La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 30 - 19 ottobre 1922

T, A R I V O L U Z I ON E L I 13 I~ lt A J, I~ IL CONGRESSO SOCIALISTA , A l'è tutt, queHtion d'quattrin ,. Le sue metafore sono sempre quls¼: , t<:ncr alta la ban- <lio.r a cl.e] partito,,, I( reggere baicJamen te il timone <lella dlrczione11, e simili.. Parla sempre dci compagni « umili e buoni .. che attendono «con ansia.. Je decisioni "&loriche» ili queH-ta «assise del prol•.Latialo~. Adopera da <livPYW decine c.l'anni, in tutti i suoi <lj:-:.eorsi,queste ùUe citazioni poietiche: 2\e chiedo scusa a Gaetano Salvemini ma pur debbo constatare lUléiJ cosa. Oggi oome oggi, la u rnas,a patrimooti.ale > di quelle idee che Salvemini agitò fra il 1902 e il 1904 ba soddisfatbo [Hlt-<ecchicospicui legata.rii: dal Fascismo al P.P. Ma - come su.ccode in base a certi scher,~i d.1testé;tori bizzarri _ erccle universale dell'eredirtà cosl sacchecnriala e svuotaLa del meglio è Ar'tudeo VeJla,i:i~Jugliese, e una dello «pernonalitàit del Partito Socialisla llalia110: intendo dirn della, fraziono ma.<:Simalisla, rimasta padrona del. l' -t ,va11ti, t.itol.trz dell"embkma falc-c o martello, ecÌ esclus·i~,a riservataria dei diriLt.,i d'a.11toTcsulla ca1 n7,,011e « Bandiera ras.sa» nell'esercizio dei quali tre pri,•ilegi si assommano lulLc le attività. pratiche del ma..~imalismo it.alia110. La tendenza politica del Mezzogiorno. :::k 1·i\·eva il Salvemin.i nel 1903: (Jlfute sono le dui; .wle, lt dutJ I;e-rc t111de11:e del srwi,,lùuno• italiu,io: la tfndt 11za JJrtrale11teul1 ntt cco1w111it·,1 11d _\"urd, la tu1de11u1,, 110/itica ,i<'l Sud: /r fJl'·FJli si co11/01tde.ra1N1.o nei pe,·iorli ,li 1·ea:zione, f"_Jttllllclo il .Yurcl :jW(l respinto u«lit:-tro sulla •vi(1del 1n·ogresso cil·ile e andrà a r,tn, ·-,o il Sud 11t'/lo mancanzo di libertà politica e nello impo'lisibilità, di Wtta, 1'cO"nom•1:ca: ritor,Ieranno r1, dividersi e contraljtorlji jiframente, nun OJ-1pe110, la libertà pol-itica cl·ia. ai socialisti del ~Yurd mezzo di ljecondare le tnul:e11ze incoerc1:bili dli prolcta1·ioto setteatrivnalf'. A R'Oma, nell'ultimo congresso, si è verificata esatta la dia.gnosi di ven.ti anni fa. Mentre la sera del 3 ottobre il p1..,,;i<lentefaceva la chiamata dei rappresentanti delle Federazioni provin- ~iaJ..iperchè dessero il loro voto, a ogni nome di provincia meridionale seguiva un voto massimalista. Era il socia.lisrno meridionale che faceva la su;: scissione. Al tavolo della. stampa, Angiolo Cabrini, quando udiva la dichiarazione di Campobasso o di Bari, faceva qualche com.mento non tutto lusinghiero per la "o~ga.n.izzaziÒneJlsocialista in provi11cia di Campobasso o di Bari: e rni costringeva a pensare, guardando quella sua faecia cordiale ed onesta cli padano, che dal 1902 il socialismo 110n ha risolto il contrasto delle sue due sole, tendenze, ma neppure gli Angioli Cabrini he..n,no•fatto progressi nel capirne qualche cosa. Vero è che - in appa.renza c.:-ntro la diagnosi s2heminiana - la sciS3Uonesi è prodotta in un periodo di mancanM di libertà politica. Ma te.- nete pn,sente questi fa.tti: J •. Il , No,·d che va a ritrovare il Sud n<>lla ma.ncanza cli libertà politica, come nel 1902 accennava il Salvemini, c·è. Che cos'altro, all'infuori di questo, n1ol dire la battuta in cui Serrati ogni tanto dà fuori che « bisogna propagandare il Mezwgiorno >, che« bisogna rifugiarsi nd :Mezzogiorno> -Anzi - se è vero quel che mi fu raccontato) - Serrati arrivò perfino a ripetere in_ una. adunanza della Direzione, che « è meglio abba,n<lonare a1la furia fascista fin l'ultima cooperativa emiliana, e tentare movimenti di m,asse net Mezwgiorno ,. Voi vedete che ·qui il poverello Partito Socialista si batte veramente