88 LA RIVOLUZIONE LIBERALE IL .PROGETTO ACERBO maggiore fu l'affluenza alle nrne, non già che in essa la maggioranza nazionale ebbe la prevalenza. Un allargamento d'organico Ouando !'on. Mussolini, dopo la fac;le vittoria della « marcia su Roma», prouunciò il famoso discorso nel!'« aula sorda e grigia, di Montecitorio, vantando la propria generosità per non averne fatto, come avrebbe potuto, un luogo di bivacco dei suoi manipoli, stabilì anche la durata della Camera entro un termine variabile da due giorni a due anni, a seconda dei buoni portamenti della pupilla. Non si può dire elle finora l'educanda abbia dato tali prove d'insubordinazione da determinare, per il bene della nazione e del fascismo, la propria immatura fine. Anche quando il Governo ottenesse colla sua indiscussa a_bi!ità, la mag- <Yioranza 1 dei quattro terzi prevista dalPou. Fari- ;;,.cci non è supponibile che ogni tanto non si eleve:-ebbe qualche innocua voce di protesta e di critica agli atti del Governo, e quanto ai pericoli per la solidità del Governo stesso, non ne potevano certamente sorgere. da una Camera nelle condizioni di impotenza dell'attuale. Nulla quindi giustifica lo scioglimento della Camera, considerando la cosa d~l punto di vista de.i rapporti del fascismo verso gli altri partiti, giacchè essi riconoscono unanbnamente che per ora e per un tempo non definibile un'opposizione attiva al fascismo sarebbe vana e impossibile. E quanto alla situazione del Paese, non mancano buone ragioni per afiermare che sarebbe stato conveniente non parlare di nuove elezioni ora che la nazione, come afferma spesso il capo del GoYerno, ha bisogno di quiete e di raccoglime~to per dedicare le sue forze a quell'opera di r'.c?- struzio!'Mdi cui tanto si riconosce la necessita. D'altra parte, non avendo il fascismo giudicato necessario ricorrere subito alle elezioni per legalizzare col voto popolare la prnpria conquista, sarebbe stato ragionevole fare appeJ.lo al corpo elettorale quando il fascismo avesse svolto una larga parte del suo programma di partito di Governo, mentre i capi del fascismo continuano a ripete.re che l'azione svolta finora è consistita quasi unicamente nel disbrigo di lavoro arretrato, le cui soluzioni in -gran parte erano già state preparate dai Governi precedenti. Infine, nonostante le ripetute affermazioni del Presidente del Consiglio, ed anche amn1esse tutte le sue buone intenzioni, è difficile credere che a novembre la mentalità e i metodi dei fascisti, abituati alle elezioni amministrative col sistema totalitario, siano talmente cambiati da tollerare che i nemici della patria, cioè tutti quelli che nou sono fascisti o che non approYano l'azione dei fascisti, possano liberamente esprimere, per mezzo del voto, la loro opiuioue contraria ali 'attuale regime. Se nonostante tutte queste ragioni che avreb- , bero' sconsigliato 1e elezioni a scadenza prossima, l'on. '.Mussolini ha creduto di far discutere, o meglio app-roYare, a tamburo battente la riforma elettorale già da lui approvata all'Hotel Danieli, vi deYe essere stato spinto da una ragione interna del fascismo. Probabilmente visto che, nonostante le minacce e qualche persecuzioncella, il fascismo non riusciva a trovare dei nemici da abbattere, l'on. Mussolini avrà pensato di ricorrere alle elezioni per avere una nuova battaglia da combattere e cementare quiudi le forze del partito che già mostravano nel suo interno pericolose crepe; aggiungendo - considerazione tutt'altro che trascurabile - che con le nuove elezioni si assicuravano ai fascisti, non potuti contentare coi gradi della milizia, nazionale o con le alte cariche dei sindacati fascisti, duecento nnovi posti di deputati. Le elezioni avrebbero insomma in parte la funzione che nella burocrazia hanno gli • allargamenti d'organico ,. Stabilito che le elezioni si dovevano fare, bisogna va trovare u11nuovo sistema elettorale, diverso dal collegio uninominale, non più