La Rivoluzione Liberale - anno II - n. 6 - 15 marzo 1923

CONTO Rivista Storica Setti'manale di Poli tic a. ESCE CORRENTE POSTALE Diretta da PIERO OOBETTI 1111 Redazione e Abbonamento per Il 1923 (con diritto agli arretrati) L. 20. .,I Amministrazione: Torino, via XX Settembre, 60 a Estero L. 30 Il Sostenitore L. 100 ■ Un numero L. 0,50 Anno Il - N. 6. - 15 Marzo 1923. , T OONI DOMENICA SOMMARIO 'l· J_0::if7\ ~:s~i1fta cultura politica. - A. MONTI:Scuola libera e riforma scolastica. - N. SAPEGNo:, Le Bai des Ardents,. - c. RosSELLL:Per la etoria della logica. _ T. ~IEBMAN, LA NOSTRACULTURAPOLITICA. pale riuscì a inoo;ra.ggia.renei cattol<ici un'audace contro-Jfonsiva.. Il pensiero popolare si era. fermato ai termini della questione manifestatesi 4. Anche l'esperimento popola.re nacque oon mod<l<!teaspirazioni e mezzi hmiita.ti quale fenomeno di co\laborazione e anzi raccolse l'eredità de'. socialismo in un momento determinato della v:ita ital>ana, per organizzare 1a piccola e media borghesia che costituiva nell'immediato dopo-guerra, come in tutto il periodo succes.- sivo al '70, la rui.turale premessa economica e sbc:iale della v:ita unita.raa. italiana. Ma questa lJ}teriore fase de) riformismo si oomp-licava oon le nuove esigenze della politica ecclesias~i.ca ed era la ;natu,rale conclusi=e .psicologic.a della. questione romana dormiente da tau.ti .anni: per ciò e perchè ·:il movimento si manifestava in un tempo di maggiore maturità storica (dopo la guerra) si rit,:ov,ano nel pensiero popolare elementi spirituali ,pi.ù complessi e arguzie drialettiche adeguate alla più varia difficoltà dei compromessi tentati. Il Meda, che aveva formato la. sua coltura nella medita.2l(one delle questioni morali della società e nel.\Qstudio della politica·cattolica esperimentata nel Belgio è fa naturale continua- . z.ione del cattolicismo ~ibeiale succeduto al neoguelfismo e corrispondente a.di una illuminata esigenza conservatrice. La preoccupazione dominante nel Meda è la concil;iazione dell'attività _pòlitica con le .premesse .religiose, ma egli la. risçJve senza. crisi cLi coscienza, senza porre frs. i due termini le giuste antitesi, equilibratamente dua.lis'ta, devoto ad ogni principio di ordinè e di autorità, ,pacata.mente. "rifoo;mista.e conservatore nelle questioni sociali, .ignaro della. oompl€SSità de,i problemi pra-tici.. Invece gli atteggiamenti di sinistra dei partigiani di ~iglioli 6'! spiegano con la veccha J>9Sizione d~ ma:gogioa della ChiE\S",.cattolica; '.ternall!ente preoccupata di oppor.re il popolo _allo i;ltato, dove questo rappresenta l'eresia; trovano la lora fonte più diretta in It,alia nei patria.reali principi della democrazia cristiana di Le.one XIII e d;i Toni.olo e riescono ad un significato di attuali?. soltanto perchè corrispondono alle inquietudini ,p.'i _tal11J11seitu,,.2lion.i agrarie del do~gu.e:r,;-a. 1'1:a)l fatto centrale e carat~istico della. cultura. popolare, trascurate_ quelle che sono esterne incrostazioni come Tangorra, Anile, De Sanctis, è il. pensiero di" Den· Sturzo, 'il. me,ma.mco·. del riformismo. Sturzo trova dominante nella. situazione in ·cui gli tocca agire l'il!U&ione riformista che· educa il popolo _.a.I pa.rassitarismo e· all'utilitarismo. Deve fare i conti con la degeneraz.'one oo_ncreta del costun,e pohtioo e della mora.le. Egli è il messianico del riformismo in questo senso, in quante tende ad impedire la catastrofe dell'atomismo étònnaturale con 1a politica socialista; e accettando ] i fO'l"mula.cavouriana Sl?n la più ingenua oonvinzione lavora a fare che il popolo ci;eda alla politica. attraverso una pregiucli,ziale morale. Pensa. a. una vital,ità delle democrazie, ma. chiuso _nei limiti del suq problema, non vede la politica in fi.m.zjone dello Stato. Egli inquadra la. sua azione in rapportp agli elementi palingenetici ikll'(lll}venire dei p-0.povi. Per tale processo può tentare l'opera. del proselitismo fallita ai democratici, perchè agita la. bandiera del riformismo mesl>ianica.mente e con l'illusione religiosa Ja. part:ooipare le masse alla. vita. della l~icità. N•è l'eresia della. praxis può incutergli tunore perchè ,acoe!tt,a.ndoil vecch'io liberalismo moncq e riformistico rende più difficile la· COL.COl!Tenzdaello State> panteistà e del ma.rxi. smo. Nella. storià della Chiesa. eg1i rapprese~ta. per un analogo atteggiamento e per un'identica misur~. il ri/01·"':ùta del messiawismo in quanto po11t1ca,.e r?11g,one creano per forza. propria p0<>1.Z1oreuc1proohe. La. guerra europea ha dimostrato ohe la. Chiesa. non può lottare c~ntro tutta l'Europa., non può teorizzare la sua antitesi con l'eresia, ma. deve anzi dialettizzarla con cautela,_ Sturzo, a.ljeno dalle posizi-0ni rivoluzionarie, oerca an_che in questa lotta la pa- . JJingenesi pacifica e ai fermenti 'rumorosi o.ppone l'agilità di U1la transazione. Si oppone . alla. riforma. religiosa coane si opponeva iir terreno pol",tico .al mateT>,ialismo sterico ed ali@ , stato liberale. Il Riso:rgii_U:entoè un ·risultato che ,durante àl RiS01rgimento e subito dopo il '70: bisogna. accettare: ecco la. premessa tacita che paSISa.tol'attimo m~anico del dopoguerra sen- •l'mpedisce a St= di raggiungere una soluzio- VI. UIJ-'azione decisa in senso risolutivo e rivolu.-- . te al L -f 1 . ziona.rio si trovava. anaèrO'll•istico e passivo di no m gr e. a n orma re 1gio~a è sempre un -atto che preme dall'es~rno per soddisfa.re in- , fronte al_ dispiegarsi• senza freni della crisi ite.-- teressi che si sviluppano <l!alla vita contro la liana economica e psicologici. chiusa unità del dogma ampliatosi a Chiesa. E 5 - Concluso _il hil;incio del pensiero .;_;presso per evitarla.. non l:.5-oognaopporvi una riforma <:lai.vari partiti nel prOC€6SOnormale della vita interna, ma.. un'agilità qiplomatica, una versa,. ii-aliana_ prima .delle, ultime convulsioni', si potilità di consensi .e .di simpatie; Sturio resta •trebbe mtra.prendere, S<)Ma v;,,riare troppo il per questo aspetto nel tradizionale ori,;z,onte di tono, l'esame dei cai-at~ q.el.giornalismo quofine:z.za.e duttilità del cattolico_- Ma nel giuoco tidia.no. Ma cçsì Cl}m.eil pensiero dei leaders, _e& è più spregiudicato: f.a r-iescire il suo cristiane- so non è troppo. superiO'l"e a.Ile condizioni di l'.lUl,- simo .aJla. politica, va. al popolo .att~averso il turità della nazione e non si presta facilmente V~~lo. Ha. Ja fede del Qri_stiano, ottimista e a un'indagine autonoma che voglia. rilevare sfusereno, che agISCe nei suoi limiti dli.uomo e sa. mabure e atteggiamenti originali. Tutta.via. giocbe -la divinità non, ,può non essergJi.- presente ,va avverj,ire che come strumento di cultura il perchè è universale. Sente i problemi. più vivi gio,;nali~o- italiano ha una sua fisionomia. e dello spirito sénz-a.•averne i_l terrore degli • a-· •non teme il co_nfronto degli altri paesi. Abbia,. s~'t!i; L;,,sua. religiosità non è. un.tormento ma mo, è vero, certo grossolano gior-nalismo opporgoethrana. serenità operosa. tunista. e parlament.a.risti.<oodella. capitale e quel. C'è una premessa. psicologica necessaria .nelb, lo demagorico _del sud, ma per °?ntro,_ speci.alvia che oonduce alla trascendenza. e il cen'·:o mente nell Italia settentnonale, g,orna11 che sed<ilio spfrito e delle intenzioni di Sturzo consi-- •guono. una tra.d!