La Rivoluzione Liberale - anno I - n. 4 - 5 marzo 1922

RIVISTA STORICA SETTIMANALE DI POLITICA flnno I. N. 4 5 marzo 1922 Edita dalla CASAEDITRICENERGIENUOVE Per il 1922: Lire 20 (pagabile in due quote di L. 10). - Abbonamento cumulativo co" IL BARETTI: L. 32 (pagabile in due quote di L. I~. IL BARETTI Supple.mento letterario mensile.. .. Non si vende. se.paratame.nte .. fondata e. diretta da FIERO GOBETTI Via XX Settembre, 60 - TORINO UN NUME.RO LIRE o, 5 O --------( Conro Corrente PnS"tale )-------- 80,\'11\l,\lUO: Politica n.,inisteriale. - P. G'OBETTI: Definizioni: La borghesia. - M. FUBINI: Fxomain Rolland. - B. GIOVENALE: L'agricolturn piemontese: I. Caratteri genera1i. - G. PREZZOLINI': '"I'accuino. - P. VITA~FINZI: La verità economica: Robinson protezionista. - Espe'rienza liberale. - Letture. . Politica ministeriale i numi del giornalismo italiano e i 101·0 devoti si· sono dedicai1. da qualche anno all'esa1ne • alla discussione delle c,·isi ministeriali. Noi ç/u non ne disc01riam.ò dobbia11Jo sembrare agli ingenui e agÙ esperti spiriti preclusi alla politica militante. Invero non abbz"a,mo-mot?:viper d-isprezzare le occupazioni dei " tt1.tm1.·": nia nel collaborarvi pensiamo altro metodo. Lo studio delle combinazio,ii parlamenta,·i (Giolitti - Oi·lando e De Nicola - 1Vitti - ecc. ecc.) ha un' ùnporianza tecnica_ e dà la misura di molti .fenomeni e dz molti sentimenti. Ma la Rivoluzione Liberale s'è proposta compiti t1!quanto più complessi, vede le condizioni poJilic!te presenti come uno spunto di azione futura e prima di dilettarsi nello studio di siffatte meccaniche vuol appro.fondù·e l'esame DE FIN IZION I Si trovano, nell'uso, concetti affrettati cd •PProssimativi, volti ai più opposti significati per comodità deinagogua, clte nessuno /,a interesse o desiden:o di chiarlre e che rimangono elementi: di incertezza, di confus·ione, di superficialità politica. in una serie di (Lrticoti cercherenio ,di studiare alcuni di questi concetti e di .fissarne un senso e dei limiti storicameute e politicamente validi. E' recentissimo il tentativo di definire la borghesia fatto propriamente da un filosofo del diritto con tutti gli apparati d'interpretazione dell'idealismo. A considerare i risultati, sembra che anche l'opera del Maggiore (1) manchi ·di validità scientifica e si appaghi di luoghi comuni, che, in una parola, ignori i limiti teorici .e storici del problema. _ Esiste nella dialettica politica una borghesia come realtà di cui si va chiarendo il concetto nella coscienza delle classi dirigenti e nella negazione dei proletari; e, trattandosi di rea1tà dinamica, il concetto che se ne viene elaborando non trova adeguata espressione in una formula identica~ mente intellettualistica, ma ha un mero valore di anticipazione e di approssimazione che attende dalla storia il suo compimento ideale. L'esame del concetto di borghesia deve riconoscere come presupposto di fatto e limite teorico l'esistenza di una realtà pratica, creazione sempre nuova dei singoli, non riducibile a schemi e solo capace di una interpretazione dialettica in cui le definizioni appaiono piuttosto come miti (da considerarsi con molta prudenza) che come criteri ·di storia realistica. Il Maggiore da buon gentiliano ha cercato di farsi una chiara coscienza di questo intrinseco limite teorico. Le classi, di cui tanto si compiace il sociologo, sono per lui sclwmatizzazioni astratte che lo spirito foggia per classificare' e segnare le direzioni clei suoi infiniti bisogni ideali e pratici. Non esiste una classe chiusa, statica, con precisi e immutabili caratteri: esiste la classe in quanto la coscienza degli individui la pone e pone insieme la volontà di superarla, la volontà della liberazione. Il concetto di classe non si separa dal concetto di lotta, movimento, sviluppo. Accettiamo questa spiegazione: nella concreta realtà dell'atto spirituale gli schemi perdono la validità loro: le classi diventano meri fantasmi. Il filosofo non h deve esa- (i) GIUSEPPE MAGGIORE: Che è la òorghesia:II Solco, Città di Castello. 1921. ---==· - - .·-- ~==='=•=================== delle .forze reali, delle crisi storiche più intime . . Sostanzial!'iente questi fatterdli di cronaca parlamentare e/te servono iu nzodo eccellente alla speculazione dei '' nunii ' 1 sr.no episodi di cultura (in senso ampio) che esarnineremo a suo tem/;o non seguendo ùnpressiou-i o d__csiden: ma tessendo la breve storia, in e1d s·i raccliiu- -dono, con oggettività e prepa,·azione di storici. ghesia sarebbe dunque· il momento dell'inerzia, della passiva accettazione a cui tutte le élites sono votate. La definizione del Maggiore non prende a considerare la borghesia, ma appena si adatta al momento del crollo della borghesia. La suà forrn ula : lo spettro del naturah,mo è un'inconcludente schematizzazione filosofica che ignora le condizioni reali in cui oggi questo spettro appare producendo una dissoluzione determinala. De/I' alti-a ntililà (formale c!te ne può venir suggerila) non abbiamo tempo per ora di occuparci: ma questa è tecnica di governo e il consiglio più saggio vorrebbe richiedere una solenne moderazione, un 'aslensi'one da ciò che desta h-oppo clamore ed è ùztùnamente tanto. esiguo. L }antica illusz·one eroica sopravnluta l'azione esterna dei governi. Pcrclzè non ci Prov1."anwad usare un po' di misura, a c/1,.1edere umilmente più a noi stessi c!te ai simboli esterni.9 Pere/tè non von-emmo sosHtu:ire la politica al pettegolezzo .P LA BORGHESIA minare nella lòro consistenza empmca, ma nel processo eterno da cui eternamente scaturiscono. Tutt'avia non può contestare il filosofo la validità di una ricerca nuova rispetto alla sua, che si sforzi di individuare quegli schemi nella loro esistenza contingente. Nello spirito tutto è nuovo e in movimento: permane identica solo la spiritualità stessa, e la sua legge dialettica. M!'- lo storico, intesa la categoria che anima il mondo, penetrato il suo processo non vi si ferma: non costruisce sistemi: studia la vitalità operante di tutti i sistemi. Il filosofo cerea di realizzare nel suo sistema l'assoluto, lo storico non riconosce !