rispondente alle esigenze e agl'interessi di un partito di masse a carattere nazionale, e diverso dalla rappresentanza proporzionale, sia perchè la rappresentanza proporzionale è voluta dai socialisti e dai popolari e qÙindi dev'essere combattuta dai fa.scisti, sia perchè sarebbe sciocco contentarsi di una rappresentanza corrispondente al numero dei consensi che si hanno nel Paese, quando si ha la forza per ottenere una rappresentanza maggiore .. ',nche qui perciò gli oppositori dovranno essere riconoscenti alla generosità del!' on. Mussolini che avrebbe potuto ottenere i quattro terr-i dei \'Oti e s'è accontentato della metà. Il progetto Acerbo e il collegio nazionale Invece l'opposizione nostra, di risoluti proporzionalisti, al progetto Acerbo non può esse-re che assoluta; respinto il principio informatore, sembra inutile ogni critica aritmetica sugli articoli del progetto e si può stare ad osser- \"are con compiacenza gli sforzi di analisi matematica ricchi di prospetti ipotetici, in cui eccellono specialmente i democratici-liberali, inarrh·abili nello scoprire ogni pericolo vicino e lontano di perdere in Parlamento qualche seggio in più di quelli che ormai sono rassegnati ~d abbandonare. uua La cosa meno inntile è quella di far rilevare le incongruenze fondamen):ali del nuovo ·sistema in modo da delineare un filo conduttore per ·col~ro che fra tante sottili critiche parziali, disperano di poter capire la ragione delle illogi: cità e delle sperequazioni che concordemente s1 lamentano. La causa di tutte le incongruenze e nel principio, nel tentativo di combinare il s_istema del collegio unico col sistema del colleg10 regionale. . Il collegio nazionale si giustifica come sforzo violento diretto a saldare in una sola coscienza le parti disperse. della nazione; sfo~o di carattere alquanto eroico che ha tutto 11 profumo, simpatico agli attuali governanti, delle dottdne della destra storica. Sotto questo aspetto 11pnncipio si giustifica: con una ragione, se pure estr~- man1ente lontana dalla realtà politica dell'oggi, logicamente ed astrattamente am.messibile. Ma la realizzazione pr.atica di questa conce-L-ione deve essere integrale, ossia deve porre l 'elettore nella condizione di votare coscientemente per una lista nazionale, con la precostituita convinzione che l'esito della votazione nelL~ sua regione potrà essere radicalmente contraria all'esito ilella elezione nel suo complesso. E questa convinzione non può nascere soltanto •dalla lettura della legge, ma dal modo pratico in cui l'elettore è costretto a votare. Il sistema suppone cioè la lista unica di partito e non le liste <livise per circoscrizioni; la designazione degli eletti in base ai voti di preferenza ottenuti nelJ'intera nazione e non in base al gioco delle preferenze nell'interno di ogni lista circoscrizionale. Suppone pure che le rmnoranze si stabiliscano in base ad un quoziente nazionale unico e non in base a quozienti regionali diversi, e, in un sistema maggioritario, che la scelta degli eletti di maggioranza non abbia: potere di mutare la scelta degli eletti di minoranza ; lo scrutinio nazionale deve scomparire. V iceversa col sistem.a attuale l'elettore vota con la stessa mentalità con cui voterebbe nelle elezioni regionali proporzionaliste. • Il collegio nazionale non è diretto a mutare la coscienza dell'elettore, ma semplicemente il 1isultato numerico della elezione. C'è un passo della relazione al progetto che stabilisce con tutta chiarezza questo principio: , Il corpo elettorale deve esse.re interrogato nella sua forza più legittima e più serena e dare il suo chiaro e assoluto responso circa la linea di condotta che deve seguirsi nel Governo dello Stato. Quando esso abbia potuto liberamente, ma vigorosamente, nettamente cosi pronunciarsi il resto diventa un complemento, al cui succe 1 sso si deve assister~ con ogni interesse ed ogni simpatia, ma subordinatamente alla necessità