Ì!z.iione dj pen&iero e una. contiste nel fare agire quest<t premesse._ Afl'òrn,are ,!, nui,tà con sorittori po\,itioi non improvv.isa.ti e dogma. e la. fede .,integ;r.aJmente sarebbe fQl'Sèun • con la,rga ,parte a acrgomenti econpmi-ci e tecnàci: oltragg~a alla mode).'llità. ,Ma il verbo della , ,de • Sdvaw.relli e Cabiati alla Stampa, Albertini, e delt'a-more parlato dalla Ch"es t Einaudi, Borg<ise al Corriere della s~ra,, M-issi- 1 a. sorge spon a1 L . b . S h" • ,. neo nella. solitudine della coscienza dell'indivi- ;ro. ,, . UZOO/tto, La n~la, . e m~t~ a.! Secolo, duo. Gli elementi palingenetici- ,in cui Sturz.o LanZ111~al PopOlo d Italia, Vmm~erra, Ceconfida portano indirèttamente a-1c~ttolici'smo"".'.sari,ni-Sforza, Emery al Resto del Car/Atno, An. e si òffrono nel momento giU:Sto alle speranze sal~o, Canepa e Ca.rame!la. al L(lll}oro, ~mendo. inappagate dell'umana ,debòluza. Bisogna crea- 1,d,_Buona.iuti, Ferrara. e Tilgher,al Mondo. Ma r-e !'-aspettazione :messianica in cui questi •im- I mfo~one predomma naturalmente sul ~- pulsi pos&aa1qagire.· Stu:rzq viene incontro •ar- siero e la gerarchia_ dei vari giornali stabil1ta d-imenoosamente al mondo moderno e ne aspet- inorollabilmente. dal pubqlico· CQU le sue stesse· ta. l'istante di debolezzà in cui la, .dedizione alla preferenz.e .-ioo:lta in base .a cnìteri clii tecnìca e Chiesa universale pòtrà tornare ad essere una di opportunità. La criti.oa politica non potè es-- realtà·. Nota.te ·oome egli si sforzi dli vedere in ~re alimentata dal commento. quotidiano se non ogni fatto politico, un valore morale; e come m un sensCI strettamente oonoorva.tore ,a,nche faccia ·_risalire la. giustificazione di· ogni atto non , quandQ _la. iJ.atur_a.pal~ delle ispirazioni fu alla realtà storica o all'autonomia. dei risultati demagogica.. TI tipo di cultura. piromossa dal obbiettivi (M-airx è Hegel), ma alla suprema di- quotidiano era. ili un illui:ruimsmo caratteristica-_ gnità della morale indiYiduale. La Chiesà po- m<inte borghese che aveva .1:npa.rato dal posititrà vincere ancora. la,:endò cònto • sulla paura vifflllo_la legge del minimo ~forzo. dd singoli di fronte alle cri'si di coscienza. 6. TI vero pens'iero politico delle 'future cla&Si Il calcolò di Sturzo è profondo ma si con- dirigenti e delle attuali è ela,borato fuori della verte .in un gàu.oco -peni'coloso.•La ·aoonfessi01J,a- politiica m:ilitante nelle riviste o in margine al/ Età è 1,., chiave" di volta di questo pia.no sata- giwnalismo quobidiano e si, ESpI'Ìlne come critica nico. E' :il tentativq dli convertire le armi dei ~ come tentativo di ricostruzione rontetica della lil:-erali contro loro sf.\,ssi. La sana lotta auto- cronaca e della storia. L'eredità di Sonnino e di nctmist:ca contro lo Stato burocratico diventa Fortunato è continuata da una. nuova serie di lotta contro 1o Stato· e il socialismo. E' più fa,- riv:uit,e politiche ed eoonomiche, Francesco Pa.- c4e nella praxis vincere .gli spiriti singoli che pafava. e Luigi. Einaudi ri p;r<indono la. tradigl: Stati. GH ·stati non conoscono le dure vigilie zione di studi economici·. e di cultura tecnica della. coscienz-a.·n•è: la. paura dell'eresia. Dopo ispirata all'esperienze inglesi ·èhe nel Risorgidue mill<inni la tattica che ha servito a sgreto- mento aveva trovato due opposti promotori in lare• dall'interno l'impero romano, quando nO'll • Cavour e in Ferr.ara; Salvemini è il nuovo Catera possibile-· per la. Chiesa. doma.rio dall'ester- ta.neo della. nuova- inèOIDpiuta unità; Mifsi,-oli no, ritorn~ valida. continua là critica di Oria.ni 'fondendo le fanMa sarà pOSslibile svegliare delle cOS<lienze tasie storiche ·di Ferra.ri con le,-_a.poca1iss:oi;onsenza suscitare delle responsabilità 1 Le volontà cettuali degli Spaventa; Critica- p-0litica riprenoperant~ si adatteranno ancora a chiedere la d, i motivi di "1'1,ticàreagiooa.1 e di· ingenue a-' sanzione?· Sturzo fa i suoi conti senz-a. ricu-:-- spuazioni a.HoStato eticd del _Mùrri oon un'opdarsi del rovesciamento della. pra.xis. S'impiglia poajzion.e acerba, ·e quasi reazionaria agli int<>- nel suo stesso gioco. Non si può servire insieme ressi operai de],Nord in nome di un quinto stato Satana e Dio. Sveg'liimdo coscienze individua.li, che non è ancora uno stato. Da tutti questi suscitando impulsi autonomi egli opera come un er,isodi spirituali esulano, ,come si vede, le gra.nhberale e non sa. più egli stesso ferrnars•i a. di speranze e i miti a lunga scadenza; dominamezza strada.. Il· messianico d!el riformismo pra- no preoccupazionii di realismo e cii oonservaiiotic0 servirà alla Chi,esa o allo Stato·! Il riforma- ne. Ora. l'espressione più oompleta dj tale a.tsta. d~l mess!la~ismo reste.-à cattolico o seguirà tività si ebbe nel problemismo dell'Uni.tà, la h log1ca. del libero esame! rivista politica. pòù importante dei 20 anni traNella. complessità contradditoria di queste do- scorsi. mande pare che Sturzo sfa, stato oggi definiti- Nell'Unità s'incontraillo a.Imeno tre div~rse va-mente trav:olto e che abbia subito il gioco del ~gpirazioni: il piensiero di creare una nuova Vafocano da. u~,a._parte, del _fasoism? dall'altra; élite, la pr;=upazione m"":"'niana _di rinnoma _,I s"? pens.e10 non sara. _stato mutile nella. vare lo spinto popola.re, l'es,genza d1 studiare stona dea _rapporti t_ra._cattoh:1 e Stato. Inv~ce "'-fondo i problemi della .vita. italiana. ;n pen- •e s, pre&:mde dai hm,ti della. pol,t,ca. ecc)esUI,- S'lero diell'élite da costruire non era stato estra-' stica il Partito Popo,lare nell'esplicare la sua r:oo alla. Voce i cui interessi tuttavia. non fu. funzione soc.ale _ha. p~cca'.'° d-i _insufficienza e rono mai doi:rinantemente politici: ·Prezzolini non ha._saputo _ag1_tare '! mito U111_ta.rd1e0lla col: l'aveva. attinta agli Elementi di scien~a politica laboraz,one ne, gmst, hm-1~1s.ent'imentah._che ~-1 d_e!Mosca dove si trovava in forma di obbietponev~no conw ca~a.ttenstic, d.ella S1tua.z1one1- t1va considerazione e ne aveva. fatto il programdeologica post-bellica. esasperata e confusa. Fa- m;,, per l'avvenire. Pareto e Sorel diedero il loro ~endo perno della sua a.z-io_nela campa~_a.'. "._i contributo al ripensamento di questo concett-0 e tro,va_toa non a.vere soldiat, da opporre m rutta. mostrando coi< loro studi l'incoucussa verità dela.l fascrsnm. Neanche l'ambiguo_ meMaggio pa- l'affermata circolazione delle classi dirigenti e !'importanza e i valori personali nei fatti poli.- tici. Ma Sa.Jvemini vedeva più semplicemente il problema. oome una necessità di cultura e non h '.Aistingueva :affatto dall'altra <t;igenza. di chiarire e preparare la soluzione dei problemi attuali. In questo campo -0'era ·tutto un lavoro, speoia.!mente dovuto ai li_berali teorici, da =- tiuua.re. I Dieci a,nn,i wi vita italiam.a del Papafava, per esempio, si potevano proporre come modello di equilibrata oomprensione della. realtà e ~ garba.ti suggerimenti sui problemi agitat,i ,in parlamento; scritti in uno stile fine e spigliato con un piacevole velo di scetticismo all'inglese. Giustino Fortunato nei poderosi discorsi del M ezzogiaT'TUeJ lo Stato itali.anw aveva svelato senza esita.nre le sventure del Mezzogiorno, intraviste dal Turiel!o, dal J acini, dal Villari e dal Fran.chetti: il paese funestato dalla. . malaria, isterilito dal folle disboscamento, scarsa.mente produttivo per la inatura at.essa del suolo, taglieggiato dalla. politica finan.z.,aria dello Stato e da.ile ~suguaglianze di politica scolastica; e indica.va com.e soli rimedi l'emigrazione che avrebbe aiutato la formazione di capit.ali mobi_li e una .politica di raccoglimento " di pace che n= si abbandonasoo a pericolose .avventwre, ma oeroasse _di dliminuire con le spese militari il gravame tri_butario. Luigi Einaudi condivjdendo le stesse preoccupaz:ionà, pur .,con meno ;COID.moss-daisperazione-, veniva assumendosi il compito, continuato poi per più di dieci anni, di critico inesora!»le dli tutti