La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 28 - 25 settembre 1923

,.,. I.ION.i PII.OSIO Yi,i l'elli<1eer1e Ii b UDIH CONTO CORRENTE POSTALE RIVISTI\ STORICf\ SETTIMf\Nf\LE DI POLITICI\ ESCE .. Diretta da PIEROGOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 .. Abbonamentoper il 1923L. 20 - Per il 11 semestre L. IO(condiritto agli arretrati). Estero L. 30 -Sostenitore L.100- Unnumero L. 0,50 (LJaòbona,uiento non <lisdetto prtrna <lel 15 dicentbre s'intende 'rinnovato per un anno> IL MARTEDÌ Anno II ~ N. 28 - 25 Settembre 1923 SO M hl ARI O : Gmr,omG: l,R lotta <lolle Generazioni: Pntlri e figli. - L. ErnAUDI: Pnrlnmei,to e rnppresentnnzn di interessi. - V. 0E1'TO: J,n peliticn ecclesiastica nel Risorgimento I. - p. g.: Rierocnzioni: Processo clericale al Risorgimento. • I segreti ,lei regime. - L:: politirn del trcsellc. - T "piazzisti,, del fascismo. - Problemi _pratici. - T.ATrLER: Esatta cronistoria della impn,a di Corfù. hfl h□TTf\ DEhLE 6ENERflZl□Nl PADRI E FIGLI I. Non basta rilevare nel fascismo il carattere iniziale e dominante di rivolta dei ceti della piccola e media borghes~a contro il nuovo ceto medio, enucleato dalla massa operaia nelle organizzazioni socialiste, rafforzatesi per effetto della politica giolittiana di privilegio e di paternalismo; no.n basta definire la base ed il colore di questo contrasto esaminando e commentando i residui e le ideologie dei ceti sociali in lotta, nè porta alcun nuovo contribnto all'analisi obiettiva del fenomeno il dan•i un significato ed = quadro rispondente alla pa-opria posizione di parte. Come non è stato affermato che, decisamente, il lato più interessante nella prima fase del moto fascista, sino alla costituzione del Gabinetto Mussolini, -che ne fu la conclnsione, è costituito òa!i'avvento sulla scena politica della generazione giovanissima, degli adolescenti da.i quindici ai venti anni che .non pa,.--teciparono alla guerra? Fu questa generazione che si gettò nel fasci.s-mo, costituendone il grosso, pa.rtecipando aJla lotta politica e dandovi dal 1920 al 19.22 il carattere di guerra. civile, fu questa generazione che contribuì in gran parte ad imporre al fascismo, in cui incanalò il proprio tormento e la propria esasperazione, quel carattere violento, che ne caratterizza la prima fase. Ovunque ed in ogni tempo minoranze di giovani hanno partecipato alle lotte politiche, con tendenze naturalmente estreme e portando una nota di vivacità e di intemperanza, ma pochi casi si sono verificati nella storia di un movimento politico, vasto come il fascista, in <:ui dei giovanissimi, degli adolescenti, abbiamo parteéipato alle lotte politiche, wntribuendo a determinare colle loro agitazioni in rapido volger di tempo, . soluzioni politiche neli'orbita dello Stato e con conseguenze consen,atrici del vecchio regime istituzionale. Questo a5,petto, questa realtà deì p"imo moto fascista fa pensare che la storia di una nazione, in certi periodi, si studierebbe megiio nei suoi lati più profondi e più realistici, prospettando, con 11na ,ninuta analisi, il dinamismo delle generazioni che vi si contrastano. Kou s-i tratta di un nuovo metodo per illustrare la storia, che è già veramente una scienza allegra, vasto campo .delle speculazioni dei metafisici, dei moralisti, dei teologi·, dei letterati, degli « intellettuali » di ogni genere sempre alla ricerca di nuovi significati, di nuovi colori per le vecchie cose che si ripetono ! Nessuno rinuncia mai all'illusione di trovare ne,i fatti la conferma dei propri sentime.nti, esposti in teorie! . Da,r,ero non c'è austo ad aum.entare 1 lavori di letteratura "'storica, la cui utilità sociale è per altro innegabile, se valgono a dare un <:olore ed un senso alla realtà grezza della vita, a colorirla, per suscitare nuove illusioni, nuovi inganni, sempre necessari per spingere gli uomini all'azione! Ma lo studio della lotta delle aenerazioni, se wodotto sulla base dei fatti, g~ardaudo ai residui, agli. istinti delle varie generazioni, senza dare importanza preponderante alle idee e considerandole nuicamente come delle etichette, degli abiti, scelti dagli istinti ed ~mposti dal giuoco delle circostanze, non è affatto nn componimeri1;o letterarcio e può dare di 11ll periodo e di un-fenomeno storico nn aspetto, naturalmente sempre parziale, ma più rispondente alla realtà, meno arb1trw:-io di tanti altri ! In fondo non si- riesce a trovare .nulla di più fondamentale ed eterno_ sul cine~iatografo monotono delle lotte mterne di lllla nazione, politiche, artistiche, letterarie, religiose, riel contrasto tra la generazione dei padri e quella dei figli. In ogni lotta v'è la ressa dei figli che premono e combattono i padri 12erla conquista dei o:,sti nella vita! • Per chi giudica secondo i dogmi della fede, la spiegazione è un'altra; ma, rimanendo sul terreno dei fatti, obiettivamente comprensibili soltanto colla conoscenza della psicologia umana, dominata dagli istinti, molto vale a spiegarceli l'eterno giuoco del figlio che si contrappone al padre e del padre che resiste ed ostacola gli entusiasmi giovanili del figlio! Esaminando questa lotta di generazioni nei suoi termini reali, crudeli, nei suoi aspetti brutali, spesso feroci, senza colorarla col se11time11toed illuminarla colle ideologie, che sono dl paravento degli istinti e delle passioni, la lotta appare semplicemente tra la violenza feroce ed egoistica dei figli ed il penoso, duro sforzo di conservazione dei padri. Nei· periodi torbidi della storia, quàndc, le passioni e gli istinti esplodono senza veli, allora l'ene:rgia cieca dei figli, che con ogni mezzo tenta la distruzione della vecchia cas.q, si mostra chiaramente, contrapposta alla ten. siione impotente dei vecchi, che resiistono agli as,salti giovanili per difendere il loro posto nella vita, già tanto penosamente conquistato! Ogni padre ha un concorrente nel proprio figìio ed ogni figlio ha nel padre l'ostacolo che deve superare, l'avversario che bisogna vincere, abbattere! Prima cli essere cli idee, di fede, i termini del1a lotta so.no eminentemente fisici, po[ si colora.no, si mascherano si ampliano cli 1111mer'O\Se varie interferenze; ma l'orà,gine ed il moto è negli istinti! E' un giuow che si ripete sempre: i padri a.tt~-iccatia.i loro fatti, li difendono nella tradizione e nelle conseguenze dari, figli, che rngliono di.struggerli, sorpassa.rii per fa.me dei 11110v:i è la lotta dei nuovi qnadri contro i vecchi, pe1"chè in fondo i psani della vita sociale sono miseri e scarsi e non consentQJJo tollera'nze e transigenz.e ! I padri difendono quel che hanno conquistato, i figli vogliono rovesciare e distruggere perchè, parendo loro di non aver nulla, sperano colla lotta e la distruzione di conquistare qualcosa. Le ideologie colorano tntto, danno alla lotta un aspetto· meno bruta1e, la. maschernno di morale e di religione, di poesùa e di sentimento, ma non per questo ne risultano mutati ed eliminati i termini fisici. La conoscenza degli istinti : ecco il mezw per studiare e capire la stot1i,a! Le lotte interne cli una nazione sono sempre caratterizzate dalla lotta tormentosa ed incessante delle generazioni e lai storia di una .nazione si può esporre, compendiandola. nella corsa delle generazioni, ·che vi hanno operato, nella loro gara ai posti della vcita. Da. una parte c'è i,! sovversivismo letterario, politico, artistico, tecnico dei giovani, eh-', sente1-1dosi ricchi cli energia, che devono per un bisogno fisico sfoga.re, non avend-. f:ttto nulla, ed avendo tutto da fa.re, aperl• gli occhi cominciano col disprezzare, conchnnare e combattere le vecchie cose e c'è dall'altra parte, in·igidito in 11110 s-forzo di difesa, che risulterà va.no per chi lo camplie il conservator,Ìsmo dei padri, =iti a difendere le loro opere ed il loro posto, tutto il patrimonio per cui hanno lottato e sofferto e che è la rappresentazione cohcreta ed il solo 1"isnltato della lorn vita. La solidarietà