RE NUDO - Anno XI - n. 89 - agosto 1980

RE NUDO/30 STORIELLINE di Pi.noFranzosi Spiaggia S tavano sdraiate sopra lo scoglio, che rimaneva immobile in appa– renza,con il costumea striscioli- ne. dolino. rossiccio, bombardato di sabbia, spruzzato d"acqua, ridacchiando, il viso rotondissimo liscio di pomate, pu– rissimo, parlouavano giocherellavano con le dita gra1tuggiavano le pareti di roccia, mossa che, appena accentuata. ampliata, poteva sgretolare l'universo. La tizia con la bocca lunga distesa a mezzo sorriso: - Lo sai bene non gli usciva più da quel buco. s'era inceppato, chiuso, una con– torsione. una giravolta dentro, usciva dalla bocca la merda. stronzolini gialli, verdastri di spinacio. rotondi. driui, in fi. la. inanellati come gioielli. non si poteva stare vicini, si rischiava di calpestarla quella roba. Quel discorso di bionda sdraiata. distesa, lunga, con la bocca. Perché ero al mare. ci ero andato. mi ero dello perché no•, i granelli di sabbia tra i denti. ripetevo dentro. le sensazioni. l'ac– qua sballe salata, ci vado, quasi. un 'emo– zione. Si stendeva lo scoglio, lungo, di– steso. con una bionda, con una donna nera che. in quel momento. taceva. - Non potevo restare, m'insultava. fa. resti bene a ballere. brullo porco. gli dissi. hai finito?. sembrava che non smeucssc. Guardavo lo scoglio. steso di lato. lungo. con qualche fossa. una gibbosa protube– ranza, plastico, pieno di segni. cercavo di cogliere le forme. le parole pim pam nell'aria. - Allora l'automobile. allora. chi l'ha presa. con la lamiera rossa. con la lamiera blu. col motore acceso. gialla. coi pneu– matici Pirelli. delle grandi corse. Miche– lin. e chi c'era. sopra la lamiera. curva. con la vernice. i sedili di finta tigre. finta gazzella. non ti ricordi più. bello, coccoli– no mio. sozzone, la pipi sui pedali. e il dentifricio qua e là e ogni sorta di cose. fin sui capelli, e io zitta. tacevo. ti lasciavo fare. ti soffiavi il naso, portami lf e su e giù. brullo porco. hai finito di ridere. gli dico. hai finito? Le frasi giungevano mi– tragliate impastate. forse deviate modifi– cate dal vento. una viva brezza. non compatibili con il rumore del mare, la sua apparenza azzurra e quieta. Mi diceva. a questo dcvi sorridere. ci potrebbe esser utile. e io li, subito. a inchinarmi. a tirar fuori tuui i denti. meuigli la lingua nelle orecchie. e io subito. strappagli un pelo sopra la tempia. mordilo sulla nuca. ub– bidivo sempre. senza protestare. mi aveva preso per una sgualdrina, si vede, ma l'ho messo a posto. valli a grauare tu ai pali del telefono per renderti interessante, io ho chiuso. basta. arrangiati! Ahimè il formaggio di spugna della pen– sione prima categoria mi tornava su, l'a– sciugamano a fiori sulla spalliera. la ca– meriera cantando strizzava l'occhio. la padrona salutava sulla soglia. una specie di pesce senza squame con pelle dura ve– trata. Il passeggio lungo il corso racco– glieva tulli. abolite le categorie. il c.ipo di fabbrica con la governante. le commesse dell" pim de "la tua estate grande'. il topo d"albergo con quello di chiavica. rit– to sulle zampine. vibrava i baffi. sapeva bene. in quell"occasione. era uguale agli altri. congli stessidiritti. scuotendofiera– mente la coda. Al Centro Yoga un Ma; haraja indiano in pensione insegna a percepire la luce e il suono celesti. por– tandosi dietro la spugna personale cm. 75 X 175, Via Lusardi IO. L"altalena saliva e scendeva. curiosa aurazione nel grande giardino. con panche di marmo e tronchi d"albero bassi tagliati apposta al giro concentrico delle vene. un modo nuovo originale di sedersi come al centro dell'Africa. sul seggiolouo sollo l"ombrel– lone l'operaio specializzato Manusardi. che con il fischieuo dava il ritmo nel re– parto. co truiva polli arrosto di cartone e bicchieri di panna di gesso col biscouo dentro di legno e pesci di carta dalle pinne rosa. discuteva di canto e musica col geo– metra Roberto che. le mani piccole in fremito sudate sulla corda spingendo a traili con le punte per riprender forza, s'involava a respirare le altezze pure, pauroso di qualche sobbalzo, vivacemen– te rimbeccava: Vuol meuere Poppi Noi, ho capito lei guarda alla bellezza delle cantanti io penso alla