La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 38-39 - 28 dicembre 1922

b CONTO CORRENTE POSTALE Rivista Storica Settiinanale di Politica ESCE OONI GIOVED) Diretta da PIERO GOBETTI '!Edll Redazione: Torino, via XX Settembre, 60 ~:a!J Amministrazione: Pinerolo Abbonamento per il 1923 L. 20. ~ Estero L. 30 ali Sostenitore L, l00 SIJ Un numero L. 0,50 Anno I N. 38-39 - 28 Dicembre 1922. SOMMARIO: Ai lettori - G. SALVEMINI: li problema del Reno. - P. GoBETTI:La filosofia politica di Vittorio Alfieri (VIII). - M. Fua1N1: M. Barrès. - G. ANSALDO:Viaggio in Halia, - A.. DI STASO,G CASTELLANOA,. SOFFICI:Ultime lettere sul fascismo. - G. STOLF!.Il generico della guerra. - u. MORRADI LAVRIANO• Postille. - Indice della pruna a.ona.ta. l~ttol'i La Rivoluzione liberale continuerà ad uscire nel 1923 ogni settimana, puntualmente. Siamo contenti dell'esperimento di quest'anno. Siamo contenti di aver dato all'Italia la sua rivista libera di coltura politica. La miglioreremo, avremo nuovi collaboratori. Oramai c'è il dovere di continuare degnamente una tradizione. Chiediamo che i nostri sforzi siano aiutati. Bisogna che tutti rinnovino entro il 15 gennaio l'abbonamento. Bisogna raddoppiare gli abbonati. Speriamo che i sottoscrittori di quest'anno trascorso ci manderannoancora il loro contributo generosamente.Per rispondere a tutte le richieste di saggi e depositi dovremmo raddoppiare la tiratura. Ci occorrerebbero subito perciò ottomila lire. Contiamo sul concorso degli amici. Noi garantiamo la continuità e il continuo miglioramento redazionale e amministrativo. momento, in cui occorrerà affrontare il problema del Reno senza il paravento delle ripara,. zion.i. Per quel momento egli non domanda la aDJ!.essione della riva sinistra del Reno: sente eh, l'opinione pubblica del mondo, e della stessa Ji'rnncia, sMebbe icontro questa soluzÙJne. E me'.,te avanti quel programma dei negoziatori francesi, che era stato respinto nelle trattative della pace: la. occupazione francese, senza escl1<dere una rappresentanza interalleata., purchi il controlJo effettivo sia. esercitato dalle a.u- ·tor tà francesi, il tutto sotto un nuovo camouflare: quello della Società delle Nazioni. l..a Società delle Nazioni si può intendere in mo1ti assai diversi: come garcvnzia perm{IITl,ente de1, trattati, inviolabili 1\Qn rivedibili, rigorosamente applicati; oppure come strwmento de/la IL PROBLEMA DEL RENO -ret. 1sione dei trattati in senso sempre più pacificc,, cltre che come garenzia. dei trattati esis-te!1ti finchè rton sieno regolarmente ri,veduti. Dura!1te la conferenza della pace, i negoziatori francesi tentarono dapprima di staccare dalla Germania i paesi posti sulla. riva. sinistra del Reno,, la. così detta Renania.. Non ne domv ndarono l'annessioue vera e propria alla F1 ancia,: 1ua prepararo.no tutto un sistema di controlli doganali, finanziari, a.ministrativi, militari, nell'eseTcizio dei quali le autorità francesi non srurebber.o rimaste sole, se gli altri Stati aàerenti alla Società dçlle N·a.zioni avessero, ~10l i:to partecipare al controllo; ma in tutti i ca.si, - };; -pre,.alenza sarebbe rimasta sempre alle autorit~1 francesi. Proponevano, iPsomma, il protettorato francese, mascherato con la formula di un mandato affidato alla Francia. dalla. Società delle N azio,ni, e rafforzato, in forza di questo mandato, dalla solidarietò, cl.i tutte le a.Jtre nazi·oni, • A questo programma il Presidente \Vilson si opponeva, condannandolo aperta.mente contrario ai patti dell'armistizio. Llo,yd George non poteva sfida.re troppo sfacciatamente l'opinione pubblica inglese, che non voleva sa.perne cli una riva sinistra del Reno staccata. dalla Germania. Orlando e Sonnino, ipnotizzati dalla Dalmazia, cor:ntarono meno che niente. La ste:::sa opinicne pubblic-a. fra,n_cese non era disposta a so~tenere compatta Clemenceau in. questo ten-. t,a.t.ivo di rompere l'unità naziona.Je della. Germania. Battuti nell'assalto diretto alla riva. sinistra. .del Reno, i negoziatori francesi procurarono di giungere pe>r vie indirette a.l med<esimo risultato, domandarono, cio'è, che la Francia fosse autorizzata ad occupare, sola. o cDn gli alleati, b, riva sinistra del Reno finch'è, la Germania non, vagasse le r·ipµrazion.i a cui era obbligata: domanda cl.i una apparenza così ragionevole, che non era. lecito logicamente rifiutarla. Ma Gttenuta questa garanzia, lav0,ra.rono ad elevare la somma delle ripa.razioni a livelli tali, che la Germania non potesse mai interamente- sdebitarsi. E in questa mano,vra furono secondati da Llcyd George, che aveva promesso, agli a.Itri ingl€Si nel dicembre-novembre çlel 1918 di far pagare alla Germanla (( l'ultimo, penny ». Così lo Stato Ma.ggim·e francese si assicurava il pretesto per occupare in permanenza la riva sinistra del Reno: col contributo internazionale, se gli altri Governi avessero voluto, partec_ipare al1a societos sceleris ,· con le sole forze proprie, se il Governo fi:an0€se fosse rimasto· senza compagni a fare i propri aliari. Con questa preoccupazione politit'I cli 11011 abbandona.re mai la riva sinistra del Reno, si spiega perchè i nego.ziato~·j,francesi, nel determinare i c~ite1~i delle riparazioni, non si contentarono d1 esigere dalla Germania i soli danni a: territori invasi, ma fecero causa comune coi negoziatori inglesi centro gli americani e riescirono a strappare al Presidente \Vilson che impon~Ge alla Germania anche il pa.oamento delle pensioni di guerra. 0 Se si, f~ero ~imi_ta:t•iad_ es_igere la sola riparazione dei tern.ton 1nvas1.,_ 1 nego,ziat.ori franc~i avrebbero fatto un otti1no affare finanziarie per il loro paese: 1) percbè il de),ito sarebbe rimasto in limiti propo-rzionali alla capacità ecanorntca. deùJa. \Germania,_ e quindi sa,rebbe stato realizzabile; 2) percbè di questa somma rea.lizza.bile, la Fra.noia sarebbe rimasta unica ereditri~ insieme al Belgio. Inveo&, col sistema Glemenceau accettò nel trattato di Versailles lo statuto della Società delle Nazioni, percbè del trattato di Versailles, la. somma del debito interpretava. la Società delle Nazioni nel primo tedesco è divenuta irrealizzabile per la. parte significato,· e si teneva. pronto a sabotarla. 11011 che è superiore alle capacità economiche del de- &])} ena accennasse a. prendere la seconda dibitore; e la Francia, su quella. parte che sareb- ~ezione. Il Presidente Wilson insistette, a costo br realizzabile, si trova in concorrenza con di qualunque sacrifìzio in ogni altro campo, l'Inghilterra, che rivendica il 22 per cento del- per far acoettare 1 la. Società delle Nazioni, perìe ripa.razioni con gli stessi diritti della Francia. chè sperava che avrebbe ftµ1zionato, o prima o Sarebbe impo&Sibi1e concepire un -errore fina,n- poi. ad onta di ogni manovra sabotatrice, come ziario più grossola.no, ! strumento delle revisioni neoossarie. "n-1aquello che sul terreno finanzia.rio era un E difatti, a poco a poco, tutti sono diventati errore inesplicabile, si spiega perfettamente co- reY1sionisti. Il Quai d'Orsay e il Foreign Office me esp~cliente escogitato per ra.ggiungere un ha.,~o r:1cromandato 1a revisione del Trattato <li fine politico; aggrava.re la Germania con un de-=~Lond.r.a a.ll'ltalia, il Qua.i d'(Jrsa.,y.e la. Consulca bi,to superiore alle sue forze, per avere sempre consigliano la revisione del Trattato di Sevres un motivo di non abbandonàre mai la. riva si- a!!'Ingbilterra.; il Foreig:n Office e ]a Consulta nistra del Reno: quindi associare l'Inghilterra predicano alla Francia la revi&ione del Tratin un credi1to inesigibile, anzi che la.sciare la ta.to dr V0rSailles. Ma la Consulta. ba proFrancia uruca creditrice di un credito esigibile. clama.to per lungo tempo sacrosanto, il Tratta.