tra u01rnini cli una: s.teS&i generazione, anche tra quelli di op1ios.teidee, è uno deii fatti più comuni e fondamentali della vita e s1 può rilevarlo ad ogni momento! Chi non ha presente, per udirla sempre, ,a frase consueta e tipica dei vecchi, che, se anche appartennero a partiti politici, artistici, letterari opposti, tessono in vecchiaia l'elogio del tempo in cui operarono, e lo trova.no migliore del -presente e puntano le : rmi della loro critica contro le giovani ge- : erazioni, naturalmente degeneri dei padri I ,ro! La propria generazione è il sigillo fonù 1mentale con cui ognuno è chiamato ad o,,erare, è u.na barriera ch'e non si può sur,:,ra.re, è il campo in cui si devono svolgere i propri pensieri e si compibno le proprie az;ioni, è il gregge in cui all'uomo è toccato c1· vivere, che n011 potd abbandonare <loYrndo farvi il cam1nino della vita : lotte, dolori, gioie, sconfitte e successi sono inquad1ati ine.."Orabilmente nel quadro della generazione, cui il protagonista appartiene, e so~o la conseguenza riel giuoco reciproco <li iniluen:;e e di circosta.nze, in cui la generazione s1 muove. N"on v'è g1:ande artista, scienziato, filoso.'o, politico, che nelle sue opère, anche '.e piu vaste, le più universalmente umane, non s,ia dominato dalle preoccupazioni e dalle lotte della generazione cui appartiene e che non le rifletta, anche se le avversa. .\.nche quando lo, si combatte, s,i è domina.ti dal proprio tempo; la solidarietà colla pror-ria generazione è no fatto fondamenta'.c. Nel gregge in cui ·si è capitati e ci Si1 muove, canuninanclo per il sentiero della vita, a11,che.se v'è lotta e battaglie interne, non per questo cessa il cammino ed il moto unico del gregge, della generazione, del periodo, ·seguito, incalzato eia altri che vengono, spinti clall'ene,·gia di andare. Per non essere veramente solidali colla propria generazione, bisognerebbe abbandonare il gregge, ciò che eqnivale a sopprimersi fisicamente e<l andarsene dalla vita, perchè anche le posizion,i cootrarie agli atti del, la maggioranza sono rinchiuse nel quadro ciel periodo in cni avvengono! Nell'oscillare del pendolo tra i due estremi : il sovversivismo dei figli ed il conservatorismo dei• padri, si sviluppano e si compiono i fatti di una nazione. Nei periodi di quiete, quando i quadri sociali si mantengono solidi .nelle loro gerarchie e l'ordine segue il suo naturale sviluppo, il sovvers.iv:ismo dei giovani ha scarse pos-sibilità di s,uccesso; il ritmo monotono, metodico della vita consente alla generazione paterna un'efficace e solida difesa delle posizior>i conqtùstate, contro le illusioni e gli attentati dei figli. Anche la famiglia - che è tra i principali elementi di conservazione dell'ordine - in questi perioru si mantiene compatta. Ma le generazioni giovani, le generazioni dei figli, insofferenti del meccanismo monotono, consueto clell'orcline, senza attrattive per essi pe:rchè non l'hanno creato, e sofJrat.u.fto perchè ·il lorn bisogno fisico - il bisogno fì.sico della loro età - /.i spinge _a conibattereJ n distruggere 1 a. rovesciare, 11petono gli attentati contr"O la quiete ed il benessere, col sovversivismo letterario e con quello politico; tutti i campi sono buoni, tutte le manifestazioni opportune, ed efficaci per il sovversivismo dei figli che si oppone al conservatorismo dei padri. 5-i comprenderà che il moto della, storia. sv intesse sop1·a tutto dei bisogni fisici degli uo111ù1,ei che fisico, meramente istin.t,:.uo, è p·er ·i giovani il bisogno di opporsi ai vecchi, come fisica anzitutto è la resistenza dei pac/:Yiai figli? Tutto escogitano i figli per rom,pere, disgregare !'01•dine paterno: facile è il metodo : agli idoli paten1i se ne oppongono altri di fonn.a. e di colore opposto! L'istinto di contraddizione, colle sue leggi el=enta.ri., banali, ha. gran' parte in ques.to giuoco ! • Rovescia1-e gli ùcloli patemi per collocarne dei nuovi, è il moto delle generazio.ni giovani, dei cui errori ed inga.nni, della cui cecità, spesso causa cli grandi "fatti, è comp-::>stala storia delle nazioni e la vita umana tutta! Quando le scintille sovversive dei g:io- ?ani, cadono io mezzo a circosta!l7,e favorevoli, allora i vecchi ordini sono infranti violentemente, le gerarchie sconvolte dalla fiammata, che ne &egne: guerra o rivoluzione; e colle guerre e colle rivoluzioni i giovani, compiendo rapidamc:;nte le loro esperienze, non tardano ad affiorare precocemente alla vita politica, raggiungendo spesso e rnantenend9 posti di co~..ndo, come lo richiedono quei momenti di lotta e di intensa agitazione di energie! Il primo moto delle rivoluzioni appartiene sempre ai giovani e nelle guerre, anche inquadrati nel meccanismo degli eserciti moderni, i giovani hanno il loro privilegio! Quando la vita sociale è agitata ed i vecchi ordini traballane, sempre si vede i giovani al centro; essi appaiono _ovunque galleggiando e muovendosi facilmente,· grazie aila loro energia e giovinezza fisica, sul mare in tempesta. Le lunghe guerre e le rivoluzioni ottengono sempre l'effetto di stabilire e =ionare il precoce avvento sulla scena. politica ed ai posti cli comando dei giovani, che ne hanno determinato· il moto, accelerando la fine e la scomparsa delle vecchie generazioni! Si vedono trai:uonti precipitosi e scon.solati dei r,z.dri, sopravi;::;:>uti alla loro-easa-Gi--- strntta, mentre i figli, conquistati i posti di comando, li tengono saldamente! La posizione dei padri determina quella antagonista dei figli, e l'antagonismo dei figli spinge i padri alla conse,.·-vazionevivace dei loro posti ! In fondo a questo giuoco, a questo dinamismo delle generazioni, vi è, sempre rin- _novantesi, il giuoco degli istinti: l'istinto di contradizione, forte nel giovane, aumenta quello del vecchio e si manifesta nel reciproco antagonismo! Se il loro passato è contro i padri, perchè lo spiirito di conservazione in cui si adagiane: e le posizioni eh~ difendono dagli assalti giovanili sono frutto dell'esperienza dei loro figli, già sovversivi, inquadrati in nna della loro e.uergia esaurita, il futuro vedrà i loro figli, giàsovvers-ivi, inquadra.ti in lllla posizione di conservazione. Le ondate si ripetono ed il moto cliffer.isce soltanto nella violenza e nella efficacia degli attacchi. Ecco il ripetersi delle illusioni e della cecità giovanile, ricca d;i energia, sempre sboccante attraverso le fasi dell'esperienza, nello spirito di consenrazione ! Apipagato od esaurito un istinto, altri ne sorgono, confermati e rinsaldati dalle circosta.112e. grildrig. :\'OTA Lo schema di grildrig (che nei prossimi numeri i lettori vedranno applicato suggestiYan1eute allo studio delle generazioni del PlnterYentismo, della gue1·ra e del fascismo) pare insoddisfacente perc:hè spiega troppo. Nel caso f=+p~-ificcohe in questi articoli si studierà si può dire che la luce venga più specialmente dalle ideologie del1e nuove generazioni, riassunte nella superba impotenza del futurismo. Con questa. correzione gli istinti acqu..istauo le dovute sfumature. 1\fnssolini si direbbe il diYtÙgatore di un modello proposto da 1'Iarinetti. I giovani poterono attingervi quella spensieratez~ Z.:'l che Ji alntò a non sentlfe la crisi e l1incubo della guerra. da cui itScirouo stremati i ..-ecchi. :Ma il fa..,cismo dei gioYani cli vent'anni è eYidentemente m.orto p.1im.a.di nascei-e se si , è potuto confoudere nei romanticismi e nelle presunzioni dei combattenti. C1è 11,nagene.raz.ione, oltre quella del ma.nganello, rhe la guerra ha niaturato, risparmiandola ; che si è c01iclannata alla. serietà sin 'dalla adolescenza; che ha fatto ìn cinque anni la sua prepara,-ionc ideale e pra.tica, austerainente se1v...a sperare vantaggi e senza chi·edere posti. Vogliamo ,re<:lere C'he cosa diranno i padri di questi figli. Vogliamo vedere che cosa c1 risponderanno Mussolini e il fascismo quando alla loro retorica avremo opposta la nostra. ascesi e la nostra prepar'ru,Jone. p. g.

