RE NUDO - Anno XI - n. 91 - ottobre 1980

que to comincia a dare i numeri! Ero convolta. Ma non proprio in sen o– positivo, lo evitavo. Più avanti altri sannyasin vennero al centro, a parlare delle meditazioni, e mi fecero leggere una de crizione della Dinamica ... Wow, mi eccitai subito! Solo leggendone la descrizio– ne. mi sembrava che ques/a Medi1a– :.ione racchiudesse tutto quello che avevo fallo sinora, 1u11ele possibili1cì immaginabili: p icologiche, emozio– nali, analitiche, catartiche, mi tichc ... ' C'era tutto lì dentro. Era un richiamo 101ale! Ci potevi mettere dentro ogni cosa. Devo provarla - mi on detta! li Re piro - il ilenzio - la Catarsi - la elebrazione era tupefacente: ogni terapia che fo se mai stata inventata era ontenuta nella Dinamica ... E la pen o ancora così! Tutto quello che devi fare è la Dinamica! Ho comin– ciato a farla ogni giorno, per tre an– ni... Poi cominciai ad ascoltare qual– che ca etta con i discorsi di Bhag– wan, e la sua voce cominciò imme– diatamente a creare qualcosa, dentro di me ... Mi stavo innamorando di que ta voce! Facendo la Dinamica le co e cominciarono a muoversi den– tro di me così velocemente. come mai 1 nella mia vita: pazi e sensazioni chè mai avrei potuto immaginare. Cose che con le terapie mi avevano preso anni ed anni, ora mi i rivelavano in una ettimana! Ed in qualche modo fui capace di assimilarle. di integrarle al mio E - sere ... Mi divertivo come una pazza e cominciavo ad andare in giro coi, la faccia del perfetto idiota ... Era bel– li simo! Quindi cominciai ad intro– durla nelle mie terapie. e nei gruppi, e molte co e cominciarono a ucce– dere più o meno a tutti. Una ventata di aria fresca era en– trata di prepotenza nel movimento! Ed era un vento che veniva dall'India. Sarei morta a quel tempo. e non aves i incontrato tutto que to. Mi ero eparata da mio marito, e fu un vero trauma. Ero tornata a ew York, perché nonostante le medita– zioni, ero a pezzi, cercavo evidente– mente qualco a a cui aggrapparmi, co ì deci i di tornare nella mia fami– glia. E tornata che fui, vi ta la mia famiglia, capii che non era nemmeno questo: anche la primitiva illu ione era crollata. Seppi improvvisamente che ero pronta, dovevo prendere il Sannyas. Tornai ancora una volta a Londra e dopo alcuni giorni ero al centro di meditazione, ascoltavo le parole di Bhagwan e una mia amica venne di- cendomi con aria provocatoria "Ieri avevi detto che oggi avre ti pre o il annyas!" "Mai detto que to - ri– posi io - ed era vero, non l'avevo detto ... E lei di e "Ma ti ho sentito io, l'hai detto!". " o, è impossibile ..." Faccio io..." E lei "Ti fido a farlo! ... Era ciò di cui avevo bi ogno, era la cusa di cui avevo bisogno per pren- dere il annyas, perciò pre i il san– nya per fida!" Cosa vuoi dire, che mi fidi ... lo po so fare qualunque co a, non ho paura di niente, io! ''Andai da Yeena, che guidava il centro a quel tempo, e le dissi che volevo prendere il sannya , imme– diatamente. Lei stava ervendo del te a qualcuno, ma mollò tutto subito, ridendo. Non avrebbe mai pen ato, come tutti del resto, che un group– leader pote e prendere il annya , c'era un solo precedente, Teertha, in tutta Londra. e i gruppi leader hanno fama di avere un ego enorme ...! Tutto il movimento ne fu impressio– nato. oprattutto i "colleghi". Il giorno dopo che i eppe in giro, due. altre per one del movimento venne– ro a prendere il sannya . dopo qual– che giorno altre quattro per one ... dopo di me cominciarono tutti a ca– dere come birilli. tutti volevano prendere il annyas ...". Re udo: "Come hai avuto il tuo nuovo nome, Sudha?" Sudha: ·'Al centro avevano dei nomi inviati in precedenza da Bhagwan e Yeena mi chie e e vole– vo uno di quei nomi o e volevo crivere a Bhagwan. Dissi che volevo crivergli. Gli cris i una lunga let– tera, molto seria, che parlava delle mie pene. delle mie difficoltà ad imparare. che imparo olo attraver- o le crisi. che vorrei qualcuno che mi guida e attraverso alcune altre cri i, perché da ola non ce la faccio più. e del re to capi co che un mini– mo di consapevolezza può entrare nella mia vita solo attraverso le cri– si... ed unii una mia foto. Dopo un po' Bhagwan mi mandò il mio no– me, Ma Yoga Sud ha ed il mala e una sua foto, attraver o Purnam che tor– nava dall'India. Sudha vuol dire ·'nettare". nettare d'immortalità. Ancora pochi giorni e misi la mia firma ad un cartello che avevano appe o al Centro "Qualcuno vuole andare in India? "Ed