primordiale ed essenziale di costituire una. •_mi-· noranza capace di regge.re saldamente, pertmacemente un governo l>. Il che, in parole povere, significa: l'elettore voti, ma non si curi di sape.re a che miri il suo voto. Il suo voto non è che un mezzo, una delle migliaia di componenti chimici da cui gli alchimisti della Corte di Appello di Roma sapranno trarre· i più impensati composti. Il •distacco assoluto· fra voto e risultato discende direttamente daila istituzione di un collegio nazionale che si denomina cosi, senza esserlo per nulla; il sistema attuale non è che un sistema di liste regionali con doppio scrutinio; scrutinio regionale per dare all'elettore il senso della utilità del suo voto, scrutinio naziouàle per sconvolgere i risultati dello scrutinio regionale. Questa incongruenza 11011 rimane nei limiti di una semplice assen1,a di logiça simmetria, perchè se cosi fosse, la lascerei rilevare a chi ha tempo da perdere con le esigenze architettoniche delle costruzioni politiche. Essa si traduce effettivamente in sperequazioni stranissime di risultati, che sono state delineate con la più grande esattezza, nelle loro linee più importanti, dalla relazione i\ficheli. La lista c;tperta Ferma la necessità rii una maggioranza a priori fissata (2/3) e di una costituzione nazionale della maggioranza attraverso al semplice spoglio delle liste regionali, nasce la possibilità che mentre in talune regioni i ,,oti della Ji'.ta pre~alente sono di gran lunga infetiori alla cifra necessaria per dare occupazione a tutti i candidati rlella maggioranza, in altre i posti preventivamente assegnati ai vincitori uon bastano per compensare adeguatamente la loro vittoria schiacciante. Ecco dunque un certo numero di seggi da assegnare, per i quali manca assolutamente il 1ninimo criterio logico di assegnazione. Si è scelto il ci iterio di dare tali posti alle regioni dove la lista di maggioranza ebbe la votazione asso1utamcnte più forte, e successivamente alle altre con somme di voli mano a mano decrescenti. Ma questo sistema è altrettanto giustificato quanto quello di assegnare (ali posti alla regione del cielo più azzurro, e dr-lla natalità più alta: perchi: il maggior numero rii voti oltenuto in linea assoluta dalla lista vittoriosa in una rr-gioue significa soltanto, che in tal regione la popola:do11e t più numerosa, o Il difetto del sistema si rivela più grave nelle sue conseguenze rispetto alle minoranze; perchè in quelle regioni a cui fu assegnato, col cr.ite.rio della superiorità assoluta: di voti, un certo numero di deputati che erano in soprannumero in altre regioni, vedrà ridotta di altrettanto la quantità dei proprii posti di miuoranza. Onde la conseguenza che una regione in cui l'affluenza a.lle urne sia sj:ata molto grande, ed in cui le liste di minoranza abbiano avuto la prevalenza, avrà come premio un maggior numero di posti di maggioranza, ossia il discouoscimento della sua volontà manifestata con un volonteroso accorrere al voto. Il piincipio affenn.ato con tanta chiarezza dalla relazione si può dunque tradurre cosi: l'elettore voti nell'ambito ristretto della regione. Penserà il sistema nazionale di scrutinio, a lui del tutto estraneo, a capovolgere convenientemente gli effetti logici del voto. L'espressione aritmetica più caratteristica di tale sistema sta nella differenza che vie.ne a stabilirsi fra i quozienti nazionali applicati alle diverse regioni: fra di esse, quelle che non avranno potuto eleggere un numero di cand!