~assoluto in alcun sistema, µei-chè li esamina in quanto aderiscono a uno speciale momento contingente. Il Maggiore ha inteso l'identità di storia edi filosofia, come mistica riduzione della storia alla filosofia, del prncesso al metodo metodologico. La speculazione del Maggiore s'è fermata a una impotente unità:. nell'idealismo l'unità è a priori (Kant non è stato per nulla), ma per ritrovarla al risultato bisogna affrontare e accettare dialetticamente il momento empirico con le sue contraddizioni e diversità. Che cosa è la borghesia? Risponde il Mag;giore: un fatto dello spirito. ln chi la si deve studiare, Non nei borghesi che banno scarsa coscienza. ideale di sè, ma nei proletari che ne hannQ con,scenza in quanto la com battono. Questo processo metodologico è d'un semplicìsmo grossolano. In conclusione si riuscirebbe a un concetto meramente astratto della borghesia, perchè, invece di studiarla nella sua vitalità, si accetta quell'idea statica che altri se ne è fatto per ragioqi polemiche e che può avere soltanto un valore di mito pratico. Lo scienziato spiega il mito, non lo <lCCetta. Mag·giore invece fa una scienza cli miti. Ma di ogni idea, quando si accettasse la valutazione che ne danno gli avversari, resterebbe solo più uno schema vuoto e vecchio, che logi-· camente i combattenti si -foggiano per averne ·piu presto ragione; mentre il filiteismo e il settarismo non sono mai stati scienza. Il borghese diventa così per il Maggiore l'uomo cl,e si è /atta una posizione, nella classe dirigente, contento di sè. E in sostanza non esiste una borghesia, ma lo spirito che si imborghesisce, non una classe, ma una circolazione di classi: un pericolo eterno, la stasi, la negazione del progresso, la sterile affermazione del passato. La borDel resto la dissoluzione non si studia se prima non se n'è compreso il processo cìj genesi e il significato. Borghese, in senso generico, si può chiamare il mondo moderno nato dalla Rivolu- ,:ione francese, sebbene la parola abbia ancora bisogno di essere chiarita per liberarsi <'la fraintendimenti e da equivoci. Quali sono i caratteri differenziali del mondo moderno? C'economia si fonda sul liberismo, la politica sul liberalismo, la ·concezione filosofica è immanentista e critica; la morale è attivistica e realistica; la logica è dialettica. In .m processo di corruzione il liberismo diventa socialismo di Stato; il liberalismo si fa demç,crazia demagogica o nazionalisri10 òi transazione; il criticismo si dissangua ·•f.rul positivismo e nel sensismo, la dialettica • perde ogni suo nerbo nell'eristica e nella retorica. Questi due momenti dello sviluppo •di uno stesso mondo si possono tutti e due con la stessa legittimità chiamare borghesi. Siffatta conclusione è preziosa: vuol dire che nessuno di quei caratteri può nella sua esclusività esser tratto a definire la borghesia: bisogna risalire a u-n concetto più ampio. Borghesi nello stesso modo sono il principio rivoluzionario e il principio conservatore: segnano due fasi, due modi di giudicare uno stesso processo, ché è caratterizzato dalla definizione data più sopra. Se il ·mondo moderno è borghese giustamente si chiama borghese la classe dirigente, non in quanto la si oppone al popolo, ma in quanto essa è direttamente o indirettamente espressione del popblo e ne rappresenta anche i difetti. Poichè, qualunque _sia il pensiero dei partiti cl' opposizione, la classe dirigente è in ogni istante tutto il popolo, nella sua capacità creativa e politica, e pérciò è a buon diritto lo Stato. I partiti di opposizione alla loro volta, nel loro santo desiderio di creare una nuo_va minoranza di governo, è giusto che ricorrano a mezzi polemici e a svalutazioni. Lasciata l'elaborazione del concetto di borghesia alla mercè degli scrittori del proletariato è naturale che il concetto sia stato essenzialmente negativo, che nella borghesia si siano trovati e teorizzati quegli errori e quelle debolezze che il mondo moderno reca in sè e che sono propri nello stesso modo dei proletari, tanto èhe -in essi gènerano il bisogno di una società· nuova. Per una stessa ragione polemica l'esame della borghesia si è limitato alla concezione economica, che più da vicino suscita interessi politici. Il senso cli questa economia borghese è nel concetto di propllietà privata e nella necessità della formazione -di una coscienza òi produttore-commerciante nel" cittadino : taie coscienza si forma parimenti nel capitalista. nel tecnico, nell'operaio, che in modo identico sono quindi da chiamarsi borghesi, checchè ne dica la logica dei combattenti politici. Infatti la lotta degli operai, anche quando è massimamente rivoluzionaria, si svoige su terreno borghese culminando· d1rettamente o indirettamente in una richiesta di aumento di salari. Se poi borghese si volesse chiamare chi ba in questa società una -parte più intensa, certo allora il concetto ;narxistico di proprieta "!lei mezzi di produzione verrebbe ad acquistare un significato non più semplicemente descrittivo, ma differenziale. Certo nel mondo moderno la coscienza di produttori è stata conquistata· prima dagli industriali che dagli operai. E il valore rivoluzionario degli operai è nella loro possibilità di essere più vigorosamente borghesi (come produttori), oggi che molti industriali pii; non sanno adempiere la loro funzione cli rispartl)iatori e intraprènditori. Poichè il sistema borghese, nella sua realta ideale anti-cattolica, e nella sua validità di produzione industriale, non s'avvia verso il tramonto: attende anzi cli essere più perfettamente realizzato da una éùte nuova (anche se l'élite nuova dovesse essere la dittatura del proletariato). Questa sarà l'ironia della storia verso i declamatori e i becchini della borghesia. Si è finalmente conquistato un pensiero chiaro. Le classi valgono come miti, forze indefinibili che sempre si rinnovano e si contendono il potere. La lotta politica momoderna è tra conservatori e progressisti : fo storico ha il compito di fissare il pensiero di que~ti due termini della lotta. Resfa da spiegare perchè a questa nostra chiarezza non si sia giunti prima <l'ora.. Perchè di queste materie non si è fatta scienza, ma oggetto di dilettantismo o di polemica. Il proletariato, potendo formarsi solo a patto di voler creare un mondo nuovo, ha col più formidabile paradosso negato in teoria la sua funzione nella società presente: in uno sforzo tanto più gigantesco quanto più, in apparenza, impotente (data l'umile condizio.ne spirituale dei proletari) ha acconsentito a identificare la civiltà presente con la classe avversaria; ed ha affrontato la reponsabilità di creare una civiltà nuova. Che_ cosa vi sarà di nuovo in questa .ci-• viltà, sapremo dal responso della Storia: i piani illusori, le pretese sociologicbe del socialismo e del comunismo intanto si faranno concreti in quanto si proporranno il problema specifico dell'eredità della società borghese. Il mito marxista, nella sua temerarietà, avrà saputo far degni i proletari di questo compito. Perchè anche nella lottai. messianica cli due principii ideali, vivi l'un• come realtà storica !'altro come realtà cl tendenza, la storia non tollera soluzioni cl continuità e si serve dei miti, delle fedi· delle illusioni per rinnovare la sua eternità PIERO G0BETTI. C'è dello gente, onelie 1Pa i nosfPi amici, che penso di ooere uno superiore coscienza morale/e politico, perchè l(Jgge, interessandosi, lo Riooluzione hiherole e anche gli orticoli ç/i 5-6 colonne. Costoro farebbero inoece ossa/ bene a dimostrare non dico lo superioriffì ma lo loro onestà (come sono più semplici le cose/) ohhonondo_si. Nei prossimi numeri: b. Einaudi: Dizionariodi economia. G. Saloemini: Il Partilo Popolare. E. _Raoera: li controllooperaio. U. Formentini :-li problemasindacale. m. Ferrara: Studi sµllaculturae la vita polilic1 francese. G. De Ruggiero: 6'imperobritannico. A. Obe:dorfer: Studisullaculturae la olla polilica tedesca. P. !labier: Esperienzapolitica agraria. n. Sapegno: note di culturastorica. m. Fubini: Barbusse. a. beo i: Salandra. n. Papafava: Appuntimilitari. E altri siudidi: A.Sraffa,E. Girelli,E. aorbino, E. aodignola,~m.aasoltl, 17.Porri,ecc.