114 PARLAMENTO EHAPPHE5EHTDNZA DI INTEHE551 La legislazio\e economica deve essere messa in mano agli interessati:? Un provyedimento legislativo deve e8Sl!re considerato come utile alla generalità, convenieute al paese quando riporli il Sltffragio degli « interessati »? V'è in Italia una tendenza diffn&:.'1a rilene:te cli sì. l cattolici si sono fatti paladini della rappresentanza professionale; i socialìsti Yogliouo attribuire ai cousigli del lavoro nna potestà legislativa e non più soltanto consultiva; gli industriali pretenderebbero che una tariffa doganale sia buona quando;, tutte le industrie interessate la propugnano o se ne contentano: gli impiegati Yorrebbe1-o che i regolamenti del loro laYoro e dei loro stipendi iossero discussi e deliberati dalla loro classe d'a<> cardo con i miuistri cd i capi dei dicasteri ed uffici. Og,nwa delle classi interessate tende a conquistare la pre\·alenza 11el consesso deliberante; e la massima. concessione che ogni classe fa ~ la sopportazione di una eguale rappresenta.uza alla classe direttamente con essa conte:idente. La rappresrutan1-1. a: paritetica » degli interessi sembra il ncn plus ultra della sapienza legislativa mode:rnissi ma. Fa bisogno di dire che noi, .i quali sia1no contrari a queste seùicenti 1110::!ernità legislative, abbia!no il cloYere di <lire: chiaro e preciso che tutte queste rappresentanze degli iuteressi, che tutti questi con5essi paritetici sono un regresso spaYentoso Yc.rso tonne rueàicYali di r..ppresentanza politica, Yerso quelie ;fon.ne, da cui per perfezionamenti successh·i, si sYolsero i Parlamenti moderni? Dare alle rappresentanze professiopali tui.a funzione deliberativa è Yoler mettere gli iu.teressi particolari al posto çli quelli generali, è compiere oper.1fper Io più sopraffa. trice ed egoistica. Gli « interessi ~ deDbono essere ascoltati e cousultati. :Ila qui finisce la loro sfera di azione. I u competenti !) dell'azione poìitica non sono e non debbono essere i « competenti )) nei singoli rami di industrie o d.i commercio o di laYoro o di professione. Si può affermare, senza. pericolo di errare, che la competenza specifica dell'interessato cessa quando conllncia la competenza generale del rappresentante la collettiYità. Il che può essere dimostrato vero per ogni caso; m.a oggi basti farne applicazione al caso della tariffa doganale. Le rappresentanze degli interessi : 1) non rappresen.tano normalmente neppure la generalità degli interessi presenti. Come si può affermare che la Confeden1zione generale dell'industria, che le Camere <li commercio, che :il Segretariato agricoJo n.azionale siano le vere, genuine rappresentanze di tutti gli interessi industriali, commerciali ed agricoli d'Italia? Kon lo sono neppure per burla. Questi corpi rappresentano quei gruppi, rispettabilissimi si 1 ma pochi che aYeYano appunto un forte interesse da far valere e da patrocinare. Chi ci dice che altri non Yi sia che abbia un interesse contrario; che coloro i quali hanno interessi dù·ersi si siano accorti cli ciò che si sta co1nbi.nando ai loro danni da parte cli coloro che dicono di rappresentarli? O non €: accaduto che un grande n1eccanico italiano, un membro autorevole. se non erro, della Confederazione generale dtll'industria e della Associazione delle società italiane per azioni, il com.m. GioYanni Sih-estri, in una 1ettera pubblicata sulla Trib1ma abbia preso le difese del protezionismo, che i::, se non erro, sovratutto <>'6gi in Italia prot<:".t.ionismo siderurgico, accusando noi liberisti cli voler fai· comperare all 'ItaHa manufatti e non materie !)Time? 11 che, sia detto di passata, i:: un errore so1ennissimo perchè nessll.11 economista passato, presente o fnturo ma.i si e dichiarato e si dichiarerà nemjco delle materiè prime o dei manufatti ma sempre e soltanto amico di ciò ehe in quel momento è più conveniente comperare, siano mauufatti o materie prime. Qual mai veste di rappresentante genuino dell'indu.,tria meccanica può avere lo stesso Silvestri, quando si accoda a qti.ei siderurgici i quali ,ugliono dazi dai quali risulterebbe grandemente accresciuto il costo di quei prodotti che sono ie materie prime d<:il'industria meccanica? -:-;-o.Il governo deve ascoltare anche i voti di questi industriali meccanici i quali si sono, pc...-r agioni c.he (; inutile indagare, messi d'accordo con i siderurgici. ),f_a <leve guardarsi bene dall'immaginare che tutti gli interessi dell'industria meccanica siano da essi rappresentati. 2) non rappresenla110 certamente gli interessi futuri, che è compilo principalissimo, essenziale dello Stato difendere contro g-/i interessi presenti. Il solo argomento economico valido a favor" della prote-t:ione è quello di dare un aiuto olle industrie, le quali muovono i primi passi ecl inconaano ostacoli transitori, che solo l'aiut,, dcilo Stato può con.sentire di superare. Queste industrie giovani e promettenti nou hanno, per definizione, forti interessi costituiti cla difendere:; non hanno rappresentanti autorevoli nel campo della grande indu.stria. Quasi mai le -vere industrie nuo--.:e, le sole degne di essere r~r moti vi eco. nomici aiutate dallo Stato, si fan sentire nei consessi degli interessati, dove dominano i gruppi forti, antichi, coalizr.ati. Precisamente quelli che 110,i bisogna aiutare. E' compito dell'uomo di Stato, che vede lontano, moderare ed eliminare la protezione ai potenti. e C:Dllq\clerlaprovvisoriaLA RIVOLUZIONE LIBERALE mente ai dehoH, agli appena. na.ti. Or questo non si fa ehiallla11do a deliberare le rappresentanze paritetiche degli interessati. 3) noi{, difendono l'in.teresse generale. Non da oggi., 11011 da quando è couùnciata la guerra, ma da ben prima gli economisti insegnarono che polevasi dare protezione ad industrie essenziali per la difesa militare dello Stato. Anche a ciò sono disadatte le rappresentanze degli interessi. Oggi queste chiedono protezioni per le inclustrie chia'Vi, per le industrie che f1iro110 essenziali durante ia guerra passata: siclerurgid1e, chimiche, ecc. Se si as~olta il loro Yoto1 noi difenderemo industrie che hanno gu-aùagnato moltissi1no, chè, se fossero sl..1te bene mnministrate, aYrebbero dovuto in 1nolti casi. ridtu1.·e a valore zero i loro i1npianti e trovarsi ora agguerdtissi1ne contro la concorrenza estera. Invece, col pretesto delle indust1ie essenziali per la guerra, si vogliono manteuere i prezzi ad ttn livello tale <la remuue-rmo,; !Zli impianti al \·alore bellico, come se non fos. sero sta.ti o non avesse1·0 dovuto essere ammortizzati. Vi è una grande probabilità che in tal 1nodo si proteggano industrie diverse da quelle che sara H no essenzi.a1i nella. futu,ra. guen-a .. Io non so quali possaJ10 essere queste future industrie• chiavi; 111anego nel modo più assoluto la \·aliclilà della indicazione latta dai rappresentanti delle industrie che. hanno maggior voce nei loro consessi sedicei1ti rappresentativi. Se1np,re, se si va in fondo ai risultati necessari d-i una politica doganale determinata dai « com.