gli sperperi del governo, di ogni nefasta infiu,,nza del socialismo burocraticc, e parass;.tario e rioh,ia.rnava.J"econom-ia.pubblica allà sua logica li. berale e conservatrice, predicando una politica cl: ordine, d<_i economia e. di risparmio, ma, tra gentè orrna·i corrotta dal· riformismo non disposta ad ascoltarlo, mentre i1 sorger: di nuove éEtes industriali era anoora indefimtament<i lontano. Pantaleoni gli fa<:eva eco oon un'implacata. polemica anticooperativista. Girettn, De V.iti De Marco, Prato, ·Luzzatto preparavano i materiali per la lotta sfortunata contro il pro-- tez10rusmo doganale. Ora. Salvemin<i lavorò a questa esligenza con un coraggio e un'intensità non conosciute, sfruttò i contributi di tutti ali altri studliosi, ne eccitò ·dei~nuovi preparando. una schiera, notevole_ di_giovani''scrittori pòlfil• c1._La ~-llezione dell'(!wi'tà è- unà vera "",ì)roa pna fatt::iva colla.boraz,one a porre e risolvere 1 p.obl~i p~nti di governo e il Partito popolare a suo tempo seppe valersene noteval- • mente. Infine il problema del rinnovamento moraJ~ del popolo italiano era ereditato direttament.e dal 'mazzinia.lllÌslmoe dall'illuminismo settecente.:;co, ina veniva soltanto aocennato fuga<:ement., come motivo di· critica ·democratica e non riusc,va ·a riportarsi al suo centro naturale ossia a.I problema crella. lotta politica. 7. Se ora da. questa generica preparazione tecnica -p8ll6iamo ad esaminare i tentativi che si oono avuti nella nuova Italia per produrre miti operosi che inquadrassero le fon.e storiche e le g_'\idassero alla. realizzazione di furunoci superiori ,che dessero agli uomini una d'isciplina rinnovatrice o. rivoluzionaria,. avremo La conferma più squallida della impreparazione degli itaµa- , Ili a. porre e a. risolvere il problema dell'azione. Sembrò al tempo del Regn'<> fiorentino che il nazionalismo volesse diventare l'anlima 'dli una. élite che imponesse all'Italia il suo spirito e il sue,-ordfoe. Ma il nazional:ismo nasceva oon la g1·ave tabe della retorica, e doveva presto i:ivela.re òn Corradini la, sua iniprepa.razione realia stica. Gin fot=i di politica e$era erano vuoti quando non si riusciva. a. impostare '!1l'ont<irno un problema di consistenza e di v:ita normale. Corra.<liilllÌparla.va. di produttori e dù esigenze della. produzione, ma riusciva. poi pratica.mente a far leva. sulla vecchia l:iorghesia. italiiana imprepar-ata e non mo.derna. Mentre in tutta, la nazione fremevano i sentimenti rivo! uzionari d,i un popolo che stava. per entrare nella. storia. e vi portava, la novità d-ella sua forza e della. sua ideologia rivoluzionaria, Corradini rivolgeva: il su0 •appello a. fo.rz.e esauste e non dist;ngueva s111 terreno pratico tra, una borghesia sfinita. e decadente, oramai vicina. a confond'ersi con le clsSGi ·medie e la nuova. borghesia. produttrice appena nascente illelle grandli tindustri,e delle città settentri,mali, ohe deve, ancora. provare Je

bi 26 sue virtù di conduttrice nella libera lotta e nel gioco autonOi!Ilo d,elle iniziative. Ma oon queste esigenze, con quesbi ,imperati-vi etioi inesorabi1i non pare affatto congruente la politica. prote1,icmista predlicata da Cor.radini. E il sindacalismo del Roccq col parla-re quasi burocraticamente di sindacati r,.esce di fatto ad annullare la. complessità delle iniziatrive e delle forre opere.ntJiJin nome di una generica moralità burO'- cratica mentre solo in regime di libera concorrenza l'economia italiana potrà esprimere la sua élite di produttori e di polittici. Praticamente il nazional'.Ìllm.osfociava nella campagna per la guerra libica ossia in un problema assolutamente inadeguato alla ninnovazione dello Stato e di fronte alla guerra europea non sapeva distinguersi da un g,enerico ~mperialismo. Cultura'.mente si l,i.mitava a rivelare un gruppo di giornalisti sveltii e abili, pra.tiici di problemi di politica. estera, ma sanza larga preparazione ideale. Più coerente ma più limitato crei na:<ionalismo fu il tentativo di Bergmann e di Caroncini di dare con la loro rivista Critica e aiione una coscienza cli classe alla nascente borghesia industciaJ.e e di risuscitare il liberalismo economioo inquadrandola :i,n un'etica severa e hellicosa che giust.ifìcò la· guerra europea proponendola come neceasità tli ci.n.,enti estremi e d~ sacrificio eroico. Ma ·per la borghesia italiana que.ste nobili ideologie si rivelavano anacronistiche. • Il mito cli riSOOSllaproletaria. ebbe pm vigorosamente e realisticam.entè i. suoi teorici in una pfrcqla rivista torinese, L'Ordine 11-:Uovo, che fu fon;e il piil curioso tentativo dii creare una classe dirigente che aderì= alle reali condizioni eco_nomiche del -proletariato e ne fosse l'espressione e il potenziamento. Le confuse ruspirazioni mess;aniche del bol~ceviinno :post-bellioo avevano ~ loro limiti nell'inesperienza. dei ca.pi. Preoccupaaioni estranee di unità di partite, e di riformismo, errori tattici del Serrati, deoenerazou'i l6caJ.i parassitarie impedirono la fo~ion.e dj un'aristocrazia preparata e di un mito rivoh~.zionariopreci.soche 1isolve8S·ela confusa situazione di illusione e di messianismo. I comunistù torine,,' trova.r>ono il loro ·anima.tare t il loro pensatore in Antonio Gransci che aHVa elaborato la sua esperienza fuori dalle preoccupazioni della politica. ufficiale, a contatto LOD le maestranze· nuove deUa più I moderna ind1'Stria. italiana., la Fiat, che contava il più bel frutte della sele:r;ioneoperaia co:i suoi lavoraton quali.fica.ti. Essi videro !'esigenze e tentarono :li provvecrervi oon una rivùsta di. cultura che s1 proponeva una specie di esegooi pragmatistica. C:el ma.rxismo e delia rivoluzione russa e affrontava con spirito di governo , problem,i conr creti del divenire della rivoluzione. Nei consiali di fabbrica tentavano. cli realizzare una. for- ~a. d.: ordine nuovo in rorganitizazione politica acerisse plasticamente all'o;,g.a.nizzaZil.oneco-. =mica, rispecchiandone le diifferenze,_f"":'n.done emergere spontaneamente , ,fatt-0n pm imp<,rtanbi e indispensabili, dando. a.Jl_a_classe lavoratrioe in lotta contro le veççhie ehtes la forn:.s. naturale di un esercito ca12acedi affrontare h battaglia e di trar profitto di un'eventu~e . v:troria. Kon è a ripetere qui come questo te;n·' tativo fallisse per la sua esiguità stess~, p~r ,!"' - incomprensione in mezzo .all_aqual~ s1_ t~;ovo, per l'immaturità del prol~rl.a.to ',~ali~no_ a smtenere il proletariato toz:mese. Ma e d~ver060 ricordare anche in mera sede di cultura questo, eh-. fu uno deali ep,sodi 'più originali •di pensiero ma.mista ~ Italia,, anzi forse il 'pdmo, tentat;ivo di intendere 11-l_arx·al di là deTI.ecaduche illt:ruoni icreologiche neLsuo significato d1 SUSC1· tatore d ·azione. Invece non è ancora possbile piiflare in_sede di cultura e di obbiettività storica del fas01smo, il quale ha risolto prima il pr<?