eccomi a Bombay, in ritardo perfino al mio primo darshan. Tutto il gruppo dei cinquanta arrivati da Londra dove– va andarlo a vedere insieme e por- targli i regalini, era più come un in– contro di famiglia a quel tempo, enza tante formalità. E durante la trada per l'a hram fui chizzata di fango da un taxi, co ì dovetti tornare in albergo e cambiarmi ed arrivai in ritardo, quando tutti erano già den– tro, e mi sedetti in un angolino, fa– cendomi piccola piccola e dicendo a me tessa: "Eccolo là! La per ona di cui ho più entito parlare in que ti ultimi due anni ... Ed è ora davanti a me! on avevo alcuna idea udi lui, non sapevo co a fo se un Mae tro cosa fo e un discepolo, co a avrei dovuto dirgli, come dovevo edermi, cosa dovevo fare o non fare ... Come si dovrebbe parlare a qualcuno che è Dio! E mentre lo guardavo mi ~ i conto che era proprio un "bell'uo- mo"! Ci fu ubito una incredibile attrazione ti ica, da parte mia, all'i– nizio. Lo de ideravo proprio, mi chiedevo come avrei potuto portar– melo a letto ... Sapevo che una san– nya in era saltata nel suo letto una volta, e ci fantasticavo sopra, mi stavano venendo ogni sorta di fan– tasie ... Già a Londra, guardando la ua foto, sbavavo d'amore e di de iderio. proprio come una quattordicenne innamorata ... Ti embrerà un po' tupido, ma era anche il segnale che qualco a di gros o stava accadendo! Comunque quel giorno Bhagwan parlò ad uno ad uno a tutta questa bella gente arrivata da Londra, e quando fui chiamata disse: "Allora ques/a è Sudha? Ah ha ha ha ..." co– minciò a ridere, guardandomi negli occhi, ed io mi edetti davanti a lui, mentre diceva "Finalmente sei arri– vata! Ti ho a peltata a lungo ..." Ed io ho cominciato prima a tremare, poi ho appoggiato la mia te ta ul uo grembo, mi on ficcata il pol– licione in bocca ed ho cominciato a succhiarlo! on apevo nemmeno co a \avo facendo, ero completa– mente felice e vuota di pensieri, con una ol~ parola che mi rim,?alzava dentro home ...casa ...casa... E ta– vo lì. abbandonata nel uo grembo. e lui mi accarezzava la te ta e ridac– chiava, ed io seppi in un momento, senza alcuna ombra di dubbio, che era ques10 1 Non più bisogni di viaggiare, non più bisogno di cercare, In una ma– niera 1almen1e illogica, totalmente. irrazionale, senza averci pensato u un istante, sapevo che ero arrivata a casa. Non c'era alcuna possibilità di "discutere" con quello che stavo provando dentro il mio cuore ... E RE NUD0/7 questo continuò per quindici minuti che questa faccenda della tua par– circa, poi lui cominciò a parlare con tenza è finita! Tu resti qui!" Andai al altri, a fare domande, ma io conti- dar han quella te a notte, treman– nuavo ad avere la sen azione che ri- te, convolta fin nel più profondo des e a me, come se in superficie lui del mio e sere, chiedendomi "Bhag– parlas e, ma sotto sotto e la ridesse, wan, cosa mi stai facendo?" e Bhag– o meglio, non è che rideva, lui era wan mi disse "E' tato solo un espe– una risaia! Avevo incontrato unari- - diente per portar via le nuvole oscu– sata! Era come un'onda di ri ate che re..." Era durante il periodo della aliva e saliva ·sempre più, ommer- lecture "The Way of The White gendomi. Non potevo farci nulla, Cloud ..." non avevo mai incontrato niente del Ed in quel momen10 lui diven1ò genere nella· mia vita, ero tata em- davvero il mio Maes1ro! pre molto scettica ui guru, sui trip In quel momento, mentre avevo la spirituali, ai quando incontri que ta celta tra dire no, anche e la celta gente vestita di bianco, pallida, che era di stare qui, di rifiutarmi di tor– ti butta addos o due occhi eterei, nare in Europa per targli più vici– pieni di significato, e tu il "signifi- no ... Parado salmente, e volevo e - cato" non riesci proprio a vederlo e ergli veramen1e vicina, dovevo dire magari ti senti un po' a di agio, e ti ì, dovevo andarmene perché lui me fanno un po' pena. Ma lì, in quella lo aveva de110 ... Ed alla fine dis i ì, tanza, qualcosa slava succedendo, lo farò ... E appena di i i..".tutto era qualcosa di reale, con radici profon- finito. Avevo pre o il annya un de, e che al tempo te o mi portava anno e mezzo prima, ma quello fu il in alto. Ero Fatta!" momento in cui diventai veramente Re Nudo: "Com'era la vita a quel tempo, in Bombay ... niente gruppi, nessuna attività... ti sentivi a tuo agio? Sudha: "Oh era molto bello. non e i teva l'a hram, ancora, ma i cam– pi si tenevano al Monte Abu e Bhagwan stes o guidava le medita– zioni, dava