- petenti iuteressati », noi vediamo che ess.ì. si assommano nel predominio degli interessi consolidati, antichi, potenti. J1 nuovo, il debole, 11 picee-lo ne è escluso. ~e sono esclusi gli interessi generali, quelli delle industrie che nulla hanno chiesto e· ~he lion [ttrono abbastanza forti e previdenti da orga11izzarsi per difendersi contro i coìpi recati da altri. E' un miracolo che trovino difesa gli agricoltori; ma chi clifende ad esempio l'industlia edilizia, una delle niassime industrie paesane, la quale \ede 1incarati dalla protez~ioue molti dei suoi materiali da costruzione? Si consultino dunque gli interessati, t1t.tti gli interessati. lvia deliberi il Parlamento. Konostante i suoi difetti, è desso il solo strumento esistente c}.i rappresentanza degli interessi generali. Nè si pregiuclicbi la questione con decreti reali provvisori. In questa materia il provdsorio è irreparabile. Il Parlamento può mutare l'a.liquota di una iiuposta, ca111biare i metodi cli acceiirunento. E 1 quasi impossibile muta.re invece una tariffa doganale proyvisoria. All'ombra. di essa sono sorte industrie, si sono mupliati impianti, sono cresciuti gli interessi cli prima e, divenuti ultrapotenti, recfa.1nano attenzione e difesa. Approva.re per decreto reale 1u1a tariffa provvisoria sarebbe un errore irrep-rabile. Il governo non deve, non può commettere questo errore. Esso deve c-omunicare iu\·ece al Parlamento ed ai giornali i rapporti, che diconsi stampati e che autorevolmente fu affenna.to essere stati comunicati in via riserv,atissima a qualche Camera di comn1ercio. Lrt richiesta è moderata ed equ.a. Nulla ci deve essere cli riservato in questa materi.a. Trattasi di interessi pubblici interni importantissimi ed ognuno ha diritto cli sapere per qn.ali moth·i precisi si chicggano gli enormi dazi che or son 1nessi inuanzi. Pritna çli concedere acl un p,ri\·ato industriale di tassa.re gli altri intlustria1i ed i consumatori in genere a proprio benefi.cib sicuro ed a benefido prrteso della collettività, bisogna far conoscere pnbb1ican1ente ]e ragioni del p1-i\-ilegio. Chierles.i soltanto di non bran-colr..re nel buio e di uon essere messi dinnanzi al fatto co1npiuto ed irrevocabile. LUIGI EINAUDI. ltll POhlTIGA. EGGltESIASTHrn ~EltijISOIWll\lENIO I. l.o Stato Italiano, costituitosi in imità pill per forza di circostanze e per eroica volontà di solitari che per prec-isa coscienza cli popolo, si trovò impreparato a 1-isolvere, come tanti altri, anche il problema della politica ecclesiastica; lasciauclosi trascinare dagli e\·enti, anzichè domina.xli. Gli m.ancava.110 1 per poter riuscire a una soluzione coerente del problema., due condizioni essenzia1i : una precisa coscienza del valore della re1igione e del cattolicismo in particolare e una precisa coscienza dei diritti e dei linliti della Sovranità statale. Il che era in rapporto con le condizioni geuera1i della coltura delle classi medie, in cui le tendenze si clibattt>-vanotra una religione clericaleggiante da un lato; ed un ,laicismo clogmaticbeggiante e paiimenti chiesastico dall 'a~tro. Il problema dei rapporti tra Chiesa e Stato, grave dovunque, dit·enta.va gravissimo in Italia, dove l'Unità s'era ottenuta non soltanto senza la cooperazione della Chiesa, ma contro la volontà della Chiesa: e la Chiesa vedeva nel giovane Stato il sacrilego usurpatore de' suoi sacri cli. ritti. Skchè, da una parte si aveva una focosa reazione laica che pretendeva cli 2.bbattere insieme e come conseguenza del potere temporale, anche il potere temporale dei Papi; dall'altra una tenue reazione clericale che voleva clifendere 1 e poi rl.afierrtlffi"e, con l 'aittorità religiosa, anche il potere politico. Stt questa antitesi fu costruita la Legge del.le Guarentigie, una spede di magna Cbarta della politica ecclesiastica italiana, che regola. tutt'ora i rapporti fondamentali tra Chiesa e Stato; fra questa antitesi si è svolta per settant'an11i, con infinilo danuo per gli interessi naziona.lii la vita interna dell'Italia. E' ormai un luogo comune esalta.re la sapienza legislativa della destra che inspirò la Legge delle Guarentigie e ne formulò gli articoli. In essa si riflessero - e non poteYano uon 1iflettersi - 1e agitate condizioni del tempo. E a bene an.aliz.- r,arla si scoprono difetti non di dettaglio soltauto, ma di sostanza, nqn solo di applicazionei ma d'inspirazione. Occorre mettersi oene in testa u11 punto : la Legge delle Guarentigie non può 0-sscre l 'elerno codice per le relazioni fra lo Stato e la Chiesa. Ogni legge politica, appunto pcrcl,è tale è destinata a trasformarsi i in quallto ne.lia migliore:: deJle ipotesi, rh;olve ~ problemi politici di un ùal.o periodo. Per la Legge delle Guarcntigie, oltre questo principio generale, valgono altri dati di fatto che ne accentuano e ne illumiiu:1110 1 il ncce sario carattere di precarietà. Essa, infatti, non fu il risultato cli un di!-=l:- g-no che1 almeno nelle Jince fon<lamcnlali, si pn:,scntasse con nelt.e:z%a alla mente del legislatore. La stessa Destra era tutt'altro che unonimc 110n so1o per la fonnuJazione degli articoli, ma per lo spirito stesso che avrebbe dovuto informare il documento; C<Jme j n generale in tutto il suo indirizzo di politica ecclesiastica. !~' nc-c:essario per Ja retta intelligenza del nostro punto di vista, indagare brevemente lo stato d'animo e le condizioni tli fatto da cui s'e_spresse ltJ'litica ecclesia•tica del nuoYo Regno. La magni.fica. affennazio.ue de.11 1 indipendenza dello Stato dal1a Chiesa, che anelavano gradata• mente svolgendo alcuni Stati italiani - specie il Regno di C'lapoli e il Granducato di Toscana - nella seconda metà del secolo XVIII, fu bruscamente interrotta dalla rivoluzione francese, la quale inseri nella lotta politico-ecclesiastica il suo settarismo giacobi110 e il suo pseudo rellgionis1110laico. Lo Stato, o meglio gli Stati costituitisi sui fondamenti degli im,mortali princ-ipii sbandierati dalla rivoluzione, ne ereditarono anche lo spirito giacobino; cioè la volontà di combattere nel Cattohcismo, uou solo le sue deviazioni politiche, ma la sua stessa essenza d·\ religione. Si costituiva il la.icismo, ch'ebbe in Francia la sua più caratteristica esp-ressione e che lanciò anche in Italia, tentacoli poderosi, da cui neppur ora la p<ttria nostra riesce a liberarsi del tutto. Erano i tempi in cui il positivismo comtiano -pontificava nel campo del pensiero e si manifestavano i sintomi del materialismo di Buc11ner e di I-iaeckel. Una inge11u.,.1.fede nel valore assoluto della Scienza - fatta. termine vittorioso di con.fronlo con la Fede religiosa - una vaga aspirazione alla luce schiaraute di un indefinito Progresso. a una Umanità redenta da tutte le contese sociali e naziouali, -in