bravura, quando Poppi spinge gli acuti sono veri acuti, i bassi sono veri bassi, come dice le aaa, per esempio. pronunciate come fossero ooo, tenendo un dito dietro l'orecchio, chi è capace cosi, chi può indicare il cielo con gli occhi riferito alla fanciulla in quel modo particolare, come le prime volte? Kiuy Janco. Kiuy Janco - gridava l'o– peraio Manusardi - è molto più brava. molto - con la bava agli angoli. Il geo– metra si slanciò con un balzo piomban– dogli sopra ma l'operaio impugnata l'asta dell'ombrello lo rivolse al volo e lo prese all'occhio infilandolo fuori come una palla da ping pong rossa sulla punta, con un urlo. Due sguaueri trascinavano sacchi di plastica al rigai;nolo scolo che portava al mare pieni di nfiuti, una bella e densa zuppa, ossi, collanine di sughero con vetri verniciati, stagnola sgargiante, biglietti d"auguri con inciso "'evviva"'. fascicoli in– talli di splendidi fotoromanzi, dalla co– pertina il principe porgeva coppe di champagne alla impiegata. la bocca sen– suale roua dal pellinino-cipria che serviva anche da apriscatole. tagliaunghie, fer– macarte, calzascarpe. e come strumento musicale. ingoiando un bambino neonato con pannolini di plastica. colmo di boro– talco. tulio avvolto da un 'elegante calza di nylon. con un gustoso formaggino-penna utile per il trucco mentre sollo bucce e accendisigari la carta decorata dei cioc– colatini annunciava: ..conoscerai final– mente la persona che conta. il tuo vero e grande amore·•. Gli angelici S draiati su un piano bianco alcuni vecchi.quasi tuttiin camice,s'in– trallengono scambiandosi confi- denze e consigli. qualcun altro se ne sta da parte. muto e assorto. di qui si vedono altri piani, gialli, verdi. azzurri e anche rossi su cui stanno altri gruppi di vecchi in varie pose e variopinte vestaglie. una proprio color sangue. color fuoco. Sono tulli pelati e molto rugosi. hanno splen– dide dentiere c. alcuni. apparati mecca– nici di movimento. hanno tuui passato i duecento e cc n"èuno che tocca i duecen– tocinquantaseuc. fermo questo a pancia in su. non si muove minimamente e non parla. solamente alza il torace per respi– rare e qualche volta apre gli occhi, qual– cuno invece si sposta. sia pure a fatica. da una zona all'altra. magari in ginocchio, i loro bisbigli sono tanto lievi e bassi che il maggior rumore resta sempre il pesante respiro a mantice di parecchi. Solto il leggero bianco vestiario. del primo grup– po. un sudario si potrebbe dire. s"intrav– vede. in trasparenza. quando. uscendo dai luoghi freschi delle penombre. s'espon– gono ai traili chiari e luminosi, le secche. scheletriche membra. dure e legnose. ri– succhiate di carne. ma v"èqui concentrata la gente più giovane e auiva. si manifesta in questo posto il maggior movimento . il maggior brusio. molti desideri di cose. ri– masti ancora in qualche modo. o vaga– mente, inappagati. agitano la superficie di fermenti. c'è un giovane. relativamente. di appena duecent"anni. che tiene circolo e raL-contadei luoghi di souo. delle follie che là si fanno. i dcliui che si compiono, comela gentepassile giornate. le nuove mode. gli scandali. gli amanti illeggiuimi. gli illecni amori. Spaccacuore U seuore remoreggiante d"anima– . difficili strumenti. avanzi di carne. ossa, bucce. seduto su di una C-Jssascrutava un impossibile aggeg– gio. ··va bene. più semplice, più piccolo"', avanzò verso la pecora, spostò alcune le– ve. un verso. un tonfo. proliferubina. un cuore perfcuamente esploso. Viso molle e bianchiccio con occhi az– zurri. camicie a quadrelli senza cravaua. un incedere. un camminare normalissi– mo. era stato in America? chi era? Da ragazzo sporcav·a i muri. saliva sugli alberi. smontava ragazze, braccia, guan: ce, gambe, cose celate, silenzio, un furore cubista. già scientifico. Una crisi misticà, molto forte. a 16 an– ni. inginocchiato sul pavimento due gior– ni interi. mamma e babbo gridavano. le gambe dolevano. le ginocchia gonfie, il sangue fermo. Suo padre l"inseguiva. alto. grigio. cra– vaua scura. al,.ava le labbra sino al naso. la voce tagli etc. esalto. preciso: la madre piccola. molle. tenera. con gli occhi chiari. ansiosa. Qualche anno più tardi il fallo. andava al night. mamma sapeva. credeva di sì. umi