La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 11-12 - 4 maggio 1922

•. ~ivista Storico Sett:ima:n..ale di I?olitica Anno I. - N. H-Ù~ 4 Maggio 1922 -------- E<lita <lalla ----- Casa Editrice Energie Nuove fondata e diretta da PIERO GOBETTI TORINO • Via Venti Settembre, N. 60 • TORINO A~~~nAM[nII Per il 1922: L. 20 (pagabilG in due quote • di L. 10) - Abbonamento cumulativo con «IL • BI/RETTI• L.32(pagabileinduequotediL.16 BARETTI SUPPLEMENTO L T ERARIO MENSILE UN NU1"1:ERQ LIRE O,ffO Non si vende separntamenle (Conto _C1YJ·1•e,ntePostale) ------- SOMMARIO: P. (il-OBETTf: Storia della rivoluzione russa - I. Gli antecedeiiti spi·rituali - G. PREZZOLISI: Taccuino R. BAUÈR: Cronaohe sindacali - Verso la gestione operaia dell'Ansaldo?~ L. EMERY. G. S'rOLFI: Postille - P. G,: F. ~1eda - Il, GIOVENALE: L;agricoltura piemontese - VI. - (;, LOVERA. DI CASTIGLIONE. A.NTIGUELFO: Esperienza liberale (Neo·cattolici e .. tetizzanti) - Il Critico: Uomini e idee. STORIA DEhhARIVOhUZIONE RUSSA e basi di commercio e di industria e rimane estraneo ad ogni un.ità statale; di fronte alì'immensità dispersa di questi individui solitari sta Mosca - governo, tirannia, che s'impone senza rispettare le volontà dei singoli, anzi ignorandole, e sovrapponendo loro uu organismo burocratico, che, se le può a!1nullare e reprimere, non le può comprendere e distinguere. Situata tra l'Europa e l'Asia, desiderosa di superare il primitivismo as-iatico, incapaèt;.a,diraggiungere la.cult~·a:éuropea, la R1rnsi:r non ha ancora con<Juistata una. pos1z.io- .,:,:iie sua nella vita sp,ir;.J:uale dell'umanità. }Questo lamento sull'insufficenza dell'attività naZ1.fnale è un !nogo 5'.0mune presso tutti i pensatori russi del secolo scorso. Ma dall'atteggiamento sentimentale di astratta recriminazione la classe intellettuale non /> riuscit.;;. )a passare ad una concretezza costruttiva: • Il popÒlo, da un lato, assente nella vita politica, è fuori dallo Stato e dalla cultura, ignora la propria forza ed è incapace di farsi una coscienza chiara (nèlla praxis) della sua volontà e dei suoi destihi. Lo Stato, espressione di una teocrazia, 'è.l'erede di Bisanzio e la negazione della modernità. La classe intellettuale non attinge la sua vitalità ai bisogni del paese (perchè qu,esti sono soffo. cati) e perciò - nec~~riamente - mentre ricerc'iì,liiialibertà ritroia il capriccio e vi si disperde : ne nasce una teoria di arbitrio, una cultura estranea al più intimo tormento sociale, un bisogno intemperante di disputa ridotta a eristica. Questi elementi definivano la coscienza nazionale russa prima della rivoluzione : per intenderli appien9 bisogna che non ci accontentiamo di considerarli astrattamente come risultati statici, ma che ci sforziamo di vederli mentre nascono e si vengon,o elabo:r:amdointorno a problemi che la storia impone. ' . Questa nostra indagÌne dello sviluppo presuppone un punto d'arrivo dal quale tutto riceve luce : la rivoluzione. In tale atto estremo il periodo preparatorio trova la sua validità conclusiva e quasi si crea dal su0 stesso seno un crite-rio di autovalutazione. L.a Teocrazia La malattia dell'anima russa, la sua immaturità spirituale di preistoria ~i esprime nel misticismo e nella teocrazia. Il misticismo russo è il primo momento del pensiero, che afferma un'unità senza differenze, U11'unità di aspirazioni senza alcun principio di determinazione reale. Una coscienza storica elementare comincia a sorgere proprio quando, di fronte alla disorganicità tumultuosa dei dati dell'empiri,a, lo spirito si afferma come distinto da ogni altro fatto e colloca l'astrazione di sè stesso (nella sua inconsistente purezza) in un mondo ideale sotratto a tutte le leggi fisiche che lo incatenano. La teocrazia è la prima forma di vita sociale in cui si organizza questo sforzo eroico. L'astratto ideale diventa legge della pratica. Scoperto un mondo di mistica purezza IÒ spirito vi s.i vuole immediatamente adeguare. La teocrazia è dunque 1! sistema senza La dialettica, un ideale guardato come mito nella sua solitudine e trascendenza. Nel processo descritto è· limitato chiara-• mente il valore teoretico di questa trascendenza e della teocrazia che vi si fonda; ma 2.ppunto perchè_ '>i tratta di un valore statico (tutto ndotto nel semplicismo di una formula di identità) l'interesse dello storico deve esser volto - più che a definirla (o a meditare sulla definizione) - a ricercare la sua validità pragmatica, la sua possibilità creativa di nuovi ~ffetti e nuovi rapporti .. La teocrazia cattolica nata dopo l'operosa civiltà greco-rom.a.na, impost'.1-(a spi?ti che 1 avevano fortissimo, per tra.d1z10ne, 11senso , dei valori individuali e politici, si esprime, 1 I. durante il periodo di preparazione mistica, nell'entusiasmo detla vita religiosa, nella spontaneità del sentimento, nella vitalità delle vibrazioni individuali, e genera praticamente l'organizzaziot\e dell.a Chiesa, ossia un organismo ideale che è anche reale, una Chiesa che è anche Stato, unità trascendente che crea (per esserne alla sua volta creata) l'unità popolare, la democrazia. (La Chiesa in Italia è.- anche - i comuni). Il medioevo per l'occidentale rappresenta una disciplina in cui si è fatta incrollabile la convinzione dell'inseparabilità dei termini libertà e necessità: per l'uomo moderno l'eredità cattolica es.elude ogni aberrazione anarchica (senza che si debba negare o limitare il valore individuo). Mosca vuol dire ancora clero - un'altra burocrazia che governa solo perchè ignora. Nel mondo della· civiltà Mosca conta come elemento di un ra,pporto diplomatico (esterno) e appunto in quanto rap,presenta la Rus sia esclude tra Russia e Occidente ogni relazione di concreta civiltà. Il popolo russo resta un'aggregazione senza sistema, scisse dalla vita, incapace di accogliere 1'6riginalità degli altri e di esprimere da sè una sua originalità. Il più poderoso sforzo per strappare la Russia a questo isolamento fu compiuto da Pietro il Grande. L.'lntrzlligenza Estranea alla cultura greco-romana, la Nessuno, che abbia intelligenza, storica, Russia non potè avere un medioevo _(una può contestare l'enorme importanza di Pietro disciplina) : la sua prima storia è preistoria il Grande nello sviluppo della. civiltà slava. di fantasia. L'orientamento della Russia ,verso occidente, Il suolo e il clima·, la squallida immensità ~-~h~ se ripugn2. all'animo rlei mistici oriende!i'unica pianura (insieme alla violenza dei tali, fu uno dei più giganteschi tentativi che Tartari) costituirono (per un popolo primi- la storia conòsca. tivo) un ostacolo non superabile alla forma- Pietro il Grande preparava•alla Russia la z.ione di una vita industriale e commerciale vita (attraverso