il petto, e oorca di infilare la stroola che venti anni fa Sa.1Yemini indicav,a: ].ascia finla.lment,, il selciato· della piazza del Duomo cli Milano, abbandona - perch(> impo--.:::o&ibile ormai - l'onerosa tutela di gruppi privilegiati del proletariato sett.entrioua.l<>,e ritorna alle p<>sizionidel decennio 18921902: agitazioroli di piazza per la conquista delle libertà di vantaggio gen<>ralepro- tutto il proletariato. Serrati, si capisce, non sospetta nemme110 cli toro.are, lui sì,. veramente, .aJ 1892. Serrati ha ìa testa piena della III InternaCLion,ale e di tante altre fanfaluche: ma, in mezzo a quelle me frasi imprecise, è facile notare il « Nord che v,t a ritrovare il-Sud nella mancanza cli libertà politica>. 2" L'atteggiamento di Arturino Velia. Oh dio, voj capite bene che bisogna essere indulgenti con dei "pensatori, come Arturo Velia. Questo paglietta barese, il giorno dopo la scissione, quando Treves, Tura.t,; e Modighani se ne sono andavi ·via, quando aUa tribuna. non c'è più da subire il oonlronto di eloquii più sonori e più forbiti, impe:Versa lui: an·ivò perfino a, cita.te A,n.tonio Labriola !... Eppure, quello che egli sootliene ha un significato. Bisogna imprestargli qualche idea, bisogna innestare le sue espr-essioni monche -ul tronco della tesi del suo paesano Salvemini: aUc:ra s, vede che le nece,ssità. wciali del Mezwgiorno p~lano per bocca di tutt'e due, sia pu:. e co11efficienza tanto diversa. Che cosa W>rrebbe dire Vella nei suoi sproloqui contro Serrati e .\)ontro Maffi 1 S-osta-nzialrnmte, questo. , Badate: noi del Mezzo!7iorno s•an:10 sem~re stat.i i_v.eri intransigenti riviluzionan (legg'l: antim1,111isteriali-am,t:icollaboraz'iowi- ,1i). Il nostro massimalismo (leggi: antiministert.alismo) è vecchio di venti an'Ili, è anteriore al massimalismo moscovita- (Giustissimo: i conti to-r-nn.m-0: l'cunt,imini,sterial,ism'o d,i, 8alvemini dentro il partito risale a. venti anmi fa precisi precisi). Dunque finiitel.a coll'andare a chiedere perdono a MEca, finiU.la con le disquisizioni sulla rn Internazionale ( Le_g[!Ì,:finitela d,i 0CC1.tparvi rli cose lontane clie n.d.nl interessano atfa.tbo -noi d-i Bari, che sùvmo obbliqau ad essere piiì amticollabomzionisti d,i 'bai, perchè i prefetti del reqn-0 sono arrivati fino a far ammazzarre 1.vn mio l'Ompaqn'd di lista sulla pubblica via). Qu~sLo Arturi.no Ve.Ila. llO'Ilr è nè un massimalista, nè un rivolu~ionario: è il solito social'lst..a. meridionale a.nLl1ni11i&l,.criale,che si di.&-int...eressa delle riforme sociali (o perciò vuole staccarsi da Turali) ma si driruntcres.sa anche degli ordini di Moscà (o perciò fa, di;;cors, contro Serrati e Maf- /ì). Velia vuole che i suoi compagni di lisla non siano pilt abbaUuti a. revolverate dai «mazzieri»: e i:.iccomcba sempre veduLo, dall'clà d<'lla ragiono, che i prefetti sono mandat.i in Puglia con frncombcnr.,e revolv-e-Tatorie, si crede, 11ella 6Ua. povera tcsta, rivoluzionario: ed è semplicemente, COllH:.' t,utti o sempre i socialisti meridionali, anlirninistaria.le. Lazzari, il santone. Di fronte a questa ii1genua affermazione dei dolori e <lei bisogni del Mezzogiorno, che riesce a farsi strada fino attraverso le ciarle di Velia, il "progredito~, «organizzato» e «civile» settentnione, insomma la. u razza. superiore», come la chiamava Salve1ni11i, ancòra una volta non capiset, a.ssolutamente niente. 