RE NUDO - Anno XI - n. 89 - agosto 1980
R. Con tulio il rispetlo per Calogero, la tesi ~he vede un unico disegno eversivo, da Potere Operaio all'Autonomia e alle Brigate Rosse è solo un documento della sopravvivenza dei tratlati sui demoni nel nostro tempo così ra– zionale. Fa ridere e fa paura. Perché l'effeuo del terrorismo sulle intelligenze è devastante quanto quello sui corpi. Due esempi: la riva– lutazione delle tesi del prefetto Mazza che parlava di estremisti rossi a migliaia e armati, quando - a quei tempi - si moriva si, ma solo dalla parte degli "estremisti rossi", e di terrori– sti o non ce n'era ancora uno o, se c'era. stava ancora pensandoci su. Un mediocre conoscito– re della storia di quegli anni sa, che le Brigate Rosse vengono dal filone marxista-leninista (stalinista). e che uno dei primi scontri teorici fu proprio quello tra Lavoro Politico (dove Curcio aveva una funzione di rilievo) e Potere Operaio. Inoltre. sa che soltanto qualche ope– raista. uso a moltiplicare e ingigantire. può co– struire una derivazione Potere Operaio-Auto– nomia. L'Autonomia è tato un fenomeno ben più vasto e in parte del tulio diverso dall'ope– rai mo: un calderone nel quale si sono rime– scolati molti filoni da quello controculturale e liberazionista al disfacimento dei gruppi del '68. all'indianismo metropolitano. Un modo come un altro. insomma. per designare una generazione prevalentemente estranea ai vec– chi filoni sessantotle chi. L'ex potop è stato uno dei tanti rimasugli riciclati nel pentolone auto– nomo. D. Secondo te che rapporto c'è tra una certa predicazione professorale e i momenti organiz– zativi ed esecutivi dei sabotaggi autonomi e della guerriglia? R. Un rapporto c'è. Ma va più nella direzio– ne dai falli alle idee che non dalle idee ai falli. Tra il sabotaggio e il terrorismo c'è comunque una differenza enorme. n sabotaggio colpisce le cose. è sostanzialmente rivolto ver o i mezzi di produzione e contro i prodot1i: il terrorismo è rivolto contro le persone. Ed è certo peraltro che il abotaggio non l'hanno coperto i pro– fessori. Chiunque abbia qualche pratica di toria delle lolle e dei comportamenti di fab- brica. sa che il abotaggio è diffuso noo olo dove i professori non si occupano di lolle ope– raie. ma dove esistono gli operai meno rivolu– zionari del mondo (Usa. Rft). Sabotaggio sono soprat1ut10 le migliaia di piccoli incidenti vo– lontari che si verificano quotidianamente in fabbrica. Quanto alla guerriglia: anche qui. atlenzio– ne. Credo ci sia omertà diffusa in giro. ipocrisia a valanghe. La guerriglia dei pestaggi - e qui ha ragione Bocca: a volte la spranga è perico– losa quanto il revolver - è dilagata per anni. dal '68 in poi. Si è svolta sollo gli occhi di tulli. in migliaia di episodi. spesso gravissimi. Una lolla per bande che è andata avanti per anni. per anni limitata a regolamenti di conti tra fa– scisti e rossi; e, in episodi limitati, ma non senza teste roue. add1nt1ura tra gruppi di estrema sinistra. Oggi qualcuno vorrebbe scor– darlo: questa è stata la scuola della guerriglia diffusa. Una scuola che ha creato la mentalità. l'abitudine. la pratica della guerriglia diffusa. In questo i professori c'entrano. se e quando c'entrano, alla stregua di tulli gli altri. E poi, fa comodo scordare. per cancellare il comportamento delle autorità che, con la scusa degli opposti estremisti (vedi il prèfetto Maz- 7..a). hanno sempre finto d'essere equidistanti. E invece, all'inizio, quando ancora nessuno ave– va alzato altro che qualche libro. hanno per– messo (se non favorito) che venisse sommini– stralo ai rossi lo stillicidio delle bande di pic– chiatori. quartiere per quartiere. scuola per scuola. E sollo occhi compiacenti o chiusi: chi non ricorda l'assassinio di Brasili o di Amoro– so~ Banda genera banda: non c'è dubbio. E altretlanto feroce e dissennata è stata la fase seguente: la caccia ai neri. Una scuola di be– stialità. non certo imparata sui libri (che ben pochi leggevano). Altra grande scuola di vio– lenza di ma a: le manifestazioni e le decisioni in merito prese dalle autorità. dai responsabili dell'ordine pubblico. "Chi semina vento ...". Molti signori. oggi con lo sguardo allucinato e la predica facile contro la violenza. erano ben felici (penso ai primi mesi del '68 per esempio) quando gente solo un po' agitata e armata di slogans più che altro. veniva affrontata a suon di botte. di lacrimogeni ad alzozero. e con cori di ''teppisti". provocatori. delinquenti. guerri– glieri" ulla stampa e alla televisione. C'è un detto di ie,sche interessante: pensar male di qualcuno lo fa diventare malvagio. A furia di vedere diavoli. i diavoli vengono fuori davvero. E a loro volta i diavoli generano de– moni dappertutto: un circolo vizioso. Voglio ancora ricordare a chi non ha buona memoria che la spirale terroristica inizia con piazza Fontana. nel '69. E che ancora nel '71- '72 non si verificano forme significative di lotta armata. Tullo questo non giustifica ovviamente l'opera di diseducazione, di risposta grossolana e fo– mentatrice di furie vendicatrici svolta dai gruppi estremisti. nessuno escluso (un esempio per quanto tempo molti hanno gridato "came– rata basco nero il tuo po to è al cimitero" e bestialità del genere). A questo autentico brodo di cultura cucinato da irrespon abili e incapaci cuori delle istituzioni e dal fanatismo del no- stro estremismo. vanno aggiunti i colossali er– rori degli unici che avrebbero potuto svolgere un ruolo di allento ascolto e pacificazione: le sinistre storiche e in particolare il Pci. Macchè 1 Certo noi eravamo esagitati. ma loro' E se da– vanti a un isteri mo infantile un adulto si fa prendere ?a una crisi di nervi ... I , I l.