RE NUDO - Anno XI - n. 86 - aprile 1980
RE NUD0/4 - e 1u11i popoli oppressi come loro - sono soli. abbandonali al proprio destino di pop lo oppresso e op– prc o da cmpre. circondati dal di– sinteresse e dall"in.cnsibilità più a - soluti...• L'inicres amento che le su– per-potenLe talvolta dimostrano nei loro confronti è solo interesse h,eco. una tragica far~a. Il mujaddin afgano è in sinte i solo una pedina. piccola piccola. nelle mani di russi cd americani. una pe– dina _chee ,i giostrano come più gli conviene. E se Carter decide di boico11are i Giochi olimpici 1980a Mosca. non è certamente perché artcr è un inte– gerrimo difensore delle libertà altrui: per russi ed americani (soprat1ut10 loro. ma non neces ariamente). l'e– pi odio afgano è solo un momento del grande gioco che essi da sempre vanno conducendo fra loro per spar– tirsi. zona dopo zona. tulio il nostro pianeta. es una importanza ha la vita umana. il dramma di un popolo: hanno solo importanza l'avidità di conquistare una fetla di terreno e il rammarico per averla eventualmente persa. E e ono i popoli poveri. le piccole nazioni a scannarsi fra di loro - sempre e comunque per difendere indire11amentegli interessi delle u– per-potenze - non c'è problema. il oioco procede regolare e relattva– ~enle tranquillo. E in questo caso né .S.A. né U.R.S.S. si tirano indietro dal fornire a piene mani armamenti e ··1ccnici ... 1an10 poco valore hanno per loro. ripeto. le vite umane altrui. E' quando accade che uno dei du_e colos i si toglie la maschera della d1- s1cnsionee scende in campo in prima persona che il mondo va in ubbuglio e si grida al sopruso. alla odiosa pre– potcn1a. Fino a quando americani e russi si comba11ono alla disiant:1. tramite i loro ri peltivi paesi-satelliti. non c'è nulla di cui scandalizzarsi' E' questo che preoccupa ed indi– gna maggiormente. questa ipocrisia _e questa malafede di fondo che ani– mano la a11ualepolitica mondiale. E stando così le cose. c'è solo da spera– re nel desiderio au1en1icodi pace che molti e eri umani coltivano dentro di sé enLa differenze di razza e di nazionalità. Da opporre ai cannoni e al peri– colo atomico abbiamo solo la nostra umani1ùe la forza delle no Ire idee. Ma fino a quando sarà la politica dell'imperialismo. della opraffazio– ne. della guerra a determinare le scelte delle super-potenze. molto al– tro sangue dovrà essere inu1ilmen1e versato e molti altri popoli. al pari di quello afgano. dovranno difendere con le armi il proprio diriuo all'au– todeterminazione e vivere in pace la propria vita... Tunonsai perchèmiuccidi, maio so perchèmuoio intervistiamo il segretario L'intervista che segue è la prima di una serie che Re Nudo dedicherà alla questione terrorismo. Non le solite prese di posizione, non ci andava di unirci al coro di quanti hanno troppo da dire, su questo e su altri argomenti. Abbiamo preferito intervistare persone che, in qualche modo, sono coinvolte nel problema terrorismo, di persona o attraverso la storia delle loro organizzazioni o partiti. Senza commenti. Ci sono argomenti che si commenta– no da soli. D. Marx chiamava i terroristi russi della fine dell'800 "i sogna• tori dell'assoluto". Pensi che questa definizione sia adatta al terroristi che agiscono oggi in Italia? R. No, non credo: La realtà del nostro paese e quella della Russia dell'Ottocento sono molto diver• se. Li eravamo in presenza di una dittatura monarchica; il tessuto democratico era inesistente; al– cune scorciatorie, le fughe in avanti, erano la conseguenza del/"oppressione di quel sistema sociale. Oggi le cose stanno in maniera diversa: non solo non siamo in presenza di una forte dit– tatura, ma dentro al terrorismo nostrano c·è una maggiore bar– barie, c'è un odio feroce contro gli individui; non c'è una spinta alla liberazione. Siamo di fronte a fe– nomeni gravi di disgregazione della coscienza individuale. Co– munque non sono d'accordo neanche con la definizione di Marx: nel termine "sognatori"' c"è qualcosa di romantico che mi sembra poco adatto al terrorismo. D. Perché pensi che ci sia una maggiore barbarie nel terrorismo di oggi? R. Ho visto due cortei a Milano in questi giorni. Ho sentito lo slo– gan '"10-100-1000 Guido Rossa". C'era l'esaltazione per cui "mi sento un compagno quando ab– basso il passamontagna sul vol– to". Questo significa avere come obiettivo l'assassinio, non la tra– sformazione, ... e in una situazione in cui il movimento operaio è an-: dato avanti e c'è la democrazia! Tutto questo fa emergere un 'im– magine tragica del terrorismo, di un terrorismo che è un assassinio contro l'individuo, contro il poli– ziotto in divisa. I terroristi del/'800 almeno colpivano gli imperatori. In questo, appunto, vedo un ele– mento di maggiore barbarie. Co– munque, te l'ho detto, non sono d'accordo neanche con la defini– zione di Marx, anche se sulla vio– lenza c'è da aprire un ragiona– mento, bisogna storicizzarla. Non sono d'accordo con un giudizio assolutistico sulla violenza. O Qual è il tuo giudizio? R. Voglio dire che se affermas– simo che la violenza è sempre e comunque negativa, dovremmo rinnegare ad esempio tutta l'e- a sperienza della lotta di liberazione in Italia. D Questo è un punto importan– te. R. E' un punto dolente. Do– vremmo rinnegare l'esperienza di liberazione dei popoli del terzo mondo, l'esperienza del Nicara– gua. Storicizzare la violenza vuol dire collegarla alla realtà di un paese, agli obiettivi che si pone e al consenso delle masse. D. Tu così non esprimi una e • condanna morale della violenza, ma dai un giudizio politico. Cioè ci sarebbero situazioni in cui la violenza ha una sua giustificazio– ne e situazioni in cui non ce l'ha. il giudizio politico però può essere molto soggettivo. Voglio dire che Il terrorista che uccide Il poliziotto e che tu chiami "barbaro assas– sino" - lo chiamo anch'Io cosi, chiariamo bene - fa un'analisi di questa società molto diversa da quella che facciamo lo e te. La
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