- Questa preoccupazo,ne politica, opposta al cri- to di Londra; il Foreign Office ba dHeso fin- ¼rio finanziatrio, ha avuto pilÙ volte occasione chè ha potuto con 1e unghie, con le zanne il di rivelarsi in tutta l'azione del Governo e nel- Trattato di Sevres; i] Quai d'Orsay esige la le dichiarazioni degli uomini politi-ci più auto- esecuzione rigorosa del Trattato di Versailles. revoli dèlla. Francia: :ma in nessun momento si ,c.,Tutti spazza.no dinanzi alla porta altrui ; nesè meglio rivelata, che nella discussione a.vve- M~uno è disposto a frur pulizia in casa propria. nuta. alla. Ca.mera de·i deputati di Parigi nella Ma tutti. o prima o poi, si arrendono aHa. forza seduta del 7 novembre passato. delle cose: l'Italia. col trattato di Rapallo e cc La Germania - ha spiegato l'ex-ministro cogli accordi di Santa Margherita ligure, l'InLoucbeur - è praticamente in istato di fa.Ili- ghilterm con l'armistizio di Mudania. e nella m,ento. Ma se la Germania. si ristabilisce, se prossima Conferenza di Losanna.; la Fra.nei a ridiventa prospera e forte, dove va a finire la con la politica del s1gnor Poinca.ré. nostra sicurezza 1 Fra -il non essere 7;agati e il QuaJ1d1ecco il discorso ,d,e.l signor Louchell!l.· non essere sic"llri,non e' è da esitare: -voglia-mo e gli aprlausi, che lo hanno salutato nella Caessere _ s_iwri. (applausi). Questo non esclude la mera dei deputati di Parigi, intervengono a pc,.ssib,htà di essere pagati ... 1,1a sulla, riva si- rivelarci una nuova interpretazione della Sonistra del Reno ci è necessario stabilfre 1.vn re- cietà delle Nazioni. I1 signor Loucheur accetta gi-me che ci pern!:etta di dorrnire tranquilli, e per il problema del Reno la. revisiDne del tratnessuno al mondo potrà opporsi (applausi). tata di Versailles; ma doma.nda. nella revisione Il deputato Moutet. dell'Estrema Sinistra, ciò che i negozia.tori francesi non poterono otprotesta.: " Tutti i tedeschi si o,ppona.no al vo- tenere nelle trattative del1a. pace. E lo, domanstro regime, e anéhe noi. Non vogliamo saperne da alla Società delle Nazioni: la quale diventa di annessione ». strumento della revisione dei trattati, pnrcbè la Il signor Loucheur replica.: a Noi non abbia.- revisione avvenga ... in peggio. mo nessUJ.la idea di aamessioJ1.e. Vagli-amo sola- Il signor Loucheu.r, infatti, non tiene conto mente impedire la possibil~tà cli una nuova ag- iu nessuno dei suoi calcoh di un semplice fatto: gr~ssione mediante una forza. internazionale sta.- del fatto che gli abitanti tedeschi della riva bilita sulla riva sinistra. sotto il contro-llo della sinistra del RenG sono.. tedeschi; cioè hanno Società delle N azio,ni. Il miglior modo di ga- una propria coscienza e volontà nazionale> iìè rtn tire la vace è di monta·re la guardia do-ve noi più nè meno che gli abitanti francesi di Verdun sia-mo. Questo può farsi mediante un accordo ». o di M.e:,tz.I grandi' industriali, j generali, i diA questo punto ·interviene il signor Poiincaré, plom~tici di antica scuola non sono C€rtamena nome del Gov,erno: "TI bra.ttato di Versailles te avvezzi a tener conto di quest'elemento nei non prevede l'evacuazione della. riva. sinistra. del loro piani di politica estera. Anche nella poliRe-no se non dopo l'esecuzione delle c]auSOle del tica interna dei loro paesi la volontà dei loro t-rattato. Finchè esse non saranno eseauite i concitt.ad]111esiste sola.nient.e quando non cointermini per l'evacuazione non trasco1-r~rru1.;JO. cide coi; la volontà loro,, e qua.udo non coincide B fino a quando il trattato non sarà n:gorosa,.. è un ingrediente incommoclo della politica: 1ne11teese.r;uJt.o,la Francia, non abba11do'nerà le perciò com;.iderano le istituzioni democra.tiche e sue vasizioni ». "parlamentari come la peste cleile società mo... Il signor Poincaré pa.rla da legista, col tra-t- derne: e non sogna110 che di sopprimerle con tato di Versa.illes in mano: eh fronte alla Ger- la v1olenza, quando non possono piil adulterarle ·mania, che è nella impossibilità di e&eguire il con la frode. Perchè dovrebbero, d1111que 1 preoctrattato, esige il rispetto rigoroso del trat-tato, cuparsi della volontà degli abitanti degli altri ~ resta sul Reno. paesi? Il Signor Loucbeur pa.rla da uomo d'affari, Ma piaccia o non piaccia a. lo,r signori. quei] •quale prevede che prima e poi occorrerà bene sta volontà. esiste nelle relazioni estere, come sistemarlo questo problema delle riparazioni, e esiste nelle relazioni interne. Può essere soffoa,llora ca,drà necessariamente il camo·u,fiage fi.- cata o pervertita per qualche tempo: non può nanziario, dietro cui il trattato cli Versailles ha essere p-er sempre diEtrutta. E> una fo,rza perdissimulato il problema. poli-tico del Reno. manent.e, da.te le condizioni della. vita moderna.. Ma l'uomo d'affari è d'accordo. col legista E chi lavora contro di essa, _costruisce ne1l'a. nel non voler a.bba.nclonare le posizioni politiche rena. attuali. Perciò vuole che il Governo francese Supponiamo che j] regime del signor LDuabbia pro11..1tuon programma da presentare nel cheur sia istituito nei paesi tedeschi della riva sinistra del Reno. Questi paesi non sarebbero annessi alla Francia ma gli abita.nti di eesi a,. vrebbero il dovere di non considerarsi solidali colla Germania: la popolazione civile avrebbe Je sue istituziO'Ili amministrative autonome (consigli comunali e provinciali, tribunali, scuole, lavori pubblici, ecc.), ma in queste istituzioni non dovrebbe avvenire mai nessuna rna-rìifestazione di solidarietà verso la Germania; cioè qu€Ste istituzioni autonome dovrebbero essere ccntrolla.te dalle autorità militari francesi o inkralleate; cioè non sa.rebberG più autonome. CDme non vedere gli attriti, a cui darebbero luogo questi controlli, 'n tutte le forme della vita. pubblica giornaliera 1 Sa;rebbe pegçr-0 a,sai che l'annessione vera e prc pria: perchè in regime di annessione le autorità statali posrono prevenire gl'incidenti a.Imeno fino a un certo punto, soffocando le manifestazioni legali dei sentimenti popolari; ma· in regime di autonomia ccntro.Ilata, la prevenzione non è possibile quasi mai, e non resta più ai dominatori che la repressione più o meno brutale. Sarebbe la situazione a.ttua.Je, non più provvisoria., ma definitiva.. Non pìù ne sarebbe responsabile la sola Francia; ma ]a Francia. domanderebbe la solidarietà delle altre nazioni, attraverso il mandato della Società delle Na.ziGni. Chi può sperare che questa solidarietà si.a ma.i concessa.? E lo stesso popolo francese potrebbe incatena.re i tedeschi della. riva sinistra del Reno a una politica di sopraffazione nazionale, senza offrire anch;esso i polsi, nella politica interna, ad un regime analogo di sopraffaz.ion... pviitica '=' sociale1 Per ora il solo re,mltato, che ottiene il Governo francese dai propri sottintesi politici nel problema. delle ripa.razioni, è di mettere in diffidenza tutto il mondo contro ogni domanda, anche giustificata., della Francia.. Ogni persona. onesta è disposta a riconoScere legittima la occupa:ui.one dei territori renani, se questa è una garenzia per farsi pagare dalla Germania un debito, lealmente e ragionevolmente fissato. Ma ogni ferma onestà rilu.tta a seguire il Governo fra.ncese nella sua. politica di garanzie e di sanzioni, per essere pagato, percbè sente che la. somma delle riparazioniè stata. fissata senza lealtJ. e 1·n. pro·7J0rzioni ass-urcle, perchè doveva servire al Gove"rno francese come p1·ete.sto per non abbandonare mai la Renania. G. S.UVEMINI. ~ P. S. Quest'articolo