- dati di maggioranza proporzionale al numero dei voti- dati effettivan1ente alla lista prevalente, avranno efiettiva.meute eletto i deputati con un qtwziente maggioi-e del quoziente nazionale apparente; le regioni invece avranno avuto dalle prime il non sempre gradito regalo di 1111 gruppo di deputati di maggioranza, si troveTanno ad eleggere i deputati di maggioranz.a. con un quoziente nr.inore del quoziente regionale ben, maggiore di guello che si sarebbe avuto, ove non si fosse verificata ]a intrusione di eletti di altre circoscrizioni. La lista rigida Ed è veralilente curioso osservare come l3 Commissione, con Pemendamento proposto, riesca a peggiorarne le conseguenze. Con l'emendamento, le liste nazionali non possono contenere un numero di candidati maggiore dei 2!3 dei seggi. Cosicchè tutti i candidati ddla lista p1evaleute sono senz'altro eletti : e la suddiv;sione dei posti fra le liste regionali si fa meccanicamente, in ogni circoscrizione proclamando eletti tutti i ca.ndidati della maggioranza nazionale. Si evita ·in tal modo il difetto dello spostamento di eletti dall'una regione all'altra, e la riduzione delle minoranze che ne consegue nelle regioni che devono assorbire candirlati per effetto dei voti altrove ottenuti. :Ma in compensò in<listintan1ente tutte le regioni, pur avendo votato separatamente e pur avendo avuto un proprio scrutinio, avranno una minoranza fissa iudipendente dalla effettiva composizione dei loro partiti. Col progetto Acerbo qnesto difetto era più sbidente nelle regioni soggette a trapasso di posti, ma, nei limiti del sistema maggioritario, scompariva nelle regioni cui 11 tra!}asso non toccava. Con l'emendamento si realizza in .apparenza p;ù compiutamente il collegio nazionale; quel collegio nazionale però, che consiste soltanto nel far votare l'elettore in un modo, per presentargli poi un risultato del' tutto diverso e insospettato. In realtà, non si fa che acuire la contraddizione fra il modo di votazione (che è poi per la media degli elettori, la sola forma concreta •cli comprensione del sistema elettorale e dei suoi scopi), e il suo risultato. Alla contraddizione parziale e casuale si sostituisce la contraddizione sisteinatica. Questo consolant~ risultato è stato ottenuto, come è noto, per la poca fiducia dei liberali di destra nella libertà effettiva del Yoto: temendo essi che, presentandosi in lista insieme ai carissimi amici fascisti, questi \liuscissero con 1nezzi persuasivi a relegarli fra gli scartati, con una sapiente distribuzione dei voti di preferenza La lista rigida dei due terzi sopprime queste paure: e tanto basta, nulla importando a questi purissimi liberali che con ciò si peggiori il modo di espressione della volontà comune. Relativismo opportunista Il profUlllo di destra storica si perde dunque completamente e rimane l'odOre comune a tutte le cucine elettorali, ove si cerca di trasfonnare il più possibile la manifestazione cli volontà del corpo elettorale, dando ad essa delle ris,ùtanti assolutan1cnte inaspettate. Ma mentre di solito, i politici saggi creano l'anomalia delle risulta11ze col metodo di esecuzione delle ele1ioni, i politici nuovissimi, seguendo gli antichi metodi, non farauno che realizzare un principio salito alla consacrazione legislativa; per essi, il distacco fra volontà ed espressione parlamentare della volontà, da sistema pratico teoricamente sconfessato, diventerà sistema teorico proclamato. _ on c'è nulla rli più politicamente ingenuo di questa professione di opportnnismo, ammantato di dottrina alla buona, che la relazione si con1piace di mettere in evidenza. , Tutti i pubblici istituti, specialmente le leggi elettorali, non sorsero nelle menti dei legislatori per ispirar-ione o teoremi, bensl per rispondere alla necessità dei tempi ». Rispunta il relativismo politi~o che Mussolini affermò, desnmendolo agilmente dalle co~rent\ filosofiche moderne concentrate in :nticoli ttlgheriani. Con lo stesso principio il fascismo, erede in ciò del nazionalismo, credette cli poter far ser- ,ire come pedina nel suo semplice gioco l'autorità della chiesa, per i suoi fini di politica interna, ma non sembra abbia avnto troppo successo, e ancora amaramente se ne cruccia. L'opportunismo politico sistematizzato dall'uomo di gove11;10si traduce in u~a confes~ione di incapacità a comprende.re le esigenze, sia puremomentanee e