Lt.R. ~IVOLtUZIOf{B LtIBB~A.ltB Studi sulla cultura politica francese ------ ROMA IN ROLL'AND I Accanto ad altre personalità di suoi connazionali una tragedia , . NOn ci troviamo di fronte a una o di suoi contemporanei quella di Romain Rolland pagina d'arte: abbiamo diritto di chiederci quale appare priva così di interne complic.azioni come di • dei due protagonisti esprima il pensiero del Rolland. crisi• rinnovatrici. Lo si accusa di apostasia, e si è Ebbene. quell~ due professioni di fede ci paiono ingiusti; si esattanò i mut~mentì del suo pensiero due pezzi cli eloqutnza posti l'uno accanto all'altro, come progresso, e, inclini pure il Rolland stesso a svolti ciascuno per se stesso: lo scrittore non se,ite questo modo di vedere, noi non possiamo far nostre bisogno di fare qualcosa di più che formulare due questejlodi. Chi ha scritto il drammaletemps viendra• concezioni; esse rimangono astratte, non riescono non è lontano da chi ha scritto il romanzo C/éram- a penetrare l'argomento particolare, determinato bauli nè lo ~crittore del Teatro del popolo da quello che to1•111entai due amici e a dargli un significatp: dei Precursori. Vi è nella vita e nell'ope,a del e. all'antitesi non risolta non corrisponde, e questo· Rolland qualcosa di immobile e di uniforme: ce lo è ancora più grave, l'angoscia dello scrittore. direbbe da solo il fatto che le sue opere, prive di Cosi nel dramma Les Loups, ispirato all'affaire limiti che le distinguano l'una dall'altra, tendQno Dreyfus egli si era accontentato di porre l'una di a raccogliersi intorno ad un'opera sola, priva an- fronte all'altra una generica concezione umanitaria ch'essa di limiti ben definiti. Ci può trarre talora e una generica. concezione patriottica senza tentare in inganno una moltiplicità di atteggiamenti e di di risolvere il cont-rasJocol pensiero o di rappretoni e indurre a credere, ad una inesisJente com- sentare il dubbio nèll'arte. L'opera é fra le più - plessività o più spesso alla mancanza di un centro brutte cose che il Rolland abbia mai scritte: ma intorno a cui si raccolga una persona, del motivo questa constatazione non è meno significativa. unico imperioso che crea l'artista. Ma sotto quella Perchè il Rolland non· è l'uomo di una fede soda molteplicità apparente si cela la fissita di un pen- e sicura, né l'uomo del dubbio angocioso. La sua siero costante. . aspirazione si appaga troppo presto di sè stessa, Lo dicono un romantico, un romantico attardato, una certezza si fa troppo presto quando il dissidio ma piuttosto che romanticismo lo stato d'animo che non ,é ancora composto. Romain Rolland è molto la sua opera esprime, può dirsi un sogno di ro- piit vicino a Colas Breugnon che a Jean Christophe: manticismo. La sua posizione spirituale non è di- la figura del musicista tedesco egli l'ha ·composta stante da quella di M.me dè Stael: rivive fin lui con tratti di grandi del passato, a cui ·egli si é acl'anima di un francese del 1820o del 1830,di quei costato con adorazione: quella dell'artefice borgofrancesi, che, usciti da una educazione strettamente gnone l'ha vagheggiata nei silenzi del suo animo. razionalistica, sentivano le indefinite aspirazioni di Un tale temperamentp non può essere un temperaun secolo nuovo e guardavano con occhio deside- mento religioso. roso il fantasma vago e grande della Germania. • Alla generazione precedente alla sua il Rolland Analizzare it pensiero che dà vita a questo stato oppone la propria religiosità: anch'egli, come il d'animo é difficile: si può dire, con ·una parola, suo eroe vuole essere chiamato , libre génie réclfe le idee del Rolland non differiscono molto da ligieux • • quelle del France, perchè l'opposizione che si suole Ma la religiosità é più presente in quella aspistabilire tra i due scrittori ha realtà come opposi- razione non doloi,;osa non tragica, che nelle formuzione di temperamenti e non come opposizione !azioni che egli ne dà: l'originario razionalismo, di idee: nè, se non fosse esistita questa vicinanza appena temperato da vaghe effusioni panteistiche di pensiero, sarebbe stato possibile quell'influsso alla tedesca, le impedisce di mettere salde radici del France sul Rolland, che si sente nel Colat nell'anima di lui. Che significa la rivelazione che Breugnon. Jean Christophe ha di Dio (nel l'Adolescent), vero Più che aperta professione romantica tutta la vita mostro di arte e di verità? del Rolland è dunque un'aspirazione al ramanti- Leggiamo più avanti del suo eroe che egli è;troppo cismo: una generazione che si rivolgeva ai roman- religioso per pensare molto a Dio. " Egli vive in tici come a suoi maestri ha trovato nell'opera sua Dio, non ha bisogno di credervi. .. Chi porta in sè più che una guida, un compagno. il sole e la vita P,erchè dovrebbe ricercarli ,al di Diceva il Duca di La Rochelaucauld che vi sono fuori?,: peréhè pa{ole simili a queste e di cui queste persone:le quali mai avrebbero amato se mai av.es- sono un'eco ci commuovono profondamente nei sera sentito parlare di am'ore: vi sono ·parimenti Discorsi dello Schleiermacher, mentre da questo 1ibri, che mai sarebbero stati scritti, se non avessero I brano riceviam<? una mediocre impressione? Le avuto altri libri dietro di sé. Ma, come quegli professioni di fede del Rolland non hanno mai que,!Y amori riescono pure ad essere reali, cosi questi salare, che dà una convinzione maturata cogli anni libri, per quanto non nascano da una passione ben tra contraddizioni e lotte; ma rimangono sempre definita, possono avere una vita propria. Se l'ispi- un poco astratte e troppo poco personali. razione del Rolland è letteraria e non potrebbe non Completamente estraneo alla grande tradizione esser tale dato lo stato d'animo da cui parte, egli mistica della Francia che attraverso i secoli ha corriesce a dare alla sua opera una vita autonoma. ·retto gli eccessi del suo intellettualismo, l'anima Se nelle Tragedie della fede e net Teatro della ri- del Rolland può apparire arida quando esca dal vo/uzione ·1a materia esce ancora tutta inviluppata suo piccolo mondo limitato. Ogni tentativo di uscirne dalle mani dell'autore, che fflllane legato ancora nell'arte come nella vita pratica doveva perciò e(- dalle sue impressioni e se nelle Vile ç1a migliore sere condannato all'insuccesso. é quella del Tolsto·,) in cui pure una maggiore lon- • Quando parliamo delle idee del Rolland sulla tananza gli è consentita, l'aureola nasconde ancora guerra, sentiamo di parlare un poco sul vuoto: di troppo la .Persona, col Jean Christophe, il romanzo due raccolte di articoli, di un romanzo, di un racdella sua idealità eroica e col Colas Breugnon, ro1 conto, di un dramma rimangono nella mente dei manzo della ,ua idealità idillica, lo scrittore si trova più poche parole, un motto, il titolo di un articolo nel proprio terreno. Tenterà, è vero, come è stato scritto nel 1914: Au dessus de la mélée. Possiamo giustamente osservato, l'immaginazione a contraffare .-accontentarci di ripetere quanto sfuggi allora dalla la storia: ma, se ciò è inevitabile dato il carattere penna di uno d7i..suoi avversari, del resto tanto mischia•, per ricordare che lo stesso combattimento con fatuità deni'ocratica, di cui è inutilé anche fare esigeva il dovere di saper essere al di sop.