era scritto da parecchi giorni, qua,ndo è uscito sui giornali d-el 9 dicembre l'articolo, in cui Lloyd George accusa Poincaré di incitare all'a.nnessione della riva sinistra del Reno. A quest'accusa di Lloyd Georgt, Poinca,ré" ha rispooto: « L'a:rticolo di Lloyd George sarà oggetto ru· ((grande sorpresa per tutti i francesi. Suo ptin- " to di partenza. è una inesatl:eua tale che si do- • manda. ccme un uomo politico ta.nto esperto ccpossa commettere un così strano errore. L'excc primo ministro inglese afferma che esiste in « Francia un partito importa.nte che ha int.en- " zione di annettere alla Francia la riva sinistra "del Reno. Questo partito non è mai esistito a altro che nella immaginazione di Lloyd George. (< :Mai in Francia alcun ministro, alcun Governo (e e neppure alcun senatore o deputato ha concea pito un progetto così irragionevole quale è « quel!G di voler sottomettere a.l dominio della. « Francia popolazioni tedesche; tal è idea non è (< mai venutia in mente ad alcuno e non è stata «mai espressa negli ambienti polit,ici franC€SÌ. <( Se veramente Lloyd Georrge crede che vi sia <e iu Francia un partito che abbia nel suo pi-oc, gramma ta1e annessione. egli inizi-a una batcc taglia contro mulini a vento». Ma t1Ltta la risposta si fonda. sulla pa-rola. annessione. E certo nessuno pensa in Francia a una. annessione vera e propria. che avrebbe per la Francia l'incqnveniente gravissimo di -incorpora.re 8 milioni di tedeschi prolifici con un popolo scarsamente prolifico di 40 milioni. Ma. se invece d·w1a annessii.one v'era e propria, Lloyd Ge01·ge ave~se usato il tennine « controllon, o (< rnanclato », o «protettorato», o, <1 occ11pazione perpetua», o qualcosa cli simile o cli peggio, ecco che la smentita di Poincaré sarebbe divenuta insostenibile. Questo genere di giochett.i verbali del Quai d'Orsay non inganna più nessuno. g. 1-

144 LA. RIVO LU.ZI ONE LIBERALE i't ]a vista della sua profezia realizzata da estra- STUDI SUL RISORGIMENTO ti principati e debolissimi tutti, avendone u1 o roe,·. non ebbe più la forza, di 11.1a nuova naf .. nel suo bel centro che sta per Jìlllie, e che c;c- , ' bb • :ermazione eroica e precisa che lo .avre e _n. La filosofia poli tic a di Vittorio Alfieri. cupa la miglior p&rte di essa! non_ potrà cerc,3 dotto a un isolamento ideale sub_hme. ma m- ir.ente andare a lungo senza nm11.rs1almeno eot1 t d cli • • 1 di'spen.sabile, e S' -ipiegò n_ella so 1 u me m - to due soli principi che o per matr1mom cap- • · viduale. I] compito da reahzzar-e non si Poneva VIII. La politica. e ai concittadini n_on Possa aver luogo in _chi nato nella tirannide, è inoperoso per forza civile; nessuno tuttavia può conknde.i..'t, a _c.:hi_n'av~e il nobile e ardente desiderio, la glona d1 morire d" libero, a.bbenchè plll' nato servo. Que,;ta_gloria, quantunque ella paia inutile ad altri, riesce nondimeno utilissima sempre, per mezzo del sublime esempio ». Poi, o J)er conquista si ri_durranno_in uno D. t tte 1 ene Più a un individuo ma a u e nuove g - Quc:sta è la prima rivoluz10ne: ed 10 non sa- Nel pensiero alfìeriano si può trov~re e spiegare u.n propos_ito politico, anz_ia~d1nUura ,ma costruzione politica. Ma perche I esegesi sia valida occorre tener presenti i limiti da cui sorge questo sviluppo del sistema e della pra.··-cisdel1'Alfìeri. Gli interpreti che al nostro toccarono i:1 sorte sin qui s'apprestarono al c@mpito loro con illusione cli letterati mal nascoste tra fo,:- mule giuridiche cli costituzionalismo che in loro rimanevano estranee e di cui non avveruvanu perciò i limiti, che i gim~sti stessi già inizi_almente vi stabiliscono. La sicurezza pos1t1 il~t1c<.1. del Bertana, inquieto soltanto cli impartire lezioni di 6Cienza e di precisione tecnica al_suo. au: tore e la sicurezza ancor pill dogmatica ct~~ll altri letterati entusiasti di enumerare pregi e di ritrovare intuizioni di enciclopedica ge111alità perchè teneri della candida concezione chò v<uol trovare nel genio una rivelazione quanti~.~-.t.,·a di sottili scoperte - non potevano svelar<>cc,~1 precisione un pensiero tutto fatto di_chtarosc.tn, di lampi improvvisi, di tempestosi fulgori. prei vede.te d1 quale astrattismo qui v1 su ~)('C- razioni. ca.to. Questo è più o meno schematican1r-1.le, 11 pr-0cesso cli cui Vittorio Emanuele II è F.ta,.o protago,nista da.I '48 al '70: . e forse l' Alfìen APPENDICE Non è seria la pretesa di 1iferire e °?mrnl~:U~ rare le intuizioni alfìeriane ai problemi prat1c1 contino-enti. E occorre proprio ripetere ch:3 la politic; non si riduce ai problemi costituzionali! Poichè negli scritti politici non riuscivan, a trovare il cercato costituzionalismo conservatore vollero vedere le Co,n.medie come un sisti!-ina legislativo; il testamento cli Alfìeri divent,a,o conservatore. Invece le commedie alfienane rap • presenta.no un mom,ento di ;scetticismo, ~uuo scherzo dove coesistono le incertezze più t•ontraclditorie e dove non è possibile ritrovare un criterio organico di chiarificazione interna. Alfieri non è !egislat-Ore e. quando ci si prova lo f:i. per gioco e non riesce a dissimulare il ~mo estetico disinteresse. In realtà gnoseologia, morale e religi0ne io conducono per una linea di coerenza inesor~- bile ad affrontare centralmente, unicamente, 11 problema dell'azione. Se tutto nel suo spi.rito è aziene, se tutto si risolve e si sacrifica nella praxis, nell'impulso volitivo, la sua politica dovrà dare una forma sociale a questo impulso, d0vrà essere la traduzione obbiettiva della ,;,,e, religione. Perciò non programmi, ma leggi di prax1.;; non la preoccupazione del problemismo tecni·:o, ma la fìlosofia, la prepa.razi?Ue della prat'.ca stessa. Ricorre spontaneamente un nome, un insegnamento 0 .\.!fieri si aflretta a notar'o • '.Machiavelli. Del resto la tecnica della prao<:s non si predice, non si teorizza su.i libri,. ma si deve commisurare all'esigenza di ogni 1stanto per opera di uomini eduoati a realistica fine<ea e oomprensione. Tutto il capitolo otta.vo del 11bro secondo Della T·irarvn;d, è. nervaso da questa netta coscienza di relativismo Politico. L' A'- fieri si rifìuta cli precisare maggiormente il su~ programma pratico perchè, secondo lui, _l'~perienza storica può indicare soltanto degli mc\1rizzi e delle intenzioni, ma a quegli ordini che convengono ad uno Stato disconvengono spessissimo all'altro ,, « quelli che bene si adattano al principia.re di uno Stato novello, non op~- rano poi abbastanza nel progredire e alle. voi,., anzi nuocono nel continuare "'e :: il cangiarli a seconda col cangiarsi degli uomini, dei costumi e dei tempi ella è cosa altrettanto necessaria quanto impossibile a preveder•i e difficilissima ad eseguirsi in tempo , . L'insegnamento dei Discorsi sopra la Prima Deca è qui ripreso _co:1 vioore e torna una potente figuraz10ne realisbca 0 dell'Uomo di Stato. Ma a rovesciare la tirannide occone che questa. virtù di pochi si faccia spirito animatore di tntt,i: occorre che tutti sentano la tira,11~tde. Le forze su cui bisogua edificare sono la :-.:a~ zione, il Popolo, la Clas.se politica. Il_ Bertana s'è affannato con molto impegno a d1mu.s1:r<.1.re che l'idea di patria, di Italia era. diffu.