RE NUDO - Anno XI - n. 89 - agosto 1980

RE NUD0/22 alieno Daevid Allen, sono senza dubbio legati i ricordi più inten i della scena di Canterbury. Particolarmente significativo è il primo perio– do dell'attività del gruppo, con quei due primi album ancora un po' grezzi, ma quasi "metafi– sici" o meglio ·'patafisici" in fatto di intuizioni musicali. Questi album ono liberi, folli. ge– niali: è il rock a predominare. ma la musica sa e sere anche dolce. morbida. poi secca, violen– ta. nervosa, ruvida. poi di nuovo terribilmente soffice. Ma il capolavoro del gruppo arriva nel 1970. con il mitico "Third". che i colloca all'i– nizio di un nuovo periodo della toria del gruppo che porterà i musicisti a solcare i lidi di un jazzismo cerebrale e molto creativo. fino a giungere poco più tardi alle soglie di un'avan– guardia sonora che ha molto da spartire con maestri tipi Riley o Glass ma che ha ben poco a che fare con la scena di anterbury. Third è un album completo, ove già si respirano certe geometrie sonore di marca jazzistiche, lucida– mente arricchite dalle incredibili ·•esplorazio– ni" al sax del neo entrato Elton Dean, ma so– prallullo in esso brilla quella "Luna in giugno" (Moon in June) di Robert Wya11, che rie ce a comunicare l'incomunicabile in un ere cente vibrante di emozioni sonore che Wyatt riesce a esprimere con i suoi due strumenti, la balleria dimentica della sua funzione di mero accom– pagnamento ritmico e la voce, brulla e stupen– da al tempo stes o. che sa essere u_n vero e proprio "suono dell'anima" e tuzzica i misteri dell'infinito. I CARAVA : sorti dalle ceneri degli ultimi Wild Flowers. con Richard Sinclair al posto di Dave Lawrende. rappresentano il lato più morbido e per certi versi "romantico" di Can– terbury. Fondamentalmente, nel corso della loro evoluzione è l'album "In the land of grey and pink". un torrente inesauribile di suoni vellutati e vivacissimi, liquidi e colmi di una straripante fantasia e cara1terizzati dal parti– colarissimo timbro dell'organo di Sinclair, vo– lutamen_te "sporco". ma capace di trascinare l'ascoltatore semplicemente "accarezzandone l'orecchio". Di poco inferiore a questo è l'al– bum precedente. ·•1r I could it al over again". Dal 4" album in poi e cioè 1"011imo"Waterloo Lily" inizia per i Caravan un periodo piullosto travagliato carallerizzato da frequenti cambi di formazione. La loro musica nel fra11empo si fa sempre più insul a e scontata. I DELIVERY: sono da ricordare più che per il valore della loro musica, (abbastanza acerba nel rifle11ere una confluenza di stili che spazia– no dal rock. al Jazz, al blue ) sopra11u110perché sono un punto di incontro fra musicisti che daranno in seguito parecchio alla scena di Canterbury. Fra questi ricordiamo il paffuto sassofonista Lol Coxhill, i due fratelli Miller e il batterista Pip Pyle. nica testimonianza disco– grafica del gruppo è l"album ·'Fools meeting·· del 1970, insieme alla cantante arol Grimes. Da non so11ovalutare. anche se stranamente sembra appartenere più ai Jefferson Airplane che ad un gruppo della scena di anterbury. KEVI AYER & TI-IEWHOLE WORLD: Ayers. dopo la dipartita dai Soft. ha sempre rappresentato l'ala più canzonellistica. leggera e dccadende di anterbury. Le sue prime cose, e in particolare i due album ·'Joy ofat Roy" del 1969(con la collaborazione dei Soft Machine) e ··Shooting at the moon" del 70, in compagnia dei Whole world (con Coxhill appena uscito dai Dclivery, David Bedford ed il giovane Mi– ke Oldfield) illuminano la "scena" realizzando un superbo connubio fra avanguardia, stupid songs. dadaismo sonoro e tipiche pennellate, nella miglior tradizione del sound di anter– bury. "morbidamente creative". I PRIMIANNI 70 Le intuizioni del primo periodo della storia di Canterbury prendono forma e sono vilup– pate a11raverso l'attività di numerosi artisti e