RE NUDO - Anno XI - n. 89 - agosto 1980
RE NUD0/8 è più misurato, dice di non conside– rarsi buddhista ma di avere un grande rispetto per il lavoro di Trungpa e co ì via... ma i veri buddhisti del gruppo della Scuola di Poesia Disincarnata (la sezione poetica del Naropa lnstitute .d.R.) sono Ginsberg, Orlowsky e l'Anna Waldman ... poi in un certo senso anche Diane di Prima è molto inte– ressata al Buddhismo e Philiph Whalen è un monaco Zen ... e, come saprai certamente, c'è Gary Snyder che da moltissimi anni studia e pra– tica lo Zen cd è stato anche in un mona tero in Giappone. Anzi direi che Gary Snyder è anche più rigo- · roso di Ginsberg ... quando fa i rea– <lings si siede. e rimane seduto per tutta la serata, nella esatta posizione di meditazione ... Il libro for e più bello di Chogyam Trungpa è, "Il Mito della Libertà e la Via della Meditazione" dove sono raccolti alcuni suoi discorsi che hanno come soggetto di indagine la autentica libertà e l'urgenza di una liberazione interiore da realizzare non in improbabili paradisi futuri, ma qui ed ora nel corso della nostra esistenza quotidiana di tutti i giorni. A grandi linee la tesi magistralmen– te, e spesso assai poeticamente, so– stenuta da Trungpa è che la vera li– bertà non consiste tanto nella rea– lizzazione dei nostri scopi e dei no– stri desideri ma piuttosto nel com– prenderne l'origine e soprattutto nel comprendere la vera realtà del mon– do e di noi stessi. Non ti sembra che una riflessione del genere sia straordinariamente analoga al clima della cultura del dissenso degli anni cinquanta e ses– santa? Del tutto vicina, tanto per in– tenderci, ai dialoghi che Jack Du– luoz (alias Jack Kerouac) e Dean Moriarty (alias Neal Cassidy) si re– galavano l'un l'altro lungo le strade d"Americanei giorni del loro amore– amicizia? Sì... d'altra parte l'abbiamo detto all'inizio ... non per niente il Trungpa ha raccolto una grandissima parte di quello che restava dei gruppi del dissenso non-violento di quegli an– ni. E poi c'è anche un'altra osserva– zione da fare. Proprio la vera ragio– ne... se c'è stata una possibilità per quello che hai chiamato il Buddhi– smo americano è stato proprio que– sto es ere calati nella realtà quoti– diana da parte del Trungpa e di Tarthang Tulku. C'è nell'opera di quc. ti due lama la realizzazione del postulato caratteristico del Buddhi– smo tibetano e cioè che nirvana e samsara si identificano ... non c'è al– cuna fuga dal mondo in que to in– segnamento, o almeno così mi sem– bra ... non è certo il Buddhismo di Kerouac che credeva unicamente nel vuoto e riteneva la vita esclusi– vamente sofferenza ... era un Budd– hismo molto difficile da sopportare. in un certo enso ... non dimenti– chiamoci che Kerouac non aveva conosciuto il Buddhismo tibetano ... dirci che quello che que ti due lama stanno facendo è un tentativo di tra,mutare il mondo piuttosto che negarlo ... e qui vengono le espe– rienze spirituali, della meditazione, della non-violenza, dell'aiuto reci– proco ... Della compassione ... Della compassione certamente ... quindi una possibilità di agire come esseri umani nei confronti di altri esseri umani ... dove umanità è intesa come spiritualità. Il valore ultimo è quello spirituale ma, ad esempio, anche il valore del tuo corpo è ac– cettato e ricono ciuto come molto importante. Una spiritualità tutta interna all'umanità ... Senza dubbio ... ad e empio tutto l'entourage di Trungpa è com posto da gente che ha una vita assoluta– mente normale ... mangiano. bevo– no, i innamorano ... ma per tornare alla tua domanda. sono convinta anch'io che in quello che abbiamo chiamato Buddhismo americano ci siano molti echi. molte assonanze con le generazione di Kerouac e Neal Cassidy ... la stessa urgenza di una libertà non formale ma effetti– va. una voglia di scoprire la radice delle co e, pensa alla frase di Ke– rouac: "Voglio vedere Dio, voglio che Dio mi mostri il suo volto" ... inter,,ista li cura di Piero Verni D Morie'' è fa coragglpsa ~é cl\9 ogni Mato mentale, lviInclusele embzionl,rappreaeotauna situazione "'1,rttabllè, un- promemorianella pratica. detla meditazione. Cl rendiamo. conto che le situazioni caotiçhe non devono essere respinte. Né 'ctobblamo considerarle come regressive, come uri ritorno alla confusione. Dobbiamo rispettare qualsiasi cosa' ac– cada al nostro stato mentale. Il caos dovrebbe essere considerato una novità estremamente positiva. ...Trasmutare non significa respingere le qualità fondamentali delle