-:a.e clo- !I'Ìnante an0he prima del!' Alfìen per d•n secoli almeno. Ciò è pacifico. Bisogna ved0r0 come nell' Alfìeri questa idea sia diventata uua a,-1 ebbe voluto soltanto maggior coerenza ncll'c-.:~:;u11 ere una posizione ideale di fronte a~ _1 1;t~ pato. Così si sarebbero realizzate le. condn10m materiali e quasi i presupposti obb1etbv1 p,·rchè si suscitasse l'iniziativa popolare la C[l'ale udi' Alfìe1i doveva concludere necessariamente forza. . , L' Alfìeri pensa il Popolo eteniamenté n.1ncvato da un'operosa lotta interiore, eia dialettiche dissensioni (Tir.; libro I, cap. VII), un popolo aristocratico, forte « e una volta per tut,.. te mi spiego, chè io nel dir popolo non intendo mai altro che quella massa di cittadini e ccètadini più o meno agiati, che posseggono propri lor fondi o arte; e che hanno moglie e figli e parenti, non mai quella più numer~a iorse, ma tanto meno apprezzabile classe di nullatenenti della i;fìma plebe. Costo,·o essendo avvc, • zi di vivere alla giornata; e ogni qualunque governo essendo lorn incliuerente poichè non hanno che perdere; ed essendo massimamen•..,·"! nelle città corrottissimi e scostumati ecc. ecc. 11. Non altrimenti pensava Carlo Marx il suo popolo rivoluzionario. Il popolo ha la sua volontà. e la sua forma nella classe politioa che esso stesso esprime. 11 vjzio della tirannide « interamente risiede in quei pochi che il popolo ingannano_': Anche la libertà deve avere la sua classe poht1ca, strumento e guida alla volontà popolare; e questa appunto non si pobrà creare con un'opera di propaganda, ma solo attraverso le forze storiche oscure creatrici di obbiettive realtà. Quasi divinando il processo marxistico cli arrovesciamento della praxis l' Alfìeri nota che una volontà di redenzione liberale sorgerà nel popolo per opera stessa delle intollerabili condizioni che Li tirannide avrà determinato. S'incontreranno nella ]oro pura intransigenza due principi, due azioni. La lotta contro la tirannide sarà redentrice perchè avrà rinunciato per la sua coerenza ad ogni disgregazione individuarltìca e ad ogni utilitarismo. La mo,ltitucline « non istigata, non prezzolata, ma per naturale sublime impeto, dalle ricevute ingiurie commossa a sdegno e fu.rare, agisce all'improvviso con entusiasmo, energia e schietto coraggio , .(Misogallo prosa seconda - Avvenimenti). Contro le formule galliche a: libertà, uguaglianza, frat€llanza., l'Alfieri vede le cose realisticamente nella loro dinamica cli lotta. Così il popolo diventerà nazione. « Nel dir nazione intendo una moltitudine cli uomini proragione cli clima, cl luogo, di costumi e cli lingua fra loro non div.ersi; ma non mai due Borghetti o Cittaduzzc di una stessa provincia, che per essere gli uni pertinenza ex gr. cli Genova, gli altri cli Piemonte, stoltamente adastiandosi, fanno coi loro piccoli inutili, ed impolitici sforzi ridere e trionfare gli elefanteschi lor comuni oppressori ,. Insomms. il criterio di nar zione va riportato ai suoi fattori storici. Attraverso lo stesso processo dialettico che crea una volontà nel popolo anche la nazione diventa u1, fattore insopprimibile di sviluppo e di spirituçtlità. « Gli odi di una nazione contro l'altra essendo stati pur sempre nè altro potendo essere che il necessario frutto dei danni vicendevolmente ricevuti o temuti, non possono perciò esser mai nè ingiusti nè vili. Parte anzi preziosis.sima del paterno retaggio, questi oli soltanto hanno operato quei veri prodigi politici che nelle storie poi tanto si ammirano , . a darsi ordine di repubblica. E qui egli attingeva ancora dalla stari~ un'altra osserva:-i:10ne c!i opportunità: « L'Italia ha sempre ra:cn,us_~ ir se stessa (più per noli Scòtdats@e allatto 11 nome che per goderne i vantaggi) alcuo, re1 ubbliche, le quali benohè affatto. lonta.n& da cgni libertà, avranno· però sempre insegnato agh italiani che esistere pur si può senza re, cosa., di cui la colta ma troppo g:1-asta Fra 1 r:ci_a no.e. ardirà forse mai persuade.rs1 ». Ma 1 Hllziativa non si sveglierà senza i « bollenti a•limi, che spinti da impulso naturale la gloria » c•~rcano « nella altissime imprese » e senza. la. « giusta e nobile ira dei drittamente rinferociti. e illuminati popoli D. E' insomma la rivolut.icne di '..Mazzini,anzi il mito centrale di az1;1~c che ha ispirato tutti i più profondi tentativi politici in Italia dopo il '700. Que,;ta è la vera profezia dell' Alfìeri, il suo pensiero riconquistato nella praxis. Anticip~ndo la rivoluzione francese egli assegnava alrItalia, lucidamente e originalmente, la funzion,._ che nel nuovo ciclo ,della storia europea eL'be la. Francia rivoluzionaria. Solo in qè'ustA!pr(.:- messe si può trovare una giustificazione dek~11·1 ~ profonda dell'atteggiamento suo di fronte :il1a iivoluzione h·ancese. Infantilmente parlarono gli esegeti dove, smaniosi cli sorprendere un'effusione o uno slanqio ialfLeriano ma,g.ari v,olutamente esagerato, teorizzarono un Alfieri irritato sino alle bizze o al capriccio, attribuendovi cagioni dei t ·1t to sentimenta.li ie tavolta acldirittnn·a l!na bm:sa c;rigine cli calcolato utile o cli lesi interc.ssi. il processo della scuola positivista ebbe . sd !ir;t. tura le forme e lo spirito di un tentat1vc>, non e$1c:c da malizia e ingenerosità, di sorp!.·"'nJt•re h b,10na fede e la franchezaa dello ,cri'.>.,re aella Vita. La dimostrazione di ciò va r.iman data in sede di biografia. Ma non era possibile r:eanche qui rinunciare a porre il criterio secondo cui noi crediamo che la famooct storia dell'uslll'pazione di libri e çarte dell' Alfìeri debba ridursi a un fènomeno d'illusione simbolica degli interpreti, favorita da un'incertezza del nostro. In realtà nella negazione che l' Alfìeri ha opposto alla rivoluzione francese c'è una tragedia personale, ma vi è impegnato tutto il suo spirito, si tratta della sostanza stessa del suo pensiero e della sua azione. Con la meravigliosa lucidità e la perspicacia del creatore che vede, sgomento, la sua creazione stessa in pericolo, egli intuì che nei moti rivoluzionaii d'oltralpe si rivelava e si affermava obbiettivamente con chiarezza e ampiezza europea l'immaturità dell'It-alia a!La divinata funzione storica. Incapace di dominare e di precorrere lo sviluppo mondiale, l'Italia si trovava condannata anche com.e nazione a non poter trovare la sua armoni·• interna e la peculiarità della sua iniziativa rivoluzionaria: anche la sua unità sarebbe nata da un artificio, da un'imitazione. Di qui l'intransigenza fiera, l1incomprensione voluta. La storia gli diede ragione anchf qui. Se la conquista napoleonica dell'Italia ebbe un valore d'impulso nell'aspirazione all'unità, essa non fece poi all'ora cl.ella soluzione che aumentare l'equivoco e un Risorgimento italiano, anche in proporzioni ridotte, si ebbe solo da una reazione al sensismo e all'Enciclo1,edia chi; riaffermò una tradizione specifica e una ' originalità nazionale. Letragedie nomefontedelpensiero p liticoalfleriano, La nostra indagine non ooteva non prescindere dall'esame delle tragedie alfieriane. E questo non. -perchè noi ,crediamo ad una ~,._gorosa distinzion°e di arte e pensiero, di intmzwne e di teoo.ia 1 quale è dogmatica.ment.e applica.ta dagli ultimi fanatici dli quella prima estetica crociana, apparentemente fatta "l'P°"L" per gll storditi dell'estetismo dilettantesco, che 1[ çro.