cui il « beati i pacifici » avesse la su.a. più radiosa attuazione, erano i costituti vi essenziali di codesto laicismo 1 pseudo scientifico, qu.a.11topseudo religioso. E' 1iesaltazione de] lVfondo nella sua finitezza terrena - t1ionfante contrapposto all'infinito della dogmatica - della civiltà nella sua materializzazione eàonistica; della Umanità, quale confine tùtimo dell'attività degli uomini, specie di novissimo Regnoi - del1'uo1110, anzichè di Dio - in ,cui tutte le miserie sociali, tutti ·i dolori t11nani1 tutti gli odi1 ]e ingiustizie e le guerre dovranno sommergersi jn un tranquillo universale oro.ano d'amore; e la Pace e la Giustizia regnare incontrastate. Le scicnz~ sperimentali, che erano ii pensiero stesso maturatosi a traverso lotte doloranti - a: provando e ripro\·ando », parvero invec:,elo strumento con ctii il pensiero era stnto illuminato. Sembrò clic, d'impro-,·viso, l'uomo, come già il biblico _:\damo gustando del pomo misterioso - avesse afierrato la Verità e costrettala. un'.1 volt.a per s-cmpre sotto il suo dominio i cicli fossero ormai squarciati, il fuoco divino Ìn\·olato: - Promrlco pote,·a lanciare, finalmenlc, il suo peana cli trionfn. S'ebbe la sciocca pretesa cli uccidere con l'arma della Scie,na (nelle sue e:;.pmss;oni , posi• ti11e 7J, e cioè sensibilmente ta11gibi1i) la Religione; si detronizzò lddio, per c:saltare il diavolo. , Salute, o Satana,. Cosl la Scic-n1,a diventava essa stessa la religione 1 con sacerdoti e templi e dogm.i e scomuniche. « Ogni nuovq. scuola costituirà una Chiesa i. Fu il gnrn verbo del laicismo. E si risolse in un.a squisita sciocchezza. Si acet1savano i preti cli avere inventato lddio - stu~ndi artcfrci invero! (cosi come si accusa.vano i Principi <li fomentare e perpetuare le divisioni di razza e di esser causa immanente delle guerre fra gli Stati!). Si scambiavano le deviazioni dalla religione per la sua essenza; si confondevano nello stesso giudizio, e nella stessa condanna cl.ericalis1no, ca.ttolicisrno, cristianesimo e perfino! sentimento religioso. Un se1.1sogenerale di stupefacente supe_rficialibì stodcai -filosofica, religiosa annebbiava le menti, e si traduceva naturalmente ne.Ila incertezza e ne1l' oscurità dominanti nel campo politico. • * * :.-,.Jèa queste naove c-orriénti cli pensiero rimase estranea la regione, che era destinata ad avere parte preponderante nelle sorti politiche e legislative del futuro Regno d'Italia: il Piemonte. Gli uomini politici che, dopo il '48, si successero nel governo subalpino - compreso lo stesso Cavour - erano tutti,· qual più qual 1neno1 imbevuti cl'iidee francesi; le quali 1 se non erano riuscite a estirpar da' loro animi le saìde radici tr.1clizionali 1 e a fru·li entusiasti del culto della Dea Ragiqnc, vi avevano tuttavia impresso orme profonde. Cosa inevitabile, del resto, per il iatto che la Francia, in nome della liberté e della fra. lcrn.,~té di tutti i popoìi. .. aveva soggiogato il vicino regno e violentemente plasmatolo delle proprie idee e <le' propYi costtu11i; 11èla reazione spirituale del Piemonte poteva essere troppo forte, messo in confronto il patrimonio d'idee del picco1o Stato, con la grande tradizione -intellettuale e poiitic.a della Francia. Sì, che molti cli quegli uomini politici avevanoi per così dire, respirato l'aria satt11·a degli incensi della Dea Ragione; o avevano, sotto la restatu·azione, lunga.mente soggiornato in Francia, iu contatto con gli elementi più fattivi dello spirito nuovo della ·rivoluzione. Non bisogna dimenticare, infatti,· che la generazione del '448, la quale impose a Carlo Alberto la costituzione e assunse il timone dello Stato, era quella stessa che aveva fatto Ia rivoluzione del '21, R<l era poi viss'uta., esiliata., fuor •deila Pn.tria 1 costituendosi un notevole patrimonio di idee e di esperienz,a politica (in terra straniera) (r). ~\.brogate per successivi reali decreti !e loro condanne, gli aristocratici riYoluzionari del '21 tornarono in patria 1 con una coltura variam.ente formata e indubbiainente multiforme; n1a in cui il bagaglio sempre scintillante degli immortali principi - codificati ormai in dogma immutabile sotto i benigni auspici del Re Borghese - occupava il posto d'onore. Il temperamento ·equilibrato dei piemontesi vietava cli portare alle estreme illazioni certi principi; ma non così che, in qualche modo, il vecehio mondo d'idee, di costumi, cli sentimenti - che la Sacra :Maestà di Vittorio Emanuele I s'era fissata cli rimettere graziosamente a nuovo; e che lo stesso Carlo .\lberto non aveva osato, per quasi un ,-entennio di regno, ·seriamente intaccare, - non se ne sentisse scosso e 11011 presentisse, nelle menti più chiaroveggenti, se pure ad esso sempre affezionate, 1a su·a im.1ninente dissoluzione. E il libera!isn,o - che nella mente de' suoi assertori e 1_ancor più, de' suoi adoratori - apparve come la n.uo-va ri1Jelazione che un Dio Benigno avesse fatto alla. umanità dolorante, s 1impone con lo scintillio delle sue dottrine e col fa. scino de' snoi risultati immediati, a quanti in calma vigilia peusosa o in esasperata attività, maturavano nuovi tempi. E da vigoroso seutin1ento di reazione a un passato ài restrizioni e cli sopn1si, il liberalismo andò cristallizzandosi in ischemi dottrinari assoluti e 1 alla lor volta, intransigenti. I nuovi Stati si costituivano con i difetti, se così m'è lecito dire, dei loro pregi. Le astrazioni più vaporose dominavano le menti e quindi le costituzioni politic-he che ne genniuavano. (c01,ti111w). \iI~CENZO CENTO. (r) Questo fatto, importantissimo per le sue conseguenze sociali e politiche, in quanto la for1n.a mJ.nt.is cli quegli uomini si rifl.etteYa nell'attidtà organizzatrice e sistemalrice della nuova Italia, non 111i pare sia stato messo finora. nella doYnta luce. PIERO BOBETTI - Editare TORINO - Vi □ XX 5e!!ernbre, 60 Uscirà ne~'Ottobre: Generale CLEMEC'ITE ASSUM LAPRIMADlfE5D EL6HAPPD 11 generale ,\ssum dimostra che la prima difesa del Grappa fu quella che salvò l'esercito dalla estrema rovina 11cl1uomento i111,cui sL tem.eva. che stessei-o per crollare anche gli ultimi avanzi della resistenza. La tremenda. battaglia che, nel noYcmbre 1917, fu c01nba.ttuta con disperato cttore p(:r 14 giorni - sul1'ulti1no baluardo montano della patria invasa - da pochi e mal fomiti battaglioni gettali s11lla montagna impreparab e nuda, tra 1'impcn·ersare degli elementi. conti-o un nemico forte e ebbro di vittoria, dovrebbe perciò occupare il posto pii', insigne nella storia della nostra guerra. Appunto perchè si dia a quell'azione grandiosa il posto d'onore che le spetta nel ricordo e nella riconoscenza, l'autore ha scritto questo Yolume limpido, vivace e documentato, con senso di re1igioso a.more per quei procli che primi combatterono sul Sacro Monte e primi vi morirono. Ali prenotatori il libro viene ceduto al prezzo di Lire IO.