emozioni. Anzi, come nella pratica alchemica del tramutare il piombo in oro, non rifiuti le qualità fondamentali del materiale, piuttosto ne modifichi l'aspetto e la sostanza. Cosi percepisci il flusso emotivo come è, ma tuttavia operi con esso, ti unisci .ad esso. ...C'è la paura che l'emozione possa diventare troppa, al punto che potremmmo caderci dentro e perdere la nostra dignità, il nostro ruolo di esseri umani. Trasmutare comporta andare fino in fondo a tale paura. Lasciati essere nell'emozione, vai fino in fon– do, credi a essa, provala. Cominci così ad andare tu verso l'emo– zione, anziché semplicemente avvertire l'emozione mentre viene verso di te. Un rapporto, una danza, cominciano a svilupparsi. Allo_rale energie i;>iùforti sì fanno c_ompletaml!Jiltemaneggevoli anziché sopraffarti, perché non c'è mente da sopraffarè se tu non opponi nessuna resistenza. Ogni qualvolta non c'è resistenza, si viene a creare un senso dì ritmo. Musica e danza hanno luogo allo stesso tempo. Questo è il ruggito del leone. Qualsiasi cosa accada nella mente samsarica viene considerato il sentiero; tutto è sfrut– tabile. .Il ruggito del leone è il coraggio nel senso che ogni situazione della vita è sfruttabile. Niente viene rifiutato come cattivo-o àffer– rato come buono. Chogyam Trungpa da: Il MHo della Libertà e la Via della Meditazione . UbaldlnlEditore· Gli insegnamenti fondamentali del sentiero spirituale sorgono nell'intimo del nostro cuore. Se il nostro cuore diventa il nostro maestro e ci accorda fiducia, dal centro di esso fluisce il nutri– mento spirituale che libera energia salutari. In quel momento gli altri godimenti e le altre sensazioni sembrano, al confronto, degli sprazzi momentanei. ...Quando il nostro cuore è chiuso la vita ci sembra piuttosto vuota. Possiamo leggere dei libri, chiedere il consiglio di chi ci è amico e di chi ci ama, o cercare rifugio negli oggetti materiali, e continuare tuttavia ad essere angosciati e insoddisfatti. I diverti– menti non ci danno più molta soddisfazione e non riusciamo a trovare qualcosa di bello che in qualche modo non ci deluda; l'amore è inafferrabile e non c'è nulla che sembri aver senso o valore. ...Nell'oceano vi sono rocce che l'acqua ha ricoperto per mi– gliaia d'anni, eppure all'interno rimangono asciutte. Analoga– mente, possiamo cercare di capire noi stessi immergendoci in varie idee e filosofie ma se il nostro cuore è chiuso e freddo, il loro vero significato in realtà non ci tocca. Indipendentemente dal luogo in cui ci troviamo o da ciò che facciamo, se non siamo aperti, nessuno, neppure il maestro più sommo, ci può raggiun– gere. Anche se siamo adulti, c'è il) ciascuno di cui noi qualcosa di infantile. C'è un bambino che vuol crescere, saltare, maturare, ma gli manca il giusto nutrimento. Egli conosce un solo modo di soddisfarsi: quello di esigere e di afferrare. Così, dietro ogni azione c'è l'ego: un ego che comanda, che manipola, che è pos– sessivo. Possiamo avere un sollievo occasionale d 11a nostra insoddi– sfazione, ma ben presto i nostri ricordi ci creano nuove cupidigie. ... Tutti desideriamo la felicità, ma è una mèta che pochi di noi raggiungono a causa del ciclo, che sembra senza fine, di attesa e delusione. Ma è un ciclo che può finire. Se riusciamo a disfarci del nostro attaccamento e del nostro afferrare possiamo crescere spiritualmente e provare un'autentica gioia. Le api si nutrono del nettare dei fiori, ma non vi si aggrappano. Un sistema dunque c'è: un sistema che non coinvolge l'ego. Non dobbiamo far altro che essere. Possiamo dimenticare l'ego - liberarcene - e rilassarci completamente. Non abbiamo biso– gno di pensare a "me" o a "te", o a quanto guadagnamo o perdiamo: possiamo semplicemente espande e la nostra sensibi– lità, il nostro rilassamento, la nostra calma, la nostra gioia. Pos– siamo continuare a espandere la nostra consapevolezza: liberi dall'ego, da attese, giudizi, indentificazioni. Se lo faremo, inco– minceremo veramente a crescere . ... E' importante non sforzarsi di conseguire alcuna particolare esperienza: rilasciatevi senza distrarvi e senza perdere consape– volezza. ...Quando il nostro cuore è aperto, tutta l'esistenza appare na– turalmente bella e armoniosa. Non si tratta semplicemente di un'altra fantasia: è veramente possibile vedere o sentire in questo modo, ed è questa l'essenza degli insegnamenti spirituali. Tarthang Tulku da:Gesto d'Equilibrio (Ubaldini Editore)
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