_bl~~ad;. governo che il problema della su:a ident:t~. L_rnterpretazione comune (reaziòne ;,.1 miti anÌ!lpatnottic: e alle ebbrezze rivoluzionarie) ha un yalore pratico ,,,-1 è parso s'..b. qui desti_nato ~ far fort1:na, ma non presenta .alcun s.gmficato_ rn sedr., poìitica ,;love gli interessi _e la retonca do- ,-rebber-0 trasforman;i in situazwm stomche, Anch" finterpr~tazions marxistica (reazione _borgh"'80) è in.o.ifficiente e sp_iega "?lo poche a.tuazicni locali. Dall'interno 11 fascismo non_ ha sar,uto G-ompiere sforzi, -~oternli per ch1ar::IS1. Il richiamo alle élites mrntan che contmuano ad agire gu.errescamente quando la guerra è finita, i,iea d,' ~ia,chia,,elli ripresa da Pareto, ha_ 601tanto un valore psicologico. Dino Grandi_ ha e,;·, cato di spiegare il fascismo con la corunderazione missiroliana delle idealità democrat1ch~ ,:lei dopo-guerra, con le evo!uzioni delle class1 medie e genericamente col fenomeno del colle l;,orazionismo di cui egli accetta l'analisi s-ugg1cstiva offerta dal F~rmentini. Il nuovo g-0- , erno avrebbe dUJ1que 1n un certo senso 11comp:w intravvisto per la prima volta dall'abborr:t,,, Kitti, dovrebbe conciliare le antitesi con un& scaltra 1X>litica democrat·ca. Le anstocrazie militari la pensano diversamente ~ non_ da c,P~i vanno agitando lo spettro della tJranmde. L,-nz:illo identifica invece il fw:,ismo col sindacalismo ,.,,reliano. De Stefan.' e Rocca ne fannry l 'u.!t ma ;incarnazione del liberismo. Mus-• per non venire a.i dilemmi inesorabi1i, , .,cidere di volta in volta il fascisrro con _.rie vibrazion: del suo t-empera.mento. Tutw ciò è periettamente estraneo alla cultura politaca, Kon mette conti> di esaminare Ja letteraLA RIVOLUZIONJJJ LIBER.ALE tura nata dal .fascismo sin qui. Senmi.chè la realtà.. ,di oggi può oompromettere la cultura e J,, realtà di domani. L'abolizione della lotta politica nell'esaltata unanimità delle folle è uu regresso evidente se si pensa che non si possono ela.borare idee politiche quando gli uomini ohe le pensano sono soffocati. D'altra parte il fallimento desolante di tutti i partiti attuali, l'i:i,- capaoità rivelata da comunisti, popola.r,i, sooiahst1 sembra proporre con allarmante urgenza la nwessità di rifarsi da prinoip.io. Bisogna che l'opera di critica. si possa svo1gere integralmente perchè si formino e oo dsfferenzi.ino le nuove élites. La palingenesi delle classi medie è un fotto provvisorio nella vita italiana dove non può tardare l';ntervento. dii forze nuove -, -ii nuove pos-izioni politiche. Altrimenti avremo a breve scadenza una lotta esasperata per le oond,zioni di libertà più elementari. Qui ,a.)la nostra indagine obbiettiva ;.restano estranee le va:- h,tazioni di bene Q dli ,na.le. Ma la cultura polit,ca si può svolgere solo attraverso la lotta p<'- litica e la lotta politi'ca nel mondo moderno ha la sua prem= necess,airia nella libertà. Vedremo quali effetti avrà avuto il fascismo per questo aspetto in Itail,.ia, ossia in uu paese che ha. superato a stento il brigantaggio e l"èra dei mazzieri oonquistjLildO molto tardi., col suffragio univeraale, le premESSe fodispensabili della lotta polì.tica. '.Ma per noi chi vuol rispondere sin d'ora ha in mano i documenti. PIERO GOBETTI. LETTERE SCOLASTICHE I. SC<JOLRLIBERRE RIFORMflSCOL1\STIC1\ Caro Gobetti, nel numero 16 di • Rivoluzione Libera.le , io pubblicavo nel 4-VI-22, una nota intitolata «Là scuola normale » in cui esponevo per brevissimi ~i alcune idee mie, che ri~ardavano, oltre 1-, questione precisa della scuola magistrale, anche d più vasto problema della riforma della nostra scuola media ed elementare. Quella noticina solleva.ya. '10 stupore di J ean Paul della Nostra Scuola, il quale in uno stellol1Cino della sua rivista, il 30-vr.22 dicli.arava di non capi.re certi punti della mia nota, o, per lo meno, di non corudividere cer-te idee in quella espresse. A ntiguelfo su La Ri-voluzione Liberale, òo su la Nostra scuola stessa ci argomentammo di dissipare lo stupore di J ean Pa.ul; ma J ean Paul e Antiguelfo, dopo essersi bene bezzicati e speronati, si voltarono ;1 codrione e la lasciarono lì, mentre io, provatomi a ragionare più pacata,mente con l'.avversario. mi avvidi tosto che la nostra discussione a ~ avrebbe approdato, perchè insomma di noi due uuo ragionando aveva jn me~te una cosa, Paltro un'altra, anvi, uno pa.rlava una lingua e ~'altro un'altra; per cui, sovvenutomi il detto del nostro Alfieri, il quale sole-va non disputar mai se non con gente con cui/ fosse già d'accordo, troncai la schermaglia con J eaml Pa!lll; e torno or:a a riprender la discussione qui con t.e, con cui mi trov.o già preventivamente d"a.ccortlo, e con cui ·panlo la stessa lingua, il piemontese, la /,ingua. pad,,re. • adagio si vada formando anche qui l'unanim:,tà circa l'idea cli sottrarre all'azione diretta dtllo Stato l'esperienza e la. pratica delle riforme scolastiche. E questa ,appllllLO è la via buona .. Lo Stato, come tale,· non d~ve ]wi. con gli organi· suoi im• piccian;i di rifonne, (e del resto, se ~i bada. bene, non !"ha neanche fatto maà) : solamente • déve lo Stato permettere che i privatr escogivino queste riforme (il che nessuno Stato ha mai potuto vieta.re) e, di più, deve lo Sta!;o, se è liberale, permettere che i privati liberamente esperimentino codeste .11iforme,e, magari, favorire quei privaihi che a lui paian mt?- ritevoli della maggior .fiducia. Messa. per questa via la questi•one della riforma scol,astica, ognuno vede co1.ueessa in Italia possa venir praticameut-e risolta. Lo Stato deve sempl.\oomente rinunziare al suo monopolio scolastipo, frutto di una politica laica, la ouale ora.mai ha già da,to ·tutti i frutti che poteva dare. Al quale monopolio può rinunz,iare: J .) smontando la grande macchina della swola r<gia, ;dJella scuola di Sta.to (soppressione di scuole governative, a.bolizione delle regifìcazioni, sempilifìcazione, fino all'abolizione, dell' amministrazione scolastica. provi,nciale), 2.) abolendo l'istituto della lioen;:a (svaluta,zione dei titclù, esame di stato come 11mmissioneall'università e alle carriere). S'intende così che, instaurato una volta codesto regime di libertà scooastica, lo Stato,. e più precisa:mente, il Ministero della Pubbhca Istruzione non deve più occuparsi di riforma della, scuola., nel senso di elaborar cllis-e;;niper la modificazione o il rinnovamento di questo o di quel tipo di scuola; a questo attendera,n~o i privaii (indi"'!dui, corporazioni, enti !OCaJl!i), i quah, n.on i:,iù costretti a uniformare la propria ,attivi•tà educativa -a:i paradigmi statali, ~perimenteranno libera.mente, in conoorrtm~a, riforme, programmi, metodi, con l'unica mira 4i conquistarsi, non privilegi e facolt,à da parte èello Stato, ma favore e frequenza da parte del pubblico. Prima cosa ch'iQ dicevo in quel tale a.rtico4, letto era questa, se ben ricordo, che, a propo~ sito di riforma della scuola, la norma da seguirsi nelila discusslione e nella pratica. non doveva e§Ser .quella di occuparsi di riforma della scuo~a, ma quella di -0ccupars, di r.'f=a dii wn.o scuola, di una normale, di una tecnci.ca,ecc. e. siccome su questo punto era scivolata via l'attenzione del mfo contradditore, oosì nella mia replica su 1Yostra scuolq., il lugli,o '22, io ve lo richiamavo sopra espressamente; perchè rr;, pareva che questa fosse qnistione·no.n secondaria ma pri!Ilci.pa.le,e che procedere non si Potesse se non quando questo punto fossa stato posto bene in chiàro'. Ma J ean PcJ:11l aveva frett1 d.i passar oltre, e, avendomi d'ato su questo :r<iguardo, sbà.da:ta:mente, ragione così tanto per acoontentarmi, m'invitava a veni![' ad un altro punto, che a, -lui, aillora, p-remeva di pjù_ Ma io· sono ancora fermo là e voglio, prima di muovere un altro paa;o, ri'b~di_r quel chiodo; antj., io penso, per meglio chiarir la mia ide~, d1 òfarmi più in su e di porre quel punto 1n rapporto con tutta la questione della riforma ef,eUascuola e con l'altra questione della libertà • il/1/nsegnamento. Da quando io ho cominci'ato a intendermi e a interessarmi di scuola come studente prima e poi come insegnante, i~ ho sempre inteso parlare ci,i riforma della scuola in genere, della scuola media in particolare; ma di questo gra.n parlare ch'io i:Iltesi, l'affermazione che m'è rimasta più in mente e che trovai, quando l'inLesi, più ragionevole fu questa: uche tale _r1fo:ma 1n Italia era urgente