-.acli una critica, vede un mondo rinnovato fin dalle esso, 'per non venir meno alla comprensione della fondamenta. E quali sono i segni di questo nuovo realtà e alla stessa possibilità di vivere e che non mondo, di questa nuova cultura? potevano essere se non piccole anime quelle che <{ Esprimerei specialmente il voto che si stabiliSse volevano chiudersi tutte nel momento fuggevole, nelle. scuole primarie di tutti paesi di Europa l'inquando pensatori e uomini di Stato, madri e sold<1-ti segnamento obbligatorio di- una lingua internaziosapevano e dovevano, pur partecipando alla lotta nalc. Ve ne sono alcune quasi ·perfette (Esperanto, trovarsi al disopra_ della mischia. Opera schietta'. Ido) ... Questa lingua sarebbe non solo un aiuto mente religiosa doveva essere Questa: far sentire pratico Senza pari; ma un'introduziOne alla conoagli oppressi dalla tragicità della guerra, tragicità scenza delle lingue nazionali e della loro stessa: di una crisi, in cui lu[ti gli aspetti della vita acqui- perchè farebbe sentir meglio di tutti gli insegnastano caratteri di provvisorietà, in cui la legge menti, gli elementi comuni delle lingue europee e della vita - viverç ad ogni costo - acquista uda l'unità del loro pensiero •. asprezza particolare, la presenza dei valori etern -/Basterebbe questo articolo per dimostrare il faisotto quella provvisorietà e il dovere di non di- limento dell'opera che il Rolland si era proposto menticarli. Ma come abbia.mo visto mancava a di compiere, non al disopra della mischia .egli si Rolland questa preparazione religiosa. li suo torto I é collocato, ma in disparte; non è stata la sua non è di aver voluto porsi al di sopra della. mi- una affermazione eroica, mistica di una fede, che schia, ma di non esservi riuscito: non si trattava I adornasse di un'aureola tragica la sua negazione e di giudicare coll'occhio di una Mònna Berta o di imponesse l'ammirazione anche a chi si trovava, un San Martino la misura dei torti e la misura lontano da lui: dobbiamo sentire il rispe'tto che si delle :agioni cl'i ciascuna nazione, ma di riuscire a deve a un'opera mancata, non !a reverenza che conquistare un punto di vista da cui quella prov- si deve a un apostolo. visorietà fosse superata. Agli articoii della prima <- Per un artista l'arte riesce sempre rivelatrice ra~colta: e Au dessus de la mélée » non vi è oggi della profonda natura di un uomO. Dai giorni trachi _nonpotrebbe sottoscrivere, anche perché quelle gici dei primi mesi del 1918 si è ispirato il Rolpagme che allora fecero tanto rumore sono del land per scrivere un romanzo e un racconto: che tutto vaghe e generiche: oggi faremmo solo riserve cosa ne è uscito? Clarambault, l'éroe che dovrebbe P_erquelle _fras,, che permisero allora la pubblica- rappresentare l'angoscia del Rolland di fronte la z10~e,_s_ull',nnocen~ae sulla giustizia della Francia. guerra appare ai nostri occhi come un povero V1 e in ~uesto. llb~o ancora il senso di una in- uomo, privo di qualsiasi grandezza, cosicchè anche certezza d1 un d1sag10,che lo giustificano ai nostri la sua uccisione per opera di un fanatico ci saracchi: ma ~eH'altro volume les precurseurs quella prende, perché non avevamo trovato in lui la incertezz~ e dileguata: ritroviamo il carattere del stoffa di un martire: il romanzo è completamente Rolland incapace d1 sospendere. il suo g'iudizio, mancato. Pierre e L1Jceinvece, i due protagonisti ignaro della contemplazi?ne s1lenz1osae angosciosa del racconto, dimenticano Invece ben presto lo d1 un evento. N?n vogliamo accennare con queste scopo polemico per cui erano stati or~inariamente parole alla ades1~ne del Rolland al partito sociali- pensati, per divenire due semplici adolescenti che sta,_che s1 maturo negli anni in cui scriveva quelle si amano e' non hanno altra preoccupazione che pag,_ne. . il loro amore e la loro giovinezza: la guerra si Per chi aveva_realmente -creduto, come il Rolo ritira sullo sfondo dell'idillio e acquista una necesland, alla Francia_~ersoryificazione della Giustizia, sità estetica perché si confonde col tumultuare della alla guerra del Dintto ~ontrn il Torto _ecc.,non vita, eh., rapisce i due amanti come un- giorno v, poteva essere altra via d1 usc,fa. Voghamo par- aveva rapito Giulietta e Romeo: la morte che li' lare_d1 quel sens? d1 grettezza che ci danno quelle colpisce vicini nella Chiesa di S. Gervasio a Papagrne. Co_mepuo fermarci chi, mentre infuria la rigi crollata sotto i colpi tedeschi, ci appare piutg_uerra,s1 mtere~s? a~h esp~rimenti di uno scien- tosto che morte straziante, la fine di un sogno, e ziato su__delle tnbu d1 formiche, prima nemiche, il racconto Pierre e Luce può essere considerato po, pacificate, e .". domanda se dunque anche la come un bel capitolo di Jean Christophe. guerra degh uommI non è una cosa innaturale? E il Rollandismo? Se la figura del Rolland ci ha Che va_lorepossiamo dare alle parole di chi rivol- imposto rispetto e ci ha indotti a trattare con una gendos1 a, popoh assa_ssinati,tratti in inganno dai certa larghezza del suo stato d'animo, poche parole governi, ma, _c~nsultat,, costretti alle guerre, ob- ci bastano pei seguaci suoi più O 1peno lontani. bhgah a dehth. che non hanno mai voluti (non Si pensa: la predicazione del Rolland poteva essi parla, come s,_vede, solo della guerra presente) sere dannosa durante la guerra, oggi è non solo scnve: • Avete finalmente toccato il. fondo della utile ma necessaria per combattere i vari nazicr-> s~entur~? No: io lo vedo nell'avvenire (i popoli nalismi e ricostituire una comunità europea .. Anche s, vendicheranno). Allora cadranno anch'essi nel- in questo punto occorre scostarsi un po~o dall 'ol'ingi~stizia, e per eccesso di disgrazia saranno pinione comune. La predicazione del Rolland era spo_ghahdeWaureola fonebre del loro sacrificio,? ti molto meno dannosa durante la guerra di quanto sociahsmo e 11nvoluzwnaris!'lo del Rolland restano i retori infuriati credessero; per il suo carattere del tutto ester_iori; si confondono colla generica del tutto vago, poteva anzi essere utile per temlede d~mocrahca, _cheegli ha nutrito tutta la vita. perare certi fanatismi; oggi a tre anni della ces- .Ma 11su? compito non era compito politico, ma saziane della lotta, l'andar ripetendo frasi, scritte pmttosto d1 coltura; come egli l'ha eseguito? Leg- in altre occasioni, frasi, che rappresentavano anche g_,amol'articolo: • Per l'internazionale dello spi- allora piit che un pensiero critico un tentativo non rito > nella raccolta « I precursori ». La guerra riuscito, l'entusiasmarsi per i più vieti luoghi conon solo ha distrutto l'Europa del secolo XIX, ma muni dell'umanitarismo settecentesco, è certamente ha prodotto un, annullamento di tutte le idealità dannoso. passate che si sono rilevate insufficienti nel c~mpo Giornali rivoluzionari accolgono volentieri la della politica come in quello della,cultura. Già in 'collaborazione del Rolland: ma che aiuto può dare una lettera al Gorki il Rolland avev,; scritto: ; lo questi alla loro causa? Se la guerra é una crisi confesso che sono un po' distolto dai grandi uo- che va superata