RE NUDO - Anno XI - n. 90 - settembre 1980

ULTIMENOTIZIE DA BOLOGNA Aggiornamenti sulle vicende dell'onda rock bolognese Esce in questi giorni per le Edizioni Re Nu– do Bologna Rock, del nostro collaboratore Paolo Bertrando. Ecco un resoconto degli avvenimenti più recenti della Bologna musi– cale. 1. Vecchie Glorie N on si possono tralasciare i gruppi gloriosi, i creatori del rock di Bologna. Cercherò di seguirli tutti, anche se, per ra– gioni di spazio, è impossibile ap– profondire debitamente le vicende di ciascuno. Gli Skiantos, i primi, ci sono an– cora; anzi, è imminente l'uscita di un nuovo album. Ma sono ormai privi di due personaggi come Freak Anioni e Jimmy Bellafronte, e stentano a ritrovare la misura di un rock demenziale che non può, pena la sua stessa sopravvivenza, diventare istituzione. Freak Anio– ni, dal canto suo, ha passato un lungo periodo di "perplessità e confusione" che, assicura, ri– schiava di vederlo abbandonare definitivamente la scena musicale. Oggi, recuperata almeno in parte l'usata verve sembra deciso a concretare il progetto neodemen– ziale dei Recidivi, insieme ai vec– chi compagni Jimmy Bellafronte e Bubba Loris. E alcuni assicurano di averlo riconosciuto in un certo Astro Vitelli, che lavora a tempo perso con lo Stupid Set. E' proprio dagli Stupid Set, i più elettronici di Bologna, che sono venute le maggiori sorprese di quest'estate. Finalmente si sono costruiti uno show di tutto rispetto e, sul piano musicale, hanno ab– bandonato la sudditanza nei con– fronti dei Residents che era il loro nao più rilevante. Ora si comincia ad intravedere meglio la loro per– sonalità neorock (o antirock), di cui l'EP Hello I Love You è ormai testimonianza datata e scolorita. Su un piano di ottima tenuta si Confu,ional Quarlcl mantengono sia il Confusional Quarte! che i Gaznevada. Più tranquilli, com'è nel loro carattere, i Confusional, che possono già contare sul sostegno di un so– stanzioso album, ed hanno ulti– mamente raggiunto anche una perfetta tenuta da palcoscenico. I Gaznevada, come sempre trava– gliati e problematici, sono ancora alla ricerca della consacrazione discografica. Stanno finendo di incidere un disco, su cui però è tenuto il più stretto riserbo. Se manterrà le direttive del nuovo sound Gaznevada (vedi l'intervi– sta su Re Nudo n° 86), è facile an– ticipare un più largo uso delle ta– stiere, una struttura strumentale sempre più compatta, e soprattut– to una radicale destrutturazione delle liriche. Non mancano, anche in quest'area, i progetti solistici, con Andy Droid intenzionato a creare un gruppo (Andy & the Bros.) in cui canterebbe da solo accompagnato da strumenti auto– matici, e Sandy Banana impegna– to a concepire una strana opera tropical-ska. I Windopen sono oggi un quar– tetto, privati dopo anni del chitar– rista Giorgio e del sassofonista Poli. Hanno inciso un singolo, ri– mangono insoddisfatti del loro status, e sono ancora in attesa dell'occasione definitiva. Ma sono pazienti, e aspetteranno. I Luti Chroma, dati per finiti non più tardi di un anno fa, sono invece in piena attività, hanno all'attivo un recente Lp, e possono dichiararsi soddi– sfatti. Peccato che, almeno su di– sco, abbiano perso parte dell'u– sato mordente. Andy Forest & the Stumblers sono, con qualche rimpasto, sempre attivi, mentre più confuse sono le notizie di Naphta e Chea– ters. Per concludere, i Rusk und Brusk, che non erano mai riusciti a trovare la giusta misura, si sono sciolti. Dalle loro ceneri sono nati da una parte i Naphandez e dall'altra i Revoluski Proletaria!, che promettono di rinverdire i fa– sti demenziali dei primi Rusk (al– meno dai nomi: è troppo presto per sapere qualcosa di concreto sulla loro musica). 2. Nuove Promesse F in qui quello -::he è ormai l'establishment bolognese. Ma era dalle cantine che si aspettavano novità appetitose: chi sono i nuovi virgulti della scuola rock? Oderso Rubini (ltalian Re– cords): "Non possiamo parlare di novità sostanziali, almeno negli ultimi sei mesi. C'è stato soprat– tutto un consolidamento dei gruppi già esistenti, che hanno reso operative quelle che prima erano semplici possibilità. "I nuovi gruppi di un certo inte– resse, in questo momento, ven– gono dalle provincie vicine: Mo– dena, per esempio, dispone di un gruppo come i Rats, e non è l'u– nico; a Parma abbiamo trovato i Kerosene, e adesso sembra che ci siano gruppi nuovi anche in posti come Rimini. A Bologna in– cominciano a muoversi dei gio– vanissimi, orientati un po' sullo stile dei Residents, ma credo sia ancora troppo presto per aspet– tarsi risultati concreti". E, del resto, è chiaro che per i giovani musicofili volonterosi Bo– logna è diventata una piazza dii– . ficile. Proprio perché i gruppi del- RE NUD0/17 la prima ora hanno ormai impara– to a suonare, e a suonare bene, affinando di conseguenza il pala– to degli spettatori. Oderso: "Senza contare qual– che negligenza anche da parte nostra. Non abbiamo avuto, nell'ultimo anno, né il tempo né il mezzi per seguire tutte le novità che venivano fuori. E non bisogna dimenticare che uno dei segreti del Bologna Rock erano state proprio le strutture disponibili". E infatti l'unico disco realmente nuovo uscito da Bologna negli ultimi tempi è un singolo allegato al Red Ronnie's Bazar, con pezzi di due sconosciuti gruppi elettro– nici, i Frigos e gli O-Zone. Non si tratta però di giovani appena giunti alla ribalta: sono pseudoni– mi dei tecnici e produttori dell'Harpo's Bazaar, in vena di divertirsi con la loro tecnologia. Ma quello che davvero conta è che ormai l'idea del rock periferi– co, del rock autoctono e autoge– stito, è riuscita ad attecchire pro– fondamente lungo tutta la peni– sola. Gruppi nascono come fun– ghi, con alterne vicende e capa– cità non sempre di riguardo, ma almeno con la voglia di fare. E a distinguersi, ancora una volta, non sono le metropoli ma le pic– cole città: Pordenone, con una "scuola" già consolidata (Feed– holt, Waalt Diisney ecc.) che at– tende l'uscita di un disco colletti– vo, Vercelli, Brescia, Savona e così via. Ecco, al di là di ogni risultato discografico, è proprio questa diffusione di un'idea la conse– gueza maggiore, e la più impor– tante in prospettiva, di tutta la vi– cenda Bologna rock. Paolo Bertrando

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