sì ma ancora nnmatura,. Si diceva oosl Circa vent'anni fa, allorquando le discussioni s'eran rinn?vate pit~ fErvide grazie all'opera della federazione degli insegnanti sorta pur alfora e piena di idee e di viPore e fu gran forl,una che quella sen1,enza O ~n~locutoria allora prevalesse, percbè, non essendosi pur con l'urgenza, nel ventennio, fatto nulla di irreparabile nel campo delle riLo Stato penserà a far andar bene, se potrà, 11:scuole .che esso ancor;a ai sarà conservate, e _ 1questo è il punto -- se von·à incapvnirfi a sperimefi,tar hri, con i suoi organi, de-i nuovi sistemi scolasti:ci, 11\on dovrà - e non potrà, più - allestfre disegni di riforme generali, da ap· plicarsi estrinsecamiente e per legge, a tutte le scu.ole d1; qU,el tipo esi,tenti nel reg11,o, ma ~ dovrà contentare di sperimentare, come un pnvato qualunque, con i mezzi di cui dispone (uomini, denari),quella riforma, :in quella sua scuola, con q•uegbi uomini, che crede~à adatti a ciò. Ed anche questa ridotta a.tbività, riformaJtrice lo Stato la dovrebbe esercitare solamente qua11do e dove a:~e riforme non attendessero i priva.ti da sè, o per manco di capacità o per manco c!Jiiniziabiva, il che, per ora e per un pezzo, in Italia non dovrebbe succedere più. . forme si, permesso alla quootione di maturare, ai te;,pi di mutarsi, alle idee di convenientem<ente chia6rsi. .E intanto \a questione è divenuta un"altra, Of;6ia, è ancora quella ma la si chiama diversamente, non più quesl,rJnf del~o rz/f)rr,w ,w~lalitico, ma sì questionJr, dPl/a librrtà scolnst1ca. La questione, ~ipeto, è la _stessa; solamente che mentre vent· anni fa si d1ceva: • lo stato deve riformar la scuola in genere, la secondaria in particolare, in qUhSto o in quest'altro sensca, e, se il senso era diverso per i molti i. d.entico per tutti era il c,.oetto che la riforma doveva farla lo Stato, ade9SC invece si ,jice. ,,ilo Stato deve dare a,'Ì riformatori della scuola libertà d~ azione•: e se perdura fra i riicmnatori ;il dissenso circa l'indirizzo e il modo delle riforme, mi par di vedere invece che, adagio Ma quel che è essenziale è questo, che la questione del/e, riforma della sc-uola è tutta contem1ta nella questione della libertà scolastica, e che q1w1,do veramente lo Stato ,·ogUa mettersi per questa 'l."l.acleve inimedia;tamien,te cessaired1. legiferare genericamente di riforme scolastiche e did<1ttiche, e che quanlti sono veramente convinti della necessità della scuola libera devono ceswr dall'invocar dallo Stato la riforma di quP:sto o di qurl tipo di scuola, e devono rifiutarsi di Cf)lloborarr con lo Stato, se questo 1.'0lesse, nfl!a l}llr.t i111con.srg11e11za,mentrr lalI'.'Jisce a varolf una libertà, vinlarla nei fatti, coll'imporrr, rr rhi noni vi r:rrdl', un(( ri/nnna congegna'(( dtt!Jli organi yovenwtivi. Ecco perchè io, mentre fui favorevole alla r:forma. Anile per il cosidetto Esame di ~tato, e mentre collaborai modestamente, privatamente, gratu,tamente, a 4uella rifoTma_, poi invece mi ina,'.berai quando intesi ch,e Amle vo~ leva sfornare in pa.ri tempo con l Esame d1 Stato anche la rlfoTma della Scuola Normale; ed f""CO perchè anch'io mi stupii quando vs"c!Ji i redattori de Lri nost.ra sc-uo/a, ocnvinti assertori, dicevan loro, della libertà scolastica, oollalxrnare ad un atto che aboliva di fatto la li. bortà scolastica., e di•fendere una riforma che, sfl.za entrare nel merito, non doveva in regime r:i libertà scolastica, esser d;i pertinenza. dello Stato, o per lo ·meno n-0n doveva più essere nè generale nè obbligatona. Ma il mio stupore è venuto meno quando ho letto nel N,o del novembre u. s. di La nostra scuola l'inno che il Casotti levava ali vi,ncitori del 28 novembre, e dii questo a.lleluja specia.1m0nte il passo che incomi.nc;ia con: • Io me ne frego della « 1/ibertà della scuola•, eco.,, culmina con • La libertà, ha detto benissimo '.Mtissolini1 non è un diritto, è un dovere,, e finisce con ~ueste parole: fl:Se in questo nwmento i fascisti sono dlisposti a considera1·e il problema pol;tico, e quind,,i anche quello scolastico, più sotto l"aspetto della a,itorità • che sotto quello della. Ubertà, mente di male. Se essi, per il momento diffidano dehla scuola privata e non ne vogliono sentir parlare, e desjderano piuttosto occuparsi d,ella scuola pubblica, ancora, niente di male, Anche a noi sta a cuore principalmente la scuola pubblica, o, se preferite chiamarla. cos-ì, la scuola nazionale'&. Ho capito. ];'folla migliorè delle ipotesi quello cne sta a cuore ai • liberali di destra• della NOstra scuola. è ancora quello che stava a· cuore ai moderati, della destra storica, cioè « lo Sba.to moderno, lo Stato il quale dirige un pepolo verso la c~'Viltà, lo Stato il quale non sfi restringe solamente a d,'stribuire la giustiria- e a diifendere la. società, ma vuole dirigerla per quelle vie, che conducono ai fini pi,ù alti dell'umLllliità .,,_ E se è così, io miJpermetto di rioor• dare agli scrittori liberali: de La nostra scuola che, a.ppunto, questa, definizione dello State Moderno è contenuta nel discorso che Stlvio Sfaventa ptonunziò alla Camera nel giugno del '76 su «le ferrovie e 10 State,, discorso in cui lo Spaventa sostiene, in contradditorii> oon gli avveTsari politici, la tesi della proprietà e dell'esercizio statale delle ferrovie nazionali. • Adoratore dello Stato, si proclamò lo Spaventa in quel discorso, «-adoratori dello Stato, si ri- ;velano anoora oggi, nella nostra questione, i tardil nepoti del moderato meriruonale. E se questi ,;; accontentano di veder ridotte ora le attribuzioni dello Stato non lo fan mica. perchè abbia.n lasciata l'idea dello Stato onnipotente e onnipresente, ma lo fanno solamente per • accorrciarela linea.• e ripiegare su di un « caposaldo,, sott-0 l'urto del problema finanziario, pront~ domani a riprender l'avanzata, a rioccupa.re quel che han lasciato, anzi, a spingersi ancora più ava.nti. La . qu.ale avanzata fatalmente, come si .sa, porta al sociallismo di stato: questo è poco ma si.curo, e già ne abbi.amo fatta tutti non lieta esperienza. Se è questo che vogliono i liberali di destra, ferocemente antisocialisti e sca.lman:a-- - ta.m:ente filofascisti, si accomodino: noi che siamo antifascisti, e che passiamo magari per filosocialistr, su questo terreno non li seguiremo. P.erò, siccome -essi protestano, e si offendono se si mette in dubb:o il loro idealismo e dichi.ara.nò di esser Joro i veri liberali, ebbene noi, li prendiamo rin parola, noi li impegn.:ila.m.o,e diciamo loro: «qui è Rodi e qui saltate,, avete posto il problema della li•bertà scolrustica ora risolvetelo,: se avvieranno, s,ia pure paradossas ica.mente, a ·soluzione questo problema, noi ci varremo del,la libertà conquistata, o poca o molta che sia, per ~ nostri .fìniÌ; se invece si tireranno indietro, come qualcuno ffi; loro già mostra di fare, scantoneranno, e in d-efinibiva si dimostreranno curanti non della scuola in genere ma della università in pa.rb:colare, a.m,i della cattedra universitaria, allora avremo il diritto •di di!r ~oro sul muso tutto quello che si saran meritati. Prima no. Io, almeno, voglio aspettare. Affettuosamente. Tuo o AUGUSTOMONTI. (Al prossimo numero la II lettera). Il numero scoTso era il 5° di quest' an.no e non il 6°, come fu 'Pubblicato per errore; il pros· \ simo uscirà doo:nen'ca invece di giovedì. È uscito A. l'\ONTI Scuola classica e vita moderna Prezzo L. 8. Gli editori invieranno direttamente il libro senza aumenti di spese postali a chi invierà cartolina vaglia di Lire 8, - A. PITTAVINO & C. - PINEROLO P rnno Go BETTI, d;irettore-resptni~a-bile PINEROLO - TIPOGRAFIA SOCIALE.