- 00 stesso ha o,rrnai superato clefìnitivalllèliUì e a cui attribuisce soltanto il valore di un necòSSa.rio momento polemico. Ma nelle _tragedie di Alfieri, in particolare, noi non poss1amo ntrovare un momento di effll.8ione lirica nè sorprendere una confessione o un principio_ di teo: ria. Le tragea.ie pii1 lunghe superano d1 poco.' 1500 versi: il dialogo è sempre travolgente, 11 soliloqtt..io, in un momento <:li ansietà. intensa, fissa un proposito o un esam'e di coscienza ma essenzialmente adattati al fatto che si sta per compiere, all'incalzare dell'avvenimento ~ragi~o. In qua<sto senso manca nell'Alfieri la _nfless10-- ne: o•, per essere più precisi, c'è quella. nfless10ne che ·è connatm-ata coll'azione stessa e non la. si può astrarre perchè è essa stessa sforzo operoso. Percorre la. tragedia alfieriana un senso tormentoso della concretezza creante della praxis: ma il poeta lo contempla e domina in una sovrana impersonalità di serena realizzaz.ione nella quale poi consiste di fatto la sua vera individualità che è individualità insostituibile e singolare appunto in quanto è uno spasimo realistico verso il divino, presente. FJ.SSare mtellettualisticamente oon precisione di esegesi qual sù l'atteggiamento pratico dell'autore di fronte ai suoi fantasmi non sarebbe nè saggio nè fecondo: qui vive l'obbiettività stessa del mondo alfieriano e vi si deve cercare non l'autobiografia psicologica ma, s'e così si può dire, wi'autobiografì.a cosmica. I/ analisi dell'interprete de: vo mirare a stabilire- l'unità e la coerenza d1 quesLa travolgente fantasia la quale per la sua natura stessa è fuori della storia empirica, in un ciclo ideale cli eroicità. Ferma.te questi e.roi, porbateli nel mondo quotidiano, interrogateli, fateli confessare: e concluderete col Bertana che sono astratti, che il loro peru;iero, i loa:o propositi non sono politicamente realistici. Ma voi avrete ucciso questi fantasmi sovrani riducendoli a uno schema che pe.r essi è menzogna. )fa dello Stato]' Alfìeri non potè dare mai uu concetto valido e chiaro, non perchè il suo pensieru non ne accettasse l'esigenza, ma perchè sempre doveva apparirgli come un risultato cui egh s'era profes.sato già inizialmente incompetente. Tuttavia l'idea dello Stato, anche taciuta, pervade i suoi propositi e iì suo pensiero come idea clefìnita di un organismo che dà una libera disciplina ai suoi liberi cittadini fondandosi appunto sull'antitesi ideale dell'organismo chiesastico (vedansi gli accenni alla sua ideale Repubblica - mai come in Alfieri la parola ebbe il suo sen.so etimologico romano - nel secondo libro, capitolo ottavo Delta Tiran- • nide). Il problema centrale era di crearlo, quest 1 Stato, e non ci si poteva baloccare con formnb tecniche o con piani fantasiosi: bisognava s:; • scitare delle forze, opporre delle vù·tù alla ti rannide; elaborare idee che div<;ntas.--,eroforz'•. Con duro travaglio 11 Alfieri riesce a superai·~ il suo istinto letterario e a vederle il realismo nece8.c;ariod<.:1lanuova posizione. Inizialmente opponeva al tiranno il suicidio o il tirannicidio attraverso la congiura. Sono i due modi dominanti nel sentimento dei suoi personaggi tragici: diventano l'esalta1,ione di una coerenr.a rioida e lineare sino al clis.'SOlvimentorli se me- ~ima. Anche la congiura è eroica solo in quant.o è un suicidio dettato dalla disperazione attraverso il quale il protagonista libera la sua libertà in una incontaminata catastrofe (Della 'l';ron,nùJ,, libro II, cap. V). Jn realtà , benchè la più verace gloria, cioè quelJa di farsi utile con alte imprese alla patria (Misogallo, prosa prima). , Il bisogno di superare le intemperanze ana~·- chiche che erano state necessarie nella polem,cs contro la tirannide conduce qui l'Alfieri ad nna professione che può parere cli nazionalismo. In realtà l'Alfieri parla di narione pensando a un elem€nto di dinamica e cli sforzo operoso, ma il suo concetto è molto vicino alla teoria dello SLato-Potenza. Per l'esigenza insopprimibile che egli sente di svegliare virtù e di imporre una direzio1~e ali'« implacabile sdegno contro l'opprassore , si indugerà an<..:henell' 8,'<;crcitazionea liberor l' /- folio dai, baròari ad affrontare. in termini di pratica contingenza la cleLenninazione ùi un -Jiscgno particolare capace di realizzare l'unità cieli' ftalia « che - come dice nel Jlfisorr1ll0, prosa prima - la Na.Lnra ha sì ben comandata, dividendola con limiti pur tanto certi dal rimanente d'J~uropa JJ. E' noto come egli tcn. ta&se di precisate l'effettuazione del sogno secondo un proces.50 che resta gcniahncnte re.... 1:- stico anche se non trovò ind ulgem,a nel BPrtan a e negli altri critici. Era affermato dall'Alfie•i con potenza ben nuova il ooncctto, che si stava ormai maturando nell'ari& ma cl1e solo nel 13,tCi fu realisticamente riprr•so della fine ne,,e1,~ri1. del dominio pontificio. L'Italia « divisa in rnolRinunciate invece a questo ultimo residuo veristico che v'induce, ragionando con le creature della poesia (le quali non hanno sesso nè passioni nè interessi perchè sono armonie e concretezze della irrealtà), a portarle nella vita quotidiana e a ceusura:rle o lodarle q=i fossero uomini: riportatele invece al centro e allo spirito che le ha determinate, ubbidendo solo alla sua r<>altà e spontaneità che è anche la sua assolutezza. Allora le tragedie alfieriane saranno una. conferma a posteriori dei princip che noi abbiamo determinato prima nella Jo,-o genesi conoettuale e il mondo che in esse si agita non sal'à che la praxis dell'affermato ideale. Giunti a questo risultato, se il critico pur volesse ad ogni costo cimentarsi in un'opera di astrazione, avrebbe dei modelli di azione, degli esempi di fantasia eroica in quelli che pm s'ostina a chiamar personaggi. Ma tale azione indicherà - come indicava la filosofia alfieriana nei suoi motivi piè1 o,·iginali - la genesi della volontà, la lotta interna, non un ipotetico fine o una determinata linea di azione contingente. Questo processo critico è il solo che possa dare risultati estetici alle premòSSe politiche. Perseguendoli nel lorn valore autonomo avremo la vera unità, riusciremo a conclusioni perfettamente corrispondenti. Valga no come modello di analisi quBSte considerazioni sul Saul. L'Alfieri combatteva con tanta ferocia p0rchè combatteva contro se stesso, contro le idee che esseD,do 11 suo sangue steGSo, gli rinascevano dinanzi diventate insuperabile ostacolo per lui. L'antitesi poteva perciò sembrare un'antite.si personale, sentimentale: era solo piè1 l'opposizione <li due volontà, e le imprecisioni ideali o teoriche dipendevano dall'immediatezza del contrasto. Ma non perciò si dovri\ ritenere valida l'interpretazione reazionaria e conservatrice in cui hanno voluto cosiringerr i suoi scatti sino a ccst ruirne un sistema di liberalismo pacifico, ne:mico di ogni violenza, costituzionale - che è in rC"altà il sistema della sua antitesi obbicUiva. Egli non si cullò mai in sogni di pacifismo e di idillio sociale. Non lo spavenLò la violenza se a.l es.c;aavesse dovuto sboccare la realizzazione delle suo idee. La previde. Jdentificò acldiril1.,urainiziativa e originalità con violenza e intolleranza. « E giunge avveniuratamcnte pure quel giorno in tui un popolo, già oppresso e avvilito, fattosi libero, felice e pol,cnte, benedice poi quelle' stragi, quelle violenze e quel sangue, per cui da. molte obbrobriose gencrnzioni cli servi e corrotti individui so n'è venuta a procrear finalmente una illustre cd egregia di liberi e virtuosi uomini ». La critica non è riuscita a dar ragione del capolavoro dell'Alfieri finchè ·è rimasta alle foo·mule patriottiche o romantiche e vi ha cercato la tra.gedia dell'odio politico o la tragedia della follia. Invern se l'Alfieri è il poeta d€ll'intuizione v-iolenta, come approssimativamente lo definisce il l\[omigliano, o meglio, il profe·a del superuomo, l'arlista dell'~roico furore, come appare al Croce, gli e!emenli politici e i remantici imvulsi di cieoa spontaneità creativa non saranno -il contenuto di una traaedia ma I? spi..rilo o ~a .forma ,del suo stesso sfo~zo es~ress1vo e _pa1-ra._ingr1n~o ed arbitrario ad ognuno astrarli q.uah gcnenci motivi cli pensiero dalla vivente sinte8i estetica :Meglio s'avvicinava· al vero il Sismondi che ce1cava nel « Saul » la fataliLà non del destino m, dèlla 1iatura umana , e vedeva nel re mo'. i-ente la vittima dei suoi rimorsi (non dei suoi deliLti) « aumenta.Li dallo spavento che un'immaginazione nera ha gettato nella sua anima .,, E inclipenclèntemente dal Rismondi. il Gioberti 0011 questo giurlizio: « Egli è riuscito a dipin'. gerci un tiranno, che sente ripiombare su di se stesso la propria tirannide, che n'è il primo schiavo :o. Nel suo realismo egli provò uno schianto al-