gli stop nella dinamica, ed era em pre lì con la ua energia, ed io feci appena in tempo a fare alcuni campi con la ua pre enza. A quel tempo era po ibile vedere Bhagwan tutti i giorni, non solo du– rante il campo, ma dopo le medita– zioni che si facevano normalmente ulla piaggia di Chapati, andavo a vederlo, 1u11i giorni. Co 'era lui per me, allora? - Era mio Padre! Tutte le mie proiezioni ul padre. ul pa– dre caritatevole, sul padre ine auri– bile ... Poi, esaurito il trip del padre, Bhagwan divenne per me l'aman1e! Prima ero passata per que to pa– zio primario, di ritrovata infanzia, con ango ce, desideri, bramo ie, ed il sentirmi piccola piccola, ed era un fenomeno as olutamente ponta– neo, e la vi1a mi accadeva ogni gior– no di più. E poi mi innamorai di lui, totalmente. Sedevo Ila le ture, contemplandolo, bevendo ogni suo ge to, ogni movimento delle sue mani, assorbendo ogni sua vibrazio– ne, ero così felice. E non apevo nemmeno di e ere co 1'felice! Re– stai circa un anno, poi tornai in Eu– ropa a chiudere le mie cose e a far su un po' di oldi. Un giorno ricevetti un uo me saggio "Torna ubito, qualcosa ta succedendo! ''Al che il mio ego ebbe un obbalzo di note– vole proporzione, ed in un me e ero a Poona, nel nuovo ashram. Al mio primo dar han Bhagwan mi guardò negli occhi e mi di e: "Ade so vai, torna a Londra!" Fu terribile. A quel punto, l'ultima cosa che avrei voluto al mondo era di la ciarlo ... ero molto attaccata a lui: era la parte dell'ego di "essere vicina al Mae- tro ..." E molto di que 10 de iderio era un trip di ego ... E lui tava ta– _gliando via tutta questa merda, dai uoi annyasin co ì mi ri pedi indie– tro! Mi ci vollero tre me i. per ac– cettarlo: pa ai attraverso mille trip diver i: trip di rifiuto, di angoscia, un dolore incredibile, il entirmi completamente abbandonata... da Dio! - come è po sibile? Final– mente accettai la co a per come era. Avevo il biglietto, la data della pre– notazione, avevo impacchettato le mie cose. e solo cinque minuti prima della mia partenza Laxmi venne da me dicendomi: "Bhagwan ha detto un annya in! Solo allora capii co a vuol dire es ere un di cepolo: Che contro tutto quello che senti, contro tutto quello che vuoi ... tu fai quello che il tuo Mae tro ti dice di fare!" Re Nudo: "Cominciasti subito col guidare il Tantra o hai fatto degli al– tri gruppi, prima di questo, nell'ash– ram?" Sudha: "Per alcuni me i ho gui– dato delle maratone, ma e ere un group-leader era l'ultima co a che volessi fare! Bhagwan me lo aveva chiesto. Poi mi di e di guidare il tantra-group, e l'ho fatto. Per me la parte più importante della storia fu che ebbi per I.aprima volta nell l<mia vita l'e perienza del surrender, dell'aver fede, senza alcun dubbio, mi di e di fare dei gruppi ... io la pen avo diver amente, fino a quel punto, ma io decisi di andare con1ro me s1essa e farli. Fu un si totale ... Il tantra group era già cominciato da un giorno e mezzo, e la donna che lo guidava si era ammalata, mi chia– marono in ufficio e mi di ero di o– stituirla, e io chiesi che co a.dovevo fare e loro ri posero che non lo a– pevano, che non avevano .mai gui– dato un gruppo! Entrai in quella tanza enza sapere assolutamente nulla del gruppo. Guardai i parteci– panti uno ad uno e dissi "Sono il nuovo leader. non so cosa sto facen– do ..." E mi risposero che nemmeno loro apevano cosa stavano facendo. co ì nessuno lo sapeva, ed era mera– viglioso1 e uno apeva, m -quello che era neces ario accadesse, accad– de. Fu una esperienza emplicemen– te tupenda! Ero immensamente ri– cono cente a Bhagwan per avermi chiamato nel momento gi11s10, e da allora il gruppo ha rappresentato questo, per me: un esercizio, se puoi chiamarlo co ì, una opportunità per togliermi di mezzo·e la ciar lavorare la sua presenza! Qualche volta uc– cede, qualche volta io non ono ca– pace, ma è Bhagwan che lavora nel gruppo, come in tutti gli altri, del re– sto ...! on vedo ne una differenza tra il tantra e gli altri gruppi ... for e c'è una maggiore enfa i sul "andar fuori delle tue abitudini ..." per ciò che riguarda il e o... ma non molto più che in ogni altro gruppo. La cosa più importante, per me è di l\ cire dalle tue abitudini ... Ti metti addosso qualche trip? Okay, ma guardalo, guarda in che trip ti sei messo! Smettila di compiangere ... Se vuoi puoi venire fuori, e allora molte cose succederanno. Certo, è rischioso, f!IC· • ricoloso, non sai più cosa potrà sue-

RkJQdWJsaXNoZXIy