RE NUDO - Anno XI - n. 87 - maggio 1980

• RE NUD0/23 Dueo tre· cosee e so sulroJ:k ... / I ----- intervista a Riccardo Bertoncelli---- RE NUDO: Tempo fa, un giorna– lista del Melody Maker scrisse che in Italia non esisteva una cultura rock. Cosa pensi che volesse intendere per cultura rock? R.B.: Credo che generalmente per "cultura rock" si intenda il mo– vimento di elaborazione critica che si sviluppa parallelamente all'evolu– zione musicale e che interpreta le connessioni che esistono tra questa e la cultura delle nuove generazioni. ma. nel caso specifico della afferma– zione del giornalista ingle e. penso che abbia voluto evidenziare che da noi manca una tradizione radicata del rock come fenomeno di massa. a differenza di quello che è accaduto ed accade tuttora nei paesi anglosas– soni. Per tanti anni. in Italia. c'è stato il vuoto assoluto in questo senso e. non a caso. il rock italiano non è mai diventato un business. La stampa specializzata ha. invece. spesso ten– tato di intellettualizzare il fenomeno. di spiegarsi. anche a livello politico, i significati di questo mito universale. sconfinando spesso nell"equivoco. RE NUDO: Oggi, 1980, qualcosa sta cambiando: riprendono i concerti in grande stile, la TV dedica sempre più spazio ad un genere musicale che fino a qualche tempo fa sembrava re– legato nella palude della sottocultu– ra, alcune radio "libere" trasmettono rock 24 ore su 24. Cosa vedi dietro a questo boom dell'interesse perquesto tipo di musica? R.B.: Direi che. dopo gli anni dell'''impegno·· e del seguente recu– pero mercantile di questo impegno. è giunto il momento del divertimento e della sceneggiatura commerciale di questo: ma. come sempre. è difficile spiegarsi se questa sceneggiatura se– gue una tendenza del pubblico. un reale interesse. e se il pubblico è og– getto di una coazione da parte dello show-biz: quello che è certo è che il pubblico italiano è ancora relativa– mente "vergine" ed inesperto e quindi ancora potenzialmente inte– ressante per l'industria discografica multinazionale. Per quanto riguarda il boom dei concerti. senza dubbio si sta cercando di recuperare il tempo perduto negli anni '70. anni in cui è stato molto difficile ascoltare in Italia dei buoni gruppi dal vivo. e questo è anche connesso all'enorme massa di informazioni diffusa dei media del settore (TV. radio libere,. stampa specializzata). RE NUDO: Qual'è la funzione della critica musicale, nel caso speci– fico del rock? R.B.: Bisog,;a risalire ai "60. quando per la prima volta i pre entò la necessità di valutare, di recensire una serie di prodotti musicali desti– nati alla fruizione di massa: a quel tempo la situazione della stampa era desolante ed i pochi che scrivevano erano in posizione subordinata agli interessi economici delle case disco– grafiche, dei veri servi sciocchi del potere e questo durò fino alla metà dei '70, quando, con l'apparizione di testate (Geng. Muzak) ideologica– mente vicine al movimento si cercò di andar oltre e di fornire. oltre alla pura informazione. degli strumenti per "inquadrare'" il prodotto musi– cale. per dargli delle coordinate estetiche. in poche parole per tenta re di promuovere il rock da fenomeno deculturale a fatto culturale. Non so a quanto sia ervito questo sforzo. spero a qualcosa. ma. di fatto. oggi. l'unica funzione del critico sembra ridursi a quella di ·•assaggiàre il pro– dotto"' e risolvere il suo compito al comprare/non comprare come indi– cazione di massima da dare al pub– blico che non pretende che questo: a tutto ciò. per quanto mi riguarda. posso aggiungere che altri elementi entrano in gioco nel momento della scrittura come il divertimento perso– nale e la ricerca sul linguaggio. RE NUDO: Come è cambiato, negli anni, il tuo coinvolgimento nell'attività, attraverso le esperienze della tua primafanzine ("Freak"), poi di "Gong" ed ora di "Ottanta"? R.B.: Tutto iniziò con quella fan– zine, quando avevo diciotto anni ed una grande voglia di esprimermi: a quell"epoca la proposta cadeva 1n un ambiente poco ricettivo ma mi diede comunque !"occasione di soddisfare un sogno/esigenza che mi stava a cuore. Nel '74 invece. con GONG. s1 pensò di uscire dal ghetto della stampa marginale. facendo ·un gior– nale di cultura giovanile che desse le informazioni con un certo "taglio intellettuale" e che fo se presente. sui temi del momento. sintetizzando le proposte culturali del movimento ed assumendo la funzione di opinion– maker: qualsiasi notizia. anche la più banale era rielaborata in stile origi– nale ed inconfondibile. e ciò contri– bui alla costruzione di un 'immagine estremamente caratterizzata. sia in senso positivo. sia in negativo. L"e– sperimento