h1vero anche qui - non oslanle I 'opposLo giudizio comune che svaluta le autodisami,w alf'eriane - il segreto della tragedia e del proLA R J V O L U 1/, [ O :N J~ L J 13E R ,\ L 1'! STUDI SULLA CULTURA POLITICA FRANCESE. MAURICE BARRES togonista erano stati colti già dall'Alf,eri quando indicava come slalo (.l"ammo cent,rale la n perplessità •. &;greto del , ::laul , e cli lui la la vil'l alfieriana, se lo si mcl.te in rapporto con l'al tre elemento positivo del ·&uo romanlicisrno: Chiunque! IH,n ~\·ic1Lo rla1 plau6i ~!1 u11 largo sl:pcra,ntulo <ii'-'\"<: Jare1 sr.,,,pc:.Uareuna odgi11al'eroìcit,à - che ne sorge come forma pura tlel- Huolo di !-iCg-u,.1ci. o da llt1a fama. o-rrnai pil.1 <·hc rh slatic..:ila <' qw~ll'arnore del cla.~sicio.,mo:ippa l'agire e sbocca inesorabilmente, in un processo 11., 7ionalc., e neppure da una felicilà naliva di rirci nient,'a!Lro <·h<· 1',.~t,n•wa aspirazione di u11 lineare di solitudine e di coscienza, alla di6- serillorf', si dia a ripPn·oner, l'opera d1 :;\Jau ('{;Lrc1uo r0111anlico. La vita del Barrès è i1ifc:1ili soluzione di se rnedesimo e al crollo di ogni u- rice Barrès per lro\'arc il 11ud1·0 <li tllla J>C'L'tiOWl- piiva di u11 \'Ciroe proprio svolgurH•11to: progre 1nana debolezza, immolata al mito dell'assoluta litL sollo quegli indizi ancora esteriori, provt·dt di~<:e con u11rit,no tutto linc:ai·f~: e as.r,o]utamcn libertà. interiore, lineare e, per cosi. dire, istin- la u·i;tczzr1 che las.ria in 11oi 1111 .desliuo i11('0W te iucapac<• di qualsiasi rinnova,n,,nto. E ncp li\·a,. sino alla cecità.. piuto. pure! vi C nel Harrè·s, <·omr- (:gli vorrebbe far 8e questa è la Lragica sosl-a.nza spiriluale Dire il nome di .Mauricc Banb siguifìGa evo- crr<lerc, I<\ brama del nuove,, l'amore attento <· del sua ardoxc disperato, nessun dubbio che il l·ure a.lcu.oe pagine incanlalrici, il fascino un .wllecil,o per ogni na.c.<·cnleforma di vita: tut.t,o ), 8a1tl » sia « la più densa e la più ricca espres- poeo misLcrioso dei Lepi<li giardini \oinbanl-i O 1::ii riclu<'<., i11 lui a. una rie<'ua disperala rii una sioue di quel mondo eroico e lempestoso che della pianura di Aigucs-?Vlortes, le voci che si posizione a. C'Ui aggrapparsi: l'irlca vale in quan gh ribolliva nell'anima, di quella spirilualiUl lt,\ ano solitarie sulle acque immobili di Venezia LJ gli permette: di es,.c,,c.requalclwcof.a e J>''rciù gigantesca che fu la sua mira. costante e cl.te, (, la Lrionfale corsa di 11ubi sulle montagne della sempre e:-;tranco egli resta alle id<·c cht: profe~sa: spa.J:'Sain tutti ì suoi volumi, lrova la sua. rap- Grl'cia: tut Chateaubriand pill raffinalo, inso,n- i11vauo si cercherebbe in lui il calore di una presentazione in parte rifiessa in parte diretta ma, che abbia avulo in dono daila sort.e la fa.n• fode. E hignificati,·o il fallo che, uonosLantc nell'autobiografia., e si delinea qu.a e là anche losia r.nusicale di un discepolo di \Vagncr iuvcce ~vLti i suoi muta111enti, il Barrès non abbia mlii 11eJle tJ.~agedieminori, ia figurazioni fugaci che dtlla fantasia plastica di un contemporaneo del rinnovato le idee, accolte nella &ua prima giovi si ergono solitarie; come crea.ture di trn mondo ll<-o-classicìsmo. Ricordiamo quelìe poche pagine nezza: la sua forma.i'ionc mentale risale agli ansuperio1·c, in mezzo a uu paesaggio freddo e e- non i titoli dei libri, a. cui appartengono: i ni _intorno all'80: ciò che è stalo pensato dopo ,scoglioso,. :ruUavia l'aver vist-0 l'u11ltà del tiloli si presenteranno pili tardi alla nostra men- qL•egli anni, il Barrès lo ignora: lo stesso Kietzmondo aJfi.eriano solo nella e.reazione dei ca.rat- tf: sentiamo che i libri del Barrès sono O voglio· ~che, l'ultimo graude romantico, che lanta in. te:ri induce a un errore di staticità. e giustifica no essere allru, qualco•..ca.di pilt e quaicosa. di fh.:enza ebbe sui suoi coetanei e connazionali, illuooriamentc l'accusa di monotonia e di cal- nteno di quelle pagine. E gi~1 a una seconda Jet~ sia pure talora iut.e11)ret.ato c.lecadentisticamente, oolo, mossa dalla recente critica estetica. L'in- t.t~ra quelle !>agine stesse così felici fanno pre- gli ò completamente estraneo éosì che, quando dividualitiL alfì..eria.na è un'aspirazione ideale 6entire il vizio segreto che vieta loro di diventa- egli volle dare un fondamento teorico al suo fortiss.i.ma, non un risultato inconcusso; la sua r'J libro: uelle frasi, la cui magia ci aveva com• nazionalismo, non a1 Niet.zsche ricorse, come a]. precisa volontà, l'impulso cieco all'azione souo mosso, è possibile notar~ una (f15.. ,;ità, che 11011 so· trj spiriti negli stessi anni in altre nazioni ma u.1 atta iniziale di coscienza che si dispiega e dire di nuovo se non chateaubriandesca e che mi a.l Taine e non « adstocrazia » o «volontà di pos'invera. poi in una lotta, in un organismo di pure propria di un motivo lirico che si irrU!idi- tcnza.» fu il motto della dottrina politica, ma torbida complessità e di viventi contraddizioni. sce, ed è. tutt'altra cosa della cl.ivina immobilità «Le Nationalisme c'est l'acceptation d'un deterL, sua « anarchia • si nega politicamente e ar- della grande arte. Quelle pagine sono punto dT minisme "· List.icamente in un senso vivo del creare, e in ai-rivo piuttosto che punto di partenza: momen- Scettico e dogmatico, egli è nato per accettaun'esaltazione clell1organica spontaneità della ti, in cui il poeta ritrova il. fondo semplicissimo re le posizioni fatte, per ricercare al di fuori di storia. Egli non vive di soJe affermazioni, non c~ell1anirna sua, lasciate le sc0rie di molteplici sè l'appagamento di un intimo dissidio: gli stati si tempra solo nell'autocritica del soliloquio: ma· cumplicazioni. J.... d'animo che descrive nei suoi libri, i pensieri che della, solitudine dà, una drammatica espressio• v·è una .àpprossimativa somialianza di ambien- gli servono per la sua opera di politico e di mone _: e il tormento ideale rende oggettìvo in un to di fonnazion ee ,a.nche, in ce~t-0senso, d'ispira- ralista non possono. essere se no~ cos3: d'altri j c-ont.rast.o ove le volontà cozzanti trovano la z·ioue tra Barrèp e n1Annunzio: e questa somi- sentono il libro prima che la vita. Un secolo loro cat..arsi nell'annullamento. gl_iauza può pennettere a wi italian,o attraverso cli romanticismo gli ha legato la propria com- « S~ul » non è il dramfila della pazzia, per- un fuggevole pa.ragone, una certa conoscenza ple~a esperien~a: un Taine e uu. ~cn'~n g~i hauchè non è il dramma dell'autocritica, la per- dello scrittore francese. Dinanzi a Gabriele D' An- no ,usegua.to Il culto della storia, 11 rispetto plesaità de\ i-e è la misma che mett-e in rappor- nunzio proviamo talora l'ammirazione che c'im- per l'individualità dei popoli e del)e epoche pasto il suo chiuso eroismo Con la solitudine in- pene un fenonieno natui-ale: spirito quanto meno sate ma già in loro r1ntuizione storica del ro• compresa del mondo che vive con lui - non critico~ vossihile, egli può giungere coll'insistere manticismo, frutto di una possente fede, che diventa dubbio, non genera alt.ra azione che la su di un unico motivo a una meravigliosa libe- a,-eva sentito come nulla possa essere