cosa leggera. trip-teases accennati. una biondina guardava tra le dita. chie– deva silenzio ... sssll .... si sfregava le gam– be, come Fioristella. quand"erano bam– bini. sollevava la gonna. appena appena. fingeva di togliere la camiccua restando vestita. sorridendo. porgendo la bocca per un bacio. naturalmente eccitante e gli amici scherlavano, improvvisamente un gran senso di amarezza. fingeva di ballare e intanto pensava. pian piano maturò. nel segreto di se, la decisione: sarebbe andato in miniera, fra i minatori. Chiese per es– sere assunto. inutilmente. ancora per molto tempo. di tanto in tanto. provava un forte rimorso. Guardava e pensava. psicoenergia. ec– co. senza intermediari. onde eleuromate– riche direue su rigature muscolari. tulio semplice. un sorriso. se lo sape ero i caro amici. Adriana. Elena. si rabbuiò (veniva anvanti. il vestito rollo. chiedeva aiuto. supplicava, pcrchè lo avevo fauo. cosa mai?. nella vita di ogni uomo. certo. ma lui no). Si pose un dito alla fronte. la mano protesa. cercava di concentrarsi. l"aggeg– gio piccolissimo e semplice brillava. te– neramente. mosse due o tre volte la bocca e fissò il gallo sul trespolo. vi su un rilesso e la bestiola cadde secca. con un grido strozzato. Un indubbio perfezionamento. Poteva tenerlo in tasca. Chiuso lo scantinato sali in camera. at– tendeva. La signora appena entrata si spogliò e si sciolse sul divano. lui la rac– colse con la mano. Era una cosa strana. Una donna disegnata e dipinta ul mar– ciapiede. uno l-.trnnosorriso, un occhio semichiuso che affascinava. perché. non so. anche questa una cosa confusa. era rimasta nel cuore. - Barabba - gli di se affcuuoso Tor– divallc - non ti fai mai vedere tu. se non fossi io... -. - Scusami. il mio lavoro, le mie ricer– che ... - Lo so, stai certo combinandone una. vecchio brigante' - e lo guardava. lo guardava. con gli occhi neri. fondi. Senti– va dentro di se un vortice. un brivido. quello sapeva. certo. tulio. il peccato. la colpa. che aveva fauo~. i domandò. cosa sapeva' Perché' Ebbe un moto convulso. mosse la bocca. dalla sua tasca parti un rinesso. l'aggeggio nascosto. l"amico lo guardava. lo guardava. il sorriso morto sul viso. cadde per terra. Provò a vedere. le cose gli entravano negli occhi, i contorni taglienti. il corpo morto. disteso. due mosche ronzavano. gli spigoli ferivano, 1 colon. Un'onda di di– sgusto. Si guardò al vetro. Le mani gonfie bianchicce con grosse vene a1..zurre, le spalle cascanti. la pancia. una grossa mo– sca schifosa. Dentro qualcosa si disfaceva. un acuto dolore lancinante. L'ora dello spettacolo Ballerine altissime. piastrelle. scene grandiose. musiche colori. venti lampa– dari. Tre dimensioni rilievo profumi e i tecnici ancor studiavano. Dappcrtullo la– boratori. fabbriche. scienziati. nuovi ri– trovati, cani elenrici. pelatori automatici cercavano rompere lo spazio-tempo. che sarebbe venuto' Quel giorno la moglie era presso la madre in coma e gli aveva imposto di mandare a monte tulle le sce– ne della tele. per raccontargliele. (Dome– nica uscendo dal tello nella selva di grat– tacieli dell"Amazzonia un forte sole qua– drato. cadevano pe1.zi di macchine e di persone. s"era s tesa sull 'erba. coprendosi di fonniche. quante poteva prendere. Parlava sempre al cavallo. lo baciava. lo careu.ava. uscivano spesso insieme. Più di una volta in lontanan,.a china su un pa– racarro. Ern andato dal sindaco. Aveva sorriso. Era forse un po" geloso). Se ne stava buono nella sua poltrona. paraliz– zato da un po· di curaro. per non perdere niente. senza distrazioni. C'erano dei balli nudi.frazionidi secondoquasi non visti, niente di osceno. anche la chiesa. C"era purtroppo il comico. con la sua faccia molle. i denti bianchissimi. braccia lun– ghissime snodate, ciuffi di peli anche tra le dita. le unghie sporche. le nocche vio– lastre. le mani curve, protese. Lo guarda– va con odio. sbucava fuori con tulio il torso. cos'era mai?. un po· di spavento. che voleva dire?. paura o curaro non po– teva muoversi. lo fissava negli occhi. pu– pille dilatate. le mani al collo che lo stringevano. sentiva soffocare. quale sco– perta mai. rantolando. si domandava.

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