gruppi, alcuni già noti e altri emersi col chiaro intento di segire le orme dei progenitori. Elen- chiamoli brevemente senza però dimenticare quei musicisti che per svariate ragioni sono ri– masti nel so11obosco di Canterbury. A) I noti I GO G: guidati dal buffo chitarrista au– straliano Daevid Allen. li lato freak, cosmico e surreale di Canterbury. La filo ofia del gruppo, falla di teiere volanti, alieni, misticismo orien– tale trasportato su un pianeta, chiamato Gong, è espre sa principalmente in 4 album (Flying teapot, Angel's egg, You e Camembert Electri– que) dominati da una ironia qua i zappiana che va a bracce110 con la lezione impartita dai primi Soft Machine. Tra saxes scintillanti (suonati dal bravissimo Didier Malherbe), glissando guitars e ussurri cosmici (gli space whispers della " trega Gilly Smith") la loro mu ica incanta, ma soprattutto diverte. Gli HATFIELD A D THE ORTI-I: lan– ciati dalla Virgin nel 1973 (quando questa eti– chetta significava esclusivamente "musica pro– gre iva europea"), erano per contenuti musi– cali molto vicini ai Caravan (dai quali prove– niva Richard Sinclair), pur essendo più "colti e aristocratici". Di loro restano 2 album raffina– tissimi, "Hatfield and the North" e "The Rot– ter's club" in cui lo pirito di Canterbury pulsa in maniera libera e gioiosa. Oltre a Sinclair la formazione comprendeva Dave Steward (senza dubbio uno dei migliori tastieristi inglesi), Phil Miller e Pip Pylc. ROBERT WYATT E I MATCHI G MO– LE: lasciati i Soft Machine Wya11 continua a illuminare la scena di Canterbury, prima con un suo disco solo. il mitico "End of an ear", mosaico sperimentale di uoni, di voci. e colori in fluido divenire. poi con un suo gruppo. i Matching Mole (con Dave Sinclair. Phil Miller, Dave Mc Rae e Bill Mc Cornick) che sfornano altri 2 dischi fondamentali, il primo dei quali, ·'Matching Mole" sa essere dolcissimo. epico e furiosamente ele11rico. con la magica voce di Wya11in primo piano: il secondo. ''Li11le Red Record", è leggermente inferiore, spingendosi verso i lidi di un jazz rock di gran classe ma più scontato. Infine. dopo il terribile incidente che lo priva dell'uso delle gambe, Wya11,lasciati i Matching Mole. lasciata la batteria i dedica con tulla l'anima alle tastiere e alla voce. ascerà nel 74 un fru11odi indicibile bellezza, "Rock Bo11om", un inno disperato eppur lucidissimo, colmo di amore e di infinita malinconia. Il eguente al– bum, "Ruth is stranger than Richard" è invece un pas o falso, preludio di un silenzio che du– reràcirca 5 anni. B) I sotterranei LOL COXHILL: pur essendo da sempre sulla scena è una figura sempre nell'ombra. a masticare col suo ax sgangherate lezioni di jazzi mo popolaresco o intellettualistici voli pindarici nell'avanguardia più inafferrabile. Pur essendo difficile da recepire conviene an– darsi a cercare di lui almeno 2 album: "Ear of Hatfield and the North beholder"". doppio. e empio lampante di un"immaginazione senza limiti. pieno zeppo di pagine ora sconvolte. ora tremendamente iro– niche, ora bucoliche e tranquille, ora rabbiose: e ·'Welfare state", festosa sagra popolaresca, con una ''banda paesana" in pieno delirio che suona un folk jazz che poco più tardi diverrà la passione di un ottimo jazzi ta inglese e cioè Mike Westbrook. I KHA : troppo poco conosciuto, guidato da Dave Stewart e dal chitarrista Steve Hillage (che dopo questa esperienza partiril per il pia– nista Gong). Di loro resta un unico documento sonoro: ·'Space shanties" in cui le tipiche so– norità di anterbury assumono connotazioni, pur sulla linea delle cose dei Caravn e degli Hatfield. assolutamente originali. altraverso una ricchezza timbrica e un cromatismo che altri gruppi erano ben lontani dal possedere. GLI EGG: altra creazione di Dave S1ewart. con 3 album all"a11ivo, tulli interessanti. dei quali i primi due, rifle11ono