estraneo cosciente rinuncia ecelta come sola espressione l'élzione artistica e a una straordinaria ricchezza alla divinità, si era venuta txasformando in una perfetta della propria ooerenza. In questo sen- di toni: potrà concedere in maniera alquanto \·isione naturalistica o in dilettantismo e scetti. so « S-aul , è la tragedia della volontà; che nel- rozza la sua attenzione a questa O quella idea cismo storico. B la storia non sarà per il Barla solitudine si affern1a come dominio, e resta od obliarsi anche nell'azione: sempre, checcbè rès se non una fornitrice di emozioni: ai diversi i1.eompresa ed estranea mentre si estrinseca - oggi se ne voglia dire, egli rimarrà estraneo a po[)oli da lui visitati, alle loro peculiari indiviòuaa.,renamente vista dal poeta con storica pas- questa e a quelle. Ma il Barrès è stato fin· dai Jità, egli chiederà quegli « excitements •, quella sione - ma incapace cli suscitare consensi e di più giovani anni penetrato dallo spirito critico, «.fièvre}) di cui la sua «sécheresse » ha bisogno. temprarsi in una conciliazione - impenetra- e questo ha sconvolto il più semplice fondo del- l)agli artisti apprenderà a conoscere svariate si• bilt:;,di fronte ad altre solitudini impenetrabili, l'animo suo: niai egli scriverebbe le pagine di tu.azioni psicologiche, contrasti e lotte, in cui la. pe.rciò v-itt.ima di se stessa e tragica perchè coe- orribile bruttezza, che il D'Annunzio talvolta vita indiv-iduale colla sua infinita ricchezza fa rente. "- ci ha dat-0: maj uepptu·e egli conoscerà la per- valere le 5ue e.sigenze contro la morale uadizioLa religiosità di questa umana dissoluzione è fetta bellezza che piit d'una volta, il poeta italia- uale; ma le a.ugosce di quelle lotte il Barròs le nd eozzo degli individui, sac1; nella loro chiusa ll'.) ha. raggiunto. La prosa dannùn~iana l'ivela ha provate ben poco. Leggiamo la novella (< Un liricità, indomiti nel loro disfrenato uscire da spesso una ricerca di espedienti esteriori, che atr.ateur d'3.mes» e rileggiamo ancora una volta se si:ef:si. vogliono supplire una mancata interna c011si• « René », di cui quella. forse inconsciamente ri• La tragedia esiste a patto che tutti ne siano strnza: la prosa ciel Barròs trova_ molto piit fa- produce la te-ama. Dove era torbida ribellione, protagonisti, invasi da quel divino che Achi- cilmente il suo equilibrio e, contra.ria.mente a troviamo una meschina curiosità, un preziosism,elech sente in sè, e da cui son fatti « fulmine, quella del D'Annunzio, il quale è, come si sa, mo di nefandezze, che non lascia in noi alcuna turbo, tempesta». Uguali - non si compren- negato all'ironia e alla satira ,è ricca (e se ne ircpres.5ione. Sentiamo che quelle complicazio- • dono. Anche amandosi restano .estra.nei. Nel compiace) dl spunti ironici e satirici: indizio ni. psicologiche sono costruite a freddo: anche mondo alfì.eriano noi! c1è posto che per gli eroi aP.che questo di prevalente spirito critico. Il l'~mpurità non ci costringe più a ribellarci per- - appena individuati essi restano soli in mez- dU:siclio tra sensualità e intelligenza, che wia chè è un'impurità del tutto irreale. L'amore zo a una folla volgare evanescente e non espres- velleità teorica faceva scoprire i·ecentemente in per il bel delitto, per la singolarifa ad ogni costo sa. Il problema della comunicazione tra questi s(! a Gabriele D'Annunzio, può caratterizzare diventa in questo epigono del romanticismo uno giganti è il problema della tragedia alfieriana. molto meglio della sua ]a personalità dello scritto- stato d'animo così raffinato, si clissoh,e iu tal moFissi a.Ila coscienza di sè restano indecisi tra lo re fra1wese. L'arte del quale perciò non può riu- do in un gioco=-intellettuale, da diventare affatto schema e l'azione. Parve calcolo ai critici quel- scire schietta ed intera: quei motivi cl.i bellezza estra,,eo alla vita e trasformarsi in uu caso parlo che è lo spirito alfieriano: l'iniziale aridezza sono momenti fuggevoli di liberazione da un ticolare, che non può piìt destare interesse in della rigida volontà degli attori, inesorabile si. aspro t.ravaglio: gli schemi ideologici rimango-- una Cerchia di spi.riti. Il che, sia. detto b:a paIl·J a dominare e sconvolgere la serenità delhl no ogni volta visibili a testimoniare l'incapacità. r&ntesi, è un modo assai frequente di auto.difantasi~ realizzatrice. Di qui l'ineguale vali<l'Ìtà barresiana .. Gli schemi, per lui indispensabili, slruzione del romanticismo e iudizio implicito eapresS1va del teatro alfieriano, in cui trionfa la rusciranno .a dominare· e ad asservire a ,sè l'i- deJ suo superamento. E che altro è il Bal'rès Ji~ica nei momenti ~i- sviluppo lineare, ma do- spirazione 0 a,-:remo i« Romans de !'Energie Na- s0 non un Ohateaubriand privato di quell'alone n;ma la pausa dell mco":'prens10ne quando 1 ticnale, e i« Bastious de l'Est, (si ,~cardi il ro- di santo ribelle, che ancor oggi ci abbaglia se ci personaggi dovrebbero agire. «Saul> è il ca,.. manzo qLes Deracinés» costruito come un tea- rivolgiamo .a contemplare la figura del bretone1 polavoro,_ solo pe1:cbè in, questo gran quadro del-{j~rema di geometria!): prevarrà invece questa su Dal romanticismo europeo il Banès ba appre1~ fantasia alfienana s oppone chiaramente vo- di uno schema fittizio e avremo le descrizioni di so l'amore pei sistemi, la passione per la logica lo11tà a volontà, passione inesorabile a chiusa viaggi: 0 i due motivi si fonderanno senza riu• e per i grandi filosofi. ivla. anche qui la sua pas- _paaisione: e alla lotta presiede un criterio di scire in uno unico, la ctll'iosità psicologica si ac• sione diventa passione priva di scopo, passione arm~nia e di i~enti~ volitiva. Micol_, A:bner, compagnerà alla fantasia sensuale e avremo gli che brucia sè stessa «fièvre», possiamo dire, per Acbnnel_ec, DaVld, G10n_ata sono figh dt una se.ritti barresiani più incerti e sconcertanti. ripetere una espressione amata eia] nostro scritstessa d1spera.z1one che h conduce a d1ssolvers1~,-- Indoviniamo che la, ricchezza di esperienze la tore: «Les grandes métaphisiques, celles de Piavolontariamente e a rappresentare nella catarsi I molteplicità di vita che o-li ainici ciel Ba:·rè.s ton, de Dante, de Hegel, de Fichte et tous les della loro ,~nuncia quasi le fasi e gli elementi esaltano come sua c...:·atteri;tica è indizio di una systèmes du monde ne sont que des images poédell'~g1tata cosci€nza di Saul. Tutti 'restano itttima povertà: intravvediamo' una vena segre- tiques pour extérioriser et rendre logiques des. fedeh, al_loro fa.to, temprati d'uno stesso fuoco , ta. di aridità in tutta la sua vita. Il Barrès pas- swsations par elle-memes profondes et obscuche s alimenta della febbre di voler essere d1v1- •%, eia una forma di attività all'altra per trovare res '· L'amore dei sistemi non è se non un aspetn2menoo se stessi. Il nuovo criterio clell'ero.ico la. sua completa espressione: ma la mate1ia non to cli quello smodato desiderio di vita, dell'oralfiena~o non è più nell'aspirazione, ma nel cbiu- si lascia da lui mai vincere appieno: il pensa- rore del vuoto che il Barrès sente in sè: la passo s.pas1mo_della coerenza. Saul a tutti sovrasta tare, il poeta, il politico si intralciano a vicenda ~iene per la c;mprensione totaJe può essere uno e da la misura della legge tragica per l'intenso nel proprio operare anzicbò fornire l'uno all'al- di quegli «ex_citements" di cui ba bisogno. fervore della sua v?lontà, _per la serenità che tr,, oggetto di contemplazione O d'azione. «L'importaut ce n'est point les formules JJar dcmrna. n'.'l!a sua d~sgregazione, per la. perfetta