1 capi dell'arto di non capir niente so•□o i Lazzari, Maffi e Serrati. Cominciamo da Costantino LazzaT'i. La testa cli Lazzari è mo!to interessante. Dal- !' ossatura del naso due solchi profondi gli rugano le guancie fino -alle estremità della bocca: e qui, j baffi spioYenti, alla cinese, banno fornito a Scalarini il più bel mod-ello di baffi alla prolcta.ria, da usars:l neHe vignette in cui il pupazzetto del proletario è alle prese o con la guerra, o con la fam-e. I baffi, combinati con le rughe, danno al viso di Lazzari uno. spiacevole atteggia,.. me~to di clispregio <> c1i sospetto: è un' uomo che da quarantacinque anni fa professione, di dispregiare e sospettare le i'nfinite « atrocità della bo.:- ghesia », e ora il dio della borghesia, per castigo, gli ha deforma.b il volto c011la smorfia propr:a di chi si accorge che il gatto di casa. bu. fa,tto i suoi ccmocli fuori cklla cassetta della spazzatura. Gli cechi sono ,appannati da un velo di artifiaio- &a compunzione, e Lazzairi li tien bassi come un cappuccino questua,11te: solo quando alla tribuna J.o raggiunge la sms,nia.cciata dell'applauso, allora c'è in quegli occhi un lam~o di soddisfazione vh-ile. Quando ride, è sempre fuori chiave: non ha, I.a risata franca e aperta: non sa ridere. In tutta la sua persona, 1tNJn c'è nulla che somigli al;a sanità provinciale di Zibordi o di Prampolini: c'è del sobborgo operaio e c'è della prigàone. Mi· affretto a dire che cli tutte le varie prigi0nie sofferte in gioventù e sfrutt&te in vecchiaìia da quest'uomo ne bo piene le tasche: come pure ,con posso sop1,ortarlo quando egli parla untuosamente delle sue umili origini, della sua mancanza di studii·, del suo passato dli milite fedele del partito, eccetera. Quella di Lazza.ri è una oanizie impudica, e quel Nestore da quattro ba-· iocchi è inaciditoi e superbo. Lazzari., richiesto tempo fa di qualche ceruw biografico sulla sua vita, cominciava così: « Sono na,to 1.I,primo geminoio 1857 a Cremona da famiglia proletaria: padre di origine contad;i.nescae madre di stirpe nobiliare .... , L'accento è sull'ultimo aggettivo, come voi sentite subito. Ogni accenno alla « fa.miglia proletaria n è un rimprovero a Treves o a Tur.ati: ogni ripetizione della • mancanza di stU'- dii > è un confronto odioso con i ],aureati del Partito: ogni osterutato rioordo di tutti gli uommi di ingegno ch'egli ha àncontrato in trent'anni di congressi, è una guardata di sbieco verso il contra.dùitore, che., poveraccio, è talvolta unt cafone tipo Arturo Velia. A I C-O<ngr=o di Milano, L_azza.ri parlava del cc..,mpagnoLenin con quella dlsinv.oltura con cui oggi mille cialtroni.' dicono « Gabriele» l.11v~cedi D' An,nrunzio: «Il com'J)Ogno Le-n·in, allora, mi mandò a ch1.°am(l:re e mi disse: G·uardate, La:~- zari, che .... • Lenin, o chi per esso/~:i deve essere ace.orto che aveva sotto mano un ex-commesso-- viaggiatore ii.n apparecchi per riscalda.mento,: e gli fu estren1amente agevole trasformarlo in un commesso viaggiatore della III Internazionale. Quel poco che Lazzari è riuscito a combinare nel suo cervello, è tutto scorie democratica. Il proleta.riato è sempre disperso e perseguitato, i popoli sempre fratelli, gli arabi di Lil,ia sono oppressi, i Congressi soci,alisti segnano sempre una data storica nella vita del proletariato, la Tiscoesa è sempre imminente, if proletariato è contrario alle guen·e percbè ama sempre gli altri proletaria.ti-. Si capisce che per quest'uomo, vi&- suto ini strettezze economiche, senza conforti di coltura o dli studii, senza possibilità di ascese peirsonali oltre i limiti del partito, la. vita del partito diventi tutto: ·i Co11gressisono le occasiollli in curi.si compensano le umiliazioni di tutto l'anno, e gli applausi dei compag,ni congressisti confortano delle mortificazioni subìte nel gruppo parlamentare. Lazza1i ha perciò scritti in testa tutti i cliciannove congressi d<>lpartito: e quei diciannove congressi riassumono ed esauriscono, per lui, tutta la vita d'It.aliia. Crederci è per 0lui una neoessi>tàfisiologica: altrimC11ti schiatterebbe cli bile compressa contro la « borghesia sfruttatrice 11. P-erciò, alle vicis.