ad ogni costo per.non perire, tutte mini del passato: io li ammiro esteticamente ma le nazioni, tutti i partiti non_possono indugiare In non so che lare della loro intolleranza e del '1oro una compassione umanitaria mal definita, ma, acfanatismo troppo frequenti. .. • e non pe(nulla egli cettato uno stato di fatto, lottare coraggiosamente aveva confessato di non essersi mai sentito tanto ciascuno dal proprio punto di vista, per dare stadi quest'opera e se le persone non vivono di per più piccoli di lui : • Si la colpa· a Rolland delle sue sè, perchè costruite da quell'aspirazione, vive la opinioni sulla guerra. Il suo torto è di non averne aspirazione che ad esse conduce: e i costruiti epi- alcuna•? La questione è un poco pii, complicata. sodi si riempiono di una vena lirica, di una poesia All'infuriare dei nazionalismi e degli imperialismi fatta di effusioni, in cui il poeta non canta i fan- del periodo a_nteriore alla guerra il Rolland èra ri- • ciulli, gli amanti, gli amici, ma l'infanzia, l'amore masto estraneo: il suo compito rispetto ad 'essi e l'amicizia. egli se lo era fissato e lo aveva espresso in una Come l'arte del Rolland è il canto di quella aspi- lettera al Seippel (cit. Seippel R. R., Paris, 1913) razione, cosi il suo pensiero non ha realtà fuori di • L'Europa diventa inabitabile. Da ogni parte si essa: la sua arte naufraga perchè egli vuol farla elevano voci furiose che gridano : noi abbiamo la vivere in un mondo più ampio, il suo pensiero si verità. Nessuno l'ha fuori di noi. E per lo più essi distrugge quando egli vuole fissare l'oggetto di non h·anno altro da dire se non: " Noi, noi e ,di quella aspirazione. Celebrare una vita armonica, nuovo noi ". Io temo che il mondo abbia bisogno libera da ogni preoccupazione trascendente, tutta di una rude lezione - un grande pericolo che laccia piena di divinità, sarebbe il. desiderio del Rolland. sentire a tutti il poco che essi contano nell'eternità • vicino al Voltaire come durante la guerra (cit. dal bilità all'incerto, per vivere: ad ogni parte.politica Jouve, R. R. vivant, Paris, 1920). Per opporsi al ma- il rollandismo è perciò il simbolo stesso delle forze terialismo della cultura nazionalistica e affermare antipolitiche e, non dispiacerà ai discepoli dell'euil, valore eterno, umano di ogni manifestazione ropeo e romantico Rolland, se noi lo definiamo dello spirito egli é costretto a materializzare il suo con una parola tedesca, con un termine di un ideale, predicando un umanesimo altrettanto ma- grande filosofo, maestro dei romantici: Tragheit. teriall,sta, in cui tutti i popoli si sommergono e Mario Fubini. Come il suo eroe giunto al termine dei suoi erra- o net nulla > (I 911). menti, anch'egli vuole contemplare la vita con oc- Romain Rolland non ha idee precise in politica: chio per cui , lo scetticismo e la fede non sono meno per il suo temperamento egli ne è completamente necessari l'uno dell'altra; lo scetticismo che sgre- estraneo : il brano citato si riferisce più specificatola la fede di oggi e prepara il terreno alla fede tamente all'Europa letteraria che all'Europa politica. di domani,, come quello anche egli afferma che tutto 11compito che il Rolland in queste linee si tracsi deve comprendere • e te forze che negano e le ciava e quello che egli segui durante la guerra, forze che affermano, amiche e nemiche,. Ma que- non era un compito politico, ma un compito largasta armonilf non gli è concessa: e le diverse lor- mente umano, che toccava solo indirettamente la mulazioni che egli dà alla sua lede, appaiono estra- politica. Ricordare che il valore di una nazione nee alla profondità del suo animo. è sempre in alcunchè che la trascende, che ogni E' stato ricordato nelle polemiche che suscitò nazione non si può fare estranea alle altre senza l'atteggiamento del Relland durante la guerra, un uccidere sé stessa, ricordare la vita comune di episodio del Jean Christophe, ma non ne sono state questa Europa, unita non tanto dalla tradizione tratte te necessarie illazioni. romana, cristiana, umanistica quanto da un avvenilncombe sull'Europa una minaccia di guerra: mento recente, ancora vivo, ancora operante, la Jean Christophe si prepara ad abbandonare il suo grande rivoluzione religiosa del Romanticismo. E paese di elezione e sente il dovere di andare a com- se questo compito poteva parere troppo strettabattere per la sua patria che gli è per tante ragioni mente culturale quando la guerra scoppiò, non era straniera: Olivier invece rimane esitante e si ribella certo inutile nelle varie nazioni un uomo che fainternamente contro la rude realtà. Quando la mi- cesse sentire ai propri connazionali il rispetto di naccia è svanita, i due amici si trovano l'uno di fronte agli eventi, che li ammonisse che la guerra fronte all'altto. • Non sono dell'esercito della forza, non esauriva in sè nè il passato nè l'avvenire; sono dell'esercito dello spirito,, dice Olivier, ma che ai retori i quali predicavano mischia bestiale, il suo amico gli risponde: • La verità è la vita. il combattimento ad occhi bendati, senza tregua, L'azione sola è viva anche quando uccide :'la vita è senza fine, opponesse la divisa: « Al di sopra della L' agri coltura Questo studio del nosh·o Giovenale è una monografia completa mll'agricol!nra piemontese. I singoli capitoli possono venir letti par~itammte, ma uniti costituiscono il filo logico di un bel libro, tessuto di osservazioni originali e talvolta di note semplicemente d1:1Julgalive,clze si potrà leggere tuttavia con profitto. [. Caratteri generali. l. - Tutta la regione piemontese che si trova alla sinistra del Po, e quella che comprende i bacini della Vraita e della Maira e in parte del Tanaro, si trovano in ottime condizioni idrografiche perchè i fiumi che le percorrono, alimentati dai ghiacciai, dalle nevi perpetue, che coprono le alte creste alpine e da frequenti pioggie, hanno un regime regolare e una notevole portata e sono quindi assai importanti per la produzione della energia elettrica, per l'irrigazione e anche per la navigazione. Molto meno buone sono invece le condizioni idrografiche in 'quasi tutta la regione Piemontese. 'piemontese a destra del Po, percorsa da affluenti di questo fiume, che scendono dal1' Appennino con un corso breve, un regime torrentizio, e rimangono asciutti per buona parte dell'anno. Questi affluenti hanno quindi un'importanza economica assai inferiore a quella degli affluenti che scendono dalle Alpi. Il clima del Piemonte è del tutto continentale, co forti differenze di temperatura tra l'estate e l'inverno; la massima escursione tern~ica _si _nota_a~ Alessangria. La media d1 p1ogg1a e alquanto inferiore a queHa del resto del gran bacino del Po, non d1 meno le precipitazioni sono abbondanti (dai 600 ai 1300 mm.), sovente impetuose e ~nche dannose negli alti monti i con massimo principale in ottobre e minimo in febbraio. • Dannosissime sono le grandini che tra il marzo e il settembre, cadono frequenti nel Monferrato. Le nevi invernali sono abbondanti, specialmente nelle valli alpine: le nebbie, non frequenti nè durature, ·sono esclusive della regione fredda; nqn rare invece, sono le brinate primaverili •. (Gribaudi).