__ Renato Curcio D. Da dove nasce il terrorismo? R. In un paese incapace di offrire. dopo la ricostruzione. una prospettiva ideale e politica e. al tempo stesso. incapace di un rapido ri– cambio e alternanza nelle funzioni dirigenti. scosso da movimenti di massa così importanti come quelli del biennio '68-'69. e così impo– tenti. è quasi inevitabile che un qualche piccolo gruppo Si candidi ad anti-stato. La cosiddetta seconda società non garantita non c'entra nulla direttamente. ma è come un esercizio poten– ziale. sbandato e senza prospettive. tale da far crescere velleità d'ogni tipo in "stati maggiori" improvvisati (provenienti da settori intellet- RE NUD0/5 tualizzati o di lavoro qualificato). Così abbia– mo assistito alla comica di Valerio Borghese e alla tragedia del terrorismo. L'Italia è un paese ideologico per eccellenza. governato dal potere e dal potere dell'opposi– zione: due schieramenti moderati che cercano di nascondere ed espellere le vene apocalittiche della loro tradizione e della loro anima. Le vene apocalittiche del cristianesimo e del mar– xismo. que t'ultima tanto più pericolosa e in– trattabile in quanto non ha neppure i mezzi concettuali per ricono cere la propria compo– nente religiosa nascosta sotto le vesti laiche e profane. Oltretutto. secondo le mode del nostro tempo, l'apocalittico cattolico s'è, di solito, convertito alla secolarizzazione. portando nel nuovo campo le aspirazioni millenaristiche - da sempre presenti anche nel marxismo. on è un ca o che decine di migliaia di studenti e di giovani operai siano pas ati da un campo ideologico all'altro in poco più di un paio d'anni. on certo perché avevano "razional– mente superato" la religione. D. E' dunque possibile una matrice cristiana? R. Ho letto che il Rettore dell'Università Cattolica. Lazzati. ha detto che può esserci una specie di schizofrenia che separa la giustizia dall'insieme del messaggio cristiano. E' un'af– fermazione che fa onore alla tradizione cristia– na proprio perché. tutto sommato, questa po– teva essere l'occasione per dire - da parte di chi è nella Chiesa - noi siamo gli ultimi a doverci fare l'esame di coscienza. D. Ultimamente partecipavi spesso a un gruppo biblico diretto dal padre gesuita Pino Stancari e lavoravi con lui a un'indagine sulla religiosità popolare in Calabria: credi in un re– cupero dei valori cristiani? R. No. non penso il problema sia quello di "recuperare". Penso che. nonostante le appa– renze. anche quello che è più nettamente anti– cristiano sia cristianesimo tradotto e ridotto, un momento particolarmente oscuro del dramma cristiano. In un dramma di Buchner, Robe– pierre mezzodelirantedice: "ioo Lui?" Eppure c'è qualcosa di folle in questo pensiero. Perché guardiamo sempre e soltanto a Lui° Credo che questa ia ancora la domanda dell'epoca. E' certamente vero che que to "è un tempo di morte e di scomparsa del Dio". ma è altrettanto vero che questa è la condizione di chi si trova. nel racconto della vita di (ìésù. a vivere la notte del venerdì santo. la notte dopo la morte di Dio. Ma il racconto prosegue. D. E in università a cosa stavi lavorando pri– ma dell'arresto? R. A una meditazione filosofica su quanto ho accennato vaghissimamcnte nella risposta alla domanda precedente. Ma. come ho detto. nes– ~uno si è degnato di restituirmi le agende del mio lavoro. dopo il sequestro. D. E adesso cosa stai scrivendo"? R. Ho cercato di sfruttare la mia situa7ionc: poter vivere un'accusa per terrorismo con un occhio diverso sia da quello del terrorista. sia da quello dei giudici (sono un accusato!) sia da quello dei politici. e cosi ho scritto una cosa ul contesto culturale e spirituale del terrorismo. una meditazione questa volta. anche se presa molto alla larga. su questi anni. D. Pensi di tornare all'insegnamento? R. Spero proprio di uscire in tempo per nor perdere del tutto l'incarico all'Università. Pc, l'insegnamento ho una specie di vocazione come si diceva una volta. E all'Università dell~ Calabria si può insegnare. fatto oggi rarissimo Aspetto la restituzione delle agende per ri– prendere quello che lavo facendo prima. or ho progetti nuovi. a meno che non mi co trin– gano a ricominciare da capo e a cercarmi ur nuovo me tiere. La cosa mi infastidirebbe m, non mi farebbe certo disperare. La disperazio– ne in questi casi sarebbe un premio non meri– tato concesso alla grossonalità dell'accusa premio da non concedere.
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