~tudini;" manovTe e giochetti.dei Cong,:essi si dedica con passione im:tensa: egli in .:lue minuti spiiega come e JIBrchè ]'Italia debba rinunciare alla Libia, a.ll'Eritrea, alla Somalia, al Do.deca.nneso, ma difende per mezza gior,nata una a,ggiunta di una paTola alla moz-ione di tendenza. Di front,, al -fenomeno fasci.sta, rimane sbalordita: in due anni non. è riuscito a trovare altra spiegazione che qu~sta: "u rllrtt 1;c/1,iavo, 7ftù vit, 71iù derllJ✓J sotto l'orrida vér!Ja ,")to.rà:. 1< c:um/11·0 1·1 111011.")lro di cappellr_, 1nrt- La mU1;tco /'e IH'mJtl'f qvf:.lto •· con l1 e ap<'rLo, anzi shracalo: alla lombarda. Nel 1914, ha credute di• mrltcrc a. pesto, Mussoli~1i. Nel 1922, è a.ncòra venerato come il più antwo san.lane del proletariato italiano. Serrati, il pedagogo. Il luni,c a olio, nel vagone del lreno che c.-i portava da Kuffstein a :Uerlino, non funzionava. Anzi: non solo non funzionava: ma gocciolava sulle coperte di due signore frane<:si, molto allarmate. l lumi a oliio delle ferrovie per me son sempre stati un mistero, ed io mi guardavo bene dal metlere mano in quell'aggeggio. Gli altri quattro viaggiatori brontolavano, ma, si vedeva bene, erano 1J1-ellemie condizioni. Allora si alzò da uno dei posti d'angolo un uomo con la barba, e 5-enza dir niente cominciò a sporcarsi le mru1i, cercando cti ridurre quel lume a ragion\;. Quello, che mi colpiva era ia sua taciturnità, il suo accanimento per raggiuncrere uno 5;-0po per Cffi io, nella geli.da notte, n~n avrei a'ffatto acconsentito di muov;;:-rni di sotto al plaid da vriaggio: e infine la 5ua destrezza manual-e. Quando ebbe messe i11 ordine le v;ti o che altro dliavolo foesero, accese il lume, e al pnmo chia.rore vidi che quell'uomo con la barba e.1 a Menotti Serrati. Con un discreto francese ~li sì volse all~ du~ signore minacciate dal goeciolamento, e disse m tono pedagogico, come un maestro elementare che tira la morale da un ra.ccontino: « Vous le voye:zmesdames: il ne faut jama!is désesperer ». Poi si rannicchiò nel suo angolo, e sì addormentò. Nella faccenda della rivoluzione, certo, le cose non gli anda:r'Ono così bene come in quella del lume- a olio: ma però egli non ci ha risparmiato le sue massi.me, non ha rinunciato al suo fare da maestro di scuola, e adesso che il partito è disperso, Porganiz.zazione annientata e tutto a catafascio, son certo che Menotti Serrati si addormem,ta placidamente come dopo aver trioofato -sul reazionario lume a olio. Ogni volta che incontro quest'uomo, non so difendermi da una viva simpaòia verso di lui. Quando è lontaillb, posso scrivere che è un incapace: ma. quando lo vedo e lo ascolto, mi quadra. c·è del ceppo, c'è della salda fibra: sa-- rà forse perchè parla. il dialetto della mia regio,. ne - e lo parla schietto, con un accento che nè i viaggi· nè gli esilii s,ono·valsi a sradicare - e io stimo molto la gente che coni.serva il suo dialetto: sarà per certe scrollate di spalle a me fa" migliari e care come il più bell'ornamen.to e il più bel tratto della genuina gent,, di Riviera quando vuol mandare i rompiscatole a farsi be.- nedire da un altro chienico; sarà per la. assoluta m,run-canzacli posa, di falsa. modestia, di coimpunzione santonesca, cli -arte complimentosa: insomma, sento che Serrati è una testa dura ùn un partito ricco di fa.rinella - e i•DIun paese che in quanto a farinella, ne ha l'identica propo,-- zione di quel partito. Sapete cosa c'è in fondo -a quella testa dura! C'è questo, io credo: il ricol'do di lunghii e duri a•rnn.i passati in giro per il mo,ndo, a far vita grama: e l'orgoglio di sapersi allenato e rotto a. rip.ren<ler-e quelle strade ,antiche, quando tutto l06Se proprio perduto. Sen-a,ti è un uomo che non batte ciglio se do.