RE NUDO - Anno XI - n. 91 - ottobre 1980

mente diverso. Un testo base come questo dà molte possibilità; e la cita– zione si porta dietro tutti i uoi an– ne i e connes i". Così gli Stupid Set. Effe11ivamente, con la balleria elellronica, un eia tico per fare il ba so. uno scarno sintetizzatore al po to dell'organo di Ray Manzarek, Hello I Love You quasi compare nell'elaborazione: è proprio il tem– po. mantenuto con rara precisione, a richiamare con in istenza i Doors, generando trane reazioni chimiche nel cervello dell'a coltatore. Inoltre. il richiamo ai Re ident (influenza evidentemente nell'arrangiamento) apre ulteriori possibilità al remake: rifare il pezzo di un gruppo nello stile di un altro gruppo ancora, un doppio remake, campo ancora 1u110 da e plorare. .....,iouxsie/Beatle : HEL TER SKELTER La drammatica. violen_ta Siouxsie ·Sioux non ha voluto scegliere i Bea– tle più ovvi. quelli dolci ed orec– chiabili. Ha preferito e plorare un lato qua i inedito del duo Lennon & McCartney: Helter Ske/ter. trano divertissement di apore hard rock. dal famo o doppio The Beat/es. Un pezzo già atirico di per sé. già rifa– cimento a modo suo, che George Martin aveva e aperato al ma simo, con barocche ovrapposizioni di chi– tarre ritmiche. I Ban hees ne forni– scono un'oppo ta ver ione, a ciu11is- ima, con il trio chitarra-basso-bat– teria come supporto per la voce ta– gliente. Un Helter Skelter tanto più aggressivo dell'originale proprio in virtù del lavoro di sfrondatura: una volta tanto, l'ironia era tulla nell'ori– ginale, mentre il ramake assume toni addirillura tragici, riportando l'hard al suo primo significato. Un gioco di specchi che capovolge la prospelliva di Residents e Devo. ' XTC/Bob Dylan: ALL ALONG THE WATCH– TOWER Doppio confronto: con Bob Dylan e con Jimi Hendrix. Ma gli XTC, qui nella loro prima versione, con l'im– portante contributo di Barry An– drews all'organo. ne e cono brillan– temente, pezzando il ritmo e la voce quant'era pos ibile. Ben frullata anche l'armonia. che mantiene un collegamento appena nominale con quella dylaniana: Andrews aggiunge il suo tocco di classe, un ere cendo di organo che finisce per occupare l'in– tero spazio onoro. otevole infine_ la coda, con il suo ridurre il testo a -poche sillabe sconnesse e la tru– mentazione a pura scansione di ac– cordi sincopati. Uno dei primi con– fronti della new wave inglese con il passato. · Snakefinger/Ennio Morri– cone: MAGIC AND EC– STASY on è que to un remake che I ri– faccia alla storia del rock, comunque intero. Ma l'astuto chitarrista Sna– k~finge_r Lithman .. m~no~rando fil-I tn, con e percu s1oni p1u o meno elellroniche (con l'aiuto dei oliti Residents), dimo tra che anche dai temi più tri ti si può e trarre della buona musica. Tanto più che non cerca di travolgere l'originale ad, ogni co to; anzi. le parti vocali, ri– chiamando un genuino jungle style, trizzano l'occhio alla magniloquen– za morriconiana. Fino a creare un impianto fonico che potrebbe adat– tarsi benis imo alla colonna onora di un western urreali ta. o di un ipotetico film avventuro o-e otico di marca fa binderiana. Flyng Lizards/Brecht– Weill: MANDELA Y SONG Money e Summertime Blues sono indubbiamente i rifaciinenti più noti ed ammirati di quell'impeccabile diabolus in musica che è David Cun– ningham, l'anima dei Lizards. Ma Mandelay Song è un bell'e empio del suo per onalissimo stile di lavoro, e per di più lo melle a confronto non soltanto con Weill e Brecht (che u furti di questo genere la sapevano lunga) ma anche con i Door e la loro ver ione di A /abama Song. Cunningham, da una parte, è fe– delis imo alla lellera dell'originale, con tanto di pian ritmato e core11i; ma tratta il tulio in sede di mixaggio, accelerando indebitamente il na tro, ne con egue lo snaturamento della voce, e la me a in caricatura di tulio il conte to. E con appena due o tre rallentamenti del flu so, aggiunge anche un tocco d'inquietudine (che come i a non gua ta mai). Confusional Quartet/Do– menico Modugno: VOLA– RE In que to ca o. la traduzione è quanto mai libera: della vecchia modugneria rimangono poche note tematiche. affondate nel jazz-rock matematico e preci o dei onfusio- RE NUD0/17 nal. Con un richiamo alla musica da circo perlomeno eloquente, e tu Ila la consueta sapienza strumentale del quarte Ilo. I Confusional pescano non a caso nel peggior tritume della canzone melodica italiana: l'idea è proprio _quella di mostrare che è inutile rin– ·negare ad ogni costo il proprio e ere italiani. Con Volare svelano che, a volte, si può trarre vantaggio da una confessa italianità. L'elenco potrebbe continuare an– cora, ma a rischio oi diventare tuc– chevole. I più allenti avranno notato, tra l'altro la cospicua as enza dei Residents: ma sui loro metodi a– rebbe nece sario scrivere un intero trallato. Nell'attesa, arà utile la consultazione di The Third Reich 'n Roll (Ralph Records 1978), il loro di co più spinto ver o il rifacimento tout court. E' il caso di indicare anche altre opere di icuro interes e per chi voglia dedicar i alle delizie di que ta specialità. Oltre al già citato Cruising With Ruben & The Jets (Verve 1968), è indispen abile, sempre di Frank Zappa, We' Re Only In lt For The Money (Verve 1967). on potranno mancare. inoltre, i primi due di chi dei Roxy Music. Roxy Music e For Your Pleasure (Island 1972 e '73): infine. una pietra miliare. Here Come The Warm Jets di Eno. che riletto in que to en o velerà tulla la ua im– portanza. Paolo Bertrando OTA (I) Per remake in sen o treno s'intende il rifacimento. più o meno lenerale, di un ben determinato pezzo. Remake in en o lato è invece l'utilizzo di tilemi del pa - salo per co truire mu ica nuova. l!1questo articolo sono tranati esclusivamente i ra– make lenerali .

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