RE NUDO - Anno XI - n. 90 - settembre 1980

dubbio, e della crisi che si trascina per un certo periodo proprio quando il momento, cd il pubblico. ed il pe– riodo, avevano trovato il motivo per la ricerca linguistica-logica-ideologi– ca di una fantascienza realmente "diversa". Da "Nova", a "Dhalgrcn", il co– losso di 900 pagine (paragonate da alcuni a Joyce, da altri considerate nulle e masturbatorie) che riapre l'auività di ricerca, pa sano sene an– ni. In questi tempi escono solo rac– conti, e Delany sembra essersi ac– quietato. el 1971 "Al servizio di uno strano poter~", raccoglie buona parte dei suoi lavori "brevi" usciti fino ad allora; una misura "minore", quindi, più per lunghezza che per intensità (ricordiamo che nell'epoca "aurea" della sua carriera Delany fece incclla di premi Hugo, e Nebu– la, sia con i romanzi che con i rac– conti). "Il tempo considerato come una spirale di pietre semiprczio e" (1969) ad esempio rapporta la "de– vianza" nelle vesti di un ladro che si trova ad "avere" le cose, anche trop– po fortemente: ''Il Buco tra le stelle" ( I968) dividendo in due "parti" la gente, chi può riuscire nel viaggio interstellare, riproduce ancora una volta l'eterna dicotomia tra gli esseri; "Sì, e Gomorra" (1967) indaga nell'omosessualità "coana" degli astronauti dopo che sono ritornati alla madre Terra. Delany si rivela quindi grande maestro. e sul piano tematico, e su quello stilistico, anche alla distanza. Se la sua grande in– fluenza sul ·'genere" s'interrompe con il tempo, ciò è dovuto ad un momento di "stasi" nella sua raffi– gurazione: logica, ed estrema con– clusione di un lavoro intessuto così stre11amente al personale (in "Ein– stein perduto", brandelli del diario di lavoro dell'autore, frammenti del suo diario di viaggio in Italia ed in Gre– cia; in "Nova" abbiamo .visto una completa e totale autoanalisi dei rapporti personali nell'artista con l'arte e la vita; e così via, nei tormenti di gay, di nero, di "marginale" della propria scelta di "marginalità") e fuoriuscito nel sociale per quest'asse trasportante, da rivelarsi più denun– ciatorio di altre situazioni. L'influsso di Delany sulla le11eratura fanta– scientifica è ancora da guardarsi, nel tempo, tale e tanta è stata; resta il fallo di ritrovarla. Oltre "Dhalgren", nel 1976 l'uomo con "Triton" tira un'a11imo le file del proprio discorso intetizzando le esperienze rese pre- cedentemente. In Triton è ancora l'amore la molla fondamentale del discorso; un'amore all'Orfeo, dove Orfeo si chiama Bron ed Euridice è la Spiga, a11rice-regista di teatro speri– mentale. Ma è un'Euridice che rifiu– 'ta il contano con l'uomo, di propria scelta: lui è un'esperto di metalogica (ancora un'altra forma di "nuova lo– gica" che permelle di agire sulle strullure "'relazionali" della logica, al di fuori di quelle contenutistiche) e lei è invece un'artista, una donna che si dà alla vita - quotidianamente - al di fuori delle "imposizioni" di certo condizionamento; Delany ha di fatto superato, quindi, certe sue affermazioni delle co e precedenti. Ma a questo s'accompagna il recu– pero delle tematiche sessuali di altri lavori: e i tono molti se si "diversi". e la possibilità di cambiare il proprio in poco tempo (è ciò che Bron, alla fine della sua avventura, deciderà di fare; obbedendo ad un suo esser "logico" - lui che un tempo era un "prostituto" - che il suo "io co– sciente" suggerisce; io che "può" barcamenarsi tra l'essere cd il non essere. così. e che può anche stare a cercare di comprendere le proprie motivazioni. Sullo sfondo. tracce di utopie. di guerre galà11iche pagate dalla distruzione ''immediata" dei civili. Il senso di disperazione che trapela da questo lavoro è forse uno stadio più in là di tulli gli altri lavori. e, idealmente, si può collegare ~ "Ein tein perduto". con un "finale" rovesciato: le tesi tirate all'estremo. vengono così esposte con una cru– dezza inconsueta. Perfino la metalo– gica. non è che una frammentazione dell'io: l'arte. poi - ultima salvezza - solo per chi riesce a dissociarsi totalmente: la ricerca della consape– volezza si esplica in un continuo, ri– ballcrc. ritornare indietro. muoversi RE NUD0/25 ancora, per approdare poi all'ascolto di sé. Su Bron, si estendono le ombre di neri. di lesbiche, di omosessuali. di artisti e metalogici. di polizioui. di fanatici religiosi. di una società che anziché giungere alla "costruzione" inverte le sue basi di partenza ''edo– nistiche" e arriva alla "dissoluzione". E da Bron. a Samuel Delany. il passo non è poi tanto lungo.

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