in modo particola– re il profondo amore del tastierista per la mu– sica classica. Una toccata e fuga in re minore in perfello Canterbury presente nel primo album forse non farebbe rivoltare nella tomba nep– pure 1Igrande John Sebastian. DISCOGRAF :4. CONSIGLIATA SOFTMACHI E The soft machine (Probe) 1968; The soft machine volume two (Probe) 1969: Third (Cbs) 1970 Five (Cbs) 1972 ROBERTWYATT The end of an ear (Cbs) 1970: Rock bo11om( Virgi11) 1974: MATCHI G MOLE Matching mole (Cbs) 1972: Li11lered record (Cbs) 1972: CARAVA lf I could do itali over again (Derwn) 1970: In the land of grey and pink (Deram) 1971: Waterloo lily (Deram) 1972: HATFIELDA D THE ORTI-I Hatfield and the orth ( Virgi11) 1973: The ro11er'sclub ( Virgi11) 1975; KEVINAYERS · Joyof a toy (Emi) 1969; Shooting at the moon (Emi) 1970 Whatevershebringwesting (Emi) 1972 GONG Camembert electrique ( Virgin) 1971; Flying teapot (Virgin) 1973; Angel's egg ( Virgin) 1973; You (Virgin) 1974; 'CANTERBURY '80 E oggi cosa è rimasto della cena di Canter– bury? Vediamo un po': i Gong ono divenuti, senza Daevid Allen, un onesto gruppo di jazz rock: Daevid Allen, dopo una lunga vacanza a Maiorca contraddistinta da una erie di di– schelli eterei e meditativi. è approdato final– mente a ew York per fottere a modo suo la dilagante ew Wave: Kevin Ayers si è perso nel corso degli anni in una sfilza di futilità; i Caravan suonano oggi un pop romantico molto easy: Robert Wyall è appena spuntato fuori dalle tenebre con un 45 giri contenente vecchi tradizionals sudamericani ( aimanera e Arau– co) arrangianti a suo modo. Il panorama sa– rebbe non troppo confortante se non esistesse– ro alcuni nomi, vecchi e nuovi. decisi a non far tramontare il vero spirito di Canterbury. Tra questi i più luminosi sono ·senza dubbio Dave Stewart. prima con i suoi ational Health, di– rella prosecuzione dell'esperienza degli Ha1- field. poi con la sua collaborazione nello splendido gruppo di Bill Bruford, che soprat- 1u110nell"ultimo album. "Gradually going tor– nado"', sembra accusare sempre più una certa nostalgia di Canterbury; Fred Frith e gli Henry Cow, nati e cresciuti negli studi Virgin a Lon– dra, ma animati dalle stesse intenzioni dei pri– mi Soft Machine e dei compagni di scuderia Hatfield and the orth: i penultimi Carnei, dichiaratamente sulle orme dei migliori Cara– van. per tulio il tempo in cui hanno ospitato il bassista Richard Sinclair: infine tulli i porta– voce del jazz creativo inglese, dai J ust us di Elton Dean. ai Gilgamesh del tastierista Alan Gowen, ai recenti Soft Heap con Dean. Go– wen. Hopper e Pyle. tulli legati al ricordo dei Soft Mach ine all'epoca del loro 4" e 5" album. Il nostro excursus sulla scena di anterbury termina qui. Abbiamo dovuto essere necessa– riamente veloci, perché volevamo presentare un quadro più ampio possibile, anche se fram– mentario. della cena di Canterbury. Sta al let– tore. a questo punto, decidere se il discor o merita maggiori approfondimenti o vada inve– ce bullato via insieme agli altri ricordi del pas– sato. A noi personalmente resta un dubbio: Canterbury è stata, con la ua musica solo l'e– spressione di un epoca? O invece trascende i limiti di tempo e di spazio? ommaso Raimondi DAEVIDALLE Good morning ( Virgi11) 1976: About time (Clwrlv records) 1980: KHA Space shanties (Deram) 1972: LOLOCOXHILL Ear of beholder (Ampex records) 1970: EGG Egg (Deram) 1970: The polite force (Derum) 1970: The civil surface (Caroline) 1974: ATIO AL HEALTH ational Health (Charlie records) 1977: Of qucues and cures ( harlie records) 197! HE RYCOW Legend ( Virgin) 1973: Concerts (Orchestra) 1975: Western culture (Orchestra) 1979; SOFT HEAP Soft heap ( Charlie Records) 1979: GILGAMESH Gilgamesh (Caroline) 1979; CAMEL Mirage (Deram) 1974; Breathless (Deram) 1978;

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