LA RI V OL U Zl_ON _}i] LIB.ffi.R.A.LE "LE BAL DES ARDEN-TS" ncn bastò ad a66>,cura.rgl/ile aimP.at ,e costanti d. questi, mentre gli attira.va cont;o .l'abilissima. ostilità d,ei borghesi. Veramente nella. oibtà di vita mancava lo api.-ito di Machiavelli. entusiasmo del nost,o .a.1ttore), è difficile mantenere per lµi ratteggÌamenl;o dr iud·itferéuza, I UUl{;an d'antipatia, U11atq coi aUQj proseliti.,.!;- gli può ben aver adenw, e ancbé g1l'id.a.tc, u:v mc,·1mento di idee e di passioni: nmane sempre estraneo a.d esso, non si confonde con le ane azioni singole,_ Sarebbe troppo sempl,i.ce attr, buire a lui la colpa. d'uno sforzo sentimentaie, come il leg:i=sm.o, che appa.rtiené ma.niri,stall!ent.e _alle abùtudirui civih de' 'Ilostri ~rupi LEONE KOCHNITZKY L Q • s . . Centau _ ,1: , • - a ui111ta tag,one o i ~ =• Fiume. Nota. e traduzione da.I tna..nos.cntto fiia.n=e di Alberto Lucbini. Bolo~, ed. Za.nichelli, 1922. . Del bel gesto, ispir!'to a quello generosi ed <>- pic1 del Risorgimento-, che D' Annunziio e i suoi legionari <Ìnizia.ro.no,partendo da. Ronch.i nella. n_otte da.11'11 al 12 settembre 1919, dell'entu- •naemo e deJ turbamento prima., ,dell'imbarazzo e del tedib che poi l'impresa fiumana. finì <li susc,tare, oggi non si' pa.rla quasi più. Coo:neallora., quando queste cose aocadeva.no, molti ostentaron~ ~'inidlifferenza P\ù o meno opportuna così oggi i più se ne vauno ,in realtà a. poco a' poco <lim~nticando. Per raccogliere i primi tentativi di gmd-izio, abbozzi di defini:<io.ne- appunti per la _ccmmemora.zione funebre della marcia di Ron,. oh,_ ,che un giorno o J',a.ltro si dovrà pur fa.re _ ll<.,1aocettia.mo, senza. discutere, coo:nepunto d, partenza, i ma.teI1ia.li che Leone Kochnitzky ,;traniero ohe feoe parte dell'italianissima. ge~ sta, r""':'ghe e la vermone_ d:ei fatti eh 'egli ci offre. P;u garbato narratore,. più eloquente avvo_c.a.to, ~onohè. trovarlo, non riu,sciremmo nepp"-l"e ad ~aguna.rcelo .. Al racconto degli a.vve- .Illmenti s a,<::oompa,gna.un commento discreto "sapiente: or.a. appaasiona.to e comm-0$0, ora. eJ.eg.a..nteed arguto. _Attraverso le divaga.21ioni e le fantasie de\lo scrittore cosmopolita., le squòsitezze dello stilista, gli entusiasmi descritilivi e le deduzioni sentimentali, !'atmosfera trasognata _e ~ecadente, particolarissina d,ell'impresa, .anziche disperderai, tra.spare chiaristlima, e pre- .sentata. nella luoe più simpatica.. . Che insomma cotesta ,fisionomia presa nel suo complesso rievochi con sufficienl<orassomiglianu le. ardenti attitudini e gli appassiona.ti sent-imentì dell'epopea garjba.ldina., risulta chiaro non solo dalle dichiaraz:<>ni che potrebbero esser ter,denziose dei reduci dell'azione fi.umà.na., ben- •sì da un esa.me spregiudicato e metodico delle ps,colo.gie. Vedia.mo riapparire, nel racconto di R., situazioni di ingenua demagogia e di mi- .stico entusiasmo che avevamo imparato a conoscere d.a. rngazzi, leggen<ll>le vittor:.ose campagne delle camicie roose; se.nza contare le figure di a.stceti nevrastenici, di poeti d'isorientati ,-J; aristocratici dilettant:, di Ell"Qipazzq:di, eh~ pa:.on tal.te di peso dai volumi dell'Abba. «I Legi<'nar,i .. Un e,;ercito che non è un esercito una _guarnigione che non somiglia a nessuna ~uar- .n1gione, insorbi che forse sono vandeani, gua.r- -cliebianche che hanno molto delle guardie rosse, rii.e~ che sono poi soldati disciplina.tJiesimi, -oorsari clie non predano se-non per dar da m-rngia.re agli affamati ... Volontari adolescenti scappati di scuola. per venire ad arruolarsi: interi hattag~ioni che; stanchi chi vegetare in una vit.-t .senza oolore nella zona. d'armistizio hanno se- _guioo nell"impresa i te.nenti quasi ragazzi, Ìo..J.- tano dalle corvées degradanti e d,ai colonnelli bizzosi ... Singolare radunata d'uomim d<iog.,_i -età., d'ogni strato soci.aJe, di tutte le regioai ituJia.ue •· Anche togliendo da. què.ste fra&i ;1 .tono d'esa.ltat.a. passione/(che del resto è un t-le- .mento del sistema psicologico che stiam9 an~ - lizzan.do), rimane un residuo abbastanza. graw1e per rioonoscervi le forme e gl•i spi.riti delle gb- .riooe e stranissime ayventure g<1-ribaJdine. Altri :già ebbe a: notare che gl-i arruiti di D'Annunzio .ra.ccolooro dalle generazioni d-el Risor.gimeut,o J'antioo ed .ingenuo «paradoss9 • dell'uni_tà d'Italia., accompagnandolo con quelle cred~nze d'i ;m.i a.colosi e de.fìn,1tivi assesta.menti, e con quelle idealità umamtarie magniloquenti senza consis1#.nza, diffuse, come è noto, nell'epoca de~ no- .stra riscatto. Constat-rundo le precedenti rasso.mi,ghia.n,ze,co- • me non intendi.amo approvare seuz'a.ltro i ra- _gi, na.menti partigiaui dei. legiona.-ri e dei loro piEton•ici amm!i.r.atori, neppure vogliamo soonvolg"re Le convinzioni patriottiche degli ,i,Jtri ,-o;i paragoni irriverenti e com=que inaspettati: soltanto- <l.esid.ena.mo s.tabilire -..n r.,ppcrto, .al.meno generico, fra du~ situazi.oni p&icologi.che, -ca.ratterizzate, da :un_ entusiasmo incomposto e· rnessiani.oo, a.Ile quali noi, pacati proseliti-dell'iL hnn:in.ismo, ci avviciniamo forse •con la stessa n:a.noa,nza di simpatia,. Riconcsoiuta del resto la vicinanza psicologica., non è cl'iffici1edefinire ed intende.re la dJif. f<'Tenza storica ·dei due avvenimenti; la quale salta agli occhi, quandb si pensi soltanto alla d1ver.'l1tà dei condottieri e al muta.mento dell'amtl'Ìonte esterno e deJe condillior;i politiche. All"atmo.sfera gi.ovarn1e e 'Ila.turale in e~ &i svoigevano le facih campaane del soldato e popoiano Garibaldi, si sostit~sce il chma dell'esb-ema decadenza e sta.ilchezza postbellica, dove l'avistocra.tioo poeta e comandante tesse gli armcmiai e preziosi ricallii della sua eloquenza. Chi pon men_te a cotesta frettolosa impazienza diffusa tra i "ombatteut1 nella piccola borgheaìa dopo la guerra, al disgusto delle soluzioni ii,termed,ie, delle fa.iliche diplomatiche, d:ei negoziati tortuosi e inconcludenti, clii pensa all'a.- s~twione, che da questa impazienza e da ques!-e disgusto der'.Ìva.va, d"uµa. cata.st-rofe rivolu21io1rniriae repentina, coglse il mo,tivo fond-a-- mt>nLaledell'impresa di Fiume. « I Legionari di Fit..me sono gli a.ssetati di giustizia; - sc11ive Kochnitzcky - Fiume è il do\·oroso simbolo di tutte le ingliustizie d'un periodc, esecrabile•- l'en. 0,mdo di pronunziare un elogio, in rC:altà. lo scriUore_ belga. defìni,soe J'aml1iente i;pecifico del leg-iouarismo, e prepara. in anticipo la stroncatuia dell.J. • poht-ica ,-stera • dannunziana, nv, strandooe 11 conttnuto seni imen la.le : ron,anl,1~0. I.eco ·perci1e, h.,ooe deU:J.sicurezza aio.va1·~le e _pr1mur<liale ctella grc~ulana bJ.