passionali, della 1naggioranza, che le minoranze debbono appunto seguire indirizzandole insensibilmente ai loro .fini secondo· nna linea di condotta complessa e duratura. Giolitti, simbolo dell'opportunismo, non può che sorride.re di qneste teorizzazioni, nè si è mai sognato di giustificare con ragioni di opport,wità l'istituzione del suffragio universale. Per l'allegria degli italiani Fra due constatazioni duhhiameute elog:ia.tive, di una affermazione teorica presuntnosa e non realizzata, e di un principio machiavellico nel senso più vano della parola, troppo grave può apparire la mia critica al progetto Acerbo, e forse anche preconcetta, per quanto si tratti di constatazioni facili, per le quali non occorre che ,;ua certa attenzione paziente. Ma non voglio togliere alla politica. elettorale fascista i suoi me.riti, e debbo riconoscere. che una certa ·abilità si deve riconoscere agli ideatori del progetto, sé essi hanno saputo, accordando la propor-donale per le minoranze, di ere.are una sicura salvauardia per le aspirazioni di tranquillità del! 'energetico governo attuale. Stabilito il sistema maggioritario, ossia otte--· nuta la re.ali27,azione più perfetta della Camera come eonsulta Aulica e, se si vuole, come Consiglio Comunale, la logica del sistema imporrebbe l'applicazione della minoranza unica. La Camera con una maggibranza salda e formata· è la più adatta per la semplice e trl).nquilla discussio.ue dei problemi tecnici ; iu tal modo essa muore come consesso politico e le sue funzioni consultive in tanto possono esse.re svolte con efficacia, in quanto la sua composizione è quanto possibile organica e semplice. Una minoranza compatta in tal caso può avere una influenza moderatrice ed ammonitrice, una minoranza frazionata e ricca di elementi· contrastanti si perderà nelle schermaglie :interne. dimenticando la sua funzione di carattere. aimninistrati vo. La proporzionale alle minoranze significa perciò il mantenimento del parlamentarismo nella sua esteriorità : lotta accanita di gruppi che perdono totalmente, nel logorio dei battibecchi quotidiani, la visione dei problemi generali. Ma da questi sterili tornei non essendo più possibile il nascere di alcnn effetto politico, si ottiene un parlamento morto, che si agita, copren-- do con la sua maschera una consulta neYrastenica. ~on c'è dubbio che con tal mezzo il progetto Acerbo ha garantito come meglio non poteva quella sicurezza alle spalle, che è il voto supremo di S. E. Mnssolini. Ed in ciò gli ottimi liberali hanno aiutato ! 'innocente desiderio di quiete •del Ministero, appunto con l'emenda.mento della lista rigida, la quale eviterà al Governo ogni preoccupazione sulla riuscita dei suoi prediletti nella lista di maggioranza, e gli permetterà di curare amorevolmente, con i mezzi più confacenti, la minoranza più simpatica. Questa dovrebbe avere. se veramente l'abilità del progettista non si vuole smentire, un colore estremamente battagliero ed. una tattica avanguardista: maggior subbugliv essa sarà per creare nel futuro consesso, più gradita sarà agli italiani la illusione di avereuna Camera come le altre, con tutte le sue sedute emozionanti e ricche cli invettive e di cla• mori. A questo patto, gli italiani potranno tranquillamente perdonare al volonteroso progettista le mise.rie delle contraddizioni e degli assurdi aritmetici, di fronte al merito di avere conservato quella linea colo1istica movimentata, che è uno dei beni più cari cui possa aspirare un popolo cosi sensibile alle sfumature spirituali, come· il nostro ottimo popolo. AGRICOLA. "h'EC!ODEhhASTACilPA ,, il ben noto nfficio di ritagli da giornali e riviste, fondato nel 1901, ha sede ESCLUSIVAMEN1'E in Milano (12) Corso Porta Nuova, 24. Chiedete opuscoli esplicativi e tariffe con semplice biglietto da visita. 0.G.E.B. - Corso Principe Oddone, 34 - Torin& PIERO GODETTI - Direllore-responsabilc
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