LIA RIVOù'OZIONE ùISERALtE / 16 I.I. -· I relatori _dell'inchiesta agraria con- -.siderarono il territorio piemontese suddiviso in tre zone: montagna, collina, pianura: mettendo in rilievo la particolare fisonomia .agricola di ciascheduna .. Anche ora si può accogliere senza altro la loro distinzione. A) Montagna. -- Dopo la regione dei /ghiacci perpetui ed inaccessibili, discendendo, si 'trova: a) la regione dei pascoli estiyi; b) la regione delle foreste, prima con .alberi aghifoglia e poi con alberi latifoglia; (C'è da avvertire che i passaggi dall'una_ .all'altra di queste zone sono molto impr~- •cisi e non avvengono sempre alla stessa .altitudine: più spesso si ha un'alternanza ,di boschi pascoli, roccie nude, burroni, ecc. Avverten 1 za conforme è da farsi per le suddivisioni che seguono). c) la regione del castagno; a cui segue una regi9ne veramente agricola, dove coltivansi i cereali, le piante da frutto, il' gelso, la vite, i foraggi. Qui, il fattore della pro- •duzione che predomina in modo assoluto è l'immenso e co~tante lavoro dell'uomo. Predomina la grande proprietà; sopratutto comunale, pella regione dei pascolì e ,delle foreste. Nella regione agricola delle valli invecé la proprietà è straordinariamente divisa. « Questo stato di, cose è causa _immediata ed inevitabile di emigr11zione, .sia temporanea che definitiva», (Inchiesta). • B). Collina. - Predomina in questa zona la cultura della v,ite, quantunque molto notevole sia pure la cultura delle piante erbacee, e, specialmente ora, quella ifregolare -degli alberi da frutto. I.La media e la pie- -cola proprietà, fatta valere direttamente, o per mezzo della mezzadria, e, meno fre- •quentemente, dell'affitto, è pred9)'llinante. Il lavoro .dell'uomo come fattore di produzione -è in prevalen,za: si può tuttavia notare un ;mpiego di capitali abbastanza largo,' favorito dalla cooperazione via via più intensa, -e illuminato da una certa istruzione tecnica, che, sebbene con Ì'nolta -1entezza, va sosti- .:uendosi al vecchio empirismo tuttora predominante. ; _C) Pj,anura. - Si' nota che, 'in tutta la pianura padana, gli -affluenti alpini per la ,dimi[)uita pendenza del loro corso, traspori:ano « detriti sempre· meno grossi man mànò -che si avvicinano al Po; perciò nella pianura' padana si possono distinguere due :zone: . . sonomia insomma tutta propria e ben diversa per le condizioni della proprietà e dei coltivatori' da quella delle altre regioni su menzionate». « Qui è frequente la grande propr.ietà e non meno, anzi più irnportante assai del del lavoro sono la intelligenza ed i capitali come fattori economici di produzione». • « Il terreno cli per sè è in generale poco fertile: l'ir,rigazione lo aiuta. < La produttività in questa lona è artificialmente creata· e mantenuta mediante capitali vistosi che tuttodì vi s'impegnano». (Inchiesta). - « Il fatto cieli' irrigazione è naturale eserciti una speciale e grande influenza su tutto l'organismo agrario di questa zona, Si esplica principalmente nelle maniere se-. guenti: 1• Sulla propr.ietà, rendendo utile e quasi necessaria l'ampiezza· dei poderi; o, quanto meno, l'associazione dei· piccoli proprietari, quando~ poderi sono ristretti. , ~ 2° Sulla coltivazione, che diviene indispensabilmente grande ed intensiva. 3° Sull'indole dei contratti agmri, costringendola a preferire quella' dei grandi affittanienti. • 4° Sulle condizioni economiche ed igieniche dei lavoratori aumentando pur anco il numero degli avventizi. In tutta la pianura la conduzione diretta e l'affittamento - gaest'ultimo specialmente per la media e la_grande proprietà - sono i modi prevalenti con cui si ese;cita la coltivazione. . A còmplemento°t!i questa rapida esposì- ~ione può es~ere utile l' e~ame della tabella seguente Cl): - · Pro1indciie .Alessandria Cnnèo loma Torino Superlitielerrilarialeba. 507,886 143,481 660.162 1.024.030 ,, Percenldaeallesaiperlitie ,/ i11111radulliva 7.2 7.5 15.9 17,1 Saminat.i,i 61.6 28.4 30.8 18.:2 Pratei pascoli permanenti 9.2 38.2 27.1 44.4 Pmenfllaledella'superfitie agrariaeforeslale Vignetlirol\eti-. 6.1 1.9 ' 2.0 0.6 Boschi ecastagne. ti 15.9 '24.0 24,2 19.7 100 - 100 - 100- 100 - La superficie improduttivst comprende i, terreni di fabbricati e adiacenze, acque e strade, ed i terreni sterili per natura. • a) l'alta piam1ra, limitrofa al'le Alpi, è III. - Molti ad arte affermano e moltis- ·•costituita cli detriti grossolani ed è la sede simi per ignoranza credono che in Italia -delle correnti fluviali a'ntiche e, sopratutto esistano va$te estensioni di terre incolte. degli ammassi morenici. Il terreno quindi. Ora, « i'èsistenza di vaste plaghe di ter- -è in generale sassoso e asciutto, e per di- reni inutilizzati, c1tpace di dare -ricchi racvenire suscettibile di cultura ha bisogncrdi colti, sol çhe ad essi• si applicasse lavoro, -esshe irrigato, In qu·esta zona s'incontrano e si vincesse l'inettitudine dei proprietari, vaste estensioni cli terrèno del tutto incolte, . non è che frutto di. una illusio,ne ». E in -che, a· seconda delle- località, prendono il quanto ·a quei terreni che le statistiche nome di vaude, barraggie, brnghi~re e groane; chiamano' incolti prod2tttivi, si tratta in preb) la bassa pianura.si può suddividere valenza di rupi boscate, zerbi, btughieré, in due sottozone • •la prima èostituita da valli da canna e da strame. « Una parte .sfasciume più o meno grossolano, che forma di essi potrebbe essere destinata alla colun suolo molto pel'meabile, la seconda più tura, ma bonificandoli con opere costose». in basso, formata di detriti più fini e con, (Valenti). Giova richiamare queste osserva- <Unsuolo •poco permeabile. - Le acque sot- zioni perchè durante ·1a guerra, e dopo, e <terranee della piamfra sottozona, compaiono anche in questi giorni ,più vivamente che .all'inizio della seconda nella cosidetta linea mai, assaj si è chiacchierato di terre incolte .dei fontanitt (Lombardia) o linea delle riso,·- con quegli stravaganti criteri che altri già _give (Friuli). La sottozona dei ,fontanili ha fece notare. • • 1 • ul}a eccezionale importanza per la coltiva- . E un'agitazione· sempre più viva che si .zione del suolo, perchè quasi dovunque, co- fece per attribuire tali terre ai contadini teste masse d'acqu~ ·sgorganti dal suolo combattenti o non combattenti culminò nel- .so,no racc.olte e pet_!!lezzo di una fitta rete l'agosto 1919, sopratutto nel La'zio, con -di. canali e rigagnoli, vengono distribuite a un'arbitraria e: violenta invasione di terre, tutto il territorio, che