~::wza c11ca.ssicmavano _alle truppe di Ga.nbalr!i i più masJ}'lttat1 tnoa 1,, t.roviamo nella • oittà di viba • una letizia. esasperata e di breve respiro: non la tranquilla. e natma.le €6ubera.nz,. dei venluri€ri, ma tt bnvirlo rlio.nislaco, ~o efrcnat•> b,1cc~nale della gio-,,entù dli&pera.ta di vivere e cli vmcere . . «. ~ffa~ata.,. rovinata, angOSC"rat1-. fon,e alla v,gi\ra d, morire nell'i.ncendio o sotto le granate, Fiume, squassa.udo una torcia danzava daivanti al maa."e •. ' • Le Bal_ dcs Ardents • Non abbi.a.mo nessuna. inten:dione di irridere a. sentimenti e pa.s&ioni che, sebbene estranei al nostro sp,,rito, sono oerta.mente sinoeri e onorevol, agLi oceh!i di chi li professa. Voglia.mo c:redere, sebbene la constatazione aia. più triste che altro, che veramente tutta questa gente pensasse di attribu.ire non so che meraviglioso • sigc.ificato a.I gesto ;mperituro di Ronchi •: il qua.le è assa)i più probabile del resto che som.iglia.sse, secondo un'altra e,!preasione del K., a un grand, réve. Soltanto desideriamo mettere ;n rilievo l'atmosfera. esaltata., irreale, poeµa di fr,,m.1ti vagabondi, di 'Aiolente esasperazioni, di sogni rivoluzionari, ubbma.ca. d ·una. grandezza fittizia e retorica; l'a.tm.oefera soffocante e mo-- ril:,onda nella quale nmpresa. dei legionari si w,iluppò e s'infranse. Fatta questa cousta.ta.-- i;ione, non ci fermer.emo a pronunciare una. più recisa. ed esplicita. oondanna. Non è difficile tnt-- t,avia rticonosoere nelle imprecise idealità democratiche e antipa.rlamen~i dei dann:unziani, nel paludamento patriottico e nazionalista. che le rioo,priva., nelle ve\leità dli ribellione, nella. retorica esuberanza de!i gesti che na.sconde. una. inverceimile povertà. di pensiero, il segno di quella medesi'!'a neutralità italica., oggi fascista, che già troppe volte abbiamo avuto occasio-- n~ dli combattere su queste colon.ne. In realtà, Fiume, che doveva. essere il simbolo di non so qual, lotta lum,inosa delle nazioni pocvere ed oppresse contrq il mondo d!é>imercanti e deg1i usu•ai, fu, oltrechè il segno della disgregazione rr.ora.le e civile d'Italia, un elemento della più general.,- d.isorganizza,none europea: ribollimento intempestivo di meschine .tendenze individuali. G1i app11Uti che si r,ifenscono alla psicologia cfoi poeta-comané!ante non son certo le parti mene interessant.ii nel bel libro di Kocbnitzky. Quando si pensà a. quest'UQmo. ( a creatura. innumerevole ... incantatore di uominii meraviglia delle meraviglie ,, come si esprime !''!""dente . PE-R LA STORIA e della no,;tr.a.razza. A questa, coo:negià ad altrn ccrrenti ideali o p,at,che, egli ha dato tutto sè ste6ao (a.Imeno in certi eista.nto), con u.no slancio <l'affetto che sarebbe difficile giudica.re insin&ro. F. p<lflSibileanche prendere il suo noo:ne come sin.bolo d'una polihlca o meglio di una mentalità <la combattere o da difendere. In ·realtà egli è fuori di t11tto ciò: non soltanto fuori al d-, sopra. D'Annunzio, oomanda.nte milit,ir~ e politico di Fiume, che Siidimentica. di Macbiavell,i, mentr'? sulle sue labbnt ricorron frequenti il nome e le parole di Flaubert; • Cesare poetioo • che si ci.roouda d:i rarità bibliografiche, C:., rilegature ci_ll9.iiecentesche, d'orologi a polvere, di musf..ca .decadente; que.st'uom_o ,enza awici che • finge d'interessarsi profonda.mente• alle persone che gli stanno intorno e • in re:i.ltà. se ne ànfìschia •; il poeta. che serba in ogni luogo b sua. • pre~iosità naturale •; che fabbrica la costituzione fiumana. e si fa. giocare .,dalla vecchia ed. astuta borghesia della. città, che ;spira • (<> piuttosto, segue senz' accorgersi) la. politica dell' Anti--Leagi.e, e intanto fa aspettare a. l=- go e non scrive il messaggio contro il terrore bia,noo µ;ngherese: quest'uomlo po,i s'obEa di tanto in tanto a descrivere « ull meraviglioso cor.vegno notturno sopra un colle marino, al chiarore delle fiaccole •. E bisogna. credere che in questa. mir.abile capacità di non interessarsi a nulla così profonda.mente coo:nea.Ila virtù de' suoi occhi), etia tutta la sua forza veramenw, poco ordiinaria. Senonchè a. provar ciò si richiederebbe un altro discorso, che il carattere po-- lit; 00 di questa rivista non ci consente cli sviluppare. NATALINO SAPEGNODELLA LOGICA (Economia liberale e: movimento operaio). N·on di ra<lQ avviene nel seguire corsi di_ diritto, dii assistere a vani esercizj dialettici di virtuosi « accursia:ni • o o: bartolisti :o docenti d: diritto privato. Attraverso faticose e lDJinute po.lemiche essi si affanna.no a far rientrare nei loro ·scheirn:iprivatistici tradizionale tutte le nuove e più impensabili situazioni guridiche che giornalmente scaturiscono dalla pratica. Lo spetta,colQ diviene poi esilara:nte quand\J cotesti 6ignori si .avventurano, muniti del loro divino spèé:ifico, forti del classico armamentar,io, nei regni del diritto. pubblico interno ed esterno. Gelosi dei nuovi e prosperi rami soientifici che va per nulla a. voler scomparire. Condannato pieventiva.mente .alla più assoluta sterilità., esso cresceva. a dismisura., si rafforza.va, dilagaw-a paurosa.mente in tutti •i paesi del vecchio e del nuovo mondo, si imponeva ognora più a. Stato e pa.d.r~. Di fronte a,lla ostinazione della pratica \ 'economi,a liberale chinò il ca.po, aperse la bocca., trangugiò il rospo e... ed ora vedremo come e quanto !"abbia digerito. Gli_ asseta.ti di giusti,ri.a. venivano da tutti i pa,rtìti - ra.coonta. K - ciascuno con la. s~a ideol<1gàa., .la ~ua de~nitiv~ soluzione da proporre, _l'elenco degl/i errori altrui da dis~gere 0 èa. impedore. GJi illusi disgustati che a.ffiuciva.no nella g,ran • nebulosa, di Fiume si trovavano tutti p,._•a. poco d'accordo in un sogno vago eh ~deali'tà. democrati,,he e umanitarie, jnquadrato 'in uno spirito di esaltato patriottismo e nazionalismo. Muovendo da_questo fondo sentimentale e torbi&, la. ri·bellione dei legionari diventò - nei discorsi di D'Annunzio - « la crociata. di tutte le nazioni povere e impoverite, la. nuova orOCJata di tutti 1 gli uorn'ini poveri e 1iberi, contro le nazioni usurpatrici e accum'ulatrici d'oglliÌ ricchezza, contro le razze d.a. preda e contro la. ~asta ,:!egli usura1 che sfruttarono ieri· la guerra. per sfruttare oggi la pace, ecc., ecc.•· «La. città di Fiume, àl suo capo, i .difensori, sono fermamente decisi a resistere fino al trionfo del\ '-idea.le di fratellanza umana che li tiene strett,i. Il dir-itto dei popoli a disporre di oo stessi... dev' es;,ere, alla fine, consac:ra.to•. Così scr:iveva. a Ba.rbusse l'Ufficio delle Relazioni Esteriori ; e aggi ungeva un elogiio alla Repubblica dei Soviet che difese questo diritto, .affrònta.ndo «le. bande mercenarie di Kolkba.k e di Denikine, asSOlda.te dalla finanza intern« zionale, aizzate dalla ringhiosa e impotente Conferenza. di Versalilles •· Nascendo da questo equivoco miscuglio cli nazionalismo e clii democraz.ia, il graooioso disegno della Lega. di Fiume, l' Anti-Leagi.e d,a, opporre a.Ila pseudo-Società delle NaZiÌolljÌasserv.ita all'Inghilterra, naufragò quasi subito. • La navicella della. Lega fiumana fu travolta in una tromba marina d'intri,ghi balcanici, dove Montenegi~ni ed Albanesi aveva.no le prime parti•. In verità le cause del fallimento non si ·devon tutte att.ribuiore, come vuole il K., alla mancanza di rapi.dità nell'esecuzione: vai. -ricerca.te p;iuttosto nei caratteri intrinseci di questa politica superficiale e parolaia. Altrove con più sottile arguzia. ;J K. stesso aveva osservato: « Nicoolò Machiavelli. restò sempre fuori dalla città di ·vita; e •io temo molto che il comandante di Fiume non anteponga. al Segreta.rio Fìiorentino J3aldassrure Ca.stigli_oneo il Ca.i·- diJJ.a.leBembo,. Del resto non è senza ;nteresse la constatazione che gli avversari accaniti cli WiL son riprodussero i lati più ingenui e ridicoli della politica d'i lui, sopratutto quell'aspirazione confusa ad una g-iustizia yniversale e perfetta che era allora, a quanto_ pare, nelle rrwuti di tutti; senza d'aJtra p_arte giustificare questa superficiale i;ngenurità.,col possesso di qu:l cocnteuuto pna.t,icoed ubilitario che si nasconiie so,tto le formule della. democrazia puritana anglo,-sassone. ~i dice che accanto a questo falso entusiasmo democratiéo degli arditli, esistesse a Fiume un nucleo di legoona.ri rapp~ntanti di una più profonda. convinzione· vera.mente democratica. Sulla. quale sà.rebb_ein~ressaute conoscere_ le impressioni 4<>1legionario ed amico della « Rivoluzione Liberale• Novello Papa.fava. Di lui . solo chiedono di svolgersi in modo a.uto.noono, compiono i più erculei sforni onde est.onde"!' la. loro sovranità sui nuovi domini. Allo stat.Q attuale della. scienza, per quanb a denti stretti, si può dtre. che in generale gli econ.