Una tale vita non può offrire esempio di l•.equelles on e,q,rime son émotion, mais d'etrc sovruman1tà oon cu1 res_t~ fedele a se st~,;:,soan- LLnosvolgimento calmo e ordinato, di uua pro. un peu échauffé par la vie». E anche la contem:• C~l€ quando nel suo spll'~to la lotba s'è ogget. gressiva risoluzione degli elementi negativi e plazione dell'arte, che alt~·o può essere per lt~1 t,1vata e lo c~nsuma~ d?1~1nai1~ ~econdo ~~ le_g• pc:ssionali. L'ambizione del Barrès sarebbe, è s0 non uno di questi ccexc1Leme11ts ,i 1 Quando tl ge fa tal~ ~e1 co7..zaIJt1_1mpul~1_1nesorab1h; la vero, quella di apparire ai posteri come un ro- Ban·ès scrive: (< Les formes ]es plus parfaites nr s:ta paz':'-a e co:nposta, impasstbde percbè è in- mantico che ha trovato la sua pace nel classici- scnt que da symboles pour ma curiosité -~'idéoloSJeme disgregazione e consacraz10ne; è il dis• smo come un anarchico che si è conciliato co1la gue », noi, dopo quanto abbiamo letto ptu sopra! solversi _d~l:'indivi~uo nella y:1a realtà coomica. trad,izione: e la sua costanle ammirazione per cGmprendianio bene quale valore abbia per lu1 La tragi<:1-ta al_fìeriana conqu~sta ~a sua ~e.gge ~ il Grethe e alcune sue e~pressioni ci fanno iu. l'arte e non possiamo essere d'..accord~ col Cur• la. sua m1sura 11:,qu~ta rea.hzzaz1one mitica di tendere che il suo desiderio più segreto e pill tius lo studioso tedesco del nostro scnttore, che una sovrana soht.ud1ue. alto sarebbe quello di essèTe niente di meno che a1i dà lode di. aver iniziato presso i suoi connaPrERO GoBETTr. il Gc:cthe fra11eese. Ma questa st.essa ambizione ;icnali 1wa f•:>rn1adi critica, sollecita per i moFJNE. • deve renderci diffidenti: quel desiderio cli auto- tivi culturali• impliciti nelle opere d'arte. An- IO 145 'I uella sua critica <l·arte il Ba.rrcs, se pur r;c·r·(.,na. dirlo, e l erede de] romanticismo e •~l'<;hf~ qui egli porta il romanticismo fiJJo ali a.~- ~unlr.... L'o1~ra d'arte noll (:, pr~r lui che un pr<>- t 'sto (h v1b • per e;.iprimere la sua pa~siorn: uei g-!orni c1'~l&eecmdo proc~ 1Jrtyft.lh egli di:~. 111lou -.éjour a H~nn~ c:0-111pte parmi 1~. , instant::, J,,s plu~ dig-11~ d'étr~ vecu.'>que rna. rnémfJin::: nit r;,JJpPllc; rnp;, M·ubmr-nto 8t,ai<'11Lplr•ins, loun.i~ <'.(;lrt1111: lh~ du.~fa d'r1;uvr"~ de l'art"'. E, :;c ,:1J <·una fae<~:,,1-, qualr:he obi,-zi01Jr;:a quantù h<J ddto pr•, pada.rmi di. una rr-alr: ,.;-..,p,-ricnza.,;. dj ?In ~u~to del Barn:f, in fattù di UfJf~re d'arte, n<;n avn•i dw a ric.:<;-rdarglilo Y.:ritLo ill cui il Barrt~;. ,,,-:-..,trui.scùla fil<>sofia d<..lla ~U-Jriadf'.'ll'arte italiana: il &aggio fi11i."',l';t- <_;ùll'o.:-,altazioneÙ6l ;~,-i <'r nto italiano, uon come espr~siont di valDri 11~ovi, rna eDme f!SfJl'''b":iiVnE:: di una de<;ade1Jza, ,·h, pE::rrnettc al Ban i•s il bramaL<J g<.Jdimento df~lla di~soluzion"'. B del &ir~nt:o ilaJian<> r,n!- M".:nta '-'Ome rappre:;ent.ante tir,i<;o l'arti::ra più vuoto del tempo, il Domeniehino. Uno spirito, come quello che abhiamr> d~c.:rit~ to, ridurrà ogni sua pa&~ioneed ogni sua. idea ad esperime11to: J'~altazione del1a \'ita <; , p,j(J facto s ·aiutala quando la vita che si esalta viene r,rivata di ogni &c0po univerrale: e <lBlla.vila eh<! \·uole vi vere, non rimangono allo scrittore che glt schemi pedagogici, che dovrehbero renderne le sernbian;,.,e_ « TI ne s'agit poi11t d·F-xpérirnente1· la vie. Il fauL la vivre,. Queste parnle chc.la bonaria saggezza ciel France ,~volgeva al Barrès a p.!·oposito di un 5UO giovanile « romanzo ideologico,, sono una critica di tutta la .sua. attl\'ita.. • Uomo libero• egli- ha bisogno di codificare ,a propria libertà, organizz~re i propri 'esperimenti: mai è sembrato sospettare, che la vita viene a perdere ogni valore in quanto è ridotta ad esperienza. Ohe cosa è dunque l'evoluzione ideale del Barrès I Scopo dell'artista è il raggiungimento di ur:.'armoaia, in cui il sentimento individuale appaia sentimento del mondo: scopo del pensatore il riconoscimento di un ordine, in cui !individuo si colloca_o si annulla. Anche nella ricerca. più rudimentale è presente questo desiderio di un ordine, e anche il Barrès, per quanLo debole pensatore possa €$Sere, non può ignorarlo. E (Iove poteva trovare quest'ordine il giovane Barrè-s, dopo tanta tradizione romantica, se non nel proprio ioJ nell'individuo, che deve essere difeso dalla dispersione e dai bruta.li contatti esteriori e il cui valore sta nell'intensità e nella rie. chezza della passione! Ohe altro poleYa divinizzare se non il suo stesso sforzo di vivere e il fuoco distruttore del suo desiderio vano'? Ke naSC€va la formula: «Le culte du mai»: ne era conseguenza la. simpatia per tutte quelle forme cl! vita e per quegli individui che lncaruassero una qualsiasi aspirazione di autonomia o tendessero alla distruzione di ogni limite. • Di qui le simpatie per gli anarchici: di qui «L'Ennemi des Lois,. Ma l'anarchia del Barrès non è magnanima ribellione, disperata afferma• rione di libertà, cOGcienza irreducibile di una originalità che non vuole essere violentata. La sua anarchia è grettezza.: egli vuole costruire ripari al suo io: nuÌla gli è pili. lontano di U11a ribellione. E le sue simpatie per gli uomini, creatori di utopie rivoluzionarie sono tutte esteriori: egli non intende il loro travaglio: ciò che a lui interessa. di loro è la parte negativa: <<l'uomo libero» del Ba.rrès è l'uomo che è in• capace cl.i crearsi la sua libertà e tenta di rifugiarsi in un sogno di llll mondo irreale: la sua vita è in realtà una morte. Poteva il Ba1Tès con~ tinuare su questa strada 1 Da premesse così povere poteva. crèdere di cavaJ·e qualche cosa 1 Una coscienza della morte latente in quella vita appassionata doveva costringerlo a progredire, arice!~care un ordine più ampio. Uscire da. sè era una necessità : ma come può nn cieco imagina.rs • la luce 1 La straordinaria ottusità spirituale del Barrès gli fece cercare quell'ordine non in qualcosa che trascendesse a..<solutamente l'incl.ividuo empirico e la sua passione, ma nella semplice somma di individui, nel succedersi meccanico delle generazioni. Il maestro Taine gli venne in aiuto: e la «razza» parve al Barrès l'isola sah"atrice per il misero individuo sbattuto dai flutti. _ Egli che già aveva parlato di « acc.eptation » po• tè conoscere cosa l'individuo debba accetta.re, ia tradizione della propria razza. Egli aveva errato credendo che l'incl.ividuo dovesse difendere solo sè stesso « dai barbari»: qualcosa di superiore a lui aveva bisogno di essere difeso. Il Barrès ba sempre proibito che si parli <li una sua conversione e noi non possiamo non e&ere d1 accordo con hù. Conversione significa abbandono di una fede per un'altra: e non di fedi abhiamo visto trattarsi, ma di espedienti. Non si può parlare cli un passaggio da uno Stu'rm 'l1,nd Drang a un classicismo, quando uno Sturm ,md Drmig non c'è stato: la libertà, abbiamo visto, non era per il Barrès, qualcosa che l'individuo si ci-ea ed esiste solo in quanto lo crea, o con un attimo di ribellione o col lavoro di ogni giorno, La tradizione non può essei~ per lui qualcosa che dev'essere di generazione in generazione rinnovato, 1na condanna che l'individuo deve subire senza ricercarne le ragioni « Ciò che i padri ti diedero, conquistalo per possederlo,: ìVIaurice Barrès ba ancor molto d'apprendere dal suo maestro Grethe. E che converversione non sia stata la sua, ci versuadono alcune es-pressioni dei suoi romanzi e dei suoi ar• ticoli. Ohi aveva scritto: « Les morts ! ils nous eu•poisonnent· », uDq11ner des préjugés aux en-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==