rapprèsenta la regione mal coltivate e, con assai mag·gior prefe- •classica delle risaie e d·elle.marcite ; , (Gri- ·renza da parte degl' invasori, ben coltivate, baudi). ' .,. • invasione che ebbe la triste sanzione del In particolare la pianura piemontese si decreto Visocchi, e di cui avemmo echi ·,può distinguere 'in tre sottozone: anche qui .in Piemonte nel Canavese. a) La pianura .asciutta che si riscontra Di solito per terre incolte· si intendsno fo gran parte della provincia di Alessandria, terre non soggette a certe colture, a cui si in cui si coJtivano i ceqiali, il gelso, la .vite, limitano le considerazioni dei politicanti; i foraggi. La limita,ta produzione di. questi ora talune di queste terr~ (à:gro romano, • -ultimi e la mancanza di pascoli fanno sì che latifondo siciliano) su cui particolarm~9te l'allevamento del bestiame .non può pren- 'cadono' i discorsi di costoro, hanno Uf\ si- ·dere un grandé sviluppò; tuttavia esso non sterna di. coltura razionale che abbisogna ha piccola importanza, specie per l'alleva- di intensificazione ma hon di radicali mu- ·mento dei buoi, veramente notevole. tamenti (2), ' Vi predomina la media proprietà. Là dove Secondo i calcoli del. Pi ola, verso il 1840 ,è scarso il concime naturale, i concimi chi- esistevano in Piemonte 128.5Q0 giornate miei hanno un largo impiego. (48.300 ha. di terreni incolti), ,e i territori b) La pianura con atqua. In questa, nelle dove più abbondavano erano pute qvelli da provincie di Cuneo e di Torino, di cui oc- cui in maggior numero -si dipartivan caccupa una gran parte, esiste una grande ciati dalla: miseria, gli emigranti. In tuttò, .,,_quantità di prati' naturali:'e l'irrigazione è lo Stato.d'i terraferma, l'Jstensione dei termolto praticàta mediante l'acqua dei prin- r~ni improduttivi eccedeva le 400 mila giordpal! tributari del Po. La proprietà vi è nate, mentre oltre 720 mila non si utilizpiuttosto frazionata; specialmente a pie' dei zavano fuorchè per un disordinato pasco- -colli· e delle montagne, dove predomina la lo ». (3) _ JJÌCCola cultura. L'agricoltura è prospera in -Ma dalle indicazioni dell'inchiesta agraria queste località; i capitali vi sono impiegati si rileva che nel 1880 i terreni incolti non -con notevole larghezza e i suggerimenti occupavano grande estensione: quelli che della tecnica vi ·sono sempre più accolti. 'vi sono indicati come tali generalmente Nella provincia di Novara, e precisamehte 7 ~eglio si possono ascrivere alla categoria nella. bassa pianura novarese l'irrigazio.ne artificiale, del pari che in Lombardia è il fatto agronomico « predqminante ed essenzialissimo • , • • • « L'acqua abbon:dantem~nte ado~erata _µ'e_r gli usi agricoli, crea quivi ca~atten_ speciali, fenomeni di produzione part1colan, una fi- )-.. I (1) Cfr.: e Superficie territorial~ e superficie agraria e forestale dei Comuni del Regno d'Italia al lo gennaio 1n3 ». Ministero A. I, C., 1913. Pag, XLII. (2) V ALEIITI : Stutii di politica agraria. ,:- (3) Cfr. PRATO : « Fatti e dottrine economiche alla vigilia del· 184.8. L'Associazione Agraria Subalpina e Camilla Cavour •. Torino, 1920, pag. 263. degli incolli produttivi. Del resto il I'iola stesso nota giit la forte tendenza ad utilizzare gl' incolti privati, e poi, per alcune località sappiamo da studi particolari che' le terre che erano incolte intorno al 1830, si• trovano in tutto o in gran parte coltivate intorno al 1880. L'inchiesta, ad ~gni modo, attribuisce 12.000 ha. cli terreni incolti alla provincia di Cuneo (pag. 62), 126.717 alla provincia cli Torino (pag. 64), non dà nessun dato preciso sulla provincia di Alessandria e fa, una lunga descrizione cli terreni non pbsti a coltura nella provincia di· Novara; accennando però in . quest'ultima a varie iniziative intese a diminuire la loro estensione (pag. 60). Attualmente sappiamo che in provincia di Torino esistono: Incolti produttivi ha 88.920 Sterili per natura. » 144.496 Incolti per desti11_3zione. 28.857 (2) Quèste due ultime categorie .non sono -comprese nel computo dell'Inchiesta Agraria; ne co_nseguirebbe c.he i 126.717 ha." di 'incolti ivi indicati sono diminuiti notevolmente. i, Nel Novarese mi consta da informazioni assunte ·_che a molti. terreni incolti fu estesa la coltivazione nell'ultimo quarantennio. Rimarrebbero, secondo i dati più recenti, 20,000 ha. di terreni aventi i già accennati TAccur~o Il PENSATOIO - Ir> non sono abbastan7,aricco per farmi ·uno studio povero, come vorrei; e perciò debbo contentarmi del mediocre e comuoale- ba?~ da gente di mezza tacca e di piccol{l borsa. Ma se potessi, vorrèi una stanza nuda, piuttosto grande, con dei tavoli da_.muratore, cioè di assacce a ripiano sopra cavalletti, degli scaffali c•mposti di casse da imballaggio adattate una su i'at(ra. e delle. seggiole a fondo di legno, da far scappare chi ha le emorroidi. Se mai qualche mobile fino mi occorresse; più di tutti fui piacerebbe del tipo americano, da ing~• • gnere e ci vor;ei vedere qualche bilancetta, dei dec.imetrii risme di carta -e pacchi di buste, lapis e inchiostri di colore vario; insomma vorrei che si sentisse un po' l'operaio. Tutto questo fa a cazzotti con le ideatiti della maggioranza dei miei colleghi scrittori, che banno mobili antichi, terrecotte di Signa, cornici dorate; i libri rileg~ti in pellé nello ~caffaletto a pernio, e portano blusa di vellufo. Già, per coteste stanze c'è il suo nGme speciale. Il_mio sarebbe uno studio. Quelli sono <i pensatoi »: parola coniata apposta per farmi pensare ad un'altra stanza, do,,e non si pensa, ma semmai, si po11za. Il TEATRO ~UOVO _nonsorgerà mai in Italiafinchè non sorgeranno dei f!l.ovani,che vogliano proprio il teatro a modo loro, e allora son.odisposti a farselo in upa stanzetta o in una stalla; in una cantina. o in una soffitta, e rinunciano per dieci anni a entrare nei grandi teatri, ad avere il battesimo dei grandi critici e a prendere le percentuali sugli incassi. Insomma come· la nuova letteratura, la letteratura moderna, è sorta soltanto q~ando dei fio- caratteri degli incotti prodnltivi. , Iniziative.