LA RIVOLUZIONE LIBERALE PROCESSO CLERICALEAL RISORGilv.!ENTO Si potrebbe immagrnare G. H. Casoni (1) nel secolo x111 incerto tra la tentazione di arruolarsi con Simone di Mon!ort per far strage di Albi gesi e il prudente peusiero di vestir l'abito domenicano, dacchè ai clome11icani era stata affidata l'inqnisitio Jierelirae jJra1.1ilotis. 111 questo dilcmn1a si riconoscono i suoi limiti e il suo stile. Vis-- su.to nel Riso1gimento, cou 111,iliziepapall11e e chiostri inetti se 11011 addirittura se1uilibcrali, dovette essere giornalista auslriacante per appagare la sua sete di lotta ed ebbe l'animo di un fante crociato. Come giornalista trqvò facile for. tuna: la sua allidtà occupa tutto il secolo e 11011 è delle pilt umili; a1nico cli Don ì\1arg0Ùi 1 tenuto in considerazione da Thiers, da I\.Iontalembe1-t e cla Veuillot, prediletto da Pio IX tra gli scrittori laici del cattolicisrno incomindò redaltorc del1 'OsscrJatore Bolognese prima clel '59 e finì a dirigere l'Osservatore Romano e a procurare, per il suo atLcggia111e11tobattaglforo, noie e protcsLc della cliplo1naz.ia internazionale presso la Segreteria. Vaticana. 1\In. questo suo es.sere stato cinqum1t'at111i in. campo, all 'avanguarclia clclla reazione, a sperare 1 'impero di Pio IX e a ,·ederue il tramonto, a consigliare intransigenza a Leone XIII e ad assistere il dogmatismo di Pio X, dà all~ su.a Yita un colore d'aYYcntusa e rende singolare la sua cspcrienz:i, che dal '48 giunge sino alla preparazione deìla guerra europea e che egli ci ha Yoluto descri,·ere, pri1na di morire, in un Jibro di ricordi cui non si saprebbero trovare risconbi per YiYacità e originalità nella nostra letteratura politica. J\ia di tanta storia che gli è passata davanti egli non ha voluto vedere che la cronaca, e nella sua fede, così sicura che non si inclug:ia neanche a professarsi, ba costantemente rifiutato di prendere interesse a drammi di idee o a incertezze cli passioni che un cattolico autentko <leve aver già risolti e giudicati per sempre, tranquillo che il futuro nulla possa aggiungere alla conosciuta ri\·elazione. Casoni ha fatto· del mondo un chiostro da etti anche. i ;fantasmi sognati e le notturne apparizioni tentatrici souv bandite e, assente il dubbio, la lotta conserva una maestà pacifica e inesorabile, e un ordine sistematico di pubblica amministrazione. Le suggestioni delb lo_tta di idee e dei dra=i cosmici derivano dalla circostanza totalmente metafisica d1e l'uomo lottando con gli altri lotti con se stesso e nella vittoria ·rechi il clono di un attimo di tregua all'autocritica dilaceratrice: invece le confessioni del nostro giornalista austriacante mancano affatto di tali dualismi dialettici e riescono l'elenco riposato cli statiche affermazioni. I fatti sono ::;eguiti con la curiosità dell'erudito, e guardati con obbiettiva indulgenza o cou bonaria canzonatura anche quando un vero mortale, non così metafisicamente convinto di rappre. seutare la ·spada terren.:1. dell'idea divina, troverebbe la propria contraddizione e lo scorno della sua debolezzJ.. La narrazione procede costante su uno stesso piano 1 con palese indifferenza, iu un tono tra scettico e dogmatico, e la sola varietà l data cla tUlll diplomatica attenzione verso le persone e da una dilettevole copia di aneddoti. Ora con tale sicumera dovrebbe contrastare il tono dimesso del rico,-do personale, senoncbè la più elementare malizia scopre facilmente l1equivoco per cui il Casoni pa~la , della sua modesta e umile persona li, proprio quando non tralascia il postumo ripicca coi suoi antichi denigratori e nota con bonaria indulgenza e con estrema diligenza i proprii successi e le circostanze in cui ecceUe il suo valore quasi se ne compiacesse soltanto per amore della causa. Insomma la vanità umana dello scrittore è piuttosto aiutata e nascosta che dimenticata nella rigidezza del catto1ico e la p1'esenza dei motivi dogmatici vi aggiunge anzi un tono se:cco e ascetico che è piuttosto originale che ingrato. Cosi anche lo stile confenn,; I.a struttura psicologica semplice e lineare dell'uomo. Sono gli elementi narrativi che alimentano la n1onotonia del libro, come il gusto del particolare allieta il freddo dogmatismo ciel pensatore; le osservazioni psicologiche nascono col touo del sarcasmo e della stroncatura, adeguate secondo UD punto di vista di amministrazione e di cronaca; le definizioni risultano palesi, l'aneddoto dato come esemplificazione non disperde il processo quasi se111pre dichiarativo del periodare, il tono Llell'apologia e della. polemica è vivace, senza sottintesi e senza sfmnature. L\101110 è tutto ai un pezzo, il libro non può avere altri pregi fuor dell.:'l.accurat<::zza per cui la fotografia riesce incisiva; dove si mettono in sce11a altre persone m.auca l'interesse fantastico per una ricostruzione drammatica, ma il ricordo o il clialogo, ingennamente immediato, non appaiouo me110 suggestivi. Si legga questo ritratto di 1'.1ingbetti che non è meno preciso cli quello scritto da Pctruccei;: Della Gattina ed ha i pregi della passione eia cui è dettalo: « Colla copia delle sue cognizioni, colla faci. lità della sua parola, colla. gentilezza dei suoi modi, Marco Minghetti sarebbe stato un capo diopposizione iispettato e temuto e avrebbe potuto essere i10n poçhe volte il padrone della si- ( 1) C0,quant'ronni d·i giornalis·mo (184_6-1900). Ricordi personali dell'avvocato G1a.mbattISta Cas~ni i J3ologpa, Matteuzzi, 1907.