costa per un anno L, 20 - Per un semestre L. 1i - Un fascicolo separato L. 2 - Per l'estero l'abbonamento aumenta di L. 10. Inviare vaglia alla " CRITiéA-POLITICA li : Via dei Serpenti, 116 - ROMA PI ç RO GO BETTI - Editore TORINO • Via XX Settembre, 60 Sono usciti : T. Navarra Crimi: Il problema femminile nel dopo guerra, . . . . L. i,!5 T. Navarra Crimi: La rivoluzione francese e la letteratura siciliana, con prefazione di Giovanni Gentile L. 6 ,- Lorentz : Il principio della relatività. A cura di Seb. Timpana\o . . L. 3 - O.G.E.B: -. Corso Principe Oddone, 34 - Torino PIEROGoB~TTI - Direttore-responsabile SAR·TORI<.A G. PO·ZZI TORINO Piazza·Carlo fslics I , MOB·ILI STflBILIMENTO MODERNO I o. e O·T T r N r I I Esposizione permanente j TDHIHO . ViaValpErga C luso li E Ilbis i STABILIMENTI i "L.a.~FLEUR ,,I -----------1 01 fl. 60RETTfl I lffficì: Corso Regina Margherita, 125 Telefono 7-26 TORI.NO Telefono 7-26 VETTURE DI RIMESSA . Rimessa: Corso Regina Margherita, 125 Telefono 7-26 STABILIMENTO AUTOMOBILISTICO Ri1nessa: Corso Regina Margherita, 152 Telefono 30-4:; }Jdffesimi-Sposali;:i - flffitti mensili: I seftìmanali, giornalìeri - Viaggi turi- ,. sfici in Jfalìa e a/1'-ésfero .. Bf\NC/\ l\çiRl,COL/\ ITI\LlftNf\ SedeSociale eDirezione Generale inTORI NO La Macchina che s'impone lng.C.OLIVETTI & C. 1\?REI\ Filialiedagenzien lleprincipali città In TORINO: Via XX Settembre, 70 - T&I. 5-35

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==