-i-che nel 1918 sorsero per ridurli vani hanno fatto delle piccole riviste, hanno rinunciato a coltura, facendo le hecessarie ingenti per molti -anni ai grandi giornali, e ai grandi editori, çosi spese di ·bonificazio~e nei Comuni di /lVIas- il teatro non si rinnoverà in Italia se non quando sorge~ serano, Brusnengo, Castelletto Cervo, e che ranno dei • piccoli teatri •. I quali non sono i teatri dei -. grande vantaggio avrebbero arrecato ai bi- filof-Irammatici,di provinciale memoria, come le piccole lanci dei Comuni medesimi, s' infransero riviste non furono e non sono e non saranno mai le ri· contrJ la violenta oppòsizio_ne delle locali viste di letteratura.p,ovincial~. popolazioni che temevano di essè~e danneg- COLTURA 0,1 GIORNALISTI - Nei nostri gioraagiate per l'eventuale privazione cli magre listi (e anchenegli uominipolitici)si vedein generaleche quantità di legna, fieno, st r:amaglie càe e• la loro conversazione e la loro coltura non va più in là di rano abituate ;i, go d ere. Simili opposizioni una.cena data. Si può stabilire con esattezzaa quale incontral.'ono,tentatiyi analoghi due secoli f!. • « stato » geologicoessi appartengono. Ce ne sono fermi J\ltre iniziative però, in varie località al 1880, al 1890, al 1900. Oraincomincianaovenirefuori stanno svolgendosi. con miglibr frutto, ma d . a· d quèlli fermi sul 1))10 (Crocianesimo ecc.). Quella ~ata, quanto ad alcuni tentativi 1 I,sso amento è la data· del lor.9 e:. af!l.vo \,_ E' la data in cui sono riee coltura fatti durante la guerra coll'ausilio sciti direttori o deputati o che altro so io. Da quel dell'opera militare, non par.e abbiano dato giornonon hanno aperto più un libro, non hanno pi1), favoreyole risultato. D'altronde sulla, conve- interrogatoil mondo. nienza economica di tali, dissodamenti non ,; sempre si han.no precise nbziorÌi; e poi, .dato FANCIULLEZZA.-- Nessunvolto4i uomo ha il riposo eh~ si tratta di terreni appartenenti in mas- ; çli quello del bimbo, nemm.fnOnella morte, che P.urras• ·sima parte a Comuni e su cui le pololazioni serena t~tti i volti. Quanta poesia ..s. i è fatta su questa. godono "'Certbi enefizi, vi è sempré l'ostacolo purezza ed innocenza! Ma io preferisco i volti dove la fortissimo frapposto dall'avversione delle medit~zione 1t3 lasciato i suoi segni, dove la vita ha incapopolazioni stesse ad ogni dissodamento. vato le rughe, dove ~i legge che si è pagato il nostro Non s.appiaffiO ·quale azione potrà svol- debito al mondo, il nostro contributo alla creazione eterna. gervi l'Opera Na~ionale per i Combattenti. La troppa contentezza e i volti •troppo floridi, mi han • Al patriino!)iO(.,4i tj_uesto Istitut<? sono pas- sempre lasciato perplesso; mi ,Pare che su quelle anime sate le tenute Casanova è Molina:sso, situate fra Carmagnola e Poirino, dell'estensioné complessiva di 2816 ettari. ·sono note •le miserevoli condizioni in '.cui versava la coltivàzione di questi terreni, fino a poco tempo fa appartenenti al dèmanio patrimoniale dello' Stato. All'Opera non mancano certo i mezzi per compi~rvi i molti miglioramenti necessari, e la sua azione, se ben indirizzata, potrà essere molto benefica specialmente se fatti i miglioramenti, agevolerà I~ vita sia passata come • .sopra uno sfrat~ di oli? o di sapone, senza incontràre resistenze, senza lasciare una scalfitura; anime sulle quali non è. stato mai scritto nulla. • • '~ Giuseppe Prezzolini. .• La verità e·conomica Robinson prottzionista. il passaggio della proprietà dei terreni'. in Se-~'è un argomento cui si attagli perfettamentt convenienti lotti alle singole famiglie di /a sentenza del. Panta/eoni sulla facilità con cui ogni coltivatori. Malgrado ljl ca\-atteriS t iche ec- generazione dimentica le verità economiche apprese cessivamente burocratiche che l'IS t ituzione dalla precedente neripetegli identicierrori, questo ' rive;!~• l'azi?n~ attiva e podero~a che essa arg9mento è la-questione doganale. Possiamo quindi, ·h~ _is;la commciato a ~voll,l"_ere 10 . alt_re re- _ sicuri di fate cosa utilissima, ·riprodurre in parte g10~1 colla poten;1'a. dei ·suo,1 mezzi, c'. sono qualcuno dei divertenti e acuti apologhi con cui, setcag1?ne ~ bene sperare anche per 1op~ra tantacinque anni fa; FedericoBastiat battagliava per sua m Piemonte. il libero scambio.• BERNARDO ·GIOVENALE. Quello che qui traduciamo e riduciamo intitolato,. (1) Cfr. < Fed. It. dei Consorzi agrari di Piacenza :.. « Autre chose •, Secondo ...A,nnuario1911. - « Le S,ocietà agrarie di ac• quistoin Italia finoal 1910-,. Milano, 1911; pagg.55 e seguenti. E, una P.ubblicazioneche contiene numerosi e è fra i meno conosciuti : • \ . _autorevo!idati sull'agricoltura iu tutta l'Italia. Nel prossimo numero: Il. Sguardo all'agrfèoltura piemontese durante un secolo (1?80-1880) In seguito a numerose richieste siamo riusciti a raccogliere alcune collezioni della nostra rivista Energie Nove che uscìa Forino· nel 1918-1920- e '"'!Zeliqauale, oltre al direttore Piero Gooetti, scrissero Santino Caramella, Luigi Einaudi, Giovanni Gentile, Giuseppe Prato, Achille loria, Ubaldo Formentini, Balbino Giuliano, Ernesto Codignolq, Umberto Ricci, Gino Borgatta, Vincenzo Porri, Angelo Tasca; Antonio Gramsci, Giuseppe Stolfi, ecc. Per chi desidera conoscere il processodi formazione della- Rivoluzione Liberare e i suoi antecedenti culturali, meUiamo in vendita· tutte e due le serie (formato ottavo, su due colonne, complessivamenie 450 pagin,e circa) al prezzo di L. 30. Si tratta di un documento ormai rarissimo e, per •i giovani, di una buona guida nell'esamedei problemi politici, letterari, filosofici. - Spiegatemi il meccanismo e gli el!etji della protezione. - La cosa non è facile. Prima d'·al!rontare il caso complesso, bisognerebbe studiare il fenomeno'"- nella sua più semplice manifestazione._ - Prendete pure il caso più semplice che volete.. - Vi ricordate c9me fece Robinson a fabbricare una tavola, pur essendo· sprovvisto di sega? - - Sì. Abbattè un albero, e poi con la sua ascia tagliò il f9sto a destra e a sinistra, s/nc,.hèlo ridusse ·all9 spessore d'un asse. - E ciò gli diede molto lavoro·? - Quindici giorni filati. ~ E durante questo tempo di cosa visse? - Delle sue pro~viste. - E che cosa capitò alla scure? - Si smussò tutta. - Benissimo; ma probabilmente non sapete che al momento di dare il primo colpo d'ascia, Robinson vide una tavola gettata dall'onda sulla riva. - Che fortunata combinazione I E naturalmente corse a prenderla I • . - Fu il suo primo movimento: ma poi si arrestò, ragionando còsl : , Se vad.o a raccogliere quella tavola, ciò no'ìt mi costerà che la fatica di portarla, il tempo di discendere e di, risalire la spiaggia. « ·se invece faccio una tavola con la mia scu~e, prima di tutto ,;,i proc:ureròdel lavoro per quindici giorni, in secondo luogo consumerò la scure, e poi consumeròle mie provviste: terza sorgente di lavoro perchè .occorrerà sostituirle._ Ora la ricchezza sta / i

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==