· 1 volun1e ili pagrne V-3'21. - tt1a1,ioue e l'arbitro dei destini di qualche miuistero. , ìla egli volle essere ministro e a11.chepresidente rlel Consiglio dei minist,;. Se sempre dimostrò profondità d'ingegno e vastità di cultura, non si dimostrò fornito di quel tallo ])'ratico e di quel criterio politico, che, più che l'iugegno e la dottrina, formano i veri u01nini di Stato. , Del resto egli aveva i ntravvcdulo la sua polc11%ialilà intellettuale e politica, poichè sarebbesi appagato di essere uomo di consiglio e uomo Ji çaltedra > (pp. 27-28). lnvecc la passioue nou gli fa velo nel giudicare Cantù, per jl qu..a-le egli ci offre i11vero un modello di arguzia psicologica e di placida canzonaltUa: u Secondo me, Cesare Cantù ha compiuto un l;ivoro colossale e ardito colla sua r,: Storia Universale» per qn.ru1tosiasi detto che essa non è che un raffazzouamento di fatti e di documenti più c:he una ragionala coordiua1~io11c degli eventi e delle loro cause. u fi1a bisogna, ser.ondo il mio debole avviso, co11siderare che egli fu primo nel concepire e ncll 'effettuare sl ardita impresa, come è da considerare che Cantt't cominciò a scrivere troppo presto, cmni11ciò a diciotto anni e quindi 11011 ebbe il tempo cli pensare. « Fu scrittore, ma non fu pensatore» (p. 90). )la le pagine più suggestive del Casoni sono quelle che nel 1907 egli scriveva sulla rivoluzione italiana del Risorgimento. Come il combattente non -s'è placato, lo storico non vuol vedere più in là cli ciò cbe ha giudicato come testimonio e rifiuta un avvenire che non riporti al mondo tra1no11tato. La storia che diverge dalla linea mae- ~tra della tradizione pontificia è stratagemma provvisorio di eretici e truffa cli diavoli. Casoni 11011 ha bisogno di fare il processo aJla rivolu. zione, gli basta vederla nel n1odo più dilettevole frantum.arsi in aneddoti. Perchè caddero i Borboni? « Il regnarne delle Due Sicilie dava ogni anno al Papa una chinea in segno di suo vassallaggio e di riconoscimento dell'alta sovranità cieli.a Santa Sede sopra il Regno di Kapoli. , Qu.ando Pio IX esulò a Gaeta, e fu accolto con tanto onore dal Re Ferdinando II, questi domandò al Papa di volere liberare il suo regno ùa tale prestazione. « - Come si fa a dire di no - rispose calmo, ma. impensierito, Pio IX. « li Regno delle Due Sicilie da allora in poi non 1cliedepiù la chinea al Papa 1 e fu libero da ogni subordinazione al medesimo. In e.ambio doYette però fra .breve il Re Ferdinando dare il Regno alla rivoluzione, e perduta la vita per U11 delitto perdeva il trono pel giovane suo figlio e per l'intera sua famiglia. , Ciò che è del Papa è di Dio e ciò che non si dà o si toglie al Papa, 11011 si dà o si toglie a Dio• (p. 93). Qui la morale non è sovrapposta aridamente, ma nasce spontanea coll'aneddoto stesso ed ha tutte le suggestioni dell'ingenuità. Co1ue si spiega il successo dei Mille? C'è anche per questo la favoletta p,iù convincente: , L'antico esercito napoletano si sfasciò in bre- \'e, parte tradito dai generali e parte sbandato per mancanza cli ordini e di duci. A ciò contribtù più l'oro che il ferro, ossia poterono assai i biglietti di banca più che l'onore e il giuramento ili parecchi capi dell'esercito delle Due Sicilie. « Fra l'altro si raccontò subito che il generale Lanzo, comandante delle forze borboniche a Palenno, ceclè la piazia a Garibaldi per dugentocinquantamila lire, ma si aggiunge ancora, e non fu mai smentito, che i biglietti cli banca, dati al generale fedifrago, erano tutti falsi n. Così con Garibaldi .il Casoni· non vuole ricon. ciliarsi a nessun costo e la ferocia con cui lo ricorda a venticinque anni cli distanza dalla morte è addirittura dra111matica. Non può avere rispetto nè odio per i nemici della Chiesa, e mostra molto più ragionevolmente un freddo disprezw: « Il grido emesso da Garibaldi Ro.nia o m.ort.e iu soffocato ad Aspromonte, e fu per un momèu• to rip~tuto prima di Mentana poichè a Mentana l'eroe dei due mondi non si trovò presente a1 combattimento 1 come non si trovò a Castelfidardo il generale Cialdini, ad onta che fosse poi chiamato l'eroe di Caslel.fi.dardo, pomposo titolo da lui meritato come Garibaldi poteva meritare quello éli eroe cli iVIeut.ana, per avere questi due eroi brillato per la loro assenza dai luoghi della lotta e neil'ora della battaglia» (p. 91). Del governo italiano tenuto in Bologna. dopo il '59 parla così: « I nuovi venuti fecero tosto comprendere quel. lo che era per essi l'abolizione delìa tirannide papale e l 'introuizzazione della libertà liberale. , Dico libertà liberale, perchè essa è ben diversa dalla libertà nattu-ale, essendo che per il liberalismo la libertà e un mezzo. Non è unb scopo, ed è un diritto pei liberali, mentre è una parola per i non liberali. D'altronde era molto tempo che in Bologna non erasi goduta quella libertà che per secoli godettero i vecchi bolognesi, mentre poi eTa stata fino allora amplissima la libertà di dir male dei preti, <lei Papa, e del suo governo» (p. 53). Dfremmo che in que.~ti anacronismi si nascoudono j più piacevoli esempi di stile: certo un semplificatore fonniclabile e dignitoso come il Casoni non è sorpresa di tutti i giorni e chi volesse opporgli la propria ironia urterebbe inva110 contro la sua impassibilità. Del resto nei suoi piani d'azione c'è qual.cosa dj più che la applicazione <lcll.amorale alla politica: nella lotta contro il nuovo governo ba la sua I)'drtc anche la diplomazia: « Noi vedevamo che <·on ] 'astensione dall'azione goveniatjva si sottraeva alla ri,·oluzione dominante la forza morale e la cooperai,ione materwle di non pochi mi]iQni di cittadini italiani• (pag-:ina 179). Gioverà chiucierc questi cenni di present.azione con un esempio di perfetto ragionamento logico per cui il Casoni ferma decisamente il suo edificio intellettuale e si giustifica quasi commossamente come italiano e come uomo oltrechè come callolico: • ìl non expedil è stato per molto tempo la base d1 operazione 1 come diceva un dotto prelato, del movimento cattolico in Italia, il quale non poteYa avere, quasi sto per dire, quella libertà d'azione e quella vastità di espansione, che ba e può dare in alt.1·e nazioni e in altri paesi, essendochè, trovandosi in Italia la sede del Papato Romano e il centro della Chiesa Cattolica, non si pOssOuo mai disgiungere le condizioni politiche e sociali dell'Italia da quelle del Papato, istituzione mondiale e cosmopolita che ha diritti, doveri, interessi, ideali e finalità che si Stendono pel mondo intero e che banno per oggetto l'intera 0 uman-ità. « Ecco percbè noi sosteue\·amo fin dal principio della nostra resistenza e della nostra lotta che I.a libertà civile e l'imlipenden7..a politica e l'unità nazionale dell' itali a non poteva essere disgiunta dalla libertà effettiva, dall'indipendenza assoluta e dall'unità morale della Chiesa e del Papato. Ecco perché noi, in base alla storia della Chiesa e dell'Italia fissammo per condizione fondamenta1e del nostro mo\·imento cattolico italiano qnesta grande e inconvertibile verità sto. rica: , li Papa è non sola.mente il capo spirituale dell 'ltalia, ma ne è ben anche il capo politico , . Non vi fu mai infatti nessun assetto politico e sociale dell'Italia senza l'intervento ·del Papa: basta ricordare I.a grande epoca del Comuni italiani. a: Questi furono l'opera