- mani gli. capita addosso una condanna o un bando che t,, lo possono· sbales~rare in Svizzera o in America sanza, un soldo, &enza un a.mico. Si cQmprende perfottamente come egli si senta più forte de'ii suoi compagni che per viv-ere si,a pure rin questo r<eomondo capitalistico hanno• bisogno di P.iazza del Duomo, del Caffè Guarclabas.si e dello studio pieno di carte e <li libri. Questa superiorità pratica - che io gli riconobbi così bene quando, con.)a mano. sicura, dell'uomo che ha. fatto parecchi mestieri, egli vinse il gocciolante lume - questa superiorità dell'arrangiar-• si con le necessità dell"' vita prima che con le giravo1te delle idee, spiega tutto l'asce.ndente di Serra.ti in un partito di avvocati che non san:no aggiustare manco il ma,nlico cli un mac-inino da caffè, e di, funzionarti. si·nrdacali: « organizzatori D, o, come anche si dioe <e tecnici D: tntta gente, che, in quanto alla toonioa spicciola, sou-0 degni compagno per la loro :i.niziatiiva, al figlio ciel fratello del Fruga, quel tale - come dice la leggen,da - che gli venne l'idea di fare il manico alle bocce per giocare meglio. Bisogna combinare questa superiorità deriva,tagli dalle vicissi,tudini della vita, con il patrimonio di pregiudnzi e di avversioni che Sro-- rati ha tratto dalle sue origini•, nato crun'è da, piccola famiglia <li trafficanti rivierasch,·: e alallora si capisce il suo odio contro gli- intellettuali ~ contro gli avvooa,tti.- contrn le peusone che fanno prof~ione di associare e di&50Ciare le idee proprie e altrui. E' un vero odio. Potr<>i cita.re più di un caso di intellettuali nettamente messi alla porta <la Serrati nel periodo della sua fortuna politica, senza :ragione appar<>nte, ma con quella ,ra.gione sostanzia]<:>,ch'egli- ha nel 113 sangue. Viceversa, quando gli pare che un i.nitelJettuale sia un generoso, che piglia le parti del ,proletariato, quando il proletariato piglia le busse, allora lo solleva, anzi quasi è soclcl.i.- sfalto cli•saperselo accanto, si rimette a, lm come se pensaa,e: « costui è il mio procuratore legale fo fatto ,<li filosofia, belle lettere, ecc.>- I suoi rapporti con, Bara.tono erano di questo gen<,re. Serrati perdonava a Baratono l'esser uomo librc3CO, perchè vedeva che questo filosofo non si preoccupa <lei manganelli. Uguale fondamento ha la ,ua considerazione p,,r qualcb.edunaltro esempla.re della spec:e baratoniana. Naturalmente prowclendo a que,,ta maniera egli ebbe delle grosse disillusioni, e ai trovò più volte canzonato: e io lo vi.di incontrarsi un giorno con uno cli queati canronatori, ed affrontarlo e pigliarlo per la cravatta con un 'impeto che mi piacque, perchè rivelava tutta l'amarezza cli un fiero uomo. Abbiate poi sempre presC11te pe~ capire Serrati le, limitatezza e in parte la grettezza ligure, nel gerire gli affari. I liguri godOI?Oin proposito una fama usurpata: si confonde l'applicazione, l'attaccamento al quattrino con le vere e maggiori qualità. Fra i liguri, quelli di Riviera rispondono megbo al tipo a'Iltico di cocciuto e gretto mercante: e fra tutti i rivieraschi ce n'è una categoria, i commercianti di oli.i della Liguria Occidentale, che è, la più notevole: perchè la più pura da i.ntrnsi.oni extraregionali, perchè quella legata .da gen,erazioni ad un ramo di produzioni e di traffica i.ndigEno. Basta scorrere su un annua1i.o l'elenco di quelli che « lavorano in olii e affini~ per trovarvi i nomi più schiettamente liguri: e in fatto di liguricità il vecchio nome di &reati dà un bel suono, oome una moneta di buona lega. n.Ienotti Serrati fu appu'Dto questo: un • negoziante in oli i e affini, nel socialismo. Dedicatosi alla politica con qu<>llaesclusività. e con quella tenacia per cui i suoi conterranei. non vedono nulla a.I di là delle loro fatture e dei loro, comandi, vi portò pr-ecisamente limitatezza e grettezza: se avesse fatto il commerciante sarebbe diventato un bellissimo tipo di •gancio> cli Riviera; messosi a fare il rill!llovatore del mondo clivC11tò .Il più mte:r:essante eremplare cli politicante settario. La sua pa.ccotiglia rna=istica è fatta di scarti, ma egli vi sta attaccato per paura d'essere messo nel saceo dagli intellettuali. Mentre il pa.rtito gli s:i liquefa fra le mani, egli continua a polemizzare per delle colonne col Lavora... di Busto Arsizio. Io credo che per una •questione di tendenza,, per uno di quei bei servizia.li ;ideologie, che sono il massimalismo, il c:cntri.smo, l'unitarismo, Serrati polemizzerebbe anche con, suo"padre o co,nsua madre, e li chi.arr.erebbe traditori del proletariato. Del quale proletariato in carne f:d ossa e cenci txii egli non capisce nient,,: e nulla so.spetta dell'infinito bisogno di favole pittoresche, che lo punge, dell'amore ai dolori patiti, del desiderio di coreog,:afic impressionanti, dell'attaccamento a.Ile fa,nfar2- e alle ,11uovecanzoni. Per ii&_;arecon un fatto tutta l'incapacità cli Serrati a capire qualche cosa deglli ,taliani, basterebbe quella sua mib-era « Dottrinetta ;razionalista,, che spiega così bene il fallimento del suo aut.ore. Fo= è. qui che dobbiamo cercare il segreto di una <le.ile sue origina.Jit.à. Serrati fu sempre un avversario dli• uno dei. più rappresentativi fra gli italiani viventi: Giuseppe Giulietti. Il sentimento ch'egli provò sempre verso quesi:o potente charme1tr, verso questo Casanova della politica nostrana, fu quello della repulsione: e glie To dimostrò sempre, coi detti e coi fatti. Io conosco solo tr<e o quattro italiani_ dei quali si possa· dire altretta.nto. Segnate questo dove volete, all'attivo o al passivo di Serrati - io mi di.verto a non darvi nessun suggerimento; ma segnatelo, perchè ba.date bene, è una grossa partita. La futura Convenzione. Carta, questo trO'llcone.di partito che è rimasto attorno a Serrati, ,n,as<;e>ndemaggiore varietà di tipi che,la confra.ternita turaba.na. Un medico <lottatore di un partito in npme di Lenin è, JIBr e.,e,mpio, uno spettacolo ghiotto: e ce lo offre il buon Ma.flì. La. trasformazione che si compie in quest'uomo quando egli passa dalla conversazione amichevole alla discussione politica, è notevolissim.a. Quando è alla tribuna con le ca.rte della III Intero•azionale in mano, gli si 1nv€.trano gli occhi, e presenta le sue richieste o pronuncia le sue mi.nacce con tono epilettctide: quando non deve invece compi-e-renessuna • missione,, -è 1'uomo più piacevole e p;iù sen.sato del r:1ondo. Tanto sensato, che, duxante la guen·a, airrivò fino a salvare, CX?Il astuzie legali o sentimentali fìnlissi-me, dei militari su cui incombeva la pena di morte. Di questa sua arguzia privat", lo accompagµano nelle sale dei Congress.i deboli guizzi : e attraverso il suo piglio domenicano tratto fuori pro- l'occasione, acquistano riflessi addirittura macabri. Era uno spasso, nell'ultimv congresso, udirlo «scherzare, sulle qualità iettatorie che qualcuno gli attribuisce. • Per carità, lo interruppe pugliereme.nte Vella, non g\<i far del ma.le a quello lì! E' padre di fi.qli, non lo rovina.re!> E Maffi., fiero e tetro, con lo stesso tono con cui aveva fino allora annunciati i voleri di Lenin: , Stai zitto te I Ne ho già ucciso degli altri, sai!». Un giorno, un tale lo invettiva con la parola •necroforo•. Maffi gli si avvicina, e con voce che vien su dalle budella gli dice: • Ritira. la parola! Per il tuo bene, ritira .., •

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