<>miistiliberaJii \nÌCQnosoono Putillità, soggettiva e sovente oggettiva, alcuni finanjOOla necesslità., delle organizzazioni operaie. Senza dirlo espl:icita.mente, visto che l'orgapizzazione ~~ allo scopo precipuo di elimina.re. la concorrenza nella offerta di lavoro tra. i membri esercentii uno stesso mestiere, affermanò 0dunque l'utilità e la necessità. che alla concorrenza. nel- ]& offerta. è; opponga la solidarietà tra i detento,ri dell.a.cooidetta. m,erc<>-lavoroattra.ver.;o l'-a.ssociazione professionale. Volere o _volare si rigiri la frittata come più pia.ce, questo .s,i cbiiama. uno strappo palese al sistema liberale. Si riconosce cioè esplicitamente che vn sono dei casi nei quali è necessario porre un argine a.rbifìciale al • libero giuoco de,lle forze econom:- che », alla. concorrenza. sfrenata. il K. a!isegna, a carte 188 e seguenti, un nobilissimo ed affettuoso ritratto). Come nella polibica estera, i legionari portarono nella vita. •interna di Fiume una séte di rinnova.menti frettolosi e soJlllll1;ari,un~ somn1a dù fedi es,agerate e un cumulo di odì altrettanto ing.iustificatii. Adope,.,are la ojttà del Quarna.i·o come «campo sp,erimentale d'assestaJJ).enti sociali•, fu prima che un sogno del «,dilettante• D'Annunzio, ~'.ideale dli tutti i suoi-segua.ci. Un socialismo senza i socialisti (ma con Alceste de Amhris), una pol~tica antiborghese senz' esser proletaria, proposte di amicizia ai bolscevichi russi e ungheresi con la creazione di non so che bolscevismo latin,/zzato; la Costituzione di Fiume « invenzione suprema di due generazioni di esteti ... il naturale sbocco di sessant'anni di biblioteca, colle21ion~,museli... il balocco dell"erudizi.one mondana.•: ecco i risultati esteriori di quello stato senbimentale. Sui quali è certament,,. inutile spender parole, quando .il K. stesso ci a.vverte che « mao la Cost,i,tuzione fu attu:ata n<>Isuo spirito,. Sarà più interessante leggere le pagine in cui K. descrive-con una discreta eforae incooocia !ironia la politica di D1 Annunno tra l,e m,asse operaie non ootili, forse capaci di una segreta simpatia, ma tonnentate dalla fa.me e dalla disoccupazione, e gli astuti capori<>ni ,dell:a, borghesi.a fiumana: !"aiuto debole, bieve e nello stesso tempo troppo palese offerto ai proletari in occaéone dello sciopero generale .Orbene non pochi fra gli economisti libera.li èd gem,s non della species (ahimè che a genus :von perit ! •) somigliano assai a quei tali si; g:nor,i docentù _in di.ritto privato. Fo:rt-i di un sistema scientifico, più che centenario elabora.te da _m~nti sovrane al •primo sbocci aro della economia.•cap\talisticai, con ogni mezzo e seuza risi,armio di artifici diaJettici &i propongo.no sist.smabica.mente di far in quello rientra.re' tutte q1'elle forze, tutti quei movim:enti che la cal<>- inoscopica pratica loro ammannisce. L'es. più clamoroso ci è i-ecato daJ movimento siD.dacale. per il qua.I~ uno scrùttore no:Usospettabile come J"F,dgeworth non potè far a meiÌlo di•&erivere che « iin materì.a di Movimento Union'.sta, non ru€no che in fatto del 'fonao predeterminato de, sald.r!ti, la m~nte· ::incolta dell'operasi.o è &noora più diretta al segno che l'intellétto dell'economista fuorviato da un cattivo metodo •. Sarà forse interess,antè dilunga.rei intorno a questo argomento. La 1'ibera conoorn·enza è la. colocnna centrai>!" dd sistema Jriberale; dogma fondamentale della scuola è «;il lihero giuoco delle forze economiche •· Donde la condanna preventiva di quei movimenti e di quell,e forze, in qualunque senso dàrette, che a.ttenbino al sopradet~o principio., Se però quei movimenti e quelle forze non accenn~no a s001npa.rii·e, se .anzi tendono ad affermarsi nella vita soci_ale, allo.ra o vengono iecisamcnte condannate (1° tempo) o si tenta cm-tringerle, sia ptrre solo cin teoria, nei lim1ti del sistema (2° tempo). Così è accaduto pel mo_- vim~nto sindacale. Per buona pa.i·te del XIX seco_logli economist..i classici e post classici, tolte ra.ré ecceziion-i, specie in InghiltelTa dove la questione era più scottaute (Smith, Ricardo, Malthus, Ma.e Cullocb, Sbirlmg, Stuart Mill, ecc. ecc.) negarono esplic'tamente o implicitamente in base a di- 'verse teorie l'utilità delle unioni dli mestiere. Anche se i motivi dovettero ve:Uii, poi rigetta.ti come erronei (te01~a del fon,q\J-salari, legge cli pop◊.lazione, fantasie del Senior, .legge di bro11w) pure non si può disconoscere la logica. connessione della condusione ool sistema. Peraltro. il movimento operaio non accennaImmagino una facile ri.spo:;ta: I1organizzaztion., sorge spontanea, risponde- a. un preciso bisogno e ad un criterio di giustizia contrattuale pel ~ingoio qperaio; non scat.uri.soe da una coazian.e esterna, ma da un imper.ativo interno; è il libero giuoco·delle forze economiche· che genera l'qrgaruizzazione professionale. Quindi ·sambe andar contro le leggi naturali il contFastare un movimento d:i tal genere. V-a bene. Sicchè il giornò in cui ci trovassimo in pieno regime monqpolist:lico si potrà sempre proclam,are vegeta e sana l'eçonomia liberale. Sicohè possiamo a.neo, ra diire che -i moltep}i{)i esosi protezionismi nostranii e stranieri sonQ il natura.le porta.to del « libero g{uoco 11••• Siaimo in piena diaJettica hegelJian~. • In alcwn,i. paesi segue però un fenomeno impre)'eduto ed imprevedibile, almeno dal 1ato econo.m!ico: sorgono cioè, sopratutto pe1· 1·a,gioni politiche im relazione a dogmi fideistici (la questione gerarc_hica. trirata in ballo da Formentin i in un articolo del resto .interessautis- 'l'.mo, c'entra. poco o nulla) p,iù organizzazioni per ogni ram.o-d·,industn--i·a.o per ogrui m€Stiere. I a lega operaia, sorta per elimina.i·e 1a concorremJa fra i m,embri ecco che si scinde à.n \,iù elementi contradditor;i. La ooncora:enza risorge così sotto altre forme. E siccome- per motivi prevalentemente polibici, per le inframmettenze dei partiti e pel compiacente :'Ilcoraggiia.mento padronale (sindacatù gia.J-li... ) un tale stato di cose si prolunga, ecco che bene o male toroano d; moda i vecchil p1'Ìncipì della. ecouomia liberale ed ecco quindi economisti e part·ti che proclamaJ1<>, che cosa proclamano 1.. E~cre .,

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