meravigliosa dei Papi, che fece gç,dere all'Italia quella libertà civile, quella grandezza nazionale e quell'agiatezza economica, che tutte le altre nazioni civili non hanno avuto che dopo parecchi secoli. « In ciò stava la ragione storica della nostra divisa cattolici e. ital.iani • (p. 182). La passione legittimista si giustifica qui con argomenti affatto italiani e bisogna anzi vedere nei residui di nazionalistica enfasi giobertiana proprio il to1to e l'ottimismo ili questo processo al Risorgimento, che rimane tanto ortodosso e patriottico da non intaccare i motivi dell'un-i1. Il Papato coufuse la causa de11a conservazione ideale con quella dell'assolutismo politico.; ma il 1nodello del suo governo era tuttavia per eccellenza demagogico anche se blandiva le plebi per escludere le iniziative. La politica dei preti intendeva troppo bene le folle italiane per chiedere dei sacrifici: col cattolicismo offriva invece quiete e carità pubblica, pacifismo e benessere. Nessun dubbio che un tc'l.l governo fosse per eccellenza aderente agli istituti nazionali e che la testimonianza di Casoni sia avvalorata. anche dagli esempi della storia più recente. Chi può affer- ,n;,re che per il dominio temporale gli italia,1i condividano il disgusto cli Glad$tone? p. g. PIERO 60BETTI - Editar~ TORINO - Uia XX Sellembre, 6□ F. M. J30NGIOANNI VENTI POESIE L. 8 ai prenotatori L'edizione per i prenotatori cli questo volume, che sarà una rivelazione, è /Ìin, corso cli stampa. Preghiamo gli amici di spedirci subito il vaglia o la prenotazione perchè l'ecli2,ione speciale sarà a tiratura limitata., numei-ata .. Il più bel sagg;o politico sul fascismo : LUIGI SALV ATORELLI NAZIONALFASCISMO L. 7,50 Due drammi originalissimi che ebbero gra.ucle successo cli pubblico e cli critica : E)[RICO PEA ROSA DI SION L. 4 CESARE LODOVTCI L'IDIOTA L. 4 .La più elegante edizione d'arte moclerna.: FELICE CASORA Tl - pittore 50 ta.voleL. 20 - edii,ione di lu.sso L. 50 115 I SEGRETI DEI.JREGIME La politica del tresette Un letlo·re ci ha ,critto ;iomandandoci candi• damente quale lmea politica debba oggi seguire il cittadino onesto che ama il suo Paese. Ma, prima di lutto, n&i domanaiamo a lui : ha proprio bisogno di occuparsi di politica? Non può dedicare invece i su&i ritagli di tempo al giuoco delle bocce? O a quello non meno ricreativo del tresetle? Srm gli basta che altri vi pensi per lu,i? Stia tranouillo che oggi proprio c'è chi se ,,,, wra, e come. Perchè vuole a1nmattirsi in questioni che gli so110più astruse del cinese? E poi nrm vede che o-rmai la politica è passata di nioda? A desso si parla di sport, di caro~àta - purtroppo -, di fatti di cronaca. _';fa delle idee - idee per modo di dire - di Menè Modigliani o di Arturo Labriola la gente se ne infischia. Decadenza dP.i tempi? Andiamo -via. Ormai è opinione generale, è nell'aria che i famosi « diritti dell'uomo • sono stati la più grossa fesserw del secolo dei lumi. E il fatto che nessuno si lagna dim,dstra che lo sfogo politico non é uno sfogo naturale dell'uorno, ma una specie di· colèra diffuso da un numero ristretto, molto ristretto di individui. Basta mettere "' quar,intena costoro, e il ma.le è debellato. (Dal Pier>wnte, giornale mussolinwno di Torino, settembre). I " piazzisti ,, del faseismo " Per il mo-vimento jascista, per il Go-t.1ernoNazionale, l'inquadramento politico dei piccoli e dei piccolissimi centri riesce difficile , . Ma c'è un mezzo infallibile per riuscire·: « Vi è in tu.lti i pi.:,coli centri un più o meno note'Vole n1,cleo di gi<rvani che, per -vivere nei grandi centri, nelle Uni-versità, nei pubblici o pri-oati im,pieghi, sono più a crmta.tto colle grandi correnti nazionali, e quindi possono intendere ed intendono con un po1 di entusia.smo, con. passirme che è ben nostra, quelle che sono le idealità del Duce, del suo Go-verno, del suo partito, del s1to 1n.crvi'mento. Nei borghi agricoli come nelle città di pro1Jincia vi furono uno1 due, cento, duecento giovani che fu,rono radicali o socialisti quando l'esser taLi signifi.cava essere all 1 a1Janguardia della politica nazionale, e che oggi sono 1Jert11,1-ententrati nella linea nostra, nella fede nost,rn, nella nostra mentalità perchè sono gio• vani li. (Idem). PIERO 60BETTI - Editore TORINO - Uia XX Sellembre, 6□ j>ubblicherà ne~'autunno: CURZIO SUCKERT VIAGGIO IN INFERNO ROMANZO L'a1te di Curzio Suckert, originalissima, fra le più nobili della gioYa!~ letteratura italiana e ricca di tonalità ·profonde, ili sapienti e lussuos~ ironie, di rapporti quanto mai anti-intellettuali, quàsi diremmo fisici, col n1oudo clàssico e con 1e nostre tradizioni letterarie, non ha bisogno di particolari raccomandazioni. Dopo il suo ultimo successo (Vedi L1 E1tropa 1Ji1 1ente, La Voce, Firenze, 1923) l'A. è tornato alle commozioni e fantaSie pr-ime. Egli ha realizzato artisticame11te in ttll libro nostalgico e disincantato, pieno di u.na grauclissiurn potenza lirica e di quella continuità ragionm1te che è diffusa come un « c1ima li specialmente nelle opere letterarie del settecento, tutto ciò che la sua dta stessa ha a,·1).to·di aYYentw·oso e di eroico. L'A. vi narra .il suo viaggio a piedi per quasi tutta l'Europa, cla Cuma al Brockeu, alla ricerca de.Ile porte dell'inferno. Donne, cavalieri, anni, amori, coitesie e audaci imprese. Le sue avventure nell'oltreterra c:ostituiscono senza dubbio una materia artistica fra le più interessanti della nostra letteratura conten1poranea. Questo « Viaggio in inferno li che pubblichere1no nel prossimo autunno, è un romanzo di cui i soliti retori, Yegetariani, protettori degli ani1naJi I ecc., specie sommamente 1etteraria 1 contempora11ea e nostrana, diranno w1 gran male. I\Ia l'eclitore è sicuro di presentare al giudizio del pubblico e della critica una delle opere rapprcsentati,·e di quella giovane scuola italiana che già principia ad attirare su. cli sè l'attenzione. e ]a ctt• riosit.à ciel pubblico e della critica d'oltr'Alpe. Di questo romanzo sarà fatta un'edizione speciale numerala di 350 copie per i prenotatori, che manderanno Lire ro prima ciel 15 ottobre. " h'F.CODEbhf-1STflillPA ,, il ben noto ufficio di ritagli da giornali e riviste fondato nel 1901, ha sede ESCLUSIVAMENTE in Milano (12) Corso Porta Nuova, 24. Chiedete opuscoli esplicativi e tariffe con semplice biglietto da visita.

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