andò discretamente be– ne. fino al '77178. quando venne fat– to morire dall"incompetenza degli editori e della stupidità dei nuovi collaboratori: fu una fine irritante per tutti noi della redazione. perché non c'era nessun motivo di smettere di farlo. Ora "Ottanta·· viene di fatto ad occupare il posto del vecchio Gong, fatte le debite proporzioni e differenze di "clima": il progetto è d1 parlare di musica in un'accezione più ·intellettuale del solito. e questo. ne, primi numeri. è riuscito solo in parte. a causa di un'eccessiva pesantezza del linguaggio che ci ha attirato molte critiche. Qualcuno si è disso– ciato dal progetto, però abbiamo de– ci o di continuarecomunque. . RE NUDO: Recentemente si è riaccesa una vecchia polemica sulle strumentalizzazioni di cui è oggetto il rock, da parte della sinistra e da parte dei fascisti: hai qualcosa da dire a questo proposito? R.B.: E" una "querelle" inutile: certo rock è facilmente strumentaliz– zabile anche dalla destra. ma non vuol dire che necessariamente · gruppi accusati siano di destra. Tutto può essere letto e riletto da diverse angolazioni. più o meno come è ac– caduto per Nietzsche in Filo olia. RE NUDO: Per finire, una specie di consuntivo di quindici anni di sto– ria pop, poi rock. Quali dischi salve– resti da un prossimo diluvio univer– sale? R.B:: Imbarazzante ... Te ne dico tre: il primo album di Eric Burton & the Animals. ··After bathing at Bax– ter·s·· dei Jefferson e ··End ofan ear"' di Bob Wyatt. Ma non finisce qui. a cura di Giorgio Adamo PICCOLA GUIDA ALLA STAMPA ROCK INTERNAZIONALE Il "business" della stampa musicale specializzata ha raggiunto, già " da diversi anni, dimensioni macroscopiche, particolarmente in lnghll– terra e negli USA. Le testate di maggiore diffusione sono tre: Melody Maker, New Musicai Express (GB) e Roiling Stone (USA), In comwie hanno l'enorme tiratura e gli strettissimi legami con l'Industria disco– grafica che li considera, ovviamente, un veicolo pubblicltario Ideale. I due più letti settimanali Inglesi sono quasi uno la copia dell'altro: si occupano degli stessi avvenimenti, recensiscono gli stessi dischi e così via, anche se Il NME si pone ad un livello leggermente superiore, grazie alla presenza di firme di prestigio come Nlck Kent e Charles Shaar Murray. Il punto di forza di queste pubblicazioni sta nella quan– tità delle informazioni: annunci di concerti, di negozi di dischi e stru- . menti, classifiche di vendita, etc. che ne fanno strumenti quasi lndl-– spensablli per chiunque sia Interessato all'argomento. Oltreatlantico Roiiing Stone, sebbene nettamente scaduto, conserva ancora una po– sizione di preminenza, forse anche per lo spazio dedicato a temi non· musicali. In Francia Rock&Foik detiene praticamente il monopolio dell'informazione rock: mensile, graficamente lussuoso, molto Infor– mato a volte cade nel ridicolo per l'eccessiva anglofilia di alcuni col– labor~tori. E' tra le riviste "minori" che si trovano le voci più interes– santi: Zigzag e lmpetus in Inghilterra e New York Rocker e Village Voice a New York. Il livello d'intervento di questi giornali è decisamente più "colto" e legato alle nuove tendenze: .Zigzag è ormai un portavoce ufficiale della new wave londinese, mentre lmpetus da molto spazio alla musica creativa ed ai superstiti dell'under. Per quanto riguarda NYR e VV si può dire che abbiano egemonizzato l'informazione/critica rock della metropoli americana. Le fanzines rappresentano un capitolo a parte: nate _nella frenetica Londra del '77 e sono state l'espressione più autentica della rivoluzio– ne del costume di quel periodo. Sniffin'Giue è stata la più nota di queste pubblicazi_oni, tutte realizzate con scarsezza di mezzi finanziari_ e tec– nici ma con entusiasmo e competenza; oggi, tra quelle ancora In vita, segnaliamo Kiii Your Pet Puppy, Next Big Thing, Lite in a Void e Rapid Eye Movement (si trovano da RoÙgh Trade, 202 Kenslngton Park Road, · London W Il, anche per posta). Altro importante medi~ è ancora la radio: John Peel, famoso DJ, prosegue le sue trasmissioni dedicate quasi esclusivamente alle novità emergenti della scena rock Inglese e rappresenta un'Istituzione fondamentale: decine di nuovi, interessanti gruppi sono stati "lanciati" da lui ed a Londra nessuno perde la sua trasmissione. In Italia, tranne qualche rarissima eccezione, le· radio "libere" dedicano tutto il loro spazio ai più banali prodotti del muslc– business e non ci sembra che, al momento, diano un grande aiuto alle nuove proposte del giovane rock nazionale. Ma qualcosa potrebbe cambiare anche qui, in un futuro prossimo, molto prossimo. G.A.

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