nuovi, ma decisivi tor·mentiì, (civiltà è movimento). ponendo e risolvendo l'ineluttabile dilemma: Lontano dai beni terrestri, incapace di o fuori dell'Europa nella barbarie eterna, o vedere nella terra altro che natura e piacere con l'Europa in uno sforzo sovrumano di elefisico,-il russo si volge al cielo, anzi si divide vazione. Vergine di ogni tradizione cultutra il cielo e la brutalità terrena, tra. la raie, messa a contatto con l'esuberante ci vodca e la solitudine ascetica. Manca l'im- viltà nostra, la Russia si doveva e si poteva pulso all'unità perchè manca l'idealizzaz.io- assumere il compito di rifare in pochi anni ne dell'attività pratica. il cammino di tutta la-storia. Le esperienze Sconsacrato il mon<lC'della realtà, il russ<> furono tremende. • può accettare la schiavitù, può sopportare Pietro il Grande non risolveva una c1·isi, ogni costrizione esterna senza che· il suo ma la inaugurava, non rendeva europea la ideale diventi operoso e combattivo (non re- Russia, ina la metteva accanto all'Europa si.stenza al male). Questo misticismo - in- perchè nel contatto la Russia prendesse codifferentismo esclude ogni organizzazio-- sc-ienza di sè. ne pratica autonoma; perciò lo Stato deve L'opera di Pietro il Grande non era dun· nascere in Russia non per un consenso spon- oue un bel gesto compiuto improvvisamente taneo di spiriti e di cultura, ma per un'impo- • per una volontà superiore e capricciosa, ma sizione esterna. corrispondeva ad esigenze lentamente matuIl popolo non sa costruire la sua chiesa. rate e dav,a una direzione feconda a oscure Il clero nasce come emanazione del governo, volontà di rinnovazione, a nascosti tentativ; come burocrazia tirannica, indifferente ad di individni. ogni interesse religioso e teoretico, estraneo Il risultato dell'opera dello czar fu l' Intel. alla vita nazionale. È degna di considera- l·igenza. Non prodotto artificioso, non. aberzione e non priva di qualche ,verità l'osser".a- r(lzione di individui, ma momento legittimo zione del Trozchi che un clero non sia po- di una malattia, elemento insopprim~bile di tuto sorgere spontaneamente per la mancan- una crisi. La psicologia generica del moviza di ricche possibilità alimentari. Notevole mento è data dallo sforzo <liimitazione a cui sopratutto se se ne traggono tutte le conse- gli studiosi si abbandonano con lo sguardo guenze :' nato artificiosamente, il clero sus- fisso ad occidente. siste a patto di rubare ogni giorno il pane ' I primi momenti dello sviluppo del!' Inteldel popolo, senza adempiere nessuna funzio- ligenza sono l'enciclopedismo e l'estetismo. ne che - per il popolo - sia valida. Durante il governo di Caterina as-sistiamo a Mentre la prima civiltà nostra. (modern.a) una divulgazione tumultuosa· e grossolana fu religiosa, il clero russo non seppe eia- delle idee di Montesquieu, di Beccaria e deborare un dogma, non promosse una filoso- gli altri enciclopedisti. Un bisogno invincifia, non inaugurò una letteratura. Non nac- bile di sapere si esprime uella ricerca più quero riforme o eresie da concreti dibattiti ingenua di cognizioni, molte e nuove, e, ind'idee, ma soltanto sette da oziose questioni contrandos,i con un analogo movimento franbizantine di riti o addirittura di ortografia.. cese, nato da ben diversi motivi, ne assimila Il popolo russo che viene considerato da (nel modo più elemèntare) le idee. Divulga.- tutti gli intellettuali come il popolo più re- zione dilettantesca, leggera e imprecisa di ligioso non ha dunque avuto una religione; cui restano documento le polemiche tra Noi poli opposti della sua fede sono: un mec- vicov e l'imperatrice. A Novicov, animatore canismo di riti e di formule, socialmente primo di un movimento di cultura borghese infecondo, e una religiosità tutta presente (che poi fu ripreso, in tono minore, dallo nello spirito dell'individuo necessariamente Schwarz e da Teodoro Crietcetov; aviver.saesaurientesi in esso come misticismo. rio implacabile, ma letterario, del dispotiA queste condizioni di inedia culturale cor- smo), s'oppone Caterina non per gli apparispon.dono analoghe condizioni economiche renti motivi intellettuali, ma per una conche alla loro volta reagiscono su.Ile condi creta concezione politica, la quale è il solo zioni dello spirito e riconfermano lo statico elemento nuovo personale che ella _aggiunmist~cismo. Disperso ne)la pianura, il popo- ~e aUa fredda materia di cultu_ra a:colta ~allo non sente il bisogno d1 centn di mov1men- 1Ocndeute. La posiz1oue politica d1 Caterina to e cli progresso non 1;esce a costruire citt:h- è pr'ofonrlamente doppia ed ba quegli sc~i '. ·~ che falsamente si attribuirono in aJtro tempo a Lorenzo il Magnifico: l'autocrazia si fa rivoluzionaria per spegnere le opposizioni al potere dominante; l'intelligenza si stringe intorno al governo e, come un nuovo clero, ne è soffocata. Caterina rius.cì al suo scopo soltanto a mezw : indeboll e ritardò, non soppresse il movimento. Gli avversari dellà reazione, perseguitati, diventarono più popolari, preparatori e simboli della riscossa . Alessandro RadisceV' (1749-1802) cacciato ;ci Siberia ne ottiene gloria rumorosa e perenne. Superficiale come la sua. regale persecutrice compilatore e quasi traduttore di Locke, Voltaire, Rousseau, Raynal, Diderot, ecc., pessimo scrittore (con spunti di imitazione da Sterne) egli diventa anche per la Russia segnacolo della rivoluzione, grazie alle sofferenze durate contro il potere dominante. Radiscev è un rappresentante tipico delia p,;ma Intellige»za: solo in omaggio all'umanitarismo delle sue fonti occidentali egli combattè aspramente la servitù della gleba, senza intendere che proprio questa servitù era il solo fondamento che potesse rendere possibile in Russia almeno una forma elementare di economia; si fece paladino della sovranità popolare, quando una tale sovra nità si sarebbe necessariamente risolta in nua dedizione del popolo alla tirannide o in dissoluzione anarchica; espose sulla questione agraria idee che erano assennate in Germania e diventavano astrazioni in Russia.· anche a parlarne in termini tecnici (affrancamento dalla servitù della terra, cessione del di1;tto di proprietà in usufrutto, ecc.). La .rivoluzione francese e le guerre napoleoniche non recarono elementi nuovi nel dissidio psicologico nazionale, ma acuirono le tendenze e fecero più intensi i bisogni. li popolo partecipò alle guerre con lo spirito eroico delle vecchie leggende e ruentr• altri discorrevano di attività autonoma e di democrazia si accòu.tentò di cantare nuove bili1_ie o di adattare le vecchie ai nuovi ~vvemment1. Ben altri impulsi svegliarono le campagne ,napoleoniche in un'aristocrazia di u.flìciali che le aveva combattute con ardore militare e vi aveva imparato la necessità dell'azione. Furono costoro a preparare la ~1Vo!uz10nedecabrista, pieno lo spirito di 1deologie francesi, disposti ad affrontare , . patibolo come Radiscev aveva affrontato l'esilio. 1 Con l'astrattismo dei Giacobini, in un paese che_non conosceva ideologie politiche, i decabr19ti pensarono di attuare la « liberazione dei contadini » convocando la Duma · come se fosse possibile annullare una schia' vitù secolare mediante un'opera leoislativa. Si rid:issero ad elaborare astratti program, 1m d1 r'l.nnovaz,one, e a costruire schemi ~ divisioni su questa base meramente elementare e ingenuamente iniziale. L'Unione di Salvezza, sorta dopo il crollo ·napoleonico s; distinse in una Unione settent.rionale e' in un_a Unione meridionale. I capi dei due partiti Murav10v e Peste! erano tutti e due incapaci di pensare un concreto programma rivoluzionario. Il loro dissenso ha molto di accademico, ma preannuncia il convinto \lrclore e le aspiraziòni politiche, le formidabili polemiche tra occidentalisti e slavofili. Un occidentalista, .a modo suo è Muraviov che aspira alla rigenerazione della Russia attraverso la formazione di una aristocrazia : il suo programma ideale è costituite da tutti i luoghi comuni del liberalismo europeo : libertà di coscienza, di fede, di associazione e· tra le affermazioni generiche il problema della terra viene accennato in una formula del più gretto semplicismo: « La servitù della gleba e la schiavitù siano soppresse ». Scimmiottando i miti libertari occidentali egli credeva di avere di fronte una ·aristocrazia, mentre la classe dirigente russa era condannata ad essere una meccanica burocrazia finchè il pt'incipio della scelta

42 non venisse a dipendere dalla lotta popolare. Nè con le sue affermazioni libertarie poteva giungere sino al popolo : poichè a questo non importava il riconoscimento legale di un'astratta capacità di possesso, ma il possesso effettivo. In Francia il problema della rivoluzione era legislativo perchè s' trattava di riconoscere uno stato di fatto democratico, nuovo; in Russia più che di riconoscere era questione di creare lo stato nuovo, la democrazia nuova. Disertando la sua bandiera il popolo dava a Muraviov la più bella lezione di concretezza politica : rimasero con lui pochi intellettuali, estranei ad ogni pratica realtà, senza alcuna influenza politica. Anche il pensiero di Peste] è p1·ematuro nell'ambiente politico russo. Ci sono in lui intuizioni più realistiche, ma non approfon: dite. Per es,,-.m.pioquesta dichiarazione : • Voi proclamerete la Repubblica, ma questo sarà solo un cambiamento di nome. ~a questione principale è quella della terra: è -necessario dare la terra ai contadini; soltanto allora la meta della rivoluzione sarà raggiunta ». In realtà era necessario non da.-e la terra ai contadini, ma che essi se ne impadronissero, e che in questo atto di-occupazione (non improvviso, ma storicamente determinato) si esprimesse la loro maturità di proprietari virtuali. Ma Peste] contrario ad ogni movimento rivoluzionario integrale, statolatra nel suo riformismo, incapace di intendere l'importanza del movimento associazionistico nella evoluzione spirituale della Russia, agitava in sostanza idee di rinnovazione con perfetto spirito teocratico e czarista. All'individualismo di MuraV'iov opponeva un socia,lìsmo (in senso etimologico) : alle teorie agrarie liberali e comuniste opponeva un ingenuo statalismo, dimostrandosi incapace di superare le antitesi sottilmente astratte, tra le quali la sua azione s'impigliava. Delle proposte pratiche di Peste] nessuna è sopravvissuta : la sua importanza storica è nel!' eroismo che lo condusse al sacrificio e che valse a scuotere gli animi meglio di tutti i progetti. La fine dei decabristi, non che annullare, consacrava il principio della lotta politica e della redenzione sociale ~ proponeva al popolo un problema che era rimasto sinora dominio di una minoranza chiusa. Kei decenni che seguono il moto decabrista l'eroe della vita spirituale russa è lo czar. A lui l'onore non ambito di aver saputo disperdere certe nebbie intellettualistiche e, perseguit_ando l' Intelligenza, costringerla a maggior concretezza di pensiero e d'azione. Le ,,tesse riforme agrarie iniziate dallo czar ebbero virtù di far meditare i contadini sulle più importanti questioni economiche e di liberarli dai fantastici sogni dei letterati. Bisogna riconoscere (contro i pregiudizi anarchici dell'Intelligenza) che, senza pretese o progra=i illuministici, il governo di Nicola I ebbe considerevole importanza nella formazione dell'anima russa e preparò nel modo più efficace (soprattutto negativamente, determinando reazioni, ma seguendo nette direttive) la fioritura artistica e culturale degli anni posteriori. Herzen, avendo occhio sopratutto alla storia del!' Intelligenza vede in questi anni il periQClopiù doloroso della vita russa. In realtà dal '25 al '35 il liberalismo non può crearsi nuovi svolgimenti; alla politica si èe,e sostituire la poesia. Tale processo è filosoficamente necessario. Mancando un centro_morale la prima cultura è stata grossolanamente contenutistica, senza una forte espre!;!>-Ìoneformale, senza un interesse psicologico unitario (enciclopedismo). All'empiria disorganizzata sottentra il nuovo l'organismo, la forma più superficiale, im.di.ediata e sentimentalmente egoistica: l'estetismo (estetismo -- considerazione esterna delle cose, forma astratta del contenuto - non poesia). In Russia il romanticismo che era stato in Europa filosofi.adi libertà,' si rimpicciolisce nelle dispute letterarie di un Polevoi contro un Catcenovschi. Avvezzi ali' autocrazia moscovita Puschin, Griboiedov, Lermontov restano tuttavia compresi del loro problem_a ind_ivi1nale estetico, estranei agli rnteressi dell amma slava. -g vero - come osserva Dostoievschi - che Puschin ha messo in luce il morboso fenomeno della società ~ntellettuale russa • storicamente strappatas1 dalla terra natale e sovrappostasi al popolo. Egli ha messo in rilievo davanti a noi qu71 tipo negativo di uomo agitato e indomabile che non crede nella terra patria e nelle forze di essa, che nega alla fin fine la Russia e se stesso (cioè la sua società, il suo strato intellettuale, sorto dalla sua propria terra) che non desidera di avere a che fare con gli altri e si accontenta. di soffrire sinceramente. Aleco e Anieghin hanno prodotto in seguito una quantità di tipi simili nella storia della letteratura sia va•. Ma di questa malattia Puschin è il rappresentante, oltre che l'csservatore, e perciò non ha potuto dire la parola di conforto - che erroneamente vi cerca Dostòievschi - non ha saputo L A R I \T ·o L U Z I ON E L I H .ERA L E indicare nell'anima del popolo il segreto della vera vita russa. Non è di Puschin, tutto volto al romanticismo occidentale, ma déllo stesso interprete il pensiero attribuitogli daì Dostoievs<:hi : « Abbiate fede nell'anima del popolo e da essa soltanto aspettate salvezza e sarete salvati » ; il messianismo cli Pnschin poi, e la s-ua.capacità di reincarnarsi nel genio delle al.tre nazioni, indicano semplice-- mente la sua versatilità di imitatore : Dostoievschi ha confuso un problema letterario, una questione di stile con nn problema politico e sociale. Incalzato cla esigenze che non poteva avvei.<tire, disperso in una cultura estranea, non assimilata, Puschin è il culmine della crisi, da cui per ora non si scorge soluzione. La sola parola di conforto che egli aveva potuto dire talvolta - i10n proclamare - non è mai stata una formula o un concetto politico: è scaturita dal suo tormento, gli si è mostrata come limpidezza espressiva nelle sue opere più serene di poesia. Di fronte all'indistinto roma.nticismp estetizzante lo spirito russo più sano tornava ·solitario e ,i smarri'V!a misticamente nei limiti dell'individuo. Slauofili e Occidentalis!i Nel numero 15 del «Telescopio», il giornale di Mosca che continuava le tradizioni politiche del soppresso « Telegr-a.fo", apparve la Lettera filosofica di :Pietro Jacovlevic Ciaadaiev, uno dei documenti più poderosi di pensiero che siano apparsi in Russia nel secolo scorso: • La lettera di Ciaadaiev nasceva dopo dieci anni di silenzio; analizzava con feroce precisione i •V'Ìzidella formazione spirituale rus- ,a, e concludeva con una. nett11,condanna. Molte idee di Ciaa.daiev potrebbero sembrare valide anche oggi per il critico della Russia. Il suo pensiero ha un carattere di sistematicità che affascina come se fosse inconfutabile. Bisogna, nella nostra esegesi, andar oltre questo primo fascino immediato che, collocando la Lette·ra in una posizione nettamente trascendente lo sviluppo della storia russa, non ci spiega come sia sorta. Dobbiamo inoltre distinguère il significato che la Let- , tera potè avere nel suo momento storico per le coscienze che la penetr.arono, dwl significato che noi ·per un eITore di storia e di sistema potremmo attribuirgli. Il fatto che Ciaadaiev abbia dopo qualche anno rin.negato le sue idee ci deve rendere molto canti nel valutarle. • - Anche quando Ciaadaiev esprime concetti c-he altri giudicherebbe coscientemente moderni il punto sicuro di partenza è ancora un elemento dogmatico, lo spirito è ancora quello della teocrazia. Al disorganizzato misticismo sla<voCiaadaiev propone e impone la direzione e il centro del pensiero cattolico : per questo egli ci pare solido e sistematico. In realtà la sua critica manca di un vivace ardore positivo. Affermazioni poderose sono destinate a rimanere infeconde perchè non conquistate per uno scopo e con uno valore creativo. La sua verità non può diventare rivoluzjonària. C'è più ampia capacità rivoluzionaria nell'immediatezza mistica del cristianesimo che nella conclusa e meccanica verità fatta del cattolicismo. La concezione di Ciaadaiev non è attivistica perchè culmina in una fede rivelata che, una volta couosciuta, meccanicamente si tramanda. Da un punto di vi.sta di realismo cattolico Ciaadaiev afferma la superiorità della pratica sulla teoria, contro i libertari occidentalisti esaLta il valore della disciplina: vede lucidamente l'importanza che il cattolicismo e il Medio Evo hanno avuto nella formazione spirituale dell'Europa; intende le conseguenze dell'apatia popolare, dell'isoLamento in cui si è trovata la Russia. Ma le visioni teoriche non concludono a un sano programma d'azione (onde l'inadeguatezza del_la teoria). Mentre il suo atteggiamento gli permetterebbe di supei;-are pe.r sempre il contra!>i:Oche sta per sorgere aspro tra occidentalisti e slavofili egli si dimostra inferiore al suo compito e si lascia vincere dalle malattie dei contemporanei. Accetta in un primo momento il dogma semplicistico della rivelazione cattolica, in un secondo, dimentico dell'interpretazione che egli stesso aveva data della politica cli Pi<.-troil Grande si abbandona alla retorica slavofila.. ' In mezzo a queste intemperanze, è vero, troviamo le più realistiche affermazioni del carattere necessariamente autonomo che de ~e assumere lo, sviluppo spirituale dei popoh, la fede convrnta nel valore formativo della storia e quasi in una specie cli arrovesciamento della praxis, la lotta acerrima contro tutti i pregiudizi razionalistici importati dalla Francia settecentesca. Ma questo nucleo viv? di pensi.ero è rimasto senza svolgimento rn Russia sino alla rivoluzione bolscevica (il volontarismo di Bacnnin non fu abbastanza realistico, nè ebbe coscienza della logica per cui l'az-ione si fa storia). Invece i motivi della :sua i_n~emperanza slavofila governano la vita spmtuale della Russia moderna. Il dissidio tra occidentalisti e slavofili è una conseguenza diretta. della politica di Pietro il Grande e non porta alcuna idea nuova nel movimento intellettuale slavo. In una nazione primitiva che si sforza di uscire dalla preistoria per uno sforzo elementare, tra molteplici sipunti e motivi cli pensiero; poche idee si possano afferma.re in una dii·ezione unitaria, e di queste il processo si· svolge e ritorna secondo le leggi più semplici.· Negli slavofili e negli occidentalisti rinascono con maggiore intensità e chiarezza. i motivi dominanti da· un secolo nella cultura slava. Nella sua prima espressione il dissidio : occidentalismo-tradiz-ionallismo ha qualcosa di ingenuo e di irreale. Una civiltà esiste in quanto dal J)Qmtodi vista della J)Q·opriatradiziont è ca.pace di comprendere e assimilare le tradizioni degli altri. Ingenua la pretesa di una solita1-ia originalità, come quella di una passiva imitazione. Ti.1ttavia il valore astratto di questa antitesi diventa concreto in Russia per l'esigenza spécifica di adeguare un paese arretrato ~ una ci,-iltà con cui è ineluttabile comunica;re per vi'vei-ee che è già fortemente sviluppata. È assai evidente che il compimento di uno scopo siffatto possa risultare da un equili-- brio tra la corrente che tende allw rapida assimilazione delle idee estranee (e in omaggio alla rapidità si lascia sfuggire talvolta la profondità di ciò che pretende assimilare) ~ quella che rivendica contro questa intemperanza la necessità di un'autonomia. Slavofili e occidentalisti furono i nomi delle due cdrrenti. Poichè l'equilibrio era necessario, dopo i pi-:imi episodi di intemperanze polemi-che l'unità degli sforzi fu realizzata nella seconda metà del secolo XIX dal Dostoievschi, in una sistemazione astratta di intellettualismo, mentre la vera sintesi doveva nascere da una teoria degli sforzi popolari che li intendesse ne.l loro valore di immediatezza economica. Invece di· esaminare partitamente il pensiero di Stanchevic, di Bielinschi' e dei loro seguaci, e d'altra parte dei fratelli Aesacov, di Samarin e di Comiacov è opportuno notare l'identico processo di cultura da cui sorgono le loro affermazioni. Sentimentalmente sta alla base di tutti un indomito a.more per la libertà : teorizzato dagli uni e dagli altri alla luce di concetti hegeliani e schellinghiani. • Ma le affermazioni idealistiche dei filosofi tedeschi sono intese attraverso una curiosa· deformazione antirealistica, propria di spiriti ingenui, cui la storia non appare come esperienza, ma come rivelazione. Bielinschi, passato da Schelling a Hegel attraverso un processo sentimentale che Miliucov ha bene svelato, è intimamente corrotto da pregiudizi letterari. Giunto ad affermare l'unità dello spirito, l'insussistenza delle categorie estetica, etica, logica, distinte e scisse, egli non ha pensato di fecondare teoricamente il concetto, e ne ha dedotto invece, per un processo sol0 empiricamente valido, una dottrina ,;eristica limitata a un seuso letterario. - La sua cultura è la cultura di <:;aterina portata alla più vigorosa intens,ità quantitativa; ne risulta in lui lo stato d'animo dell'uomo saggio che seccato di trovarsi intorno tanta ignoranza, incapace di comprenderne la ne cessità, pensa che a toglierla di mezz0 basterebbe dar in mano ad ognuno i libri che egli ha letto. Le sue qualità positive, gusto raffi!1ato. agilità di dialettico, r•·t·.cnza fan- ~astira di r_icostruttore (che rim1rra•.::10. più o meno valide, con più forti int.rus-icmisociologiche nei critici della generazioP.e: E<·Q11ente, Cerniscevschi, Dobroliubov, Pisarev' fine all'afferma_zi_onenichilista), ci fanno pe;sa.re ad uno spinto pieno di fascino che agevolmente ha potuto rimanere per tanti anni l'educatore della Russia ma non hanno realtà come forze politiche, perchè non accompa- ~na_tecla quella adeguata prepa1"azione realistica che sola· avrebbe potuto a:v'Vicinarlo al popolo. , L'estetismo di Bielinschi - benchè sia stato pensato da una solida intelligenza - è astratter,za intellettualistica, cultura sovrapposta come il misticismo di Comiacov è espressione del peggior oscurantismo e di un. dogmatismo hegeliano, capito da un cattohco. Dei p,regiuclizi tradizionali dell'anima russa, delle sue contraddizioni sentimentali rimaste storicamente inesplicate in una perpetua aspirazione inappagata. di trascendente attività (palingenesi mistica) lo slavofiìismo forma un mito grossolanamente semplicistico; e accettando pregiudizi hegeliani di predestinazione storica dei popoli, lo pone come termine del progresso universale; fa della divina catarsi individuale la palingenesi della storia. L'intellettualismo slavofilo non oltrepassò questi principi generali e generici; il suo proposito cli andare al popolo rimase, come doveva, senza attuazione, o, quando si effettuò, non ebbe: valore educativo: c'era alla base troppo dilettantismo e troppa superficialità. La continuazione logica dello slavo:filismo è Alessandro Hernen che dopo lllla lunga esperienza occide_n13:listae lioei::,a.ria accolse le esiaenze messiani.che popolan e, per una defon'.;;.azione riformista delle proprie idee, venne aderendo allo czarismo e alla teocrazia, riprendendo vecchi atteggiamenti di misticismo reazion.a.:rio.La novità di Herzen, che diventerà luogo comune nella seconda fase dell'intellettualismo slavo, consiste nella visione ecobomica del problema sociale sostituita all'antico misticismo. La conclusione è un socialismo priruiti•vo, che si fonda sul mir, che esclude la violenta iniziativa individuale, e praticamente rid~ce lo Stato allo Statalismo. Di questo pensiero troveremo i primi spunti di critica nella rivoluzione bolscevica.. Misticismo e Marxismo Benchè Dostoievschi abbia cercato di èlabomre una dottrina che conciliasse slavofili e occidentalisti, le sue idee si devono riportare allo sv1lup,po interno del mito slavofilo ·e un'analisi del suo pensiero può assai agevolmente p;resentarci, nell'espressione logica più completa, le idee direttive del movimento. Direttamente dalla mistica esaltazione di Chirieievschi e di Comiacov nasce questa di- -chiarazione: « La classe intellettuale russa è la più elevata e la più seducente di tuttè: le élites che esistano. In tutto il mondo non si trova nulla che le sia simile. È una magnififcllza di splendida bellezza,, che ancora non si stima abbastanza. Pròvati a predicare in Francia, in Inghilterra o dove ·vorrai, che la proprietà personale è illegittima, che l'egoismo è criminale. Tutti si allontaneranno cla te. Come potrebbe essere illegittima la proprietà individuale? E che vi sarebbe allora di legittimo? Ma l'intellettuale russo ti saprà comprendere. Egli ha incominciato a filosofare appena la sua coscienza si è svegliata. Così, se egli tecca un pezzo di pane bianco, . subito si presenta agli occhi suoi un quadro tetro : « È pane fabbricato da ·schiavi». E questo pane bianco gli sembra molto amairo. Egli ama, ma vede il fratello suo inferiore che vive nella bassezza, che vende per qualche soldo la sua dignità di uomo e allora l'amore perde tutto il suo fascino per l'intelfettnale. Il popolo è diventato la sua idea fissa; egli cerca il modo di avvicinarsi a questa. folla ta<Citurna., di confondersi con essa. Senza il popolo, che da migliaia di anni, porta in sè tutta la storia russa, senza l'amore per il popolo, un amore ingenuomistico, l'intellettuale russo non si potrebbe concepire. Per questo egli si mette con ansietà e scrupolo alla ricerca continua del vero, del vero popolare, contadinesco! Rinuncia a tutto ciò che costituisce la fierez.za ~ la felicità ordinaxia del mortale : dai villaggi, dai campi, dalla terra nera ricevono gli intellettuali le loro idee morali. Essi si vergognerebbero cli vivere climènticando il piccolo contadino e hanno preso a prestito eia lui la loro celebre formula : la vita secondo la verità e non secondo dfritto o scie11,- za. È vero che in Occidente domina la scienza, la coscienza della necessità giuridica e storica. Ma in Russia domina l'anwre. Noi crediamo in esso come in una forza misteriosa che annienta d'un tratto tutti gli ostacoli e instaura subito una nuova vita. Questa immagine di una vita nuova, di una vita inte1-:iore, si trova sempre nel cuore e nella testa cli ogni intellettuale russo e noi ci siamo sempre entusiasmati per questa vita vera basata sull'amore del prossimo e che non si piega a nessuna formula tranne che alla formula dettata dal cuore ». Questo verb,alismo populista spiega, meglio di ogni critica nostra come ogni sforzo di sistemazione del pensie~-ofilosofico dovesse necessariamente esaurirsi in una povertà :filosofica ingenua, in un sentimentalismo arrestato alla visione sconfortata del dolore universale. Gli sforzi esegetici di Eva Amendola per ritrovare una filosofia cli Dostoievschi hanno :fissato, in conclusione, formule che contraddiscono ad ogni serietà :filosofi.ca: rivelazione dell'eterno fa.11ciullesco,messianico, ecc. Il russismo autoctono che gli attribuisce la Amendola è espressione della sua fantastica nebulosità. Infatti : r) la spontaneità del suo pensi.ero che non ha dietro di sè ,m Medioevo lungi dal costituire un carattere di originalità detennina essenzialmente il carattere _antistorico del suo pensiero; 2) vl suo sentimento cli paura di fronte alla morte lo conduce ad affermare come vuole la Amendola, l'eternità della vita ma in una forma poetica; 3) l'epilessia be~chè la Amendo)a affermi che soltant~ J' epilettico sa la véntà e sente la presenza dell'armonia eterna, costituisce la debolezza frammentaria e imprecisa cli molti suoi momenti artistici. In queste premesse, anche se i Russi si ostinano a scorgervi l'ardore di un'anima profetica, noi vediamo soltanto i limiti di un tormentato individualismo. Quando Dostoievschi vuole uscire dai questo pnnto morto per penetrare la storia, rie-

b sce soltanto a porre un'astrattissimo dualismo tra divinità e umanità in cui l'umanità è aleismo, na.lura cieca, immoralità che non riesce a superarsi e che è santificata. dalla pietà, cl.al!' aspettai,ione messianica d1 una rivelazione che è storicamente a&Segnata alla Santa Russia - realizzatrice di infinità e di eternità. Ma anche l'infinito e l'eterno non si sono teorizzati filosoficamente, ma son pensati da Dostoievschi come qualche cos~ di assolutamente immenso d1 fronte a ctu si prova un'impressione di brivi1o. L'~o:c suo per \'umanità è amc:re ~~ I u.mamta ~n generale: cli fronte_ all'rnc11v1~uo, smgolarmente considerato,_ 11_suo sentimen~o prevalenl, è di noia e d1 dispetto; e anzi 1 amore nni,~ersale stesso gli è dettato ancora da un seiitimento indivic\ualissimo : la paura della solitudim·. I tentativi filos_ofìcisi dissolvono lutti in psicologia empmca .. L'e1zionepolitica che scatunsce da questo atteggiamento è evideute~ente_ d1sast,rosa. J a mistica aspiraz10ne ali 1n:fi111to,all eter11~ diventa scuola diseducativa in cui_è n:- gato ogni realismo in omaggio a neb)ne ?PI~ ~itunlistiche; s'incoraggiano le asp1raz1om del popolo a un'anarcl1ica or~anizzazione so: eia/e in cui è smarrita ogm cosc1en2,a det valori individuali e ogni saldo sp.irito cli coesistenza stata.le. La predicazione nazionalistica cade su un terreno immaturo e alimenta non una coscienza attivistica della nazione, ma l'esasperazione di pregiudizi e malattie_ ~he già aspramente pesano come nna costn2,1?ne d1 immobilità sulla storia del popolo: l'1mprepararione più completa a sentire J'.importanza e i limiti del problema economico no~ ~ousente uno svolgimento adeguat? a~h spunti cli pensiero che potrebbero riuscire sani e fecondi. La posizione spirituale di Dostoiev,schi! che rimane statica per quasi quarant aum e dalla quale nascono indirett~meut~ ne~ campo sociale i due fallimenti nvol=_10nan del 1905 e del 1917, è il punto culmmante della c1;si mistica slava. L' Intel/.igenza, staccatasi sempre più dal popolo, a man mano che in ~u~to_peneti·avano i germi della modermta, s1 nvela unpotente al suo compito. Le sue espenenze meramente intellettuali sono soffocate 111un circolo vii,ioso. . . . . Mentre questo processo d1 d1ssol~1~ne s1 compie troviamo i primi documen~1 ;11una critica sociale realistica. 11e1marxisti. Ma anche il marxismo in Russia segue 1:11'. suo prncesso e deve sopportare_ dure cns1 di sviluppo e di frainteudun~ntI. . Sulle orme di Herzen gli slavofili, per primi, si affrettano ad aderir·e al marxismo importato dalla Germania, e ne falsano completamente lo spirito_ come avevano falsato l'hegelismo. I mch1hst1 ~<>;io_11frutto di questa aberrazion_'; : _uom1111d1 ent:15:35mo che partecipano al! az10ne con _mentalita estetizzante per un astratto eroismo, per. un_a astratta purezza, senza inte~c\ere 11 s1gmcato della civiltà e della stona. . L'ad,esione dell'Intelligenza al marxismo risale agli anni 1880-1890 ed è la conseguenza più imruediata del fallimento delle 3:5p1: razioni della, Narodnia volia: stremati d1 forza. cli fronte al progressivo ascen?ere del movimento prnletario, deciso ormai a scegliere vie autonome, s,i salvano _conun_equivoco e in realtà corrompono e 111debohsc<;>1;:o quel sistema a cui portano I~ lo~o 11e,bulos1tà. Il socialismo russo. dopo 11 90 e anco:,a messianismo e fonda il concetto di sociahzzai,ioue sul mir preistorico. I germi vitali del marxismo ortod~~ !estano nascosti, quasi soffocati, ma v1g1_li e pronti ad agire in quest3: disorga11izz_az10nr uni'ver.sale. Accettando ng1damente 11 ma: terialismo storico alcuni oscuri seguaci _cl, Marx distruggono l'ideale nebuloso che tiene il popolo fuori del mondo e del_ r:eale. Identificano rea.ltà e forza, vita _emd1v1dualità, pensiero e attività economica (ne_lsenso che gli iniziati a Marx ben possono : 11• tendere) pongono I.' esigenza di far scaturtre dal basso un'afferniazione autonoma, che cli fronte allo czarismo opponga concret_ezz_a _e non si limiti alle dichiarazioni 41 pr111c1p10 de,ll'Inte!ligenza. Questi marxisti, .annunciato1; della rivoluzione bolscevica, mtendevano che le idee 11011possono nascere cl.a cervelli isolati, che la filosofia ha la sua ~alidità moderna in guanto sorge dalla stona, che te grandi lotte politiche presuppon~onG una coscienza di interessi, un senso d1_re- _ s,ponsabilità, un individualismo economico. Invece ,che a educare 11popolo rl'V'elandogl, \a verità sentivano il bisogno cli teorizzarne l'azione e di agire praticamente secondo i risultati di questa ~eoria. E sor:ta _così, ?alla feconda eticità c\e1due concetti di coscienza. economica e di responsabilità individuale affermati contro i dogmatismi e contro i limiti di una civiltà intellettualistica, ignar~ delle esigenze nai,ionafi, la redenzione rivoluz.ionaria del popolo russo. PIERO GoBE1'TI. LA RIVOLUZIONE LIBERALE ti'agr,rieoltai,·a Piemontese VI. LA PROPRIETA' E L'AGRICOLTURA Quando si parla di una certa regione avente u.n assetto agrario stabilito, è pressochè vano il discutere se sia conveniente la grande o la piccola proprietà terriera. Tuttavia ricordando che la pq:-imasi adatta meglio a colture che si possono più proficuamente condurre con un sistema indu.- striale, con largo impiego cli mez'.'i mecca: n~ci e con = relativa minor es1genza d1 mano d'opera per unità cli. terreno (colture cerealicole e foraggere) ; e la seconda si conviene a quelle colture che per loro natura richiedono cure minute ed a.ssidue (ortaggi, frutta, vite) e quindi un grande impiego cl.i mano d'opera .(1); ricorc\a11c\o,dicevo, queste circostanze si può spiegare il fatto che in Piemonte la coltura dei cereali non raggiunga l'intensità produttiva idell'Einilia, ad esempio, e l'allevamento del bestrnme, pure assai importa.ute, non abbia raggmnto il progresso che ha raggiùnto nella vtciua Lombardia; e che, invece, sia tanto grande l'importanza della viticolt11ra e della frutticoltura e cli altre minori colture nchiec\enti larga applicazione di lavoro manuale : essendo tutto ciò connesso col grande numero di piccoli proprietari e quindi di piccoli poderi esistente in Piemonte, più che nelle altre regioni del bacino del Po. Si osservi la tabella seguente : Propr.df!ermi Propr,dllerreni per100ha,perlOOab. Piemonte Lombardia Veneto Emilia 410.418 147.804 96.758 67.680 afahbrlcall 162,495 162.445 175.684 69.420 dipop.rurale 22 54 15 30 13 28 7 18 Si vede che la prop!rietà è molto più frazionata in Piemonte Si esamini ora anche quesfaltra: A~r/collulproprielari filfavollameuadrl Coloni Piemonte 453.139 79.340 50.475 Lombardia· 188.070 107.855 189.576 Veneto 216.929 184.853 n6.532 Einilia 97.606 67.226 233.696 da cui si rileva il grande nu.merò di agricoltoci prop,:ietari che supera di molto quello delle altre tre regioni (Cfr. le tabelle giÀ indicate del VALENTI). Nel 1901 il numero dei contadini proprietari superava, i seicentomila. Si riscontra perciò una· sensibile diminuzione col nuovo reusimento, dovuto prnbabilmeute all' assorbimento di talune proprietà minime da parte di altre più grandi. Penso che non poche famiglie di contadini hanno abbandonato nell'ultimo ventennio il lavoro dei campi : i figli attratti da altre occupazioni hanno alienato le piccole proprietà ereditate, e talora gli stessi coltivatori, stanchi della meschina vita che traevano su poche pertiche di terreno col frutto del quale tira vano su con mille stenti la loro famiglia ,hanno venduto la loro proprietà e si sono abbandonati aJ.\a corrente dell'urbanesimo. D'altra parte è da credersi che il numero dei proprietari 11011coltivatori, sia in continua diminuzione. I patrimoni terrieri di antiche famiglie sui quali il proprietario non esplichi funzioni di agricoltore, si vanno dissolvendo e, spesso, attraverso una provvida speculazione (2), giU11gono,.opportunamente fraziona.ti, ad a1Totondare, 1 a prop,:ietà dei pkcoli coltivatori. Senza entrare nei dibattiti che concernono la !piccola propri.età agricola, quali sono, possiamo domandarci, le condizioni della piccola proprietà, o meglio, ·dei piccoli proprietari rurali in Piemonte? Il Lissone scrisse tempo fa, su questo argomento, un libro (3), nel cui stile vigoroso traluce l'amarezza cli chi ama i contadini e l'agricoltura e vede l'una e gli altri trascu: rati e sfruttati. Vi si possono trovare giudizi severissiini e talora opposti a quelli di stranieri appartenenti a nazioni la cui ptibblica opinione non è sempre disposta nella miglior maniera verso di noi (4). Si fratta 11011di meno di un libro che, se anche ora, a tre !usti-i di distanza, per molti aspetti 11011necessita di modificazioni. Il cresciuto benessere degli agricoltori è essenzialmente dovuto all'aumento dei prezzi dei prodotti ag1;coli connesso colla radicata abitudine del risparmio che si nota 'ne!- le class,i rurali. Se l'istruzione elementare è notevolmente più c\iffus,a,che iu passa.te, non saprei se al- 'trettanto possa dirsi per l'istruzione tecnica delle, classi rurali. Da questo lato i contadini credono di non aver bisogno di insegnamenti, e mentre hanno la più cieca fede' nelle influenze della luna è molto se, in generale, si degnano di a.scolta,re i solerti direttoci delle cattedre ambulanti, con appena un mal celato sorriso di compassione. ba1eb1,e; esagerato vokr negare ogui eui- <ana all'op<::ra di qne;te 1stltuz10ru, ma se si ,,aua a, nsi.utat1 eltetllvamente v,tenuL <:ss1paiouo as,a1 es1gu1 m contronto colla lvro att1V1tà. \.,ii €: che torna ru;sai difricile di rimuovere i preg1ud1z1delle classi rurali, e, d altra parte, oserei dire, che, dato 11modo con cui le cattedre ìuruaonano, m molti casi non t: rng1ust1hcata l'ostmaz10ne d quelle. Le cattedre - mi diceva Sebastiano Lissone - dovrebbero essere veramente ambulanti ci0<::stab1Ursi di volta 111volta nelle: clive1\c località, studiare il terreno e l' ambiente del luogo, dimostrare efiettivamenk che 111 quello stes.so luogo, coll'adO'L,IOiled1 altri mezzi e di altre pratiche, s1 potrebbero ottenere assai migliori risultati che non co1 modi ordinari di coltivazione. Allora gli agricoltori comiucierebbero a prendere più sul serio gli insegnamenti impartiti, per esserne stata dimostrata la vera ed utile applicazione sotto i loro occhL Ma fino a tanto che i direttod o i loro cooperatori scorazzano pel distretto a tenere leziom o conferenze, senza avere uua noz10ne precisa delle condizioni specifiche dell'agncol tura nelle varie località, n\)n potranno mat conseguire nulla di positivo, malgrado la loro lodevolissima buona volontà. Il credito agrario, pure atraverso le difficoltà in cui si svolge, dovute i.n gran parte alla insuffì.cienra delle garanzie che trova (5), si va sempre più diffondendo! ma non è certamente tale da avere sul miglioramento agrario una sensiible efficacia. . . .3euza dire degli istituti rh crt<hto fond1a: rio i cui mutui - almeno per quanto s1 legge sui libri _'_ dovrebbero _servire ai proprietari di beni stabili per 111trodurre mi: gliorie nei loro fondi ed invece servono quasi sempre a tutt'.altro; vi sono banche popolari e èasse di risparmio che concedono_ a condii,ioni molto più facili ed a modesto ~nteresse mutui agli ,agricoltori, o meglio, forniscono ed a condizioni di favore, i capitali nece;sari al funzionamento delle Casse rurali di prestiti. Seri~ il Lissone che « le casse rurali di prestiti rappresentano sen i,a dubbio il tipo più semplice, educativo, morale, di credito popolare •. Ma disgrai,iatamente lo spirito settario guasta_ m Italia molte cose buone, e le casse rurali, che dovrebbero tendere esclusivamente colla cooperazione a fini economici, cedono spesso al miraggio di fini politici o r:ligiosi. . Così il capitale, pure esplicando econo=.- camente una fullZìÌone benefica, serve d1 mezzo per esercitare sopra gli agricoltori "ll:"a coercizione morale, che, a seconda delle !n.- teuzioni delle menti dirigenti, può essere 111dirizzata verso un fine retto o disdicevole, ma che in ogni caso è sempre una menomazione rlella libertà ed un incentivo a mentire» (6). Iuf,i.tti può accadere benissim? di vedere casse rurali tra.sformate m centri d, maneggi elettorali dove certi ~cei:-doti che ricordano i terribili parroci ed 1 vice-curati del " Romanzo d'un maestro •, esercitano una incontrastata dittatura. E questa funzione che poco si addice alla natura di_simili istituzioni, non può non andare a detnmento della loro azione economica. Come nell'agricoltura si può trovare un campo imrueuso di cose da fare e di sfa_reper le quali vien comodo il mette~e. 111evid:ni,a la negligenza del govern~, c:>-51m e_ssa 1 vari partiti trovano matena 111e3'.1.uri~1lep r le campagne elettorali. Ad ogm l~gislatur~ le strade ed i canali si aprono a bizzeffe; a1 contadini si imprestano i denari per mente, non si fanno più paga.re imposte, e~c. -. E~ a:ccade di udire candidati che vogliono 1~t1tuire la piccola proprietà dove c'è già, e parlano con sovrabbondanza di illustrazioni del- !'" home-stead » davanti agli esteriefatti contadini. · . Persino i socialisti vengono, a lisciare 1 piccoli proprietari facendoli più. pov_erie più miserabili di quello che sono; e 11e1loro_discorsi non manca mai la trepida allus10ne alla " magra vaccherella » e al breve • ~- picello », le sole risorse del pove:ro c?ntad1110, salvo a rivalersene con torrenti d1 metaforiche apostrofi ai piccoli propri~~a.r1;im~i1;- guantçsi a danno dei prnletaru c1ttad11;1,1, quando pa.rlauo davanti a costoro._1\d:a1 prc: coli proprietari fidano soprattutto !1: .se stess: ·e sperano assai poco dalle mutab1h .correnti di Montecitorio. Gli svantaggi inerenti alla piccola. propretà rispetto al migliore svolgimen~o -'.ell'ag 1;coltura, possono essere ~ttenuati, dal)a cooperazione, la quale m Piemonte e pi].? intensa che in ogni aJtra parte della pt lll • sola. Si è detto che nelle classi rurali m\l.11cbi lo spirito di associazione, o, quanto meno., esso sia assai fievole. 43 Non sono di questa opinione; perchè vedo che quando si gettino le basi cli una associazione con solidità di inii,iati,va, e possibilità di disporre di capitali adeguati; e si manifesti la probabilità non soltanto vaga di raggiungere un certo utile scopo, i contadini vi aderiscono. Così è, ad escrnoio, per 'it C'.O'J;:~rativedi consumo. Certo ,, c 1 e s_t' nella mente dei contadini non è penetrato I coucetto dell'utilità di un determinato fine è vano il voler insistere sulla formazione di associai,ioni per conseguirlo. Ho già detto delle cantine sociali e deUe casse rurali; indicando cli queste ultime Jl difetto maggiore. Ma è meglio che t'si ,tano pur con questo difetto che se non csistc~sc_ro affatto. E dobbiamo rallegrarci della loro diffusione tanto più se, diventato meno sensibile il bisogno cli credito, esse contribuiranno per altre vie ad agevolare le funzioni di associazioni aventi fini diversi dai loro. Le latterie sociali 0.ono abbasta!iza nunc:- rose e di origine antica nelle pro~inci 7 di Novara e di Torino. La loro orgamzzaz1011e non è conforme, ma quello che sopratut!o importa cli rilevare si è l'immenso beneficio che apportarono alle papolazioni del!e località ove sorsero ,migliorando l'industna del caseificio, indirizrando e fortificando il commercio dei latticini, perfei,ionanc\o le razze delle varie località ·e rendendo più razionale la coltivazione e la tenuta dei pascoli e dei prati. Esse meritano quindi tut!a l'atten: i,ione di coloro che si occupano di problemi agrarii perchè si accresca' il_lor? numero e si intensifichi la loro pròvvtda 111flueni,a. Il Piemonte conta un forte gruppo di mue in certi paesi, anche ricchi di bestiame, bestiame sorte nei luoghi dove più largamente si esercita l'industria dell'allevamento. Si può dire ani,i che i'n nessuna region': il numero è così notevole (ventisette); non d1 meno tale assicurazione non ha ancora preso quello sviluppo che sa,r:ebbe necessario _per il progresso stesso dell mdustna =tecmca, e in certi paesi, anche ricch idi bestiame, essa è affatto sconosciuta. Per l'assicurazione contro la grandine non si contano che due mutue. Sono rami di assicurazione che non trovano seguito iu Italia, sia per le difficoltà tecniche ad esse inerenti, sia per i rischi a cui le società vanno incontro e la ritrosia degli agricoltori a pagare i premi elevati che sono quindi necessari (8). Hanno sopratutto vita rigogliosa le cooperative di consumo sia per l'acquist_o di generi di consumo domestico,_c~e per 11_nfor11ime11todi semenze, concimi, macchme agricole ed alimentari per iì bestiame. Il loro numero è in continuo aumento, anche per merito dell'Opera Nazionale per i Combattenti. Le cooperative cli rifornimenti agrarii sono quelle la cui opera è maggiormente benefica per l'agricoltura. Una delle più notevoli ragioni per cui l'impiego di concimi chimici si estende con lentei,i,a consiste appunto nel giusto timore che gli agricoltori nutrono, di adulterazioni operate dai venditori : fatto questo, più volte lamentato, e cli cui gli agricoltori non hanno sempre le conoscenze che occorrono per accertarsi. Orbene, le cooperati<ve, e in generale le società agrarie, che si dedicano a questa funzione, possono operare i rifornimenti a mezzo di persone competenti, e garantire così ai coltivatori la possibilità di unpiegare buoni conciini. Altrettanto è da dirsi per le semenze, gli alimenti pel bestiame, e le macchine agricole. I coltivatori non sono sem,pre in grado di acquistarsi buone macchine agricole per la stessa ragione accennata a proposito dei concimi chimici, quindi in questo campo l'oro-a11izzazio11edegli acquisti è di ma.ssima ~tilità; tanto più se si pensa che oggidì no!! sempre la produi,ione di macchine è fatta con sufficiente preparazione dagli industriali, ; quali fabbricano macchine non sempre ben adatte per i ten·eui su cui devono lavorare (9), e perciò è necessaria 1:-11;a ~ nde oculatezza da parte degli acqU1s1ton, oculatei,ra che si risolverà in vantaggio dell'agricoltura e dell' iud ustria stessa, i cui dirigenti impareranno cosi ad inii,iare con minor leggerezza nuove intraprese. E qui possiamo faxe qualche riflessione sull'impiego dei concimi chimici e delle macchine agricole in Piemonte. Dai dati raccolti dalla Federai,ione Italiana dei Consorni Agrari si rileva che in Piemonte su una superficie colti vata di ettari 1.788.600 si consumavano in media prima della guerra: Ql. 1.577.000 di concimi fosfatici con Kg. 88,17 per ha., Ql. 153.000 di concimi azotati con Kg. 8,55 per ha., Ql. 17.500 di concimi potassici con Kg. 0,98 per ha. Tali dati sono, come già si disse, certamente diminuiti durante la guerra a causa deo-li alti prei,i,i déi concimi chimici. Tale concimai,ione, fu notato, è affatto insufficiente, im,perocchè occorrerebbe